Vittorio Alfieri, Don Garzia, 1789

non entra ¶ odio, né amor, né affetti, altri che

senno dunque, e non amor, né mite ¶ indole trovi

dentro ¶ sì parziale ingiusto amor rinserri. ¶ Eleonora ¶ Ingiusto amore

al cieco obbedir d'amor le prove: ¶ quind'io

ei prende ¶ nel cieco amor materno; e al colmo

se di ragion nemico amor lo sforza? ¶ Cosimo ¶ Amor

amor lo sforza? ¶ Cosimo ¶ Amor! Che parli? ¶ Piero ¶ Il

a ciò, parratti. ¶ Cosimo ¶ Amor, dicesti? ¶ Amor di chi

parratti. ¶ Cosimo ¶ Amor, dicesti? ¶ Amor di chi? ¶ Piero ¶ Padre

osa abboccarsi: ma, che amor l'induca, ¶ nol seppi

mai. Qual fia l'amor? favella. ¶ Piero ¶ Ahi lasso

a mal talento ascrivi. Amor soltanto ¶ il fa parere

Giulia è il suo amor: videla appena, e n

esser può codesto ¶ mentito amor, che a tradimento nuovo

gran tradimento in questo amor: la figlia ¶ fatta è

creder di Garzìa: ¶ fervido amor davver lo sprona; e

non a tempo. ¶ Garzia ¶ Amor, no, non m'accieca

avverso, anco al mio amor secondo. ¶ Tradire il ver

creda ¶ tuo sol delitto amor? poco ne avanza ¶ di

E che farò?... Funesto ¶ amor!... Per quanto oltre ogni

legge ogni tuo cenno. ¶ Amor, se trarmel non poss

vanne, veglia ¶ su l'amor mio. Chi sa?... ¶ Eleonora

Eleonora ¶ Temer soverchio ¶ l'amor ti fa. ¶ Garzia ¶ Tutto

Al fin, sei madre; ¶ amor di madre inspireratti. A