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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «ancora»

nautoretestoannoconcordanza
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accorse di Nino che ancora le mani gli bruciavano
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muro. La lucertola era ancora lì, immobile e appesa
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prima volta. E lì, ancora, sentì delle gambe che
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fermavano e poi tornavano, ancora e ancora. Iniziò a
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poi tornavano, ancora e ancora. Iniziò a piangere, non
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Respirò lento. ¶ Ne infilzò ancora. ¶ Prima un boccone. Poi
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Ascoltò quell’ordine prima ancora di riuscire a respirare
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riuscire a respirare, prima ancora di capire cosa fosse
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correre. ¶ “Vieni qui!” disse ancora il vecchio agitando la
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il problema si capiva ancora di meno. Pietro attese
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convinse di avere sbagliato, ancora una volta. ¶ “Non hai
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dritto in faccia. Sembrava ancora più acceso una volta
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della piccola casa diventava ancora più bianco, quasi arso
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mandò giù la saliva. Ancora due passi sulla corteccia
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già arrivato. ¶ Pietro deglutì ancora, poi si alzò in
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Ah, già. Le fa ancora così buone? È tanto
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che lo lisciava. E ancora sul collo, sulla spalla
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Era debole e stanco, ancora più debole. Si muoveva
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il fiato e strinse ancora. Poi iniziò a indietreggiare
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fare in fretta. Mancava ancora una tappa, la piccola
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vide che lo stavano ancora salutando. Ormai erano diventati
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fatto un altro viaggio, ancora più lontano. ¶ Improvvisamente sentì
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quelli che parlano molto, ancora meno quelli che non
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volante al cambio e ancora al volante. “Agli ordini
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insieme. Ma c’erano ancora tanti luoghi dove lui
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Non mi ha dato ancora niente papà”. ¶ “Non ti
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Non ti ha dato ancora niente?” chiese Nino. ¶ Pietro
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Il vulcano era vicino, ancora qualche strada deserta di
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a Roma al ristorante. Ancora me lo ricordo: l
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letto. Il sangue era ancora lì, davanti ai suoi
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chiusero. L’indiano era ancora lì. ¶ 8. ¶ Gli piaceva seguire
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il nome della città. ¶ Ancora poco e sarebbe sceso
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poco e sarebbe sceso. Ancora tre strade. La sua
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scendeva la ascoltò parlare ancora: “Fatti spiegare quella benedetta
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mentre stava per suonare ancora, la serratura scattò. ¶ Entrò
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fronte e dietro e ancora di fronte. Ronzavano ovunque
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le mosche impazzite. Accelerò ancora, tenendo ferma con una
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e poi si rialzava ancora davanti agli occhi vispi
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Da dietro, Toni parlò ancora: “Io a casa torno
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Un primo spiraglio. E ancora un altro. ¶ “Buo… buongiorno
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neri. ¶ “Niente vuoi?” domandò ancora Carmine. ¶ “Guidare.” ¶ “Ah, vuoi
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capì. Ma ebbe paura, ancora di più. Perché quando
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come fa a tenerlo ancora lì con voi. Vabbè
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Già… Lavora sempre.” Rise ancora, poi uscì dalla cucina
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tonfo finale. Lo fece ancora per due volte. ¶ Poi
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Carmine spegnendo la sigaretta ancora a metà. Afferrò la
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più grossa…” Pietro immerse ancora una volta le mani
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raggi che scendevano illuminavano ancora metà del bianco del
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di Aderita.” ¶ L’ascoltò ancora: “La lettera… tu sai
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Forse non l’ha ancora scritta…” ¶ “Ma dove la
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E con quei rintocchi ancora dentro lo seguì. ¶ Gli
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il pulviscolo. ¶ Luigi avvicinò ancora l’indice alla bocca
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non ti muovere, muoviti ancora meno di prima. Mille
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schiocco e un altro ancora. A raffica, vide i
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Pietro cercò di guardare ancora ma la mano era
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per la mamma.” ¶ “Sta ancora male?” ¶ “Ha le croste
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ad allargarle. Niente. Tentò ancora, stavolta con più forza
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camicia. “Hai fatto merenda?” ¶ “Ancora no,” rispose, seguendo con
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Senti che profumo, è ancora tiepida.” ¶ La preferita di
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questa non l’hai ancora fatta perché è da
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muri scrostati e vuoto. Ancora qualche mobile spaccato e
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eri in anticipo. Abbiamo ancora tempo,” disse Luigi con
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guardò attento. La fissò ancora. “È spessa. La carta
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della carta opaca. ¶ Rilesse ancora una volta: “Augusto Mitiello
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l’aveva tolta. E ancora e ancora. Poi premette
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tolta. E ancora e ancora. Poi premette sopra il
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una goccia di colla ancora fresca. ¶ “No! Si è
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La macchia c’è ancora,” disse Pietro. ¶ “Non è
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nella cartella. La cartella ancora sulle spalle di Pietro
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solo minuto. ¶ “Ne mancano ancora tre!” si era sentito
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una pila altissima. ¶ Corse ancora. Giù per la discesa
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indietro. ¶ Sua madre cercò ancora di stringerlo. “Amore…” ¶ “Non
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rispose, fissò la cartella ancora appesa alle spalle di
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treni. Mi vedi, sono ancora qui, non sono partito
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il cioccolatino alla menta ancora in bocca, gli aveva
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marrazzo, nino marrazzo. E ancora nino marrazzo nino marrazzo
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non rispose. ¶ “Perché?” chiese ancora Pietro. ¶ “Perché forse… forse
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Pietro non si mosse ancora, la fronte increspata. Si
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parete. “Perché Nino?” sussurrò ancora. ¶ Tutti e due ora
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mezz’aria. Luigi premette ancora, fin quando altra pasta
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fiato, poi si avvicinò ancora al figlio. Ogni suo
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mentre ricominciava ad accanirsi ancora su quel corpo stremato
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dove l’avevano lasciata, ancora aperta, sul mobile bucato
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e stupiti. Toni tossì ancora, poi si avvicinò deciso
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nomi, alla piccola casa ancora chiusa. ¶ Restò fermo, anche
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ma la gamba faceva ancora male, quasi come il
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guardò con gli occhi ancora bagnati. Riaprì la porta
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detto mio padre.” ¶ “È ancora nei pantaloni? È lì
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lo so se è ancora lì. Però credo che
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Gli sembrò di essere ancora accanto a suo padre
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Il coltello fu spinto ancora. Dentro il terreno. ¶ “Pensa
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impaurita, immobile. Lo fece ancora e ancora. ¶ Si fermò
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Lo fece ancora e ancora. ¶ Si fermò, guardando quell
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Gli parve di sentire ancora quelle grida e quei
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che il pianto diventava ancora più forte, strofinava gli
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Li strisciava, li strisciava ancora, e a ogni respiro
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chiudeva, le immagini diventavano ancora più vive. C’era
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braccia, poi lo cullò ancora. ¶ “E anche gli altri
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più pesante. ¶ Si avvicinò ancora un po’. Suo padre
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gambe appena divaricate. ¶ Fece ancora due passi. Ora poteva
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gli occhi e pianse ancora. ¶ Adesso gli era accanto
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una, due, tre. E ancora e ancora. ¶ Adesso le
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tre. E ancora e ancora. ¶ Adesso le stava seguendo
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Le sue dita stringevano ancora il vuoto, sopra di
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nome, Nino Marrazzo, ritornò ancora con la stessa forza
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padre stringeva sempre meno, ancora meno, quasi più. Allora
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Una paura dolce. Rivide ancora per un attimo suo
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le parole non aveva ancora fatto sul serio. Non
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sentore di possibilità che ancora ricerco. ¶ Impiegai un anno
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se questa storia è ancora come vorrei fosse scritta