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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, La tristezza ha il sonno leggero, 2016

concordanze di «avevo»

nautoretestoannoconcordanza
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allo schermo. L’indomani avevo un appuntamento importante in
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altro.» ¶ Ma io non avevo la forza di parlare
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forza di parlare, non avevo il coraggio di scegliere
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capire che di tutto avevo bisogno, fuorché di un
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fa venire i brividi. Avevo quindici anni, parecchi brufoli
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masturbavo con assiduità, non avevo mai incrociato lo sguardo
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a mio padre non avevo il coraggio di aprire
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io l’esempio lo avevo davanti a me ogni
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però non ride come avevo immaginato, ma si rifugia
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più che maggiorenne e avevo ben altro di cui
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di allora, Giulia, che, avevo scoperto, amava amare più
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da me?» dissi. ¶ «Nulla, avevo bisogno del tuo odore
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per farmi assumere. Così avevo conosciuto Matilde, giovane manager
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farsene una ragione» le avevo detto una sera, dopo
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ben vedere, già allora avevo capito che ci si
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anni Ottanta. Era domenica, avevo suppergiù sette anni e
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Annuii di nuovo. Non avevo il coraggio di parlare
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con occhi inespressivi. ¶ «Allora?» ¶ Avevo quasi riacquistato la parola
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Mi renderesti felice». ¶ Non avevo mai conosciuto una come
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tavolo sulla terrazza. Non avevo mai visto mia madre
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perché non ce l’avevo ancora. ¶ «Mi piace molto
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socchiusi gli occhi. Non avevo mai conosciuto un’orfana
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odiare una persona? Non avevo ben capito cosa fosse
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nutriva per mamma. Non avevo pensieri che per quella
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fiero di me stesso, avevo affrontato quell’uomo burbero
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diceva mio padre, gli avevo confidato un sogno, lo
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confidato un sogno, lo avevo convinto. Ero riuscito, insomma
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dove per ventisei anni avevo fallito: fare una scelta
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nella toppa di casa, avevo appena fumato due canne
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lungo nella piscina che avevo dentro. ¶ Era andata così
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diciannove anni non ne avevo mai provato l’ebbrezza
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troppi problemi dal rasta, avevo smesso di essere il
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scovarle. ¶ Quel fatidico pomeriggio avevo accettato di incontrarla al
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a suo dire, catastrofica: avevo stretto amicizia con i
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gravidanza di mamma, non avevo mai pensato alla nascita
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piangere. ¶ In fondo, non avevo mentito del tutto. Arianna
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già soffrivo, certezze ne avevo ben poche, perciò mi
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come poche volte lo avevo visto e parlava più
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effetti, in quegli anni avevo bisogno proprio di qualcuno
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rendermi conto che non avevo idea di come usare
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ero perdutamente innamorato. Non avevo occhi che per lei
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quindi tornai da Clarinda. ¶ Avevo già vissuto l’esperienza
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forza, semplicemente non l’avevo. ¶ Non arrivò Clarinda, ma
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della sigaretta. ¶ «Molto.» ¶ «Non avevo dubbi.» Restammo in silenzio
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stesso la delusione che avevo dipinta sul volto. ¶ La
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ogni tipo. ¶ In Italia avevo pregato la figlia di
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che la sera prima avevo infilato il certificato nei
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Berlusconi?» ¶ In realtà non avevo pensato proprio a niente
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Doom. ¶ Poi, una sera, avevo più o meno ventisei
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niente. In quel periodo avevo problemi ben più gravi
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bagnarmi il viso. Gliela avevo regalata io un Natale
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mia madre e Mario. ¶ Avevo creduto che la questione
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un po’ perché l’avevo sempre tenuto a debita
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cosa. Dopo dieci minuti avevo già terminato la mia
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per la prima volta, avevo detto di no a
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dettata dalla consapevolezza che avevo ragione io. Credevo che
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tirare con quanta forza avevo nelle dita. Invece mi
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testa la frase che avevo trovato sul computer di
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mie attitudini. Con Giulia avevo impiegato mesi per tornare
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mi dicevo. ¶ Solo che avevo bisogno di un nuovo
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trattoria di cucina spagnola. Avevo sedici anni e il
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appena mi fu davanti. ¶ Avevo deciso che sarei andato
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seguii a bocca aperta. Avevo appena scoperto di vantare
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vidi qualcosa che non avevo mai notato nel suo
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di fumo. Quello che avevo davanti non era più
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vita mi concedeva. Ora avevo davanti un vecchio che
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dei possibili lavori che avevo compilato quindici anni prima
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pieno di sogni che avevo perso per strada. ¶ «Lo
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prendere una giusta piega, avevo una casa tutta mia
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solito balletto. ¶ Quel pomeriggio avevo appuntamento con Flor in
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non nei posti che avevo frequentato negli ultimi quindici
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sulle guance. Non l’avevo mai vista piangere e
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il primo morso, dice: «Avevo immaginato anche questo. Non
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minore. Più che altro, avevo bisogno di annusare la
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d’amore nel quale avevo cercato un approdo non
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bicchiere di birra che avevo in mano. «Forse dovevate
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nuovo. ¶ «È successo che avevo ragione a non fidarmi
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promettere una cosa». L’avevo guardata incuriosito e lei
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Allora, me lo prometti?» ¶ Avevo fatto di sì con
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un po’ piangeva. Non avevo mai provato l’ebbrezza
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a svegliarmi la mattina». ¶ Avevo sei anni quando mia
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neanche ci feci caso, avevo un compito importante da
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le dita. «E poi avevo paura che entrasse qualcuno
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tratti di amore fraterno. ¶ Avevo vent’anni e Giulia
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Nelle settimane precedenti non avevo chiesto di lei, un
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mia vita che non avevo nulla da perdere. Ecco
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cannuccia troppo piccola e avevo le mani sudate per
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una madre già l’avevo. La verità è che
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prosegue: «Dov’eri mentre avevo bisogno di te e
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È stato molto dopo, avevo circa tredici anni il
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non fu brillantissima. Ma avevo tredici anni, i baffetti
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apparecchio e gli occhiali, avevo le orecchie a sventola
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capì che non ne avevo idea. ¶ «Vabbè, come non
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mancava l’aria e avevo paura che arrivasse Renata
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dolorosa della serata. ¶ «Sì, avevo bevuto, fumato, ero piena
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cui ti ho parlato. Avevo voglia di rimettere, ma
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di vino buttati giù. Avevo appena imparato che, a
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nascosto e che non avevo il coraggio di confessare
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occhi brillarono. Io l’avevo un sogno, perciò inspirai
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quale, durante la notte, avevo faticosamente elencato le quattro
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i capelli proprio come avevo fatto con Barry. Poi
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parlato con papà.» ¶ «L’avevo capito. Che cosa ha
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con la quale non avevo fatto i conti. ¶ Per
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i conti. ¶ Per anni avevo atteso il momento in
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rivisto Clarinda. Per anni avevo passato le notti a
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rimasto nulla. Quella che avevo di fronte assomigliava a
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bambina di cui le avevo parlato tante volte, eleggendolo
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da parte.» ¶ Non lo avevo mai sentito parlare in
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Non lo so, forse avevo solo bisogno di sfogarmi
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o sposasse. Però spesso avevo sentito papà dire che
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spiriti liberi, questo lo avevo capito, evidentemente non possono
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fissava per capire se avevo capito. E in quell
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pantaloni e ribatte: «Non avevo dubbi...» ¶ «Ne parliamo quando
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sì, ero solo e avevo già diversi fallimenti alle
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estati precedenti non l’avevo mai visto. ¶ Tornato a
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in pineta, ma io avevo capito che evitava di
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della sua quotidianità che avevo dimenticato, o che avevo
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avevo dimenticato, o che avevo dato per scontate. La
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abbraccio del divano. ¶ Non avevo bisogno di foto per
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per psicopatici». ¶ Era fatta, avevo finalmente un motivo per
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e cioè che non avevo più alcun sogno e
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conto di quanti ne avevo io?» ¶ Abbasso la testa
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rendessi conto di quanto avevo bisogno di una sua
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Valerio. In realtà io avevo già dei dubbi, il
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costruire ciò che non avevo avuto da bambino. ¶ Oggi
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torpore degli ultimi mesi. Avevo infilato la testa nella
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non volevo sentire nulla, avevo bisogno di non pensare
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fuori dalla porta, non avevo occhi che per lei
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Da qualche settimana, infatti, avevo legato con una ragazza
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E in quel gesto avevo infine trovato la risposta
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Quindici mesi fa non avevo la minima idea di