Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

dirti che io devo andare alla banca! Stamani, c

loro amico, e ad andare alla libreria tutte le

galera non ci voglio andare! ¶ Aveva la voce forte

pere. ¶ — Io ci devo andare? O voi non siete

so come facciamo a andare avanti! ¶ E, allora, il

vero! ¶ Enrico chiese: ¶ — Posso andare a casa? C'è

Il Nisard, che doveva andare alla villa presa in

qualche trattoria. ¶ — Ci puoi andare: nessuno te lo proibisce

il pretesto magari d'andare a comprarsi un francobollo

giornata. ¶ Giulio, a lungo andare, aveva perso la salute

nella miseria! ¶ — Non farmi andare in collera di mattinata

in camera, senza farlo andare in salotto, per esser

e, pure di potersene andare, non gli importava che

e così cercava di andare d'accordo più ch

cose della libreria dovessero andare di molto male e

al cavaliere, dunque! ¶ — Potremo andare qualche altro mese, ma

chiese a Giulio: ¶ — Vogliamo andare da Ovile a Pispini

sentì nessuna fretta di andare a casa. Lasciò passarsi

se ne vuole mica andare! Entra, qua dentro, franco

E dove hai da andare? ¶ — Vado a giocare due

con il proposito di andare alla libreria, a farsi

qualunque. Piuttosto, ora dovremo andare a casa; e non

strada più corta per andare a casa? ¶ — O che

e voleva, a primavera, andare ai bagni caldi; ma

ci passano soltanto per andare al cimitero. Egli s