Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

una mano tiene l'arco che saetta i itoni

Et ecco, poiché in arco ¶ ricontorse la schiena, ecco

capo ¶ si curva in arco e si rileva in

fila, ¶ prende con l'arco a risvegliarle alquanto; ¶ al

se medesmo arciero et arco, ¶ cui scusa il proprio

traverso ¶ gli serpe un arco, che d'avorio e

Di pomice scabrosa un arco opaco ¶ e di ruvido

la Dea lentando ¶ l'arco d'argento, e disarmando

mi parea con l'arco in mano ¶ peter mai

non seco aver l'arco e gli strali ¶ per

fu ministro, e furo ¶ arco eburneo la mano e

d'ogni mio danno, arco mal teso, ¶ se però

teso, ¶ se però l'arco e le saette ancora

Ma non ha l'arco ¶ né la faretra, ¶ e

fan curve in picciol arco ¶ onorato diadema al nobil

verga pastoral, con l'arco ¶ oltre ratto il cacciava

e l'altro d'arco, ¶ ne contendon tra lor

attraversa e preme ¶ l'arco la spalla, e la

sìche le piante in arco ¶ curvan le braccia ala

l'entrata ¶ per un arco si passa, a cui

noce le dischiava ¶ del'arco fuggitivo ¶ il faretrato e

confuse, e rallentato l'arco ¶ con tai gemiti e

la salma, e l'arco crudo ¶ del pargoletto ignudo

quadrella, a schernir l'arco. ¶ Arse d'insano sdegno

chiomato ¶ e col dolce arco dala destra mosso ¶ tutte

in man mi vedi, arco leggiadro? ¶ Vana paura e

questo di Diana l'arco, ¶ quel che tu vai

impiaghi. ¶ Non è l'arco d'Amor, quel c

uccidi. ¶ Questo è l'arco di Febo; e non

Tracia inteneria le selve. ¶ Arco sì, ma soave, e

d'oro ha l'arco, ¶ senza l'or non

oro ha ben l'arco Amor, d'oro gli

minio ancor fregiato un arco, ¶ c'ha di seta

bella dea, ¶ che quest'arco talor, queste quadrella, ¶ saettando

core, ¶ solo con l'arco de' suoi strali Amore

faretra à sì bell'arco aggiunta ¶ havrai cui paro