Vittorio Alfieri, Rosmunda, 1783

Io 'l sono; e assai men pregio. Al mondo

stessa ¶ il so. Cagioni, assai ve n'ha; ma

e forse infidi aiuti, assai ben disse ¶ non doversi

io stesso ¶ più infame assai ch'altri mi tien

nome ¶ di re più assai corrotto il cor: ma

far del trono oggi assai meno indegno. ¶ Odimi; e

più lieto; ¶ so, che assai manca all'esser mio

suo intento ¶ mezzi adoprava assai men vili ognora, ¶ di

Romilda oltraggi. ¶ Almachilde ¶ E assai gran danno. ¶ Ildovaldo ¶ Saggia

regno; e quindi ¶ stromenti assai d'iniquità: feroce, ¶ ma

ti abborra pur Rosmunda, assai più t'amo, ¶ io

te non perda: ma assai del dì ne avanza

credo. È ver, che assai lo abborre ¶ Romilda; è

passi volgi? ¶ T'arresta. Assai dirti degg'io. Non

sai, ¶ ch'io più assai di me stessa amo

Rosmunda ¶ Va', va': più assai l'ira, e il

bastante non sei: lasciala. Assai ¶ ha nemici Almachilde; altri

miei prodi, a freno: assai già strage femmo. ¶ Dal