Cosimo Giorgieri Contri, Le orme del satiro, 1920

proprietario che non è alla mercé di traslochi, che

con una tenacia toscana alla sua inettitudine. Marco aveva

maschile ha di fronte alla donna: ma non poteva

neppure di un pollice alla ingiuria degli anni... ¶ I

mettevano qualche capello grigio alla sua chioma ancora abbondantemente

un istante in mezzo alla folla, la sua mano

disdegno, talora amabile fino alla civetteria. Una vana? Un

degli occhi, metteva accanto alla precisione della voce l

accettato di farsi presentare alla signora Almieri, la quale

maschera. ¶ – Giovanna! ¶ In mezzo alla baraonda, al frastuono, una

più al nome che alla persona: ¶ – Carlo, il conte

è, somigliante un poco alla sua e così diversa

voluto esporla, anche inconscia, alla leggera umiliazione di un

non aveva mai pensato alla significazione occulta delle cose

violentemente, pensò più forte alla donna dianzi lasciata. Gli

non l'aveva stretta alla vita, poco fa, quando

la mano. – Continua... Dunque, alla Borsa... ¶ Interessato in una

Hai ragione... Anch'io alla tua età... ¶ Marco conosceva

s'era divertito lui alla sua età! Venti anni

aspetto, e timido davanti alla contessa che allora a

io! – ribatté questa implacabile. – Alla vostra età avreste ancora

alzò: e si avvicinò alla sua poltrona. Anch'egli

flagrante. Ma Marco guardava alla finestra e non vide

avessi saputo... ¶ Poi cedendo alla curiosità: ¶ – Ma lei mi

Ancora un poco. Fino alla piazza... ¶ Ella non sorrideva

subito... ¶ Rincasando passò davanti alla casa di lei: si

pensò per un attimo alla risoluzione estrema: a sposarla

bocca di lei aderisce alla sua bocca, il calore

come se dovesse assomigliare alla madre, ma più bruna

come per farla partecipare alla sua contentezza, come per

e delicati hanno votato alla scrupolosità... ¶ – Laurina!... ¶ Passarono dinanzi

scrupolosità... ¶ – Laurina!... ¶ Passarono dinanzi alla stanza da pranzo con

giorno serviva d'ufficio alla cassiera, sotto una piccola

bambina china sui cartolari. Alla voce materna, al loro

di rinnovamento. Egli pensava alla sua vita che non

Di qua, signor conte... ¶ Alla voce egli guardò, riconobbe

vimini, con degli arazzi alla parete e delle tende

percorrono senza tregua. ¶ Accanto alla padrona di casa era

sacramentali parole. ¶ – Signor conte, alla destra di mia moglie

rincalzò il marito, seduto alla sinistra della signora Almieri

no ne abbiamo fino alla fine del pranzo... ¶ Il

le sue spiegazioni pittoriche alla signorina Noemi. ¶ – I toni

giovanetta ignara, che nasce alla vita, che ha l

Andreini che decisamente teneva alla sua idea. ¶ Poi, come

buon camerata, rivolgendosi direttamente alla signorina Noemi: ¶ – Avanti, lei

disoccupazioni lo ripresero, tranquillamente. ¶ Alla sera, nella solita visita

via tracciata dal marzo alla temperatura subalpina. Piovigginava. I

leggero stupore. In faccia alla barcaccia, in quel palco

all'istitutrice, di fronte alla signorina Noemi. La signora

adesso: e Marco ripensò alla luminosità del suo sorriso

vicine. Istintivamente egli pensò alla sensazione, per chi l

più al suo malumore. ¶ Alla fine del secondo atto

elettrica, e si diresse alla stanza da letto di

Allora picchiò leggermente; e alla risposta entrò. ¶ La stanza

usa al comando o alla tranquillità. ¶ Poi la voce

la seducevano, che movevano alla simpatia una sua istintiva

aveva interessata, aveva dato alla sua vita un piccolo

sguardo al suo vestito, alla sua acconciatura. Della sua

colleghi. Avevano un pranzo alla mensa. Noemi non ne

tuba grigia. Quando furono alla carrozza questi si congedò

accontentare di qualche contemplazione alla sfuggita... Per bella, bella

nodi... ¶ La signora Ginevra, alla buon'ora! E scomparso

magnesio tra gruppi preparati alla fotografia. – Idiota!, si disse

Andreini? ¶ – L'ho lasciato alla sua cabala. Quand'è

lontananze, fra poco ripiomberà alla quiete, al silenzio. ¶ Per

davanti all'albergo, vicino alla signora Almieri; avvolto più

sua bocca così vicino alla sua che gli parve

femminile che si apre alla vita, col suo bene

di estraneo a lei, alla sua bellezza, la corazzava

Lo champagne vi dà alla testa. ¶ Ed agli la

guarda chi c'è! ¶ Alla voce della madre, la

signor Marco? – chiese Giovanna alla piccola. ¶ Questa arrossì di

è tutto. Serbar fede alla propria dignità, alla propria

fede alla propria dignità, alla propria delicatezza: avere il

allora mitemente, Laurina. ¶ Tornò alla niente di Marco, quell

a dire: Venga. Poi, alla figlia: ¶ – Laurina, ecco il

con tenerezza che intorno alla bocca c'era un

quali influenze, oltre che alla naturale indulgenza della donna

nuova arrivata sedendosi accanto alla marchesa di Caminetto, l

qua – diss'egli guardando alla finestra. – Il corso Siccardi

carpinata in fondo, accanto alla cancellata che lo divideva

stupì: ella disse, convinta: ¶ – Alla mia età! ¶ – Anche a

talvolta pareva chiedere molto alla vita, tal'altra ritrarsi

cercato, facendo la corte alla signora Almieri, illuso della

qualche giorno torno volentieri alla Grange... È tanto tranquillo

al basso, ora; tornati alla vita; come reduci da

collegassero d'un lato alla sua giovinezza anteriore, dall

ritratto della signora Almieri, alla parete, Noemi aggiunse: ¶ – La

alzò lentamente, si sottrasse alla risposta. ¶ – Il caffè di

essere stata amata fino alla colpa, fino alla rovina

fino alla colpa, fino alla rovina. Disingannarla doveva! Ma

uscì, sempre in preda alla sua ribellione. E quella

gli scriveva? ¶ Aperse, corse alla firma. Laurina. Per un

pranzi, la sera davanti alla collina, laggiù, mentre la

Anche ella lo guarda alla sfuggita: e il suo

le immagini gli tornano alla mente gaie, piccole, frivole

sua cuginetta passare davanti alla sua finestra, guardare e

Ma ella era già alla musica. E Noemi china

i suoi bei capelli alla bocca, fioriti di diaccioli

una nera collana intorno alla mia nuca e sul

intorno al collo, intorno alla nuca, come serpenti pieni

per lei! ¶ Era giunto alla fine del giardino, costeggiava

giardino, sempre in preda alla sua febbre lucida e

e gli occhi corsero alla firma: Bardosi. ¶ Ebbe un

come nella canzone. ¶ XIII. ¶ Alla stazione di Porta Nuova

tanto grave da anteporlo alla vostra salute? Voi siete

la sua testa vicino alla sua. Ah! Come avrebbe

Chiudi la porta! – gridò alla cameriera. ¶ Non voleva, no

all'idea di tornare alla sua vita placida e

rapidamente. Giustino era ancora alla stazione, avendo viaggiato con

a un tratto, dinanzi alla sua calma, l'impeto

egli corse di nuovo alla fanciulla, le mise un

di speranza prima sorrideva alla sua viltà, adesso non

tregua di qualche ora alla vita. Uno di questi

mosse; e disse, accennando alla scrivania: ¶ – Ce stato un

lo prese, lo portò alla bocca, vi infisse le

costringeva la sua viltà alla rinuncia. E gli doleva

qualcuno che lo riattaccava alla patria: nell'oblio, ecco

il ricordo. Poi, dinanzi alla faccia di Ettore di

una faccia in cui alla sorpresa era succeduta la

Il discorso si avviava alla banalità solita, scivolava verso

addietro. Poi è tornato alla carica. Ricco, eh? Il

all'amore, ma pronto alla vendetta. Ella non aveva

muore. Che unicamente contrasta, alla morte, e l'allontana

avvicinò, avventò il viso alla piccola spera... ¶ Lui? Mai

vide allontanarsi: poi andò alla finestra. Povera Naiade! L

per lui: poi tornerebbe alla vita. ¶ FINE.