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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Cristina, 1908

concordanze di «aveva»

nautoretestoannoconcordanza
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sapere con chi l'aveva quello stravagante1 di Peppino
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viso infiammato. Ella gli aveva fatto dire, dal padrino
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altro. Ma Peppino Fiorillo aveva declamato un grande discorso
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sentimento. Don Ciccio gli aveva obiettato che lui, Peppino
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lui, Peppino Fiorillo, non aveva nè arte nè parte
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sposare una fanciulla che aveva quattromila ducati di dote
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ducati di dote. Peppino aveva subito replicato, con grande
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del Cavallotti, di cui aveva comperate le Anticaglie, nominando
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Hugo, che Cristina non aveva mai letto. Gliele portava
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non mangiava più, che aveva sputato sangue, una mattina
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provinciale, bacchettona, che ancora aveva la volgarità di credere
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della Nunziatella. La zia aveva lasciato diecimila lire a
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a Cristinella, e Carluccio aveva avuto ogni anno la
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sulle ventiquattro, appena Cristina aveva intonato il rosario a
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un padre carezzevole, non aveva sprecato nè baci, nè
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onesto e buono, che aveva lavorato dalla mattina alla
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come cosa fatta. ¶ Non aveva trovato molte parole per
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continuazione della vita che aveva sino allora vissuta, senza
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del suo bel temperamento aveva bisogno di un ambiente
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la sua persona. Ella aveva bisogno di pranzare alle
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la settimana a Carluccio. Aveva bisogno che tutto ciò
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scialbo, ma ella lo aveva riconosciuto subito. Scappò in
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docilmente. ¶ Non potette dormire. Aveva addosso una inquietudine come
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ardeva il sangue. Mai aveva provato l'odio, ma
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la vita. Non lo aveva amato, non lo amava
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annoiarla? Già non ci aveva mai creduto e non
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pazzo? Che rispondere? Non aveva nulla da dirgli, come
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non ci pensava più, aveva forse abbandonato la casa
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La Corte che ne aveva delle bellissime. Mentre pensava
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atto di volontà che aveva fatto. Per ritrovare la
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quella camera dove lo aveva trasportato: o stava immobile
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a chiedere notizie; ella aveva risposto con qualche monosillabo
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guardando il soffitto. Non aveva fiato per parlare, il
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il moribondo se l'aveva presa. ¶ Egli fu trentasette
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Ella tacque: non lo aveva sentito, in quella notte
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era quello che le aveva sempre fatto paura! Ora
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tragedia quella che lei aveva sognata, forse? Quello che
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forse? Quello che lei aveva sognato era lontano, non
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il moribondo se l'aveva presa, era sua moglie
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era Giovannino? Forse che aveva mai esistito Giovannino? Per
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quaranta, lo spasimo interno aveva corrugato quella fronte, aggrottate
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a quella faccia che aveva troppo vissuto, consumandosi in
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vellutata, il cui timbro aveva quell'intimità irresistibile a
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sbattuto dalla tempesta, non aveva mai amato per amore
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segreto del suo cuore, aveva quel tacito disprezzo della
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già gli apparteneva. Ma aveva trovato uno spirito eletto
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un giorno, quando lui aveva messo in questa passione
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in questa passione quanto aveva ancora di illusioni, di
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unica, immensa battaglia che aveva sopportato il suo cuore
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il suo cuore femminile, aveva perduto. Nell'amore, aveva
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aveva perduto. Nell'amore, aveva fatto naufragio. Nulla si
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la vivezza dello sguardo aveva del fittizio, che l
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respiro di dolore. ¶ Invero aveva tutto perduto. Era stata
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in precocità singolari. Lei aveva conosciuti i teatri dall
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pura convenienza: lei lo aveva accettato, stringendosi nelle spalle
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e fantastica, che non aveva conosciuto serenità di gioventù
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dell'amore, che non aveva mai capito l'amore
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spirito e quanto ella aveva calpestato, adorò. Tutte le
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incapace di amare meno. Aveva negli occhi belli la
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crudele e arida, che aveva deriso tutte le nobili
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pietà; la tempesta, che aveva squassato quelle fragili imbarcazioni
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squassato quelle fragili imbarcazioni, aveva inghiottito tutto. ¶ Solo un
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parlava. Quando tacque, non aveva finito. Solo la voce
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mano molle, femminile che aveva blandizie materne e sfioramenti