Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

più lentamente, egli non aveva l'aria di accorgersene

era stato sottoscritto: egli aveva mantenuto la sua parola

bello quel giorno, e aveva un'aria di giovinezza

come una freccia. Anna aveva abbassato gli occhi; Laura

ancora del sorriso che aveva diretto a Luigi Caracciolo

rosa thea, che ella aveva tolta dalle rose offerte

quel suo vagabondare, egli aveva in mente un punto

era disinteressata della conversazione. Aveva preso l'occhialino e

quel biondissimo sole che aveva preso tutto il campo

talento che Dio gli aveva dato e che restava

stato molto innamorato, lo aveva prima addolorato assai: poi

per essa, che non aveva voluto sapere di lui

Dal giorno in cui aveva amato Cesare Dias, un

gentile frase che le aveva detta per il suo

di suo marito. Intanto aveva l'aria di prendere

abbandono, in cui l'aveva lasciata. ¶ - Sì, mi piace

era che suo marito aveva ragione. Ella, ella mancava

dare, quello che egli aveva dichiarato non poterle dare

poterle dare, giammai. Non aveva ella vilmente, sì, vilmente

sì, vilmente acconsentito? Non aveva ella accettato quella infelice

e questa volta irreparabilmente; aveva torto, sempre incoerente e

così diceva Cesare, ed aveva ragione, sempre, poichè ella

dramma nel cuore, non aveva avuto catastrofe, e la

voleva sposare, quando non aveva mai potuto conoscere il

e che costui l'aveva dovuta sposare per forza

portarselo a casa. Egli aveva l'aria eccitata, felice

come quella di chi aveva saputo godere dell'attimo

scialle di crespo bianco: aveva freddo anche lei, pallidissima

se volesse dei lumi; aveva risposto di no, desiderando

le sei, Cesare Dias aveva portato a casa un

Durante il pranzo, egli aveva trovato tutto eccellente, mentre

il pranzo cattivo: e aveva mangiato di buon appetito

le sue buone giornate. Aveva scherzato con Laura, con

con Laura, con Anna, aveva persino fatto i complimenti

quell'animazione che ne aveva rinnovellata l'espressione, da

inquietudine nervosa. Cesare, adesso, aveva aperta la scatola di

sottili sigarette, e ne aveva offerte, per ischerzo, alle

sera. ¶ Era partito. Laura aveva udito questo dialogo, con

da qualche tempo: non aveva detto nulla. Quando sua

presto che Cesare le aveva fatta. ¶ - Chissà! buona sera

Buona sera. ¶ Anche Anna aveva preso un libro, dopo

di Beniamino Constant, che aveva trovato, un giorno, sulla

grido di dolore. Anna aveva letta la storia di

da Gaetano Althan, che aveva la predilezione di accompagnar

una repressa letizia, poichè aveva in cuore una divina

nel turbine mondano: però aveva intorno non so quale

poco conosciuta, e che aveva tutte le seduzioni del

poi, sapevano che ella aveva amato Cesare Dias sino

al poco lume verdino, aveva l'aspetto di una

per quella povera creatura. Aveva tentato un giorno di

Il signor Dias ci aveva promesso di venir qui

che non verrà - le aveva risposto Anna, i cui

Io non lo credo - aveva replicato pianamente Anna, con

e sarete felice - le aveva detto Stella, licenziandosi con

a baciarla: ed ella aveva udita la carrozza allontanarsi

chiarore: e il paesaggio aveva qualche cosa di divino

egli soggiunse. ¶ Quando lo aveva inteso parlare così con

della morente, che lo aveva indotto a venire a

dal dolore. Egli taceva: aveva buttato via la sigaretta

potete dire, io lo aveva già detto a me

al tempo in cui aveva sperato di essere felice

al modo come le aveva parlato Cesare Dias. - Tutto

soggiunse Cesare. ¶ - Ebbene, io aveva sognato, che voi mi

seggiola rustica, ove egli aveva appoggiato il suo capo

che solo la morte aveva infranto e che, forse

forse, neppure la morte aveva infranto; ella si fermò

porta della sua stanza. Aveva guardato l'ora ad

argento, che Cesare le aveva donato nel suo viaggio

con Stella Martini, le aveva mandato a chiedere a

di Marte: Anna le aveva fatto rispondere dalla cameriera

portare, quasi involontariamente. Poi aveva schiusa la porta. Un

stanza di suo marito aveva anche un'altra porta

sagace ammirazione che egli aveva, innanzi alla bellezza e

di legno scolpito, non aveva spalliera posteriore, e una

Smirne, che Cesare Dias aveva riportati da un suo

seria. Anche la scrivania aveva pochi ninnoli: ma i

segreti, certamente. ¶ Ella li aveva spesso guardati, quei profondi

delle cose; ma non aveva neanche il coraggio di

era giovenilmente poetizzata. Egli aveva, a proposito di questi

occhiello una giornata, talvolta aveva l'aria di non

mazzolino: ed ella, teneramente, aveva sorriso, vedendo quel fiore

profumo acuto di sigaretta aveva il potere di carezzarle

così infelice quando li aveva ricevuti; e andando e

quel fiore che egli aveva portato in casa e

scintillante di oro. Ella aveva accettato il matrimonio di

Anna senza gioia; giammai, aveva espresso la sua opinione

in proposito; ma spesso aveva sorriso, con quel sorriso

delle sue brevi frasi, aveva vibrato nella sua voce

di maritarsi, ormai, ella aveva un lieve moto di

ella sentiva che Laura aveva visto male tutto quello

tutto quello che ella aveva fatto, dall'amore per

non l'ebbe. Cesare aveva visto l'abito di

nocciuola, ma non lo aveva trovato degno di attenzione

scortese premura, con cui aveva annunziata la sua prossima

suo sguardo, che non aveva il coraggio d'interrogarlo

ma di cui egli aveva l'aria di esser

pallore terreo che le aveva rese violette persino le

tanto quello scherno l'aveva straziata. Egli se ne

lettere che essa gli aveva scritte: ¶ - Ho pensato - disse

carte, dove ella gli aveva confessato di amarlo. Sono

azzurro mare. La villa aveva, dal lato della città

mare. Così, la villa aveva due stagioni: da giugno

villa Caterina, a cui aveva posto il nome della

così presto; e ci aveva passato tutte le stagioni

tutte le cose che aveva toccato la madre loro

non esser qui. Lo aveva detto tante volte a

giorno in cui essa aveva confessato a Cesare Dias

e con Cesare Dias aveva una tenerezza repressa, una

tutte le vitalità, ella aveva però un'ora della

ultima parola che l'aveva fatta scoppiare in singhiozzi

tutto quello che ella aveva scritto le ritornava in

il momento in cui aveva posata la penna sulla

pentita di quel che aveva detto un giorno a

e che così crudelmente aveva lacerate in sua presenza

presenza, ella stessa gli aveva tolto l'obbligo di

dal suo servitore, egli aveva un moto d'impazienza

molta cura - egli le aveva fatto delle rimostranze: ¶ - Ma

Che volete che faccia? - aveva ella risposto, fievolmente. ¶ - Vorrei

è... non è possibile - aveva replicato Anna, voltando la

uno scoppio di singulti, aveva taciuto. Aveva un grande

di singulti, aveva taciuto. Aveva un grande imperio su

propria forza di rassegnazione. Aveva creduto di poter subire

della famiglia, del lavoro; aveva sperato di poter essere

desiderarono un ideale inaccessibile; aveva sperato di poter vivere

voleva essere amata, ella aveva bisogno di essere felice

gran verità, quando ella aveva detto a se stessa

un subitaneo sgomento l'aveva fatta ricadere sul guanciale

anche del proprio cuore. Aveva creduto di poter essere

Caterina, dove sua madre aveva amato ed era morta

Da più giorni ella aveva pregato Laura e Stella

la cui lettera gli aveva fatta una certa impressione

rose di maggio che aveva comperato da un ragazzo

di andarsene, in cui aveva sciupato l'ultimo suo

energia, l'abbattimento l'aveva vinta e non aveva

aveva vinta e non aveva che il desiderio profondo

gioventù di sua madre aveva subìto una esiziale decadenza

La stanchezza infinita l'aveva colta: ella aveva raggiunto

l'aveva colta: ella aveva raggiunto il limite estremo

odoranti rose di maggio, aveva abbassato il capo sulle

tre volte, non reggendo, aveva schiusa la porta ed

porta ed era entrata. Aveva trovato Anna distesa sul

lume ardeva tristemente. Lo aveva spento Stella andandosene, in

non spegnete il lume? - aveva, un giorno, domandato ad

ella rispose. ¶ Stella le aveva dunque preparato una lampadetta

ad Anna Acquaviva? Lo aveva riacquistato: ecco tutto. E

Cesare Dias, non vi aveva messo nulla di suo

febbraio, in cui lo aveva riveduto, anche se aveva

aveva riveduto, anche se aveva dovuto udire la stessa

diverso da quanti ella aveva conosciuti, tipo solitario, pensante

Caracciolo, e Anna, che aveva aspettato questo nome per

la persona che l'aveva provocata era sparita nel

da quel sorriso che aveva ricevuto in via Caracciolo

persona amata. Ella non aveva potuto frenare un movimento

di repulsione, quando lo aveva riveduto, perchè non gli

ella, riassumendo quello che aveva fatto nella giornata, fremeva

debolezza, poichè tanti passi aveva fatto sulla via del

grave malattia che ella aveva superata, che fra lei

una lettera che le aveva scritta, ella si era

con Laura, e gli aveva detto, sottovoce: ¶ - Vorrei parlarvi

ad un tratto, perchè aveva capito. ¶ - Mia cara, voi

La troverò. ¶ Cesare Dias aveva detto queste parole con

della forma, con cui aveva assalita la fanciulla. Era

solo che egli le aveva rinfacciata la sua fuga

mia vera vita! - io aveva tutto un tesoro di

Dias". ¶ Ella rimase esterrefatta. Aveva dato un gran passo

pensando che ella gli aveva detto tutto e che

che cosa fare? Non aveva egli chiesto, con la

per cortesia, mentre ella aveva tremato di sgomento, aprendo

due biglietti che egli aveva scritti e che ella

scritti e che ella aveva riposti sotto il capezzale

dormi in pace - ella aveva risposto, tremando ancora, coprendosi

indifferenza. Chi sa! Egli aveva quarant'anni, ma le

Gesù Cristo che gli aveva ridata la vita. E

tutti gli animi superiori, aveva un trionfo non chiesto

fanciulla di venti anni aveva qualche cosa di molto

nè da altri, gli aveva subito rivelato dove era

segreta piccola tortura: non aveva fatto proprio nulla per

Anna avrebbe obliato. Non aveva dimenticato Giustino Morelli? ¶ Cesare

poca inquietudine che lo aveva colto; e non gli

l'amava. Essa lo aveva bene indovinato, che egli

indovinato, che egli non aveva nulla da dirle. Anzi

di Anna. Da che aveva scritto quella lettera, in

quella lettera, in cui aveva messo il suo segreto

questi sforzi spirituali, ella aveva ricominciato a dubitare. Col

a dubitare. Col pensiero aveva seguito quella carta bianca

bianca, in cui ella aveva scritto e firmato col

sua fantasia. Egli, forse, aveva lacerata irosamente quella carta

stanza delle ragazze, dove aveva trovata Anna che pregava

immagine della Madonna; non aveva voluto disturbarla e si

era ancora inginocchiata, ma aveva piegata la fronte sul

macchinalmente. ¶ Laura che non aveva interrotto quel dialogo, chetamente

lo sguardo: non lo aveva scongiurato di non burlarsi

di Anna. Ah, ella aveva avuto il suo segreto

il bel Caracciolo, che aveva molto spirito e molta

tormentato dalla curiosità, talvolta, aveva lealmente chiesto a Dias

le sciocchezze umane, gli aveva ripetuto, che sì, sì

sì, sì, Anna Acquaviva aveva avuto dell'interesse - è

E la ragazza lo aveva molto amato? Mah... un

intelligenti. E adesso, lo aveva dimenticato? Sì, perfettamente dimenticato

avrebbe detta, chiedendola. L'aveva apprezzata leale. E quando

chiare e Cesare Dias aveva tanto il contegno di

perchè fate questo? Egli aveva l'aria di trascurare

interno di affetto. Egli aveva l'aria di sentire

osservare Cesare Dias, che aveva l'occhio acuto, e

tre volte quando Anna aveva cercato di evitare la

assai scarsa cordialità, egli aveva notato ciò, e solo

piccolo aggrottamento di sopracciglia aveva indicato la sua noia

giorno però, che ella aveva voltato le spalle a

un po' inquieta, le aveva chiesto che avesse: e

intenerita dalla domanda, Anna aveva risposto: ¶ - Non ho niente

incontri, in cui ella aveva caricato le tinte della

chinò il capo, contrita. Aveva fatto quello sforzo di

in casa Acquaviva. Non aveva mai mancato per tanti

pentita di quello che aveva detto, non perchè non

forse che ella non aveva capito qual'era l

intenzione? Fino a che aveva potuto, per non dispiacergli

una pessima impressione, ella aveva sopportato quel Luigi Caracciolo

ora! Ma ora che aveva dovuto udire dalla bocca

che per costui ella aveva dovuto litigare con la

Avrebbe dovuto tacere, quando aveva udito nella sua voce

e invece, incauta, superba, aveva levato la testa e

parola di scusa: non aveva ancora misurato, che cosa

nella strada. Ella non aveva più requie. In se

punirla così, lei che aveva riconosciuto solo la nullità

tanto più che non aveva un cuore in cui

Sì, dalla gelosia! Non aveva mai pensato che anche

Cesare Dias; non ci aveva mai pensato, ingenua, sciocca

si smarriva, come quando aveva voluto fuggire con Giustino

di allora! ¶ Allora non aveva mai conosciuti i brucianti

colui che ella amava, aveva per lei una devozione

assoluta, che ella non aveva mai il senso della

Alemagna, forse! non ne aveva Anna inteso parlare, così

sarebbe venuto più. Glielo aveva detto: egli detestava gli

mani nel manicotto: non aveva egli stretto una di

ritornare a casa. Lo aveva visto, gli aveva detto

Lo aveva visto, gli aveva detto che lo aveva

aveva detto che lo aveva aspettato con ansia, aveva

aveva aspettato con ansia, aveva ottenuta da lui la

il giorno seguente: lo aveva incontrato di nuovo, gli

incontrato di nuovo, gli aveva sorriso; questo doveva bastarle

saputo sfruttarli, colui che aveva vinto, infine, le pareva

era nessuno: San Carlo aveva preso tutta la folla

le sete e garze, aveva l'aria di emergere

esse erano dissimiglianti. Laura aveva fatto adornare il suo

occhi bigi e sereni, aveva una freschezza ammirabile. Anna

un po' indietro: Anna aveva preso il primo posto

fulgore di sala che aveva visto tante cose, che

visto tante cose, che aveva racchiuso tante emozioni, e

domandò Anna, che non aveva udito. ¶ - Luigi Caracciolo: quello

esagerata. ¶ Anna non udiva, aveva gli occhi socchiusi. Nel

loro: ma mentre Anna aveva lasciato l'occhialino, deponendolo

calore del teatro vi aveva chiamato. ¶ - Vi sentite male

di cui Stella Martini aveva socchiuso la porta. La

fronte a Laura. Costei aveva continuato a guardare la

limpidi occhi, e non aveva udito nulla del piccolo

soggiunse Stella Martini che aveva ripreso il suo posto

tacita indulgenza del mondo aveva acquistato un diritto di

con la donna che aveva amato, o che lo

amato, o che lo aveva amato; restavano coloro che

a un sorriso che aveva l'espansione di un

Ella era giovane, ella aveva risalita la curva della

come lei, e lei aveva il diritto di amare

notizie mondane che le aveva date: ¶ - Vi è Giustino

Dias restava. ¶ Anna che aveva spalancato gli occhi, aspettando

quarto atto. ¶ Anna non aveva risposto nulla, lei. Adesso

società, si sfioravano. Ella aveva paura di urtare, col

cappello piegato: ella non aveva mai più raccolto il

Cesare Dias non l'aveva graziosamente chiamata Minerva, per

palpitava. Adesso Cesare Dias aveva appoggiato, per un minuto

toccare quello che egli aveva toccato, non osò: d

ma forte, ancora non aveva subìto tutti i dolori

un po' velata? Che aveva? Quale commozione sgorgava da

fatal giorno in cui aveva inteso nel freddo albergo

carrozza: egli tornò subito, aveva incontrato il servitore, la

il ventaglio che egli aveva toccato. E la bella

una risatina breve. Anna aveva spiegato il ventaglio e

certo, dunque, che Anna aveva molto cangiata la sua

sua vita? Ma non aveva ella peccato di troppo

diventare ipocrita chi non aveva mai mentito. Eppure, non

causa segreta e fortissima aveva indotto Anna Acquaviva a

invisibile, lentamente, ogni giorno aveva cancellata una riga dal

infermità fisica in cui aveva ricominciata l'educazione di

una sua pupilla? ¶ Anna aveva l'aria di non

pur volendo mostrare, come aveva, un certo spirito, una

di Anna Acquaviva. Egli aveva inteso dire, così, vagamente

così, vagamente, che ella aveva avuto una grande passione

dopo, una malattia l'aveva messa in pericolo di

che una immensa scossa aveva subìto l'anima, avean

declinava al marzo, ella aveva vinta la morte, eroicamente

bene, di piangere. Così aveva anche ingiunto Antonio Amati

grande medico napoletano, che aveva salvato Anna Acquaviva da

piacesse, senza contrariarla mai. Aveva perduto il sangue da

vivacissimo, di temperamento ardente, aveva abbruciata la sua esistenza

e bene. ¶ Cesare Dias aveva compito il suo ufficio

Tutore, lui, che non aveva voluto aver famiglia, che

Tutore, Cesare Dias, che aveva accomodato così bene la

padre! Cesare Dias l'aveva presa sospirando, questa tegola

per quest'uomo che aveva forse sofferto e che

forse sofferto e che aveva forse ragione di avvilire

di Francesco Acquaviva, che aveva gittato via la sua

dalla sua casa, che aveva abbandonato la sua famiglia

di Cesare Dias che aveva delle idee fisse e

tanti volontari dolori egli aveva disseminati intorno, senza portarne

un'anima di bronzo. Aveva dunque mancato alla sua

morto padre, Francesco Acquaviva, aveva avuto fede nella sua

carattere sempre vibrante gli aveva ispirato il disdegno delle

riconosceva che Anna non aveva trovato in casa il

giorno in cui egli aveva ricondotta la creatura smarrita

arrivava dal circolo, dove aveva pranzato, andava a una

dove andasse: quando lo aveva salutato, ella ritornava in

tre volte essa li aveva guardati, con una espressione

due persone, che ella aveva voluto abbandonare per lui

ai due esseri che aveva così crudelmente obliati, nei

fidente, e che ella aveva ingannata così dolorosamente; sì

Anna Acquaviva: poichè ella aveva avuto torto e gli

sovra tutto perchè egli aveva l'aria così sicura

sua anima fatta fragile, aveva bisogno come le leggere

rammentava la follia che aveva macchiata la sua coscienza

Acquaviva, incapace di dominarsi, aveva nei buoni occhi amorosi

medico, Antonio Amati, li aveva proibiti. Le due donne

tepori della primavera; le aveva attese con impaziente malinconia

Cesare Dias, poichè lo aveva sempre ritenuto un cuore

si perde. Cesare Dias aveva ragione. ¶ - È vero - ella

raffinato, era colui che aveva bevuto a tutte le

intorno: una paurosa confusione aveva sconvolto ogni principio suo

novella aspirazione di rigenerazione. Aveva dentro il cuore tutta

sentiva che quel che aveva detto Cesare Dias, assai

non sapeva più niente, aveva perduto la sua stella

colui che ve l'aveva immersa, le ispirava nel

quale indefinita ammirazione. Egli aveva vinto le burrasche, era

temporale, nella disperazione, egli aveva gittato alle onde furiose

zavorra: forse, senza salvarle, aveva veduto perire le sue

Ma colui che lo aveva sciolto tanto fortunatamente, senza

esitazioni, colui che, se aveva errato, aveva nascosto i

che, se aveva errato, aveva nascosto i suoi errori

i suoi errori o aveva saputo sfruttarli, colui che

capo della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata

fredda notte d'inverno aveva avvolto le cose e

delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi e

la stanza: Anna non aveva freddo. Da che il

l'ora, poichè non aveva prestato orecchio all'orologio

l'aspettava febbrilmente, l'aveva lasciata fuggire. Ma fiocamente

vede - pensò, tremando. ¶ Ma aveva anche preparato un grande

suo abito sparve. Pure, aveva eseguito il miracolo di

accanto al letto: non aveva osato fare un passo

arrivò alla porta che aveva lasciata socchiusa, e passò

paura? ¶ - Perchè Cesare Dias aveva ragione, Anna - concluse lui

della sua disperazione, ella aveva lasciato andare lo sciallo

dell'unica donna che aveva amata, lo struggeva in

disperato coraggio. ¶ - Cesare Dias aveva ragione, Anna mia. Io

proferì verbo. Egli, che aveva detto assai più di

loro cuore! ¶ Giustino non aveva tentato di protestare a

incendio che egli imprudentemente aveva acceso, abbruciava tutto il

egli intese che essa aveva ragione e che bisognava

di rimbalzo che ella aveva in sè, uno dei

Laura era svegliata, Laura aveva visto il suo letto

per non avere noie, aveva lasciato nelle mie mani

di preci. Stella Martini aveva una di quelle facce

vestiva di nero e aveva un aspetto di rassegnata

del suo viso non aveva una goccia di sangue

di andare alla stazione. Aveva compiuto tutto ciò con

lei, Anna Acquaviva, che aveva abbandonato per sempre la

guardando il sentiero che aveva percorso, come se attendesse

di Pompei. Niente ella aveva udito: nè le offerte

l'unico gioiello che aveva portato via: quanto tempo

liberta Nevoleia Tyche, aspettando: aveva le mani in grembo

rumore; e giunta non aveva profferita parola. Ella levò

amore felice, Giustino non aveva vista mai la fanciulla

non voleva pranzare, non aveva fame: dopo, più tardi

si era seduto e aveva nascosta la faccia fra

intendere, e sempre, sempre, aveva la medesima sensazione, la

immediatamente smentita, come egli aveva fatto sempre. ¶ - Tu non

che ormai declinava, ella aveva guardato il paesaggio silenzioso

e fredda, dove non aveva osato entrare prima, vergognandosi

per l'amore non aveva potuto vivere. Sola, nell

da tutti coloro che aveva amati, punita di aver

ne chiedeva. ¶ Colei che aveva peccato nella speranza e

della fantasia, quella che aveva presunto troppo dell'esistenza

dell'uomo, colei che aveva esaltata la creatura effimera

forza. Nulla più sapeva. Aveva piegata la testa, chiusi

Allora l'uomo, che aveva posato il cappello e

sulle sue palpebre chiuse: aveva del piombo sul petto

troppo ardente, troppo precipitoso, aveva così fortemente scosso i

ma Anna Acquaviva vi aveva rimesso tutto il miglior

tutti sapevano che egli aveva rinunciato al suo dolcissimo

per questa passione che aveva ispirata. E queste leggende

alla moda, Anna Dias aveva già un gruppo di

flutti dello strascico. Ella aveva appoggiato un gomito al

il bellissimo giovane le aveva detto che non erano

Cesare Dias, poichè ella aveva nell'assolutismo della passione

come se volesse vegliare. Aveva disfatto il bruno elmo

rispose di sì. Cesare aveva stabilito, seguendo la consuetudine

lo attendesse, la notte. Aveva una chiavettina inglese, bizzarramente

l'orecchio; Cesare le aveva promesso formalmente, sapeva che

vivace fede giovanile, ella aveva orrore di quella malattia

divino. Meridionale, ella non aveva l'abitudine costante, placida

piaceri, in cui egli aveva già perduto la metà

lei che non dormiva, aveva tutta l'ardente evidenza

in quell'accasciamento che aveva seguito la tensione dei

alle dita intrecciate, ella aveva l'aspetto concentrato e

poichè ella affettava ed aveva veramente, in pubblico, una

solitaria dove egli l'aveva freddamente relegata, mentre ella

dalla stanchezza. ¶ E intanto aveva gettato il suo mozzicone

e tutto il vestito aveva le spiegazzature delle notti

accompagnò soltanto, poichè egli aveva bisogno di una ventina

in cui ella lo aveva atteso invano sino all

di fede che le aveva prostrate tutte le forze

freddezza. Sì, Cesare non aveva tardato a riprendere il

qualunque sciocca ragione. Anna aveva teso l'orecchio, afferrando

spiegazione, non rispondendo, poichè aveva una paura orribile di

notte, in cui ella aveva bevuto un calice amarissimo

un calice amarissimo e aveva visto il fondo della

anima, umile ma scorata, aveva inteso bene tutte le

affettata delle persone superiori, aveva avuto l'aria di

dolore, in cui ella aveva fatto miracoli di cortesia

di cortesia; ed ella aveva preso questo perdono, come

punita, della colpa che aveva commesso lui. ¶ Ma in

e non un angelo: aveva perdonato, ma volle anche

divertirsi come volevano. Anna aveva udito queste raccomandazioni, senza

bassi, pallida; Laura le aveva udite con un bizzarro

Anna. Allora, quietamente. Laura aveva raccolto le sue carte

sue carte e le aveva chiuse, a chiave, nel

Nulla che t'interessi - aveva risposto l'altra. ¶ - Come

puoi dire questo? - le aveva replicato, con tenerezza indulgente

nulla mi commuove - Laura aveva soggiunto a occhi bassi

Ma perchè li nascondi? - aveva insistito affettuosamente Anna. ¶ - Così

insistito affettuosamente Anna. ¶ - Così - aveva concluso Laura, levandosi, uscendo

cassetto. ¶ Mai più Anna aveva parlato di ciò che

poco Sorrento, egli che aveva viaggiato tutta l'Europa

un senso di delicatezza, aveva taciuto queste frivole espressioni

brevi frasi incolori. Ella aveva per lui un palese

una ragazza, ma Laura aveva passato i venti anni

di Laura lo insospettiva. Aveva paura sempre, che un

di Laura, e ne aveva una gran paura. ¶ - Quanto

sgorgava dall'anima, poichè aveva bisogno di parlare con

che Luigi Caracciolo l'aveva amata e che l

parlare di Cesare, egli aveva un sogghigno amaro. ¶ - Noi

tornato subito, poichè spesso aveva trascurato la società di

la gran sete che aveva di una più profonda

che Cesare Dias non aveva mai avuto una passione

su cui ella stessa aveva voluto versare un acido

si fermava; ma Laura aveva allora, negli occhi che

ostacoli più insormontabili: ma aveva dei minuti di grande

di quell'uomo che aveva passato i quarant'anni

e dalla vita che aveva fatta, e il cui

il cui cuore non aveva un palpito più rapido

la prima partita, lo aveva fatto accanire alla seconda

le disse che le aveva portati dei doni dalla

o tre volte Cesare aveva domandato: ¶ - E Laura? ¶ - Sta

anche che Laura gli aveva offerto il volto, ed

raffinatezza di spirito, Cesare aveva subito chiesto, in casa

in casa, se Luigi aveva fatto il dover suo

cavalier servente, e Anna aveva voluto troncare, con la

sarcasmo gentile di Cesare, aveva subito narrato che Luigi

subito narrato che Luigi aveva fatto miracoli di fedeltà

la dama, che dice? - aveva domandato Cesare, arricciandosi i

curva elegantissima. ¶ - Spietata, Cesare - aveva risposto Laura, sorridendo a

Nobile dama: ma spietata - aveva ripetuto Cesare. ¶ - Ti piacerebbe

per un uomo che aveva passato i quarant'anni

i quarant'anni, che aveva sciupato la sua vita

trionfante Cesare Dias, che aveva così completamente innamorato quella

grande affascinatore: che egli aveva l'arte suprema di

pietosa simpatia che Anna aveva avuto per lui, svaniva

ubbie, che ella non aveva cessato un minuto di

tenerezza e di cortesia, aveva a poco a poco

abbandono, ma abbandonandola costantemente. Aveva trovato una nuova forma

tormento le cresceva dentro; aveva confusamente il senso di

grave posto di tutore, aveva preso quello più familiare

la via, allontanandosi, ella aveva l'impeto di raggiungerli

libro, di cui non aveva letto una linea; o

al suo braccio, che aveva lo stesso carattere e

per seccarlo, mentre gli aveva così formalmente promesso di

questa nota che egli aveva, andandosene, e il modo

poichè ella, nel silenzio, aveva imparato a leggere nel

salotto, poichè quell'anno aveva avuto freddo prima del

prima del tempo e aveva subito abbandonato il giardino

stracciacarte, un portalibri che aveva sempre seco. ¶ - Buona sera

il doppio giuramento che aveva fatto. Egli era sincero

rimorso dei sospetti. Anna aveva tentato invano di ricorrere

tutti i suoi legami. Aveva cercato del suo confessore

suo marito che non aveva mai commessa una mala

una pace, che Anna aveva perduta per sempre; poichè

tristezza di sua moglie, aveva cercato di scuoterla; e

di suo marito, non aveva voluto dire il suo

irritato, Cesare Dias le aveva dichiarato che egli non

secco dunque? Ti secco? - aveva chiesto Anna, frenando a

il proprio errore, poichè aveva sposato quella folle creatura

suo amore non le aveva dato nessun fastidio. Ma

come Cesare Dias, ella aveva pensato, ella pensava, giammai

bel giovanotto, che le aveva voluto bene, e gliene

in lui. Giammai ella aveva pensato a paragonare Cesare

primavera: giammai, dunque, ella aveva pensato a paragonarlo con

galante. Quando mai ella aveva fatto tal paragone? il

scintillante che Cesare le aveva donato il giorno del

sorriso, quando ella non aveva più la forza di

Durante il pranzo, ella aveva chiesto a Laura se

accompagnarla. ¶ - No, non vengo - aveva risposto Laura, distrattamente. ¶ - E

illegali; ma non gli aveva ella giurato, sulla terrazza

avorio di Anna ne aveva un risalto magnifico. Il

non portava nessun braccialetto: aveva al collo un sol