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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «alle»

nautoretestoannoconcordanza
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materia ad essi sconosciuta, alle donne, cui raccomando una
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attrice: ha dovuto ricorrere alle confessioni delle fanciulle. Come
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comporre un romanzo conforme alle regole stabilite. ¶ Perciò, io
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Se ciò sia conforme alle leggi dell’arte, non
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orologio, in casa, e alle sette meno cinque minuti
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o quattro tazzine infilate alle dita. ¶ — Galantò, che ora
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le saliva dal cuore alle labbra, come se le
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che scendevano dai giardini alle vie centrali di Napoli
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impenitente, che si alzava alle sette meno un quarto
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dormire, al mattino, sino alle nove: bella felicità, che
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superbia, perchè erano impiegate alle macchine e poi dovevano
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che mancavano cinque minuti alle sette: ogni minuto squillava
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scrivania e si diressero alle macchine. Nella piena luce
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dalle due e mezzo alle nove della sera, di
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ora: eppure per arrivare alle nove, ci volevano altre
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restava sempre in silenzio, alle peggiori linee, dotata di
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più poteva. Ella rendeva alle sue amiche una quantità
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dover venire in ufficio alle due e mezzo! Ho
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loro che si divertono! Alle nove saranno già a
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ti viene a prendere alle nove, perchè non ti
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Restava in ufficio fino alle cinque: e se ella
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e vi restava fino alle sette, l’ora del
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un interesse affettuoso proprio. Alle nove Peppina De Notaris
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talvolta duro, che comandava alle telegrafiste come a un
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sempre di sorpresa, arrivava alle spalle, non salutava che
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noi schiatteremo qui, sino alle nove, — disse Caterina Borrelli
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ultima ora, dalle otto alle nove, sembrava di una
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avrebbero dovuto agonizzare sino alle nove. ¶ — O direttrice, quando
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le chiese una voce, alle spalle. ¶ La Borrelli, malgrado
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ricominciando la sua perorazione. Alle otto e cinquanta, Caterina
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che mancano dieci minuti alle nove, che, per sua
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notte. ¶ — Mancano tre minuti alle nove: aspetti, — rispose il
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letto in forma solenne, alle due e mezzo, innanzi
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il giogo burocratico, salivano alle labbra, amarissime, e tentavano
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rimasta di giorno sino alle cinque e ogni sera
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De Notaris: sarebbe venuta alle sette, andata via a
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via a mezzogiorno; ritornata alle quattro, andata via a
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dalle sette del mattino alle nove della sera: chiedeva
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dei candidati, ai capopartiti, alle associazioni politiche: e subito
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di amarezza, di scetticismo. Alle tre del pomeriggio l
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desiderio di far bene. Alle otto della sera di
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folgorava azzurrino, all’orizzonte. Alle quattro il capoturno, che
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direttrice ritornò in mezzo alle ausiliarie e comunicò la
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aveva dato un addio alle fisime sentimentali, per cui
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Giulia, fa una circolare alle amiche, facendo appello alla
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corse. ¶ E portò subito alle due bambolette che si
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Massimo è restato sino alle dodici da lei, non
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cappellino viennese. ¶ Olga raccontava alle amiche che l’ascoltavano
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che i giovanotti dicevano alle loro cene e quello
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tiro del piccione o alle corse, — il fratello sempre
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fanciulla se ne andava alle amiche, ai bimbi, ai
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il ballo conviene più alle bellezze irregolari, non ballava
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Con quante bestie vai alle corse, tu? ¶ Maria rideva
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appartamento dell’ammiraglio, intorno alle tavole del buffet era
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il suo segreto, neppure alle stelle del cielo e
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stelle del cielo e alle onde del mare. Tecla
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talchè era un accalcarsi alle scalette, uno sparire consecutivo
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di gioie, dal cappellino alle scarpette, e Carlo Mottola
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lo sollevava, lo mostrava alle signore, dicendo loro di
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quaranta lire e aveva alle orecchie due brillanti scintillanti
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bimbe che si affidano alle promesse della nonna. ¶ — Eccoti
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chiesa di S. Chiara. Alle undici in punto la
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orecchini di brillanti scintillavano alle orecchie delicate, un ricco
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di malinconia, pregava, stringendosi alle labbra il rosario; quella
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ventagli, di ciambelle infilate alle dita; e sotto l
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Gerace, fosse sempre attaccato alle gonnelle di Elena de
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pensione, si attaccavano istintivamente alle ragazze ricche o meno
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governo dava per abitazione alle famiglie dei militari: venivano
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bagno, rientrando in casa alle tre, con una fame
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Villa, apparteneva alla gioventù, alle ragazze e ai giovanotti
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aveva egli stesso messo alle orecchie certe boccole di
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visto? — diceva Filomena Sanges alle altre quattro sorelle — la
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ironie sanguinose, ora dandosi alle ingiurie gravi: le sorelle
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poter consegnare Arturo Ajello alle Caputo, madre e figlia
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un po’ di rosso alle labbra e un’aria
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vento dispettosamente, sonnacchiosa, obbligata alle veglie continue. Mancava la
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per quest’amore. ¶ Solo alle undici, mentre la musica
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sera di domenica, sino alle undici; quelle che abitando
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vecchia, i due giovanotti alle ragazze, e le tre
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maritate, lo predicavano sempre alle figliuole — ma costoro erano
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nella sua aspettazione. ¶ Sole, alle undici e tre quarti
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farle consumare tanto presto. Alle otto, dietro la tenda
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fece impallidire, mentre insieme alle coppie che ballavano, facendo
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farseli calpestare, e sorridevano alle figliuole, di cui erano
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il gobbo. ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . …Le ragazze, alle undici e mezzo, avevano
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tutta la sala rideva alle sue spalle — egli stesso
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sul capo, al collo, alle orecchie, alle mani, alle
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al collo, alle orecchie, alle mani, alle braccia, alla
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alle orecchie, alle mani, alle braccia, alla cintura, sul
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che la pignatta destinata alle donne, conteneva un braccialetto
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Chi metteva la benda alle donne? Federico Pietraroia, quel
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società, la pignatta destinata alle signore fu portata in
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all’una e non alle tre; andassero pure tutte
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suo discorso, fece dire alle donne la preghiera in
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vedea il larghissimo sviluppo alle spalle del monte: essa
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dei biglietti d’invito alle De Pasquale, al loro
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necessità a insegnare pedagogia alle ragazze del terzo corso
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la parabola: si vide alle spalle Carolina Mazza suggerirgliela
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Formavano il gruppo opposto alle spregiudicate e si disprezzavano
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lentamente, cercò di chiarire alle compagne quel congegno difficile
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dalla una e mezza alle tre, l’ultima lezione
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suo vestito per mostrare alle sue amiche un rosarietto
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carità della loro assistenza alle ragazze povere. Esse occupavano
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lana al collo e alle mani i guanti di
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suo cuore di docente. Alle due, quando ancora ci
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giorno chiamate in scuola alle nove, si erano alzate
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nove, si erano alzate alle sei, erano uscite di
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erano uscite di casa alle sette, e dopo molti
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erano tutte capitate lì alle otto, un’ora prima
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qualche lezione di canto, alle ragazze più agiate del
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zelo e l’amore alle sue umili fatiche. ¶ ….. Giustina
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suo vasto quadrilatero, addossandosi alle baracche dei saltimbanchi, alle
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alle baracche dei saltimbanchi, alle tende ambulanti dei venditori
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brune, si affaccendavano intorno alle tre sorelle Capitella, figliuole
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su qualche balcone, o alle finestre del Circolo Garibaldi
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era ambiziosa, audace, rinunziava alle rosette e ai braccialetti
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lei, Emma, che regalerebbe alle sue amiche i confetti
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bada bene. In quanto alle Tarcagnota, a malgrado dei
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erba, l’erba cara alle donne partorienti. Emma passava
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e sul petto; poi alle ragazze Astianese, le giovani
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carnagione sulle tempie, intorno alle orecchie era bianca e
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di creatura anemica. Ripensando alle parole di speranza che