Alberto Moravia, L'uomo che guarda, 1985

bell’uomo sui trentacinque anni, ma non sono un

timidezza. Più tardi, negli anni dell’adolescenza, ne ho

del cinema muto degli anni venti. Egli è loquace

vita nuova a settant’anni, Osvaldo? Semmai una vita

del fiume; da molti anni proseguono i lavori per

mia vita a trentacinque anni di età, durante la

così, fino a tre anni fa. Purtroppo mi si

cosa di cui, quindici anni dopo, quando ci siamo

infermiera professionale. ¶ Domando: “Quanti anni hai?” ¶ “Ventidue.” ¶ “Da quanto

ho fatta per due anni, a mio zio, il

l’infermiera?” ¶ “Per due anni ho lavorato con il

via incuriosito attraverso gli anni. Sono romanzi dimenticati, ma

risalgono ad almeno vent’anni fa; a quanto pare

vita, negli ultimi quindici anni, sul rigetto di tutto

Ho sognato per quindici anni di vivere nella rinuncia

di queste cose per anni quando ancora mi interessavano

tu certo ricordi che anni fa ti ho dichiarato

umidità: “Grazie, papà.” ¶ Quanti anni erano che non dicevo

un vecchio film degli anni trenta che ho visto

si prendono a diciotto anni. E poi, quando è

distruggerà, forse, nei prossimi anni. Sì, penso, la guerra

ragazzina di forse tredici anni. Così Pascasie come la

Sì, è carina, quanti anni ha?” ¶ Gesuina, pronta, risponde

donne si diminuiscono gli anni, e tu invece vorresti

diciamo che hai tredici anni e mezzo ma che

in Africa da quarant’anni, aveva due occhi come

facile, adesso, dopo tanti anni, definire a me stesso

sette e i nove anni. Mia madre che doveva

di lì a tre anni di una misteriosa malattia

amore coniugale. ¶ In quegli anni, come tanti bambini della

del giugno di ventisette anni fa. Dopo quel pomeriggio

che mia madre, ventisette anni fa, aveva affannosamente pronunziato

da mia madre ventisette anni or sono come da

Silvia quello che ventisette anni prima aveva fatto con

parola “porca” pronunziata ventisette anni fa da mia madre