Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

onore. Io non credo alla perfezione di quegl’ingranaggi

la carogneria, è preferibile alla passività. ¶ 5) Essere tempestivo nella

le azioni, stare sempre alla testa dei propri uomini

mancavano. Ho pensato anche alla cancelleria e a quella

fu spietato. Montò difilato alla testa del battaglione per

tu; dimenticarti di fronte alla sua opera; travasare in

degenerazione. Al contrario: tengo alla mia personalità di artista

personalità di artista quanto alla mia personalità di soldato

del podestà; senza fanfare alla stazione; senza le lacrime

in larghi circoli intorno alla palazzina del Commissariato: lunghi

piccolo di questa immagine alla quale ti obbligano a

poco ti abitui come alla gobba del cammello: dapprima

ci sono nella compagnia alla mattina e quanti ascari

Grazie al Governo» dice alla fine di ogni suo

fichidindia e li allagano alla base. Battono con tal

terra: gli ufficiali, aggruppati alla mensa, intorno al generale

a una gretagarbo pendula alla parete, effigiata nella posa

queste confidenze: una pausa alla solitudine, un’oasi di

una leggenda: non solo alla cronaca, ma sfugge anche

cronaca, ma sfugge anche alla storia. È rimasto nei

dietro ogni cosa, fino alla paglia del suo tukul

cinquanta e marciano, bagalì alla mano. Possono fare cento

di guerra e, giunti alla mèta, si presenteranno, a

presenteranno, a corona intorno alla recluta, per pregare Goitana

che, a sedere davanti alla mia tenda, biascia preghiere

i nazionali che operano alla nostra destra hanno costruito

anche, e s’incrosta alla superficie. ¶ Il pensiero di

l’ufficiale (si attacca alla bottiglia, dopo averne scrutato

Il resto è lasciato alla sua iniziativa. Non c

gomito certe cose vengono alla superficie. Non è vero

di quanto Lei pensi. Alla mia età, quando non

in campagna, ma vicino alla città. Io vado all

il pomeriggio lo dedico alla mia bimba. È una

tanti soldati neri, che alla stazione ci fosse tanta

soprattutto a Lei e alla Sua compagnia. Avremo gli

Toscana. Una villetta vicino alla città, un giardino, dei

un Dio. ¶ Egli marciava alla testa del IV, ¶ il

il battaglione che diede alla iena e allo sciacallo

e daranno il nemico alla iena. ¶ Sono venuti dal

anela al fucile e alla giberna. L’ascaro non

ma nessuno protesta. Vengono alla marcia senza dir niente

due forre precipitanti, tenuti alla gola dal pugno del

e indifferente, in mezzo alla gran piana, con le

sfuggiti con lui, tenente, alla daga di Makonnen. Lo

gagliardetto». ¶ C’era allegria alla mensa. Poi un ascaro

L’ascaro si affacciò alla soglia, depositò tarbush e

erano ancora più esposti alla razzia degli invasori e

di paura. Volevo arrivare alla soglia di quell’urlo

che accompagna il dottore alla porta e lo ringrazia

certa grotta misteriosa, intorno alla quale gli ascari – quando

degli altri e più alla larga girando, teneva lunghi

Sciumbasci, si presentò direttamente alla tenda di Goitana. Ci

atterrito, lo aveva allacciato alla gola e soffocato. ¶ Essendo

una minaccia più seria alla tranquillità del battaglione di

e Johannès perché tutti, alla luce rossastra delle braci

in coro, il verso alla iena che banchettava poco

primi, sì, ma fino alla porta. Poi, quando ci

di Valdarno: come metterli alla porta? Son cose semplici

giorno l’hai preso alla gola e gli hai

nemmeno pagare il dovuto alla derelitta. Sassahà non solo

varco. Poi, fulminei, prenderlo alla gola e soffocarlo. Trentamila

resistenza, l’ultima ostilità alla retrovia si affloscia. È

di classe, quell’odio alla retrovia? Non tengo affatto