Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

mio meglio, ¶ di terrena bellezza acceso Amore! ¶ Ma io

curioso raggio ¶ di cotanta bellezza ¶ spiar furtivo gli ultimi

spettatori ¶ di sì crudel bellezza; ¶ o chi mi tolse

sì remota parte ¶ solitaria bellezza, ¶ accostato ala riva il

sguardo ¶ che di tanta bellezza acceso et ebro ¶ fra

esse colei, che dì bellezza ¶ ad alcuna di lor

io ne la tua bellezza. ¶ Clizia a me si

nacquero pari entrambo ¶ di bellezza e d'etate ¶ due

amante, ¶ solo al'altrui bellezza ¶ tutta recai la colpa

lei traditore, ¶ la cui bellezza è spenta, ¶ traditore a

dipinte; ¶ perché la tua bellezza, ¶ disegnata di negro, è

Ha dele stelle ¶ la bellezza e la luce; ha

non ho io ¶ la bellezza primera? ¶ o perché non

Di quanta stima sia ¶ bellezza et onestate ¶ non conoscon

resiste ¶ a forza di bellezza, ¶ quei di pregio, di

orgoglio. ¶ Allignan male insieme ¶ bellezza e crudeltate; ¶ disegual compagnia

Natura; ¶ e tragge la bellezza ¶ del tuo volto il

sestessa ¶ ne l'amata bellezza, alma amorosa. ¶ Quindi io

desio; ¶ figlio di tua bellezza è l'amor mio

n te traspare ¶ dela bellezza interna, ¶ eternando l'ardor

me non è, questa bellezza? ¶ Mancan forse pastori ¶ ricchi

né men la feminil bellezza, ¶ la giovenil dolcezza ¶ con

monarchia delle bellezze, né bellezza alcuna è nel mondo

chiarissimi lampi della vostra bellezza fermare infaticabilmente la vista

figliuoli della vostra mirabile bellezza, non altrimenti che i

che qui tra noi ¶ bellezza ha nome e tanto

orgoglio. ¶ 17 ¶ L'età ogni bellezza ingombra e fura; ¶ e

pria ¶ vide la sua bellezza, e leggiadria. ¶ 24 ¶ Amor gl

bella elegge, ¶ e di bellezza il vanto, e 'l

mira ¶ prometter lui fatal bellezza in sorte, ¶ et himenei