parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «alla»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
Maddalena, ¶ c’est toi. ¶ Alla fine uno si sente
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ogni preoccupazione mi rifugiavo alla toilette e mi liberavo
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paio di piagnistei. Ricordo alla perfezione tre elementi di
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lui e mia madre alla fine, proprio sulle scale
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lo raccolse, io chiesi alla Vergine di non fare
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rispetto all’ossatura e alla gentilezza dei modi. La
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ciliegie, le mangiai mentre alla radio cantava Charles Aznavour
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di verità, e colpiva alla voce tenerezza. ¶ – Tu es
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la zia era morta alla toilette non potevo stare
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di abbracciarmi si appoggia alla mia spalla e io
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buone comprate da Emmanuel alla boulangerie St. Augustin. Guardai
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vinti da mamma sul 27 alla roulette, cinque cene di
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mamma. Glielo sentii dire alla sua amica Manuela di
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guardò una volta. ¶ Colpivo alla prima occhiata, diventavo invisibile
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di scatto e andai alla finestra. C’era il
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Verso sera qualcuno bussò alla porta, lui disse Avanti
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ce l’ho. ¶ – Pensa alla scuola, figliolo. Cinque Ave
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Antoine eravamo diventati fratelli; alla fine dell’anno avevo
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carte; Antoine mi teneva alla larga da sua sorella
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meglio cambiarle due volte alla settimana perché Libero suda
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Équipe” aperta o davanti alla televisione per guardare i
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andato con mio padre alla semifinale del Roland Garros
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E così via. Buttò alla rinfusa negli scatoloni anche
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Antoine mi lanciava occhiatacce, alla fine del pranzo gli
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biblioteca. ¶ La incontrai vicino alla stanza di consultazione: Marie
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unico modo per sfuggire alla repressione che scatenava. Cercavo
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il giorno dopo. Andai alla biblioteca senza mettermi in
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giovedì al mese fino alla fine del liceo io
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che facemmo uno strappo alla regola e invitammo Lunette
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capirlo non arrivai mai alla conclusione del perché non
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curva della schiena dovuta alla crescita repentina. Gli occhi
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da matematico: due baci alla francese con altrettante ragazze
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l’incombenza del bacio alla francese. Per un’intera
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quando sentimmo la notizia alla radio, lui stava preparando
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stava preparando la pastasciutta alla carbonara. La tolse dal
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farsi largo in mezzo alla folla. Rimanemmo gli uni
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giovane Holden, che inno alla rivoluzione, e di film
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diplomò e si iscrisse alla Sorbona, facoltà di Scienze
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e che diede forma alla mia immaginazione: L’origine
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pellegrino, quando arrivai davanti alla chiesa lo urlai senza
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inoffensività, invece mi diedi alla rivoluzione. ¶ – Vorrei vederti nuda
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la fissai. Era davanti alla libreria. Indossava sempre i
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qualche tempo diventò antidoto alla gelosia. Avevo compiuto un
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di quel libro, unita alla galera senza speranza di
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Lui tolse l’audio alla televisione e si girò
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che Lunette aveva coinvolto alla Sorbona. Quando le discussioni
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colpisci. Almeno un giorno alla settimana io e Marie
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lo spasmo mi affidai alla mia attività onirica, sognai
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volte provocandomi polluzioni salvifiche. ¶ Alla fine di luglio cadde
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faceva esercizio quattro volte alla settimana. Si era curato
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l’avesse amato davanti alla lapide del cimitero di
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ritagli e mi dedicai alla cucina, invasa di ricettari
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due ore di lezioni alla Sorbona, un incontro al
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partecipare alle nostre riunioni alla fine del turno. ¶ Feci
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farfalla nera aveva ceduto alla malinconia e smesso di
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una cena più muta. Alla fine Lunette si mangiò
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impazzì per la pasta alla carbonara, altro lascito di
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la verginità spariva davanti alla bellezza dei Martedì al
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neri. Rivolse lo sguardo alla Tour Eiffel. ¶ – Andiamo di
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condusse all’entrata, fino alla lapide di famiglia. Papà
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riuscirebbe a desistere davanti alla possibilità di far proprio
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certa ci stessero portando alla censura definitiva della maternità
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felicità: ero stato devoto alla mia purezza. ¶ A fine
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mano e mi accompagnò alla metropolitana. Scendemmo giù e
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L’idea di tornare alla masturbazione mi destabilizzò, dava
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Nei giorni successivi venne alla luce la parte di
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e si mise davanti alla farfalla nera. La fissò
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fidanzata amò i cappelletti alla scorza di limone o
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vita andò oltre anche alla passione comune per le
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Madame Marsell mostrò casa alla sua ospite. La libreria
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dalla prima persona singolare alla prima persona plurale. Intuii
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che venne. Ci vedevamo alla Sorbona per un caffè
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per vederle il culo. Alla Sorbona mi scontrai con
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miei onanismi, tutti dedicati alla Lunette traditrice: e venivo
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coito: qui davo voce alla contraddizione. Lo chiamavo Il
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Lei rovistava in me alla ricerca del vecchio candore
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per l’ansia legata alla tesi di laurea. Allora
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laurea a pieni voti alla Sorbona. Le avevano offerto
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un dottorato, uno stage alla redazione di “Le Monde
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voglia, il terrore legato alla vertigine. Scegliemmo un club
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alzarono e si unirono alla coppia. Ronzavano intorno e
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di Lunette e assistetti alla prima violazione: il ragazzo
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passando diede un pugno alla porta della mia cabina
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una sezione temporanea dedicata alla fotografia sperimentale, c’era
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stava fissando. Si avvicinò alla parete e continuò a
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e io entrai poco alla volta, lento. Sentii un
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sera e appena venne alla cornetta inveì – Ti sei
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foglie secche di Parigi. ¶ Alla fine del turno mangiai
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intera famiglia di Lunette alla spicciolata, non lei. Avrei
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e continuavo a voltarmi alla vetrata: ti vedevo, gli
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Avevo evitato i parenti alla lontana, i conoscenti alla
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alla lontana, i conoscenti alla vicina e la Milano
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nell’ultimo esame sostenuto alla Sorbona. L’istinto di
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di fronte si aggrappò alla corda della tapparella e
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la facevo prima aggrappare alla corda: aveva un fondoschiena
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da Leoni, qualcosa accadde alla parte di me che
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elemosinarlo appena potevo: sorridevo alla proprietaria del bar sotto
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del bar sotto casa, alla cassiera della Standa, alle
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abitava in un casermone alla Barona, la prima periferia
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ripresero a battere poco alla volta. Al lavoro sorridevo
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letto e la rivolsi alla tessera, lì, sul volto
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sorte. Era il gioco alla McEnroe: servizio e corsa
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Parigi non sarei arrivato alla primavera. Mamma ed Emmanuel
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gamberi e un panino alla bresaola, gli altri crudo
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ti chiami? ¶ – Libero, – sfuggii alla sua presa. ¶ Giorgio mi
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Frida Martini si atteneva alla sua funzione borghese che
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erano venuti a prendermi alla chiusura dell’osteria. Ordinammo
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l’impermeabile Burberry buttato alla rinfusa e un kleenex
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in un fazzoletto. Leggeva alla luce di una lampada
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quella mattina. Troneggiava accanto alla Fiorucci, il pancione gonfio
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altezza, stare in cima alla scala per cinque ore
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un venerdì pomeriggio. Ero alla scrivania e stavo evidenziando
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incrociato questa prima ricerca alla teoria dei luoghi emotivi
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dal viso, la spinsi alla mia bocca e lei
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tu, Libero Marsell? Tornai alla scrivania. Frida stava sfogliando
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sollievo momentaneo e pensai alla domanda che mi aveva
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lì dietro, sostammo davanti alla villa con i fenicotteri
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altro cosmo: era legata alla tristezza. Ribadii così una
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dopo. Continuammo a ripetizione. Alla fine della proiezione le
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Marcello Mastroianni l’aspettava alla finestra. Non poteva di
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odore di chiuso e alla polvere che sbiancava i
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la valigia e corse alla finestra, la aprì, si
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fatta. Mi fermai davanti alla pasticceria Sommariva e comprai
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aprì, feci un gradino alla volta e quando chiesi
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e diedi il via alla nostra Milano che fu
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dell’usato di fronte alla Darsena. Poi entrò, si
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sullo sgabello di fronte alla cassa. Le servii un
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l’avessi portata via alla chiusura. ¶ L’alchimia della
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e immaginai che sì, alla fine ce l’avevo
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ce l’avevo fatta, alla fine era stata mia
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mi svegliai lei era alla finestra, alzò le spalle
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colazione, mangiando dei biscotti alla nocciola e bevendo il
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con la schiena appoggiata alla parete: strizzai gli occhi
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disse che le incursioni alla bibliò di Monsieur Marsell
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tavolo da campeggio davanti alla finestra, circondati dallo zigzag
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fretta e ricordo che alla fine Marie chiese di
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la sua valigia fino alla colonna dei taxi, salii
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che si fosse arresa alla mia pigrizia. – Promets-moi
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la stessa fine. ¶ Salimmo alla mostra e dopo aver
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quando diede un colpo alla pedalina e fece gas
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sulla faccenda di iscrivermi alla Statale per finire gli
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pretese più di me, alla stregua dei suoi ordini
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curiosità per una liberazione alla Duras. Il senso di
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aveva dato il via alla ricostruzione. ¶ – Proteggetevi. In tutti
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preservativo: da quando apparecchiavo alla chiusura dell’osteria, Giorgio
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e l’aveva trasmesso alla fidanzata. Dissi a Giorgio
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uscì l’aspettavo davanti alla finestra, la casa di
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a cavalcioni e poco alla volta io lo vidi
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impeccabili: più ci affidavamo alla carne, più ostentavamo indifferenza
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le vie invisibili intorno alla casa del Manzoni, labirinti
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Ho lasciato “Mentre morivo” alla polvere. Credo sia il
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posteriore. Non fiatammo davanti alla nebbia di Fellini, alla
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alla nebbia di Fellini, alla Gradisca e al grammofono
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promesso a Mario e alla sua famiglia. Cercai una
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che mi dovevo preparare alla cena natalizia più impegnativa
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voltò, le mani aggrappate alla corda della tapparella. Rimasi
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per favore? ¶ Girai intorno alla scrivania e mi aggrappai
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Feci scivolare le dita alla schiena inarcata. Le sollevai
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la Repubblica”. Lo sfogliò alla penultima pagina, poi disse
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Continuammo a punzecchiarci fino alla biglietteria, insistette per dividere
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la purezza. Poi andai alla finestra e con un
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avevano trovato dei problemi alla tiroide, rien de sérieux
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metabolismo. Il maquillage andava alla grande, in macchina mi
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soltanto un disturbo dovuto alla menopausa, – E adesso vai
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passi e la strinsi alla vita, la tirai su
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altre due persone, riordinare alla bell’e meglio un
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patirà in silenzio fino alla meta, consolandosi con il
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il cerchio? Mi unii alla sua risata. ¶ Marie si
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di sempre, aveva ripensato alla proposta indecente? ¶ – Sei un
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come nessuno. Ci appoggiammo alla testiera del letto, Madame
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boccali, dicevo au revoir alla mia vecchia Parigi e
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vecchia Parigi e buongiorno alla mia nuova Milano fatta
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D, ovvero: la resistenza alla tentazione (Y) era il
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visto in osteria, tornava alla chiusura, oppure nei locali
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Assuntina e mi presentava alla sua corte dei miracoli
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piano, ufficio 34. Almeno fino alla mia iscrizione di settembre
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spiegarmi il perché, arrivai alla conclusione che lei ricalcava
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fosse stata, per dirla alla Marie, alchimia della carne
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grevi per non pensare alla sua fidanzata, la stessa
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soffocato dal cemento, scendevo alla Crocetta e intorno all
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mi rivedevo con lei alla biglietteria, con il dubbio
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Corriere” e lo riaprii alla pagina degli spettacoli. Davano
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e quasi scaduto, che alla fine conquista la ragazza
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di vederci un giorno alla settimana, spesso le portavo
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retro e certe volte alla fermata del notturno. Veniva
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un suo bacio, magari alla francese, lei sopra, ma
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le illustrazioni e scriveva alla lavagna parole che loro
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banchi, a volte stavo alla lavagna per scrivere mentre
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si nascondeva in cima alla tenda mentre tutta la
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arrampicarsi sulla tenda? ¶ Andai alla lavagna e disegnai la
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lo portava in cima alla tenda. ¶ Guardai Affe, sorrideva
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tenda. ¶ Guardai Affe, sorrideva. ¶ Alla fine della lezione Mohammed
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lampadario di panna montata. Alla fine della lezione chiesi
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giornale, lo sfogliò fino alla pagina dei cinema. – Per
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una o due volte alla chiusura dell’osteria. Mario
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farina del loro sacco. ¶ Alla fine, per riposarci, facemmo
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rimasto e mi unii alla solitudine della città estiva
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osteria allungavo il collo alla vetrina, Lorenzo e Vanessa
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ostinazione. Nei giorni precedenti alla partenza per Siracusa ripassai
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suo lavoro di contabile alla Bayer. Amava la birra
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si portò il cucchiaino alla bocca. Mi raccontò come
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carriera da ballerina costringendola alla lettura, al sesso e
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genitori, e lo comparammo alla parabola di re Salomone
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dedicarono alle spalle e alla base della schiena, e
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Mi accarezzava dalle spalle alla pancia, di nuovo le
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la fissavo accogliermi poco alla volta e mantenersi integra
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e diedi una carezza alla sella, Lorenzo mi fece
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motociclista di Lunette e alla tragedia se fosse stato
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anche io e solo alla fine della telefonata, quando
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disse niente. Si voltò alla finestra, fissava il balcone
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Sei patetico perché lasci alla letteratura i fatti e
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2015
Où? – gettò un’occhiataccia alla porta. ¶ – Nell’albergo di
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i medici si avvicinava alla guarigione completa. Stavo rimuovendo
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per prima, la portai alla lapide. Si fece il
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volta che si metteva alla macchina da scrivere. Alzai
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con 103/110 in Lettere moderne alla Statale di Milano con
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scuola per stranieri assieme alla professoressa a contratto più
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2015
giorno di lezione venne alla lavagna e inventò la
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facevo la stessa lezione alla classe dei diplomandi del
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Leniva gli scontri dovuti alla sua impertinenza, alla mia
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dovuti alla sua impertinenza, alla mia testardaggine e al
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2015
un bicchiere di vino alla fine dell’ultima giornata
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sua autonomia, non rispetto alla madre o agli altri
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dell’Alloggio segreto: rispetto alla totalità della sua breve
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Cominciò a muoversi, poco alla volta, finché trovai l
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2015
sembrava il giusto finale alla notte delle costellazioni. ¶ Anna
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e poi a giocare alla sala biliardo di Porta
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2015
era sopravvissuto il rispetto. ¶ Alla nostra partecipazione di nozze
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2015
in piedi, lei aggrappata alla libreria, di spalle. Era
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vedere suo nipote venire alla luce. Per farlo avrebbe
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libertà degli uomini davanti alla parete sacra. L’utero
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2015
l’acquistava aveva pensato alla mia intimità scoperchiata e
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2015
suo parco birre: oltre alla Moretti si era specializzato
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2015
parole che aveva insegnato alla sua famiglia. “Maternità” l
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madre era morta andai alla basilica di San Calimero
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autorizzazione: poteva mettere fine alla propria vita con un