Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

francescano; e favorito ¶ e amico diventò di San Francesco

tratenne, ¶ visse sovente e amico suo divenne. ¶ Fra Piancarpin

ambo s’abbracciaron ripetendo: ¶ «Amico, a rivederci in Caracora

sei. ¶ Me dunque accetta amico, e a me le

tal rispose: ¶ «Io veggio, amico, che tu scherzi meco

CANTO IV ¶ ARGOMENTO ¶ Toto amico divien di Scardassale, ¶ che

brusco. ¶ Poscia gli disse: «Amico, buonasera. ¶ M’è noto

a te, mio dolce amico, io non nascondo ¶ i

istesso, ¶ che ama l’amico e non il suo

di Catuna favorito e amico! ¶ Io possente in sì

lui si mosse, ¶ chiamollo amico e porsegli la mano

promotor ascoso, ¶ del favorito amico e consigliero, ¶ machina principal

voce a Scardassal dicea: ¶ «Amico, io perdo di mie

per vieppiù beneficar l’amico ¶ Catuna aggiunse al don

uom, per compiacer l’amico ¶ o d’offerto profitto

non avea finora. ¶ L’amico ringraziò del salutare ¶ avviso

increbbe ¶ l’angustia dell’amico e la stranezza ¶ del

delli tuoi consigli? ¶ Ove amico potrò ritrovar poi ¶ che

avverso caso ¶ ti scampi amico il ciel. Rimanti, addio

premio ottien dal cielo amico: ¶ tanto le passion del

v’è chi dell’amico almen l’estreme ¶ voci

interruppe ¶ e «Oh caro amico! Oh mio Siven!» proruppe

va quei che all’amico ¶ o alla consorte preparò

belligeranti ¶ ed or l’amico, or l’alleato assiste

di Tonchin, suo buon amico, ¶ – che Dio conservi! – ed

mio, ¶ perciò, per farsi amico il re Luigi, ¶ spedigli

e perciò consigliavala, da amico ¶ – poiché d’investiture e

avea ¶ onde Azzodin rendersi amico e trarlo ¶ ne’ suoi

il destin ebber più amico, ¶ sdegnaron di chiamarsi ai

dimanda; e quei: «D’amico ¶ se parlar deggio, ei

come fe’ finora, ¶ prosiegua, amico, a compensarti ognora». ¶ A

lontanissime contrade ¶ ivi l’amico di Bozzon diventa, ¶ che

Toto ne parlò da amico, ¶ ma a quell’altier

ei di Mengo occulto amico, ¶ per cui contratto avea

varie imprese accompagnollo ¶ e amico suo, suo consiglier divenne

Tu» dicea Scardassal «Che amico fosti ¶ dell’immortal conquistator

O degno, o illustre amico! ¶ Quanto insiem si mangiò

del chiasso, ¶ ti giuro amico, era per me uno

suo maggior sostegno ¶ nell’amico Tommaso avea perduto, ¶ non

duce e di Caiucco amico, ¶ che per la gelosia

del drudo e dell’amico ¶ di cieca sorte per

amante esser le vuole amico, ¶ che le cose cangiato