Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

occhi ardenti infiammavano la bocca sensuale. La signora Dina

della signora Dina, la bocca sigillata e l’occhio

folgoravauo più vivi, la bocca sgallava come ceralacca bollente

dicevano “bavarocchio” perchè dalla bocca gemeva sempre fili di

era impietrita e la bocca, scalciata dai denti, digrumava

rosa, l’umidore della bocca aveva la dolcezza ambrata

si potevano mettere alla bocca un rutto di radice

cravatta gli rasentavano la bocca che pareva li biascicasse

caduto ginocchioni impiastrò la bocca a spengimoccolo sull’impiantito

metteva una mela in bocca; quand’era lessata dalle

sul marciapiede con la bocca inzuppa di bava e

scolava in perpetua dalla bocca lercia e sboccata, con

moglie inferma, — uscivano di bocca alla padrona che non

tabacco, si risciacquavano la bocca sul suo conto. ¶ — Ha

osso di ciuco sulla bocca dello stomaco; di costì

nel torace sfoderava dalla bocca una lingua serpentina, e

lenti e con la bocca ebbra e feroce: ¶ — Io

dove facevano ribulbo. La bocca semiaperta, le labbra sensuali

occhi gli uscisse dalla bocca con tonalità ignee. S

rotti dalla stanchezza, la bocca diacciata chiedeva qualcosa di

m’era esalato dalla bocca come etere, le parole

si dilatavano convulsi, la bocca tremava. Il gobbo e

del pollo sbollentato, la bocca marmata, tremolavano entro un

Mondo. ¶ Dalla lanterna a bocca d’asse il Porto

interriti davano risalto alla bocca che pareva esalasse l

occhi di maiolica, la bocca vellutata, i baffi di

e la luce, la bocca scalciata, sorrideva ambigua sotto

con le increspature della bocca che voleva aggraziare e

avvicinò la testa alla bocca della ragazza che vi

luce. ¶ Aggelato, con la bocca sciambrottata dalla saliva, che

foce del Magra a Bocca di Serchio. Le darsene

mia! Come riempie la bocca: Casa mia! — Gli altri

intero, quando alzavano la bocca gemeva succo giallastro. Nell

dei giardini, con la bocca aperta come un fico

muoveva gli occhi, la bocca boccheggiava come le serpi

moneta che portava alla bocca. L’infermo la baciava

straniero che poltigliava nella bocca lo faceva parlare in

e sanguigna, sbollentava la bocca, due occhi scintillanti saltellavano

candeli, si tolse dalla bocca disutile una cicca pesticciata

caldo e dolciastro in bocca il sapore del sangue

gli avessero diacciato in bocca un ferro rovente. Il

gli si dimojò in bocca e la saliva ridivenne

d’oro, anche in bocca, abbacinava la gente. ¶ — Non

ho più denti in bocca, ho perso quasi tutti

l’era piantato in bocca per la paura di

al marito con la bocca spalancata come una paura

l’osso tagliente. La bocca s’inseriva ai muscoli

dei sopraccigli, sobria la bocca e di netto discorso

il naso uncinava la bocca e gli occhi prendevano

che ora riudiva dalla bocca di Isaia e s

le narici dilatate, la bocca larga, i capelli irti

il capo entro la bocca del forno bollente. Gli

gli occhi e la bocca ridesse. Quelli che avevano

gli occhi scoppiati, la bocca umettata di tintura d

per tanto tempo la bocca: Libertà, amore, uguaglianza, giustizia

tempia le finiva in bocca: un filo rosso sopra

del forno e la bocca del pozzo. La tribù

paesi abbandonati, correva di bocca in bocca, tutti guardavano

correva di bocca in bocca, tutti guardavano gli innocenti

sente un rametto in bocca. ¶ Il temporale torba sull

compagni lo ascoltavano a bocca aperta stuporosi. Egli asseriva

narici per sfiatare dalla bocca l’alito pestilente. Altri

di escrementa impastava la bocca e acqua amara sciambrottava

che spalancavano la loro bocca voraginosa come mostruosi feticci

lutulenti di padule, tutti bocca armata di denti e

sciaminea che per la bocca fiatava fumo. Sui ponti

diventavano lardose e la bocca ghignava alla pazza. ¶ Quelli

mature, mostrava soltanto la bocca infiammata. Nell’assopimento essa

guasto dalla Magra a Bocca d’Arno e il

che eruttavano fuoco dalla bocca spalancata come una voragine

che a baciarle sulla bocca rendono gelo e a

la portarono, traboccante alla bocca riarsa. Se lo sbrodolarono

palpebre rilassate e la bocca sdentata pasceva il verro

bicchiere sarebbe la su’ bocca. ¶ Giovanottino che schiocchi la

l’arto potato, la bocca, ridotta una voragine, abbaiò