Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

Giulio, grattandosi vicino alla bocca, quasi sorpreso, lo guardò

si grattò vicino alla bocca, la prese e se

se non ho aperto bocca da quando sei venuto

cercare! ¶ E spalancò la bocca, come se avesse voluto

né meno mettere in bocca per biascicarlo? ¶ Egli era

ho messo mai in bocca una gocciola. Con quella

E si turò la bocca con una mano. ¶ Il

i fratelli. ¶ Aveva una bocca da bambino, e l

con la pipa in bocca; volta in giù; con

che, grattandosi vicino alla bocca, rispose: ¶ — Bisognerà informarsi bene

che il libraio aprisse bocca. ¶ — Non c'è nulla

trombone; e, spalancando la bocca con un altro sbadiglio

gli era caduto di bocca, disse al fratello: ¶ — Io

sgridarlo, ma torse la bocca e lasciò che facesse

suo dovere a mettere bocca. Né Giulio né Niccolò

aspettando che tenesse a bocca dolce anche lui. Ma

Perdio! Le turo la bocca con le mani. Ci

e il sigaro in bocca, benché non avesse voluto

schietto? ¶ Egli storceva la bocca e chiudeva gli occhi

Il Nisard storceva la bocca; e, ridacchiando, disse: ¶ — Capisco

subito dopo la sua bocca restava spalancata e torta

gambe gonfie; con la bocca livida; da cui non

se la mise in bocca, per biascicarla. Il suo

gli s'arricciava la bocca, gli disse: ¶ — Non mi

veniva la saliva alla bocca. ¶ Lo misero in un