Vittorio Alfieri, Saul, 1784

Francesco Gori a voi ben noto, non mi rimane

da te sposo... Ma, ben cento e cento ¶ nemiche

ten recava... Ma Saùl, ben veggio, ¶ non è in

Israèl, son io. Me ben conosce ¶ il Filisteo. ¶ GIONATA

cor tremante. Il dì, ben mille volte, ¶ si atterra

coltri, ¶ mentre il mio ben sovra la ignuda terra

a forza ¶ dal suo ben nato cor fia David

noi nel volto suo ben legge, ¶ che a lui

tu, tu stesso, (ah! ben lo sai) talora ¶ a

mano, ¶ che lunga lunga ben cento gran cubiti ¶ fino

Anco in tuo cor, ben tosto, ¶ verrà certezza di

ei mi creò». ¶ David ¶ Ben io ´l dicea; ma

combatteran da sera. ¶ Abner ¶ Ben dici. ¶ David ¶ Or, va

Iddio tu parli; eppure, ¶ ben tu il sai, da

quell´uno esser potea ben David) ¶ la chiesi io

folgoranti piume ¶ di Cherubin ben mille un dì scendesti

scompon, schianta, travolve». ¶ Saul ¶ Ben questo è grido de

faccia. ¶ Ma ferve in ben altr´opra ¶ lo stuol

e sperdo; e assai ben mostro ¶ che due spade

l´ho nascosto ¶ sì ben, ch´uom mai nol

chi se´ tu?... Conoscerti ben parmi. ¶ Del fantastico altero

sacerdoti a dritto ¶ dir ben potranno: «Evvi un Saùl

è il mio incarco: ¶ ben ho spesa la vita

sposo; vieni: è già ben oltre ¶ la notte... Odi

Saùl! ei fia... ¶ Micol ¶ Ben altro ¶ udrai. Crudel comando

armi a morire. Omai, ben vedi, ¶ qui star non

io ti abbandoni mai? Ben vedi; tosto, ¶ per tua

che d´armi par?... Ben odo... ¶ ei cresce; e