Vittorio Alfieri, Sofonisba, 1789

che a fedele esperto amico, il cuore ¶ non suolsi

meglio che a finto amico. Odimi dunque. — ¶ Roma è

un giorno ¶ contro l'amico usarla?... Ah! questo, in

piacque ¶ farti ai Romani amico: allor disgiunti ¶ c'ebbe

avversa ¶ agli estremi ridotto, amico niuno, ¶ fuor che Scipione

e al tuo fedele amico ¶ tu, sì, nascondi un

sensi. — ¶ Caldo e verace amico a lunga prova ¶ tu

in un dal fido amico, udir vogl'io, ¶ come

ingrato ¶ al sol tuo amico esser tu puoi. La

ora. ¶ Scipione ¶ Oh sfortunato amico! ¶ Io già 'l so

e rimaner di Roma amico, e farsi ¶ distruttor di

è di Scipion l'amico, ¶ al terror di futuro

o meco, qual pietoso amico, ¶ servi al mio mal

so se ligio, o amico. — Or questi ¶ son gli

re, che nemico o amico fassi ¶ della esecrabil Roma

danno; io, che l'amico e insieme ¶ la fama

stolta, in Cirta ¶ l'amico sol dei vinti re

gran Scipion (qual dei) ¶ amico grato; in gran possanza

cedi a Scipion; fratello, amico, padre ¶ egli è per