Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

che potesse escirgli fuori, andò alla banca; cercando di

il mio denaro. ¶ Niccolò andò a cambiare di posto

ora. Quando se ne andò, Giulio disse: ¶ — Oh, finalmente

per favore. ¶ Ella, allora, andò in cucina; a preparargli

di tutte le mattine, andò difilato a bottega e

di gioia quasi delirante, andò in cucina a dire

rapite. ¶ Modesta si alzò, andò dietro alla sua sedia

lei diciassette! ¶ Chiarina, allora, andò di corsa a dare

mano; e se ne andò. ¶ Giulio restò fermo, allo

sue solite ingiurie, e andò in una bettola a

Posò le carte, e andò a dire le stesse

con lo spago. ¶ Niccolò andò a casa, quasi correndo

ce ne avesse bisogno, andò alle sue tenute di

riprendeva gagliardia, quasi baldanza. Andò fino alla porta, tornò

d'entrare solo; e andò a prendere, in casa

a qualche umiliazione brutta, andò a turarsi in casa

dinanzi alla bottega: allora, andò dietro i vetri e

Vai da lei! ¶ Niccolò andò in salotto e si

intinto nel vino, e andò a serrarsi dentro la

il Nisard; che gli andò incontro mentre il suo

Giovanni, ch'egli studiava. Andò in chiesa ridendo e

lo lasciò a dietro. Andò a comprare un sigaro

strinse e se ne andò; barellando come un ubriaco

rispetto. ¶ Allora, uno gli andò a versare una bottiglia

come arzigogolare il tempo, andò al cimitero. Ma il