Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, 1919

guadagni, e gli piaceva alla fine d'ogni giorno

non avesse avuto fede alla sua sincerità. E credeva

pensato, insieme con lui, alla sua fortuna. Del resto

molto tardi per riguardo alla sua salute, lo mandavano

rimedio; e c'era alla farmacia il conto da

fanatica per lui, accortasi, alla fine, dopo tanti anni

il giorno dopo, portava alla moglie una sporta di

andavano, dopo la messa, alla trattoria; e il Rosi

da ognuno una croce, alla meglio, sopra le marche

più belle, che vanno alla chiesa di Marciano; e

m'impeli tutto?» comandava alla moglie: - Prima di venire

Anna, qualche volta, bussava alla loro porta. Allora si

lo stomaco. ¶ Qualche volta, alla trattoria, capitava Ghìsola zitta

capitava Ghìsola zitta accanto alla zia Rebecca; ed egli

quasi per farsi vedere. ¶ Alla fine piovve, senza tuonare

con gli occhi intenti alla trina della padrona, con

brava! ¶ Masa si volse alla nipote: - Quanto saresti contenta

mano sopra la tavola, alla luce; facendola vedere da

volta; sbattendo la coda alla tovaglia di canapa; poi

sue! ¶ Ghìsola si mise alla finestra; tirando sputi, di

che nell'adolescenza somiglia alla gelosia. E capì che

sopra un ramo accanto alla strada. E come il

avrebbe pensato né meno alla calza; e sentiva malvolentieri

arrischiava, quando era andata alla trattoria, a chiedere le

Meli e gli assalariati. ¶ Alla nuova primavera, Domenico aveva

per compensarsi dello strapazzo alla trattoria. E siccome la

una tavola lunga, sopra alla quale ciascuno di loro

altre sale, si chetavano alla meglio e lo seguivano

insultavano direttamente; ma uno alla volta, a vicenda, si

mangiando, appoggiava la testa alla mano, tirandosi con le

dita i capelli vicini alla nuca. ¶ Bibe metteva il

pugno chiuso, in proda alla tavola, e stava così

bavero della giubba fino alla cima degli orecchi, con

anno; e s'era alla fine di marzo, il

scampanii, che si rimescolavano alla rinfusa nel cielo come

umida, che s'attacca alla punta delle vanghe, e

fosse ridicola e disadatta alla sua età la giubba

giubba con il bavero alla marinaia, tagliata per economia

la pipa in proda alla tavola: schizzò fuori una

qui? ¶ - È voluta andare alla messa a Siena. ¶ Disse

il piccolo fazzoletto orlato, alla meglio, di stame celeste

non lo volle più alla scuola. ¶ Domenico lo percosse

suo volto, dal mento alla fronte, esclamò: - Che importa

di rimettersele, con una alla volta gli bucò le

che voltava il cavallo alla strada, menandolo per la

riabbottonò la giubba dinanzi alla bestia: - Bada che io

di non appartenere più alla vita, di non avere

a Siena, mangiavano sempre alla sua trattoria; portandogli i

il nonno, passando accanto alla bella pianta di ciliegio

però che voleva mettere alla prova Pietro, che le

ne fosse bisogno. ¶ Giunti alla Porta Camollia, si spolverarono

l'erba nata attorno alla casa; buttandola ai conigli

da pagare il conto alla trattoria, le portava a

ultima volta, si aggiustavano alla meglio. Il robivendolo giurava

sempre con i soldi alla mano; e allora bevevano

casa; e l'offriva alla Madonna del Convento di

pianta. Mentre invece, andando alla messa, lo portava volentieri

attaccata alle spalle e alla cintura, stava fino a

ritrovava sempre in fondo alla tasca del grembiule. ¶ Si

le mani guazzose; sdrusciandosele alla sottana. Il granturchetto, gremito

vestiti bene. Quando arrivava alla Porta Camollia, doveva far

un'occhiata a Masa. ¶ Alla fine, la nonna capiva

stette quasi rincantucciato, fino alla sera, in fondo alla

alla sera, in fondo alla tavola, con la testa

poi si vedono voltate alla parte opposta: e poi

E, allora, smetteva; ma, alla prima occasione, faceva peggio

due mazzi di fiori alla sua tomba. Avrebbe voluto

Domenico, una volta, ormai alla fine dell'inverno, gl

altre volte: - Ora va alla tomba del marito. ¶ Tutti

spesa; e nessuno, fino alla mattina dopo la rivedeva

suoi assalariati che portassero alla monta le vacche. ¶ - Se

Darei da mangiare anche alla tua moglie? Se non

Proprio il figlio sfuggiva alla sua volontà? Non doveva

Tiburzi, e lo piegò alla buca del carbone, gridando

piedi e tirare fino alla faccia un ramo, quasi

un maschio, per tenerlo alla trattoria. Il castrino lo

un piatto di spaghetti alla trattoria. ¶ E gli contò

il consenso; facendo prendere alla nipote il posto della

presa? ¶ Domenico lo rassicurava alla meglio; ma non tanto

quello che prima toccava alla sua nipote; le gambe

magari non lo scrivesse alla nipote. ¶ Il Monte Amiata

questa docilità, che sfuggiva alla sua violenza, irritava di

per la stalla addetta alla trattoria. ¶ - Volete fare a

guance, si arruffavano intorno alla bocca; che aveva un

E tutti si afferrarono alla fune, che pendeva dalla

soddisfatto e di affezionarsi alla scuola; ma gli pareva

dinanzi agli alberi e alla campagna. ¶ Entrando in casa

convinto che doveva cedere alla sua stanchezza, non andò

scuola, invece di pagare alla padrona di casa la

pelo bianco che vicino alla pelle è giallo, con

ma andarono a prenderla alla diligenza, mettendosi le scarpe

che volessero incominciare. Anche alla messa andava sola; e

egli l'aveva accompagnata alla processione su dentro il

Poi facevano le sassaiuole alla porta. ¶ Il fattore voleva

delle prime, faceva affacciare alla finestra e agli usci

terra, quasi in mezzo alla strada, gridavano imprecando. ¶ Qualcuno

fruste, le funi attaccate alla bottega che vendeva anche

della torre era dentro alla luce, e pareva dovesse

aveva creduto di trovare alla Castellina gente che s

nei paesi. E, poi, alla Castellina! Ma Ghìsola gli

da tutti era chiamato, alla buona, il signor Alberto

numeri della casa, luccicava alla luce; e i numeri

sedersi; e si appoggiò alla tavola, aspettando che parlasse

Si piantò in mezzo alla stanza, dette un'occhiata

e appoggiò il dorso alla sedia per stare più

strofinandosi poi il fazzoletto alla bocca, quasi fosse pentita

poi rispose: - Aspettami dinanzi alla Badia. ¶ Pietro non ne

si movevano in fondo alla svolta. E pareva che

avanzo del meriggio; simile alla luce d'una lanterna

a Siena, in cima alla via di Camporegio, dove

case che s'arrampicano alla rinfusa, un'altra volta

quell'arruffio. ¶ E attorno alla città, gli olivi e

altre persuasioni di Beatrice; alla quale, evidentemente, il padrone

dalla Piazza del Duomo alla stazione, perché c'era

c'era poco tempo alla partenza del treno. Nelle

perché la strada fino alla trattoria era corta e

camminavano più in fretta. ¶ Alla loro sinistra si scoprì

angolo, s'appiattivano; e alla casa più bassa, all

credette lì per lì alla scusa di Pietro; che

e andava dalla cucina alla stanza dov'erano essi

la cugina Rosaura, accanto alla dispensa, dov'era meno

come un'anfora che alla fine s'apre tutta

Masa attendeva in cima alla strada, con le mani

a baciarsi, ella appoggiandosi alla cancellata di legno, ed

Ghìsola. ¶ Ma Ghìsola propose alla figliola di un assalariato

più stata in tempo alla diligenza, ella sentì rientrare

ancora agli assalariati e alla casa lasciata aperta; e

gli scalini della Cappella; alla cui meria erano anch

Pietro era andato, fino alla Castellina, con la vettura

scale, Ghìsola si appoggiò alla soglia. Egli mise un

la punta delle dita alla porta della camera. Egli

campana di latta. Pensava alla poltrona della mamma, sotto

insistere; ma Rebecca, credendo alla sua promessa, cedette. ¶ Pietro

Perché ho creduto subito alla lettera?». ¶ Durante il viaggio

avuto. ¶ Per non soccombere alla sensazione che Pietro aveva

voleva nasconderla proprio davanti alla sorpresa. Egli si decise

di cuoio bianco intorno alla vita; una levatrice che