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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «avevano»

nautoretestoannoconcordanza
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di celeste, quella notte avevano rimesso in giallo, ma
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l’abisso, le paranze avevano riacceso i fanali in
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sei te?! ¶ — Sì! ¶ — T’avevano dato disperso! ¶ — Quanti morti
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passati tanti e lo avevano adeguato al mattonato. Guardò
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d’aprile, le labbra avevano il colore e il
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quartato dei fratelli lo avevano mandato ad un mestiere
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mani artigliate i quali avevano aperto un forno di
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carpita dai pasticceri che avevano gli occhi e l
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singhiozzi delle madri che avevano i figli. La signora
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famiglie. Molti prevenuti ci avevano inciso il loro nome
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fondo al giardino l’avevano trasformata in Carbonaia, su
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secoli il Redentore ci avevano messo il busto del
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di chiedoni i quali avevano su tutto il viso
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tutti caluginosi, i capelli avevano del colore delle penne
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le lavasse. ¶ Quelli che avevano le mogli inferme andavano
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questo i gesuiti gli avevano somministrato del tossico. — Guardatemi
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sanguinolenti, i medesimi che avevano martoriato la fronte a
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dalle antiche società segrete avevano abbracciato l’idea redentrice
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tempo era cieco. L’avevano condotto costì dal fiorentino
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polsi esangui, cerei, scarniti, avevano i risegoli violetti delle
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piedi. ¶ Le amarezze non avevano distrutto su quel volto
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natìo. I catecumeni l’avevano invocato tante volte, ma
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tutti gli antesignani che avevano battuto al Casone, l
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autorità del calzolaio, quando avevano necessità di scarpe, o
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Etievant, Henri, Pallas, Ravachol avevano salito il patibolo cantando
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morene e delfini gli avevano allumachito il corpo, il
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gli era caduta. Gliela avevano data i padri missionari
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tavolo sereni. I tre avevano pregato tanto che i
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esse si vedeva che avevano pianto tanto, gli occhi
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i cui abiti non avevano più il primo pezzo
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locomotive. Gli uomini, che avevano urlato per tutto il
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enormi e gonfi che avevano poltigliato nei solchi e
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alla panchina, i marinai avevano spalancato i boccaporti simili
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caraffa di vino, essi avevano acceso le loro pipe
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estreme. Minacciati dal tempo avevano tolto gli ormeggi in
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estreme dell’Alaska. Tutti avevano circonnavigato l’America, l
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diressero alla taverna. Essi avevano ancora negli occhi abbacinati
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quelle contrade gli uomini avevano i visi immobili e
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canto, quelli sul pavimento avevano fatto presa con una
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le femmine le quali avevano tante cose da dire
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articolazioni. I libri l’avevano come vuotata: — Oh Signore
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abiti, ch’egli indossava, avevano atteso l’uomo per
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Tarmito. Anche le marionette avevano passato il mare e
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serpenti infiorati. Quelle che avevano avvinghiato e seccato, nelle
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smeraldo, marmorizzati di giallo, avevano la fissità, pacata e
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la ricciaia dei capelli avevano contesta di prunaie, gli
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nero e in capo avevano un guscio di cocco
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corpulenti, ambedue i sessi avevano il viso piatto e
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erano sicuramente quelli che avevano dimembrato il corpo di
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imprese guerresche. Quando non avevano coltelli di ferro li
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in quei luoghi, non avevano mai veduto uscire un
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insaziabilmente. Quelli che ne avevano ingozzata di soverchio la
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fiore. Le querce nere avevano la cortice rotta di
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bocca ridesse. Quelli che avevano avuto l’ardire di
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e a loro, che avevano l’occhio più vivo
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i ragazzi che lo avevano destato quel giorno memorabile
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arteria recisa. Coloro che avevano udito e veggenza erano
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venduti. Anche i ragazzi avevano fatto i loro fagotti
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colonna, gli anni lo avevano scorciato, di lui era
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Da ragazzo al Tarmito avevano narrato che le bestie
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l’umidore, gli eventi avevano appesantito l’ossa del
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di nero parallelo, tutte avevano un labbro tumefatto d
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la vertigine dell’abisso, avevano trovato uno sfocio: guerra
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davanti agli occhi attoniti avevano la stalla, i buoi
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in acqua e l’avevano presa con gli incerati
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giovani di vent’anni, avevano preso le armi che
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palesava le gambe che avevano retto sulla coverta quando
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mento stretti dal soggolo, avevano la pesantezza della pietra
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XXX. ¶ Quelli che non avevano capito camminavano sulla sassaia
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sogni che i morti avevano tenuti caldi col loro
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dei cani. ¶ — Qui non avevano mai sparato. ¶ — Siamo defilati
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del viso. Quelle che avevano il capo ravvolto in
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labbra dissanguate. Le camicie avevano imbucatate e le mani
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sventrati dalle lame diacce avevano aggrovigliati all’otre muscelli
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di schegge, i soldati avevano svernato. ¶ Il ritrecino spolverava
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vuoto. ¶ Di là essi avevano lasciato la fame, di
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la fame, di là avevano lasciato il flagello. ¶ Compagni
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timore d’essere saccheggiati avevano ingoiato delle monete, le
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l’inverno, l’acque avevano impolpato la terra. Quando
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tutto l’inverno li avevano tenuti afflosciati sulle ganasce
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potenti, le zampe che avevano bozzigliato alle pile lustravano
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di recente, le mura avevano il nero che lasciano
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illeggibili, l’erbe alte avevano nascosto tutte le croci
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anici. ¶ La Sussistenza l’avevano spersa nei campi. ¶ Il
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viso e le mani avevano mézzi di sinopia. ¶ Le
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prende. ¶ Una scrofa l’avevano legata per il collo
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di bue che gli avevano dato per giunta. ¶ Il
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gelata il vino che avevano bevuto. Ed essi, videro
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faccia infiammata le ci avevano fatto un impacco di
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L’anche potenti, essi avevano coronate di bombe manicate