Ugo Foscolo, Tieste, 1795

a lui più ch'altro, ¶ ferro oppor io dovea

che di sangue, Atreo ¶ altro non ha pensier. ¶ IPPODAMIA

cor. T'accerta, ad altro, ¶ che a nuovi eccessi

ed io, madre infelice, ¶ altro non ho che il

nozze mancasse al giuramento. ¶ Altro le avvenne... Ma l

E se... inasprito ¶ l'altro da' mali suoi, potrebbe

obbrobrio mi siegua. — ¶ Che altro debbo aspettar? ¶ ATREO ¶ Perduto

è ver: tu d'altro ¶ parli; ti spiega. ¶ IPPODAMIA

su lui! ¶ EROPE ¶ Ch'altro n'attende ¶ più che

e 'l pericolo avanza. ¶ Altro non avvi che condurlo

t'arma, m'uccidi: altro non posso ¶ guiderdone a

rileva: or vatti; ad altro ¶ che a tal, pensar

EROPE ¶ A me non altro ¶ resta, che pianto e

che costeratti sangue; ¶ nè altro ci salva, che il

torriati affanno? Pur ch'altro ti manca ¶ fuorchè gustar

te! Non mai! non altro ¶ che orrore a te

con maggior delitto. ¶ ATREO ¶ Altro ve n'ha del

suo maggior? — Sì... forse... ¶ altro ve n'ha: ma

almen meco svanisca ogni altro orrore ¶ dalla reggia di

sventura ¶ sarem noi pur? — Altro non chieggio: e in