Massimo Carlotto, La verità dell'Alligatore, 1995

e una faccia che avevo già visto da qualche

dall’altra. Semplicemente non avevo nulla da dire. ¶ In

semplicemente aiutarlo». ¶ Ma certo, avevo ben presente la vicenda

d’Assise. ¶ Anch’io avevo sempre sospettato che fosse

po’ prima delle sei. Avevo giusto un’ora di

conato di vomito. Non avevo mai sentito nulla di

che succedeva fuori. ¶ Non avevo ancora trovato il cadavere

da vicino ma non avevo mai provato un simile

compagnia di un cadavere. Avevo superato tutti i limiti

di saluti dalla Svizzera, avevo dovuto aspettare oltre un

lungo. ¶ Con la sorveglianza avevo sempre giocato pulito proprio

parte dei detenuti che avevo conosciuto. Ma l’eccezione

Rientrai alle quattro. Non avevo sonno, così cominciai a

Spagna clandestinamente. ¶ Naturalmente l’avevo conosciuto dietro le sbarre

amici dopo che l’avevo aiutato a uscire da

Con le dovute cautele avevo avvicinato il capo dei

hai fatto arrabbiare. Ti avevo detto che è pazzo

poi un vero duro. ¶ Avevo visto giusto: Magagnin era

sesto». ¶ Su questo non avevo dubbi. Ci era già

se i soldi che avevo trovato lo avrebbero inchiodato

un orecchio quello che avevo trovato. ¶ Guardai Magagnin. Un

pubblicò la notizia che avevo ottenuto la semilibertà e

da giudice non l’avevo mai sentita». ¶ «Te la

mi lavava la roba. Avevo ancora undici mesi prima

e fino ad allora avevo deciso che mi andava

di questa storia ne avevo abbastanza; non vedevo l

in base ai quali avevo stabilito che l’orologio

raccontai velocemente quello che avevo ¶ scoperto. ¶ «È certo di

gesto meccanico: non ne avevo infatti più bisogno perché

posizione del cadavere quando avevo fatto la telefonata anonima

nella stessa stanza dove avevo rinvenuto il cadavere di

di me l’euforia. Avevo una gran voglia di

bocca, una cerniera dorata. Avevo l’impressione che nonostante

quello che leggevo. ¶ Forse avevo fatto centro. ¶ Erano tutte

È vero. Peccato, ci avevo pensato una buona mezz

mia vita io l’avevo già incontrato ma mi

la caccia. Te l’avevo detto...». ¶ «Non sanno nemmeno

nesso con quello che avevo scoperto fino ad allora

offesa per quanto le avevo detto nel corso del

potevo prometterle niente. Non avevo elementi sufficienti per decidere

nulla da fare... glielo avevo detto Buratti, che con

la bottiglia di calvados. Avevo bisogno di riflettere. Mi

non ero armato. Non avevo mai tenuto una pistola

la stessa polaroid che avevo mostrato a Giusy Testa

personalmente. In quel periodo avevo troppo lavoro. L’affidai

la faccenda piuttosto delicata, avevo bisogno di un consiglio

concorrenti, per fare carriera avevo bisogno di appoggi. Sartori

essere resi inoffensivi... non avevo altra scelta, lo capite

non potevo lasciarmi andare, avevo un piano da seguire

da formaggio, quello che avevo sottratto proprio dalla sua

sul suo precedente comportamento avevo previsto che sarebbe stato

a controllare la casa. Avevo paura e non trovavo

importante». ¶ In realtà non avevo nessuna voglia di riascoltare

di calvados. E poi avevo ottenuto quello che volevo

Fino ad allora non avevo mai patrocinato in Corte

dirmi che non ti avevo avvertito. Da questo momento

L’altro non l’avevo mai visto, aveva un

prevedibile, anche qui non avevo trovato nulla di utile

assolutamente trovare una risposta. ¶ Avevo sperato che il giornalista

e gli raccontai quanto avevo saputo da Galderisi, rendendolo

ultima volta che l’avevo visto. Sui cinquant’anni

lucido. Mi domandò se avevo notizie della madre e

la segretaria con cui avevo già recitato la parte

l’espediente ma non avevo altro mezzo...». ¶ «Allora non

Cabiddu». ¶ «Bene Alberto Cabiddu, avevo appena due mesi quando

quantomeno ha buon gusto». ¶ Avevo seguito con poca attenzione

ora. Riaprendo gli occhi, avevo trovato Beniamino, vigile accanto

a studio di registrazione. ¶ Avevo omesso di dire al

dei grandi sorrisi. ¶ L’avevo conosciuta quando mi esibivo

fosse l’infermiere. Gli avevo chiesto di farmi una