Giovanni Arpino, L'ombra delle colline, 1964

castagni, finalmente!, in tanti anni che veniamo per funghi

mi arrabbiai. ¶ “Saranno due anni che non piango…” mi

gridò dietro: “Abbiamo tredici anni, è ora che vieni

muro, come avevo scoperto anni prima spiandolo attraverso la

sei meglio… Ha quarantadue anni più di me, viviamo

abitudini, nel giro degli anni, non sono mutate, hanno

il servizio militare, quarant’anni fa, una zitella piemontese

qualche soldo. Da dieci anni, ogni mattina alle dieci

catena? E poi sono anni che viene qui e

al settembre di ventisei anni dopo, basterebbe la sua

giorni di vacanza. Da anni straparli del tuo maledetto

Roma, a soli trentatré anni…». ¶ «Bella posizione, proprio una

e non avevi vent’anni, sfidandolo a lasciarti entrare

Fresco, sicuro a trentatré anni, così ti dice Lu

verranno i nostri grandi anni suonanti, e ognuno di

suo nome. Ho impiegato anni a capirlo, a cercare

rete di questi giorni, anni, filamenti di idee, che

il vecchio. ¶ “A nove anni dev’essere uomo, che

madre, morì a diciassette anni, il giorno dell’armistizio

non ha neanche dieci anni, perché lo spaventi…” si

centimetri, i chili, gli anni che ancora me ne

degli avanguardisti. A dieci anni non poteva però spettarmi

Farnese equestri ossidati dagli anni, le molli pieghe delle

temuto. Quando avrà trent’anni mi capirà. Questo è

Cosa fa qui? Quanti anni ha? Non si vergogna

madre, più degli altri anni, aspettava l’estate. Ma

per i suoi dodici anni. Doro non aveva più

sembrano passati già cent’anni… Quei pranzi, quello spreco

volpe rossa di due anni, finalmente alle soglie di

di un parente da anni a Settimo Torinese, e

rigido e dover sopportare anni come questi…” rincarava Caterina

togliere o aggiungere. ¶ “Quanti anni ha?” cercava di capire

questa casa da trent’anni…”. ¶ “Renditi conto!” cercava di

uomo così? A cinquantacinque anni, nel pieno delle forze

sorpresa come nei primi anni di guerra, ci eccitavano

di dodici o tredici anni come noi, che apparivano

l’esame di due anni in una volta!” mi

benissimo attribuirmi quattordici, quindici anni, i ragazzi che avevo

come te… Hai quindici anni… Bene, bene, so io

arruolo…” dissi. ¶ “Ma quanti anni hai?”. ¶ “Quattordici, quasi quindici

non li hai quattordici anni. Ho occhio, io…”. ¶ Il

ma già sui sedici anni, anch’essi volontari. Portavano

avevano tenuti nascosti per anni e anni di guerra

nascosti per anni e anni di guerra…, potevo annuire

anima, come a quindici anni…». ¶ «Sì» le rimando. ¶ «Bisogna

sai: avrebbe quasi tre anni, e anche noi saremmo

lasciata venire… Avrebbe tre anni, adesso, sarebbe una così

riuscirà di interrompere. ¶ «Tre anni, avrebbe, bella… Bella…» sospira

le trecce… A tre anni può avere le sue

Ora sarebbe qui, tre anni avrebbe…, e litigheremmo per

porta appresso da quindici anni, sempre svelta a nascondere

un mucchio di tempo, anni e anni da consumare

di tempo, anni e anni da consumare, disperdere, persino

due… Magari neanche vent’anni… Proprio un’erbetta…” seguitava

un aprile di troppi anni fa… Uscendo di corsa

alla schiena… Avevo quindici anni, e non provai un

avesse dieci o vent’anni in più. ¶ “… Lo sai

Monteu… Ricordi? Cristo, sembrano anni, ormai…” diceva Francesco prima

vedi che razza d’anni si vive? Certe volte

miei diversi aspetti negli anni, ho risentito, intorno e

tra le macerie degli anni fuggiti, alla ricerca d

di uno di quegli anni che sono marciti nella

olio nelle giunture degli anni, per rinnovare un volto

per una cinquina d’anni, in fatto di decenza

vede che i trent’anni li ha più che

chi oggi ha quindici anni… La bellezza di non

ansia biliosa, impegnata da anni a corrodermi i sostegni

dall’umida pressione degli anni. ¶ Il verde primaverile in

avorio mediterraneo che gli anni si sono accaniti a

al manicomio per tre anni… Gli hanno dato al

caricandogli in dote tre anni di manicomio per infermità

invaso il declivio dove anni fa, nel terreno pulito

mia madre: dopo sessant’anni di lavoro, dovrebbe cavarsela