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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «avevo»

nautoretestoannoconcordanza
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le spalle a Gaminella avevo di fronte la collina
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sparse erano come li avevo veduti giorno per giorno
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che prima di partire avevo trovato una pentola d
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Te ne conto una. Avevo un musicante, Arboreto, che
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III. ¶ Di Nuto musicante avevo avuto notizie fresche addirittura
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pensavo a tornare, quando avevo mollato la squadra ferrovieri
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colline sotto il sole avevo detto: «Sono a casa
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ultima costa, e ne avevo abbastanza. Allora cominciai a
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sul ponte di Canelli avevo visto un’automobile investire
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ricordassi che adesso l’avevo raggiunto e che avevamo
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dal manico… ¶ – Io non avevo che una pialla e
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sulle colline? ¶ Non gliel’avevo mai chiesto. Sapevo di
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Sapevo molte cose, gliele avevo chieste, ma non se
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andavamo nella riva, – gli avevo detto, – cos’avresti risposto
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mi ricordai quante volte avevo avuto i geloni, le
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pianta. Voltandomi a parlare, avevo visto sopra le viti
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caso da Gaminella e avevo voluto rivedere la campagna
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lo sapevo ancora, eppure avevo sempre l’occhio alla
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veder terre; dunque, se avevo un momento… Di nuovo
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del ponte. Qui ci avevo giocato anch’io con
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al ponte, perché gli avevo regalato degli ami e
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ragazzotto lungo e svelto. Avevo visto Cinto corrergli dietro
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che nel mondo ne avevo sentite di storie, ma
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e le volte che avevo creduto di essermi fatta
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piantare un giardino. L’avevo creduto, e mi ero
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il figlio non l’avevo, la moglie non parliamone
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di vedere qualcosa che avevo già visto? Vedere dei
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piacevano cosí, come le avevo sempre viste: vecchie dalle
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Qui Nuto diceva che avevo torto, che dovevo ribellarmi
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quella vita senza sfogo. ¶ Avevo saputo anche la fine
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ai tempi della Mora avevo fatto tante volte. Passai
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chi sa dove. L’avevo percorsa, cominciando da Gaminella
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era già la guerra – avevo passato una notte che
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confine piú vicino e avevo visto a Fresno abbastanza
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camioncino in aperta campagna. Avevo calcolato di arrivare alla
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niente da fare, non avevo bobine di ricambio. ¶ Allora
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tutto il giorno non avevo incrociato che due macchine
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ero sulla strada statale, avevo voluto attraversare la contea
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all’indomani. Fortuna che avevo qualche coperta per avvolgermi
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un palo telegrafico e avevo ascoltato il ronzío della
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ricordai che verso sera avevo superato un carretto di
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o su di là. Avevo visto i piedi magri
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il collo, tirava. Passandoli avevo pensato che quei tapini
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sospiri, ombre di voci. Avevo bevuto abbastanza da non
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fanale. Lí per lí avevo sperato che fosse una
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l’aria, schiaffeggiandomi. L’avevo tanto aspettato, ma quando
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dal paese al Salto, avevo rimuginato queste cose ma
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brusco se non ne avevo abbastanza, che cosa ci
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alberetti, stradine che non avevo mai visto. Un giorno
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e stranito. Non l’avevo mai vista di lassú
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voglia che un tempo avevo avuto in corpo (un
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Ero tornato, ero sbucato, avevo fatto fortuna – dormivo all
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la Mora come l’avevo conosciuta il primo inverno
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a giornata alla Mora. Avevo tredici anni ma qualcosa
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e tante facce. Non avevo mai visto prima lavorare
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sotto le stelle. Adesso avevo una giacca che mi
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che potevo fermarmi perché avevo qualche commissione da fare
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bastò quel poco che avevo sentito da Nuto, e
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Nuto mi disse che avevo un bel fegato a
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questo mondo. Non ci avevo mai pensato prima. E
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venne un momento, quando avevo già sedici diciassette anni
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già piú sveglio, ne avevo sentite tante, e sapevo
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sforzo. Per mio conto avevo imparato a innestare, e
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che Padrino non l’avevo piú visto, e chiesi
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un temporale. ¶ Adesso che avevo i primi soldi, mi
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il coltello che gli avevo promesso. Mi dissero che
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per la piazza. Non avevo camminato cosí, non ero
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io, ma quante volte avevo visto passare le carrette
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e a me, che avevo soltanto degli zoccoli, avevano
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piú rabbia e paura, avevo voglia di piangere. Mi
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ufficiali di Nizza che avevo già visto una volta
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ne andarono, e adesso avevo una soddisfazione. «Anche loro
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delle bestie, e cosí avevo conosciuto l’elefante, il
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Cosa ne fai? – gli avevo detto, – non comprate già
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Genova dov’ero soldato, avevo trovato una ragazza che
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dicevo. Proprio per questo avevo fatto l’attendente, per
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mi chiedeva se non avevo una ragazza che mi
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Eppure gli altri, – le avevo spiegato, – si fermano a
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ci pensavo soltanto quando avevo in braccio una donna
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mezzo ai filari, ne avevo sentite dir tante su
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fiori del Nido ne avevo visti l’anno prima
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melighe, i prati. Io avevo allora sedici anni, e
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verso Canelli e li avevo intravisti in mezzo alle
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ne fosse uno vescovo. Avevo sentito raccontare che ormai
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un garzone e non avevo diciott’anni, magari Silvia
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diverse volte se non avevo piú visto nessuno. Lui
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ricordavano di cose che avevo fatto e avevo detto
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che avevo fatto e avevo detto, di scherzi, di
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botte, di storie che avevo dimenticato. – E Bianchetta? – mi
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la voglia, dopo che avevo passata la Bormida, di
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gli altri… ¶ Non gliel’avevo mai raccontata per non
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Genova quell’inverno ci avevo creduto e quante notti
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entrare e allora le avevo detto che lei continuasse
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cercava ancora, ma io avevo il coltello e allora
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sono scappati, ma io avevo il coltello… È bruciato
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servitore. Ma quel giorno avevo fretta e stavo sulle
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che io ancora non avevo ben capito che non
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e frustava da matto. Avevo vicino il Bizzarro che
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rideva. Mi chiesero se avevo anch’io la mia
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delle stelle, senza saperlo avevo già cominciato i miei
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bricchi alla festa, come avevo fatto io con le
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che sembrano di montagna – avevo sempre saputo che si
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suoni sempre?… Oh Nuto, avevo paura che fossi anche