Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

vesta; ¶ sì come l'alma è tenebrosa e mesta

del mondo, ¶ dico l'alma Natura, ¶ miniando le piagge

diletto ho piena l'alma, ¶ che m'è dolce

è lamento di quell'alma misera, ¶ che 'n uscir

ale pene de l'alma. ¶ Tra quella casa e

alme, ¶ che sono un'alma sola. ¶ Se 'l fai

mi giova, ¶ peròch'ad alma posta ¶ tra credenza e

che mi sommerge l'alma ¶ nel fondo del'angosce

petto giovenile, ¶ ne l'alma feminile, ¶ che benché non

quanto il viver senz'alma) ¶ sol per questa, ch

viv'io? ¶ perché quest'alma anch'ella ¶ non sen

come misero, come ¶ senz'alma io parlo e piango

poté proferire, ¶ perché l'alma a l'uscire ¶ sen

che sono ¶ cadavere senz'alma, ¶ per gustar nova vita

intendo. ¶ Fileno ¶ Grida l'alma tacendo; ¶ ma tu, lasso

di dolore ¶ nubi al'alma, acque agli occhi, incendi

è sostegno del'alme, alma del mondo. ¶ Filaura ¶ Poco

consuma, ¶ si nutrisce quest'alma. ¶ SELVAGGlA ¶ Parlano forse i

morir, che scioglier l'alma ¶ dala sua viva spoglia

colui ¶ che priva d'alma altrui. ¶ Ma l'alma

alma altrui. ¶ Ma l'alma del'amante ¶ vive dov

scambievolmente a lei l'alma non togli? ¶ Laurino ¶ Oh

fusse, ¶ che come l'alma mia fa nel suo

di quel che piace, alma innocente. ¶ Infelice, né altro

una e l'altr'alma stretta ¶ con vicende soavi

ne l'amata bellezza, alma amorosa. ¶ Quindi io, me

Se la beltà del'alma è il primo fine

e in un del'alma ¶ donandoti la palma, ¶ convien

pascendo di sospir l'alma meschina, ¶ tra grotte oscure

altro da bella donna alma, e gentile: ¶ sol tanto

odi. ¶ 109 ¶ Tanto che l'alma sua luce sovrana ¶ deposta