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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «avevamo»

nautoretestoannoconcordanza
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della ferrovia ormai lo avevamo fatto nostro, ci riguardava
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da quando eravamo partiti avevamo ormai migliaia di verste
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Eravamo bloccati qui, ormai. Avevamo perduto l’orizzonte e
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sparsi sui monti che avevamo cominciato a intravedere verso
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o di capriolo, e avevamo sempre vodka o birra
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Kirkovsk, mentre ancora non avevamo raggiunto nemmeno Irkutsk. ¶ Correvamo
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taiga. ¶ E Irkutsk? L’avevamo già passata, tagliandola fuori
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gelo nel cuore. ¶ Forse avevamo sbagliato villaggio, ma ai
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e al sicuro. Forse avevamo volato per migliaia di
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ai moltissimi villaggi che avevamo visti. Attraversai lo sbarramento
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Era già qualcosa. Non avevamo inseguito un miraggio. Era
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la nostra speranza. Non avevamo ancora nemmeno un tetto
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stato. Anche a Ekaterinburg avevamo abitato in una casa
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Sia io che Bastiano avevamo fatto i boscaioli, in
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la storia di come avevamo cambiato mestiere ogni volta
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contrario di lui, non avevamo personalità rilevanti, e riuscivamo
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contrario di noi, che avevamo fatto diversi mestieri, lui
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di là del Bajkal, avevamo un po’ perduto anche
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maomettani. ¶ Eppure di Dio avevamo un bisogno profondo. Anch
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vicende e ci proteggeva. Avevamo bisogno di sapere che
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saluto a quelli che avevamo conosciuti, ma anche agli
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altri, le cui fisionomie avevamo ormai conquistate e fissate
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e del tempo le avevamo nel sangue. Guardavamo i
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o altri visitatori le avevamo regalato in quantità. Marco
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e dall’abitudine che avevamo fin da ragazzi di
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simili a quelle che avevamo al cantiere, dove vivevano
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esuli e dispersi. Non avevamo neppure il conforto di
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di linguaggi. Anche noi avevamo al cantiere soldati armati
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affinità. Tutti e due avevamo un compito e una
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con quella ferrovia che avevamo contribuito a costruire. Dovetti
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a un comandamento misterioso. Avevamo un dovere che assorbiva
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e i nostri segoni. Avevamo disboscato verste e verste
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né i compagni ne avevamo mai visto uno, ma
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edificio dello stato russo? Avevamo scarsissime informazioni, ma sentivamo
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che si sciogliesse. Non avevamo da fare se non
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indecifrabile per quello che avevamo fatto. Per strano che
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d’inverno, in cui avevamo anche troppo tempo per
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li allevassimo per mestiere. Avevamo conoscenza di cercar pretesti
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serviva alla nostra esistenza. Avevamo bisogno di alimentarla dentro
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nostre canzoni, che finora avevamo lasciato dormire dentro di
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veniva fatto bene perché avevamo la testa da un
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sulla schiena adesso che avevamo ormai costretto il nostro
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fosse mai stato. L’avevamo rimosso dentro di noi
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cuore e dalla memoria. Avevamo rimediato lo strappo, ricucito
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uguali, e quando li avevamo alle nostre spalle si
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cento incidenti avvenuti lontano avevamo sentito parlare, e perché
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Ma ora che l’avevamo vista in faccia, che
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in faccia, che l’avevamo toccata con mano, ci
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inaridita del tutto, perché avevamo le prove che nella
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era forse venuto quando avevamo cominciato quello di pali
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organizzati contro il freddo. Avevamo i colbacchi, i giubbotti
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e per orientarci non avevamo che l’accentuarsi del
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parte del nord. Non avevamo neppure una bussola. L
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nati e non l’avevamo nel sangue come la
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era la morte, che avevamo soltanto sfiorato. La taiga
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ma soltanto dei binari. Avevamo rischiato la morte bianca
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strano, noi non lo avevamo saputo, benché nel villaggio
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nostro cantiere, e perché avevamo l’intuizione corposa e
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nostre esperienze, perché l’avevamo costruita. Tutti tenevamo appuntati
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saputo che noi ci avevamo lavorato; al massimo si
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eravamo già incontrati e avevamo già parlato con loro
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l’elmo alle ortiche. Avevamo tenuto duro, ed eravamo
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terra. Stagioni e stagioni avevamo consumato in quel lavoro
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in quel lavoro, e avevamo buttato mesi e anni
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reale, alla quale noi avevamo lavorato, noi, uomini vivi
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colera, colera senz’altro! Avevamo bevuto l’acqua del
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ricordammo di come l’avevamo vista ballare nella festa
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fermati lì, e non avevamo approfittato del treno per
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cerimonia alla stazione dove avevamo passato la notte subito