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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Volponi, Corporale, 1974

concordanze di «avevo»

nautoretestoannoconcordanza
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1974
spiaggia; il contatto che avevo con lui attraverso la
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mi ero appena fermato. Avevo lo sportello aperto verso
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a sentir bene se avevo bisogno di orinare: mi
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prima volta che ne avevo visto uno da vicino
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pulcini e siepi. Io avevo sete perché avevo posseduto
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Io avevo sete perché avevo posseduto tutta la notte
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nel pomeriggio, dopo che avevo mandato i bambini a
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poco adatta: ma non avevo la sua fiducia e
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posto, anche se io avevo affittato una casa con
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giorni, anche perché l’avevo in mente e cosí
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mio addome e che avevo dietro un grosso buco
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e sulla mano che avevo scoperta: mi rinsanguò, riuní
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di viaggi a Berlino. Avevo la tua lettera in
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accanto alle mie mani. Avevo scelto e già possedevo
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prova, che questa volta avevo cercato, che non avevo
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avevo cercato, che non avevo provocato come sempre metà
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il garofano, mentre io avevo detto sempre la viola
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ultimo della novità che avevo conosciuto quella mattina, e
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che le aveva seguite avevo cominciato a scrivere una
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una scoperta perché l’avevo dimenticata, e mi lanciò
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una frenesia che non avevo mai conosciuto in loro
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desiderio prendesse anche loro: avevo con loro un altro
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aveva visto come io avevo accomodato intorno a una
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un sapore, uno che avevo già sentito, che passò
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durante il quale io avevo vent’anni e mi
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sbagliare e di perderla. Avevo nostalgia di una figura
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sono andato via perché avevo un’altra paura. ¶ – Non
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vita altrui. Ma davanti avevo il corpo di quella
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come un manifesto produttivistico. Avevo voglia di domandare al
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che era sicuro. L’avevo ferito mortalmente dalla astronave
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fece schifo aiutarlo perché avevo capito la sua bontà
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equilibrista mediocre. ¶ E non avevo nessuna voglia di verificare
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intimo e fertile, che avevo frequentato, del quale non
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a passare il tempo. Avevo stabilito un ritmo: ogni
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mai detto che quando avevo sei anni ero in
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tele monacali. ¶ Altro fatto: avevo quella sera un paio
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mocassino. ¶ Altro fatto: non avevo voglia di tornare a
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letto matrimoniale. ¶ Altro fatto: avevo un senso di soffocamento
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Lam-Lam». ¶ Quella sera avevo guardato le mie scarpe
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andare a bere, ché avevo molta sete e come
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giro e tutto l’avevo già visto, riga per
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stesso a guardare, perché avevo bisogno di verificare e
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Ivana, quando già l’avevo riconosciuta dalla ruota della
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con le mani non avevo incontrato niente di estraneo
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dove mi avrebbe colpito; avevo quattordici anni ed ero
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pensare, anche perché non avevo tutta la felicità e
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distrarmi: lungo la strada avevo visto tre sezioni del
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e contento di me: avevo tutto insieme con gli
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sto cercando da capo. ¶ Avevo deciso di fare un
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mente una lettura che avevo fatto anni fa di
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Per un certo periodo avevo chiamato Malthus ogni borghesotto
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di cemento, e non avevo paura di stringerli troppo
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e dal vento, e avevo dolore a muovere le
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macchinetta del caffè che avevo preparato prima di andare
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fermò gli dissi che avevo dei parenti in mare
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punto dal quale come avevo loro indicato dovevano essere
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canneto minuscolo lo coprivano. Avevo paura di guardarlo e
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della mia coscienza. Non avevo capito la lettera di
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giornata che io non avevo piú da tempo. Predicavo
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mezzo alla tempesta non avevo capito che dovevo morire
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polacchi dell’VIII armata. Avevo saputo come arrivarci, sempre
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sicure, alcune mosche che avevo trovate sulla porta di
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da una ansia che avevo voluto motivare con il
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piaciuti a Milano. ¶ – L’avevo saputo a Rimini, dal
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e della quale non avevo nessuna indicazione? Costa e
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ma già a metà avevo capito che tra le
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in vita mia non avevo paura di un cane
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storto e io ne avevo paura, in piedi, e
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moto. La casa che avevo lasciato si chiamava Ca
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del comune di Pietrarubbia. Avevo l’impressione di navigare
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trapassavo. E pensare che avevo risposto ad Overath precipitosamente
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L’asciugamano intanto l’avevo steso sul cuscino e
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i quadri perché li avevo già nascosti, come ora
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dicendogli di venire che avevo trovato il quadro e
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e a questo punto avevo bisogno di Overath. ¶ Occorreva
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l’hai mai scritto. ¶ – Avevo solo dei pezzi, delle
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recitando. ¶ – Sí, – gli risposi. Avevo paura che Overath volesse
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perché dieci anni fa avevo fatto il programma di
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soda, per piacere. ¶ Io avevo già visto l’avvocato
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fedeltà per me stesso. ¶ Avevo bisogno di lentezza, che
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diversa da quelle che avevo intorno, silenzio o brusio
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quest’altra prova. Non avevo mai visto l’assassino
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assassino in piedi, ma avevo sempre capito che doveva
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sulle panchine. E poi avevo sempre vagheggiato una mutilazione
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sempre vagheggiato una mutilazione, avevo sempre amato gli uomini
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sorriso, a me che avevo sempre guardato a quello
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paterno di Stalin, che avevo santificato nel suo busto
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rispondere sulla libertà. L’avevo scritto, in passato e
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in passato e l’avevo sempre custodita come una
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passo da ciò che avevo sempre cercato e adesso
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Da quanto tempo l’avevo capito? Mi veniva il
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piccolo poeta, per anni avevo visto le mie mani
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immortalità di certe anime. Avevo messo le mani su
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come quei due che avevo appena lasciato. ¶ La bianca
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piante basse «piante-nane, – avevo detto in fabbrica, – da
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cercare di attirarne altra. Avevo un amico e non
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della sua «confezione mortuaria». ¶ – Avevo una padrona che mi
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guardare il titolo che avevo disegnato con la matita
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tasti in disordine. Quando avevo tentato di farlo in
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l’ultima volta che avevo incontrato il marchese. Lei
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che una speranza. Io avevo un progetto: non l
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della porta, che non avevo mai visto. Non mi
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le spalle alla porta. Avevo davanti dei grandi vasi
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correnti e di morsi. Avevo chiara la coscienza che
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est. ¶ Uscito dalla scuola avevo mezz’ora di tempo
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abitava al numero che avevo preso di via Raffaello
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amico di Candido. ¶ – Sí. Avevo litigato qui dentro con
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troppo bassa e perché avevo il petto sproporzionato per
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se no perché ci avevo i denti troppo piccoli
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dentro i lenzuoli e avevo spento la luce. Candido
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fedelmente, nel suo fodero. Avevo notato la bocca di
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a casa che tutto avevo nelle mani e sulle
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lavorazione del dolore. Adesso avevo trovato la giusta cottura
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il mio panettone l’avevo invitata ma anche per
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dissi con durezza, perché avevo riconosciuto di chi era
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all’angoscia: anche se avevo deciso di abbandonare questa
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da mangiare, – disse. ¶ Io avevo in macchina dei biscotti
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trionfi, che in passato avevo dovuto trascurare se non
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Non mi distrassi perché avevo la nuca e anche
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Avvicinandomi a quella porta avevo un’impressione di insicurezza
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con convinzione: perché le avevo chiesto il suo parere
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e di perla, che avevo ripreso ad Ivana e
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ad Ivana e che avevo ritenuto, durante gli ultimi
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ala che mi scuoteva. ¶ Avevo visto il posto solo
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era malata come io avevo capito; ma io ero
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solo il timore che avevo di rivestirmene; una volta
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esserlo senza scontrosità: non avevo bisogno di distrarmi o
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teresina di militari. Io avevo dovuto fare la mia
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dal luogo in cui avevo stabilito di lasciare l
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di riconoscerlo e non avevo pena davanti al suo
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un centinaio di metri, avevo davanti il lato lungo
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queste cose appena le avevo viste cadevano o si
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anima e manovrare. Ne avevo un gusto esaltante di
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letto ciò che le avevo portato da cena e
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svegliai all’alba come avevo deciso, aiutato dalla luce
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per la mia strada… ¶ Avevo deciso d’andare dal
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non farle capire che avevo spogliato e guardato il
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la tavoletta sulla quale avevo appoggiato un asciugamano per
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ringrazio ugualmente di tutto. ¶ Avevo perfino una punta di
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primo momento che vi avevo passato, per il suo
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magico un pensiero che avevo sulla forza autonoma del
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Disse «poesia» come mai avevo sentito e capito che
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posto sotto la rupe. Avevo bisogno della sua testimonianza
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battere all’altezza che avevo in mente come giusta
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e che ancora non avevo pronto un programma preciso
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la sua testimonianza l’avevo ormai raccolta, convenzionale anche
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in qualche modo perché avevo lezione alla terza ora
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frase che tante volte avevo sentito: la natura è
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filo di voce, che avevo ragione e chiudere per
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nella posizione rigida che avevo assunto, tanto piú che
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siepe accanto che prima avevo tralasciato, la malignità del
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ogni altro poggio intorno: avevo l’impressione che nascondesse
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vecchina piccina piccina… – Però avevo troppa voglia di scrivere
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della sua destinazione. Non avevo nessuna paura e l
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pudore, che io l’avevo sorpresa con una lettera
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pomodoro pomodoro. ¶ Infatti, come avevo calcolato lo stupido snackbarista
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che per fortuna gli avevo cacciato le dita negli
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come temevo e come avevo sempre temuto, sopportavo, racimolando
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che fino allora non avevo visto, alle mie spalle
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per tornare a Urbino avevo ogni tanto dei capogiri
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giorni e che non avevo ancora voluto individuare. Fui
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i miei nuovi fratelli». ¶ Avevo con me altro materiale
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sino alla melodia. Allora avevo un po’ di rimorso
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su nel lavoro che avevo compiuto: nei grandi effetti
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borsetta che non le avevo mai visto appoggiata sulla
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mi domandò il fazzoletto. Avevo paura di bruciare in
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cercare Imelde alla quale avevo comandato di rimanere a
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mentre io non ne avevo mai conosciuto l’esistenza
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arrivasse dopo che io avevo comprato il bastone animato
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ricordo che quella sera avevo guardato le tracce proprio
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confronto che poi non avevo voluto dichiarare in quel
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il mio animo smisurato. Avevo visto bene che le
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sulla spiaggia bagnata: quando avevo cercato di allargarle e
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un mio piccolo capogiro… avevo invece fottuto troppo l
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mano in tasca dove avevo messo tre fazzoletti bianchi
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turchine nell’ordine che avevo trovato, ho incontrato Cantarose
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ed alla zeta. Non avevo voglia di rivedere don
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monte delle vigne l’avevo sotto di me. Agitai
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davanti all’ospedale. L’avevo previsto, disposto quasi fossi
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corpo aveva deciso, ne avevo una soddisfazione concreta. ¶ Continuai
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gremito di spettatori che avevo sempre addosso: liquefatti loro
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sulla sua specchiera, che avevo potuto ricomprare e che
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potuto ricomprare e che avevo sistemata sopra l’unico
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sua stessa presenza come avevo sperato, sempre sperato, avrei
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infante. Ero sereno. Non avevo certo una furia omicida
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che io non glielo avevo sottratto tutto e che
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di smeraldo. ¶ In bocca avevo un gas amaro, che
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del cartaginese (dove l’avevo visto?): tirato fuori con
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la consapevolezza che non avevo mai alzate le tende
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ancora quasi due ore. Avevo tempo di prepararmi, tanto
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accidente, sia perché non avevo voglia di riprendere gli
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supplementare che potesse soccorrermi. Avevo il bigliardo davanti, che
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un progetto. Un diario, – avevo bisogno anche per me
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posizione che non gli avevo mai notato. Vide il
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offrirmene, giacché io non avevo voluto essere servito. ¶ Girava
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avrei potuto accettare meglio. ¶ Avevo sempre ritenuto che Overath
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cercare una benda, come avevo io quando l’avevo
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avevo io quando l’avevo incontrato la prima volta
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ritorna diminuita e deformata». ¶ Avevo molta sete. Sete di
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spalle in cui l’avevo lasciato. L’angolo intenso
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sbagliato ma ce l’avevo. È Urbino che vi
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prendere anche me. Io avevo un progetto e l
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per sempre. Come ti avevo promesso ti spedisco la