Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

ch'i' canti, o bel missere, ¶ da' del fiato

ogni strana gente un bel bordello. ¶ 44. ¶ Sol de l

vien luntano sopra un bel destriero; ¶ fallo boffare e

Minerva non giamai sí bel lavoro ¶ trapunse di sua

cul alto fecevi un bel tomo. ¶ 65. ¶ Fecevi un tomo

d'ogni stile il bel candore ¶ concede a quella

Imponesi quel dono al bel cimero, ¶ bascia 'l fanciullo

fier destino piú 'n bel volto exanima? - ¶ 70. ¶ Cosí, mentr

a l'erta ¶ per bel principio dei presenti onori

sé faccia venir il bel Rugiero: ¶ Frosina l'ubedisce

mira! ¶ Ma quanto piú bel pàrti in le tenèbre

rispettosi fusse specchio; ¶ in bel giuppone cavasi con fretta

siavi a dispetto! ¶ Un bel rubbar ci fa sovente

tosto gli parla - o bel missere? ¶ Perché farti signor

sospetto, ¶ sferrasi amaramente dal bel sole ¶ de' soi pensieri

n bravo il piú bel schiaffo. ¶ 26. ¶ Levasi Carlo tostamente

ti debbe ¶ tornar il bel colore al volto essangue

lati; ¶ e chi 'l bel volto candido e vermiglio

al mondo un sí bel sole, ¶ apríti, ch'oggi

mio Milone, ¶ diròli sul bel volto ch'è un

si 'ncontra in un bel giovenetto, ¶ figliuolo di Rainer

aspetto tuo d'un bel poltrone ¶ piú presto lo

madre, piú; ch'al bel bordello ¶ ti cacciarei, mi

il qual estingue ¶ lo bel color e fa di