Salvatore Di Giacomo, Nella vita, 1903

e si arriva finalmente alla «Riviera Casilina,» incoronata da

Volturno, rivolte le spalle alla «Riviera Casilina,» e alta

a' lor occhi o alla loro immaginazione poi che

esclamò. ¶ E ristette davanti alla donna, interrogandola con gli

cuoiaio tranquillamente fumava presso alla sua, appoggiato allo stipite

alte voci confuse, imprecanti alla pioggia, e si rincorse

il posto della porticina alla quale picchiò, con la

altra mano fece visiera alla fiamma. ¶ Ma com'ella

l'uomo, sedendo presso alla tavola - Ha le gambe

ne recò un pezzo alla bocca, strappandogli, co' forti

piantò di faccia presso alla tavola, e le domandò

e io l'accompagno alla stazione. ¶ La breve tossicina

sola l'aveva vista, alla fiera di Santamaria e

come lei, dunque! Destinata alla medesima sorte? ¶ Di su

sue, con quasi poggiata alla testa di costei l

via «Gran Quartiere», davanti alla villa Ferdinandea, le cui

e quella di piantone alla porta cantava, con le

era scesa sulla vallata, alla quale le donne avventavano

marina, altre s'indirizzavano alla Via Nolana, dalla quale

silenzio. Poi Rocco domandò alla mercantessa: ¶ - E del colèra

un momento. Poi disse: ¶ - Alla Posta. ¶ La vettura si

a piccoli passi. ¶ - Vado alla Posta - disse Rocco. ¶ - Avete

indietro sulla serpa: ¶ - E alla Posta v'aspetto? ¶ La

tormentavano la pezzuola. Balbettò: ¶ - Alla Posta?... Sì... certo... m

s'era voluta fermare alla Posta e lì, allo

s'era trascinata fino alla vettura, e quasi vi

sconosciuta scese d'avanti alla porta d'una delle

Da' Lanzieri erano andati alla Marinella e dalla Marinella

a Mercanti, e appresso alla Giudecca, al Vico Coltellari

in vettura: s'afferrava alla serpa talvolta. L'ultima

giovane disfece il nodo alla sua pezzuola e ne

le gettò in grembo alla giovane. ¶ - Volete scherzare? Che

lire o vi porto alla questura com'è vero

CONOSCENZE. ¶ - La buona sera alla compagnia! ¶ Mi volsi. E

di Pacifico Massimi, comunicando alla ruvida carta da stampe

di tavolino, Bazza, cancelliere alla Pretura, al solito s

Lei mi fa chiamare alla porta e sarò ben

saliva a stento fin alla testa dell'ercole, mi

un tramestio, laggiù, presso alla baracca, e subito un

Vedevo venir dal mercato alla mia volta una folla

i guanti. Lo conducevano alla prigione. ¶ Non mi vide

quattro giorni si rifece alla memoria degli occhi miei

tastavo terreno ogni volta. Alla residenza leggevo giornali, e

levai. Vedevo mover daccapo alla volta del letto dell

a poco, giunsi fino alla porta della sala e

esso comunica e consecutivo alla rottura totale o parziale

povera voce non avvezza alla formola pedagogica. ¶ Tornai ad

ricadendo a sedere davanti alla tavola, sorrisi amaramente. Ora

busta, guardai in fondo alla breve letterina e vi

aspetto, pazientemente, l'operazione alla quale egli mi dovrà

scriveva le lettere, badava alla sua biancheria, gli spazzolava

che m'aveva guidato alla cella di Totò e

corridoio scuro, avvicinando quasi alla mia la sua faccia

per la medicatura, sedette alla tavola, si trasse davanti

chi è stato? ¶ Attraverso alla pezzuola, che or le

Cristo! - mormorò il brigadiere alla guardia - Vuoi star zitto

il chirurgo si volse alla monaca. ¶ - La catinella. ¶ La

marmo su cui, presso alla scala scoperta e marmorea

un sigaro e lanciò alla fresca e pura aria

allo stanzone, ove, presso alla bella porta di marmo

suora preparava filacce. Seduto alla medesima tavola l'impiegato

gridava anche lui, voltato alla porta: ¶ - Qua, quà! Custodi

di laggiù, dal fondo alla sala, qualche inserviente accorreva

letto due schiocche. ¶ E alla rossa, che urlava e

mise a sedere rimpetto alla moglie. Mariangela continuava a

reclinato verso la moglie, alla quale il respiro difficile

vento: oggi il saccheggio alla casa del sindaco d

a fatica, per appressarla alla bocca di lui. Il

Ne volse la bocca alla porta ed esaminò l

di faccia a me alla medesima tavola, il mio

io dunque dovrei rinunziare alla scrivania di mio padre

scrivania di mio padre, alla stanza dov'è stato

un piatto di baccalà alla livornese fumigante in una

palpitarono e si dilatarono. ¶ - Alla livornese, professore - disse il

e giorno per giorno alla cassa dell'economo, egli

ammettere tra il baccalà alla livornese e l'evocazione

curvo, con la mano alla falda del cappello, scivolò

mio, mentre m'avviavo alla porta del mio ufficio

l'usciere di guardia alla porta, come mi vide

mi occorreva, lui seduto alla sua scrivania, coi gomiti

direttore. ¶ Stazza, impiedi davanti alla costui scrivania, si voltò

levò, s'incamminò fino alla porta, si arrestò sulla

tornò addietro, s'appressò alla scrivania, vi cercò qualche

momento, rimettendosi a sedere alla sua scrivania: ¶ - S'accomodi

giorni l'usciere addetto alla spolveratura della mia camera

pranzo e si rimette alla stessa tavola e non

e mi accostai daccapo alla vetrata. Stazza aveva allungato

qualche diecina di minuti alla chiusura della biblioteca. E

l'ora. M'avviai alla porta. ¶ Ma, sulla soglia

folla si pigiava davanti alla porta. ¶ Pandolfelli si fece

qui ogni giorno, sempre alla medesima ora. Anzi, ieri

certo lo discioglieva. Intorno alla camera di Mastia erano

mette subito il visto alla carta di accompagnamento - soggiunse

di faccia a lei, alla medesima tavola, cenavano due

odore acre di frittata alla cipolla. Si udiva scorrer

un letto, in fondo alla camera la stridula voce

peccato. S'è legata alla vecchia e perfino le

le nottate intere accanto alla pazza, che le cava

Chiarina mi disse che alla pazza non avevano trovato

era nel luglio. Presso alla finestra che affacciava sul

e ricascava in grembo alla giovanetta. E di su

devi andare da Enrico... Alla ferrovia... Alle partenze, lo

fare? Non vuoi? Dunque alla signorina tua non le

aveva lasciato si fece alla finestra e guardò nel

una seggiola e appeso alla sua spalliera un sudicio

tre volte. ¶ Di faccia alla finestra ove la servetta

volete dare un occhio alla porta? ¶ La Marangi levò

venne a porsi davanti alla finestra. Mise le mani

angoscioso. La servetta apparì alla finestra, con le mani

grande lampada posta davanti alla statua di legno di

sibilava, qualche volta, davanti alla statua di Santo Ignazio

lontano e subitamente davanti alla garitta si posarono sul

impiedi, ritta, d'avanti alla mensola dell'altare. Non

per le prime arrivare alla porticella della chiesa quelle

a gridare, in fondo alla chiesa: ¶ - Fuori! Fuori! ¶ Le

fece un'altra, rivolta alla superiora - Tu non parli

ridere. E mosse incontro alla suora, minacciosa. ¶ III. ¶ Era

Rispondi! - urlò un'altra alla superiora - Rispondi a Cocotte

mano. ¶ Cento voci urlarono: ¶ - Alla scelta! Alla scelta! ¶ L

voci urlarono: ¶ - Alla scelta! Alla scelta! ¶ L'orribile turba

un tratto s'afferrarono alla molle sottana azzurrina, convulsamente

cornetta. ¶ Gli urli ricominciavano. ¶ - Alla scelta! Alla scelta! ¶ Disse

urli ricominciavano. ¶ - Alla scelta! Alla scelta! ¶ Disse Cocotte: ¶ - Tocca

Due altre donne, affacciate alla finestra accanto, chiacchieravano, e

poggiuolo, una malata infilava alla gamba nuda una calza

all'ombra - Ci raccomandano alla santa Vergine. I Gesuiti

sorriso ebete. ¶ - Badi! - fece alla suora quella dell'arancia

di Cocotte, nude fino alla scapola percotevano l'aria

Lasciala! - gridò la butterata alla suora - Scostati!.. ¶ Si chinò