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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «c»

nautoretestoannoconcordanza
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1950
for C. ¶ Ripeness in all ¶ I
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Ripeness in all ¶ I. ¶ C’è una ragione perché
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non lo so; non c’è da queste parti
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si portano in Alba. C’è Nuto, il mio
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nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo
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è il mio paese? ¶ C’è qualcosa che non
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in riva a Belbo. C’era di nuovo che
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faccia e ballavano insieme. C’era di nuovo che
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a saperlo. Nuto che c’era rimasto, Nuto il
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dà sul libero stradone; c’è un odore di
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tu. ¶ – In America, – dissi, – c’è di bello che
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cavolo e di croste. C’era anche chi li
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veglia fino al mattino. C’erano feste, processioni, nozze
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erano feste, processioni, nozze; c’erano gare con le
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alla fine disgusta. – Poi c’è stata la guerra
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piace, – continuò Nuto ripensandoci, – c’è soltanto il guaio
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alla Mora? ¶ Difatti. Non c’ero andato. Era a
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del Salto e non c’ero andato. Sapevo che
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vino da pasto non c’è… ¶ – Non c’è
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non c’è… ¶ – Non c’è niente, – gli dissi
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questa musichetta, – disse lui. – C’è confronto? Non sanno
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banda di Neive. Ma c’era stata discussione, fughe
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sul ciglione vuoto. Non c’era luna ma un
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n’era per tutti. C’erano donne, c’era
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tutti. C’erano donne, c’era terra, c’era
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donne, c’era terra, c’era denari. Ma nessuno
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va via. È perché c’è un destino. Tu
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a me? Ma non c’era bisogno di andare
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tanto in gamba che c’insegnava a tutti quanti
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non è chi vuole. C’era uno, lo chiamavano
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spinta e la forza… C’eri anche tu sulle
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avevamo vent’anni – che c’erano morti, su quelle
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ho dei soldi. Magari c’è qualche ragazzo, servitore
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se sopra la stalla c’era sempre quella spalliera
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cercavo il Valino. Non c’era, era andato su
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io su quell’aia c’ero stato bambino. Chiesi
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dottore, ma adesso non c’era piú tempo. E
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eravamo, dietro la vigna, c’era ancora dell’erba
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Poi gli chiesi se c’era sempre quel nido
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mai stato a Canelli. C’era stato sul carro
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valle era piú grande, c’era gente che la
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i cacciatori, i sindaci. C’erano delle case – palazzine
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allora si vedeva, non c’erano quegli alberi – tutte
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acqua e galaverna che c’era, e una volta
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riva l’altr’anno c’era un morto, – disse
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per dare il verderame. ¶ – C’è un’uva bella
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Quando ci stavo io, c’era il camino che
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delle braccia che non c’erano piú. ¶ Allora parlammo
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rosse come quello che c’era ai miei tempi
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Io gli dissi che c’era di quelli che
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Cinto, – è un bastardo. ¶ – C’è chi li raccoglie
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altra parte della strada c’era il Belbo. Era
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dell’Angelo – allora non c’ero mai stato – mi
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e che del resto c’era stato un tempo
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di Gaminella. Ma qui c’era di bello ch
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piú lontane oltre Canelli, c’erano dei ciuffi scuri
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ragazzo fin lassú non c’ero mai potuto salire
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suonavano a Canelli quando c’era la guerra? ¶ – Si
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visto che nel mondo c’è chi sta meglio
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sugli scalini della chiesa c’è sempre uno che
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andavo rimuginavo che non c’è niente di piú
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un po’ d’erba. C’era il porto, questo
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il porto, questo sí, c’erano le facce delle
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le facce delle ragazze, c’erano i negozi e
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ai miei tempi non c’era, ma sentii subito
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fotografi, le palazzine. Dove c’era piú movimento era
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Solo l’altr’anno c’era venuto col carro
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scuro in faccia. ¶ – Cosa c’è? ¶ C’era che
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faccia. ¶ – Cosa c’è? ¶ C’era che uno, scassando
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mandavano in Germania. ¶ – Che c’è da pigliarsela? – dissi
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prima – qui da noi c’era già la guerra
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ancora le strade non c’erano, e li avevano
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battaglia, o un cortile. C’era una luce rossastra
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il deposito… – Che autonomi, c’era di tutto… – Ti
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era passato, e non c’erano piú sovversivi in
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com’è, nelle bande c’era di tutto. Gente
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il mondo a svegliarli. C’era stata gente di
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qualcosa. Troppo poco… ma c’era pericolo che una
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la Mora, – dissi. – Non c’è piú il pino
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d’erba secca. ¶ – Non c’era soltanto Nicoletto, – dissi
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La cagnetta. ¶ – Che cosa c’è di cosí brutto
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bar di San Diego, c’ero quasi ammattito) di
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toccarmi e riconoscermi, non c’erano piú. Da un
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Da un pezzo non c’erano piú. Quel che
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fiori, come quelli che c’erano in chiesa. Sotto
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dalla parte del cancello c’era il giardino, pieno
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intravedevo qualche volta. Poi c’era Santina, la sorellastra
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staccare la capra. Non c’era piú, l’avevano
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vedere la stalla dove c’erano i manzi, la
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tiro. Sotto la tettoia c’era il biroccio verniciato
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il cemento. In cucina c’era un armadio coi
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cucina o nella stalla, c’era soltanto da spalare
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padre di Nuto. Qui c’eran già tutti quei
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dei matti, del mondo. C’era dei giorni che
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madre capí subito che c’era sopra Matteo che
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ricordo la mattina, che c’era da far qualcosa
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i lenzuoli lavati, e c’era il sole, e
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la palazzina del Nido. C’era anche Irene, la
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mostrare alla Mora. Poi c’erano le volte che
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cos’era adesso Gaminella. C’era la storia del
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donna canterella sulla culla. C’era odore di chiuso
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cassa contro il muro c’era una zucca, due
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sentiero mi borbottò che c’era di quelli che
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anno alla Mora e c’eravamo visti prima. A
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portico. E quella notte c’era Nuto, e quando
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ha ragione Nuto che c’eravamo veduti in un
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il pino – sul terrazzo c’erano Irene e Silvia
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erano Irene e Silvia, c’era la madre – e
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che disfa, e dappertutto c’è chi è capace
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dove. ¶ Anche a Canelli c’ero già andato diverse
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come case. Nella vetrina c’era un manifesto stampato
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fu che a Canelli c’era una carrozza che
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proda della vigna se c’era la luna, e
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Cosa credi? la luna c’è per tutti, cosí
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e l’albicocco che c’è ancora nel giardino
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un giorno sul terrazzo, c’era anche Silvia e
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finita? ¶ – Finiamo stasera. ¶ – Domani c’è da fare quel
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quell’altro… ¶ Silvia disse: – C’è nessuno che va
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Me lo chiese che c’era Nuto presente: Nuto
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sulla strada di Camo c’era ancora la croce
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metterli tutti d’accordo: c’era stata l’epoca
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mi disse: – Quest’oggi c’è la partita, – e
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si fermò al cancello. – C’è nessuno? – sentii chiamare
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dietro il portico, zitto. – C’è nessuno? signorine! – gridavano
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in mezzo alle cipolle c’era una bottiglia buona
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griglia chiesi che cosa c’era attaccato sul palo
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Sapeva che a Cassinasco c’era un uomo che
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si stava chinati. Lassú c’era una cassa, tante
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rovistava in quella cassa – c’era un carico di
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sul terrazzo (anch’io c’ero andato con lui
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Emilia, Cirino, la Serafina, c’era sempre qualcuno che
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nella sabbia e non c’era nessuno, le vidi
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abbastanza, che a Genova c’era stato anche Nuto
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testa. È vero che c’erano famiglie su famiglie
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sera di San Giovanni, c’erano i falò dappertutto
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valevano allo stesso modo, c’era qualcuno piú importante
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i cacciatori potevano entrare – c’era il cartello. E
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che intorno alla casa c’era tanta ghiaietta, piú
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scendeva a Canelli, dove c’erano i vivai coi
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e la signora Elvira c’erano andate insieme e
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quando la vecchia non c’era ancora, i signori
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piú, freddo non ancora; c’è qualche nuvola chiara
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mattina che sui prati c’era ancora la nebbia
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aria ce l’ha… C’era un toscano con
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tutta gente che non c’è piú, anche se
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colline quarant’anni fa c’erano dei dannati che
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figli che avevano già. C’era chi prendeva una
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Ci fu un mese – c’eran le lucciole, era
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i grilli – anche lassú c’erano i grilli – scesi
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porte, in quella sala, c’erano delle pitture di
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stesso palchetto… ¶ – Che male c’è? li incontra in
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Canelli un baraccone dove c’era una giostra fatta
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dire «Ecco, è cambiata, c’è passato Matteo». Era
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matrigna e all’Emilia. C’era una stufa sempre
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Natale –; e l’indomani c’era il prete. ¶ XXVI
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non ci pensano. Magari c’è una casa, delle
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un Canelli, una stazione, c’è uno come me
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inverno vanno a caccia, c’è un terrazzo – tutto
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ora in paese non c’eravamo mai venuti, facevamo
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capitalisti, i militari… Allora c’erano i fascisti e
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si potevano dire… Ma c’erano anche gli altri
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come un cane. ¶ – Cosa c’è? ¶ Lí per lí
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ora è tutto spento… ¶ C’incamminammo tenendolo per mano
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sprigionando una fumata nera. C’era un puzzo di
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corsi a dar mano; c’era stato un momento
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scappato nella riva. Lí c’era stato, nascosto, e
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che se non tornava c’era un motivo – si
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che a Canelli non c’era solo il ragioniere
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mondo è grande e c’è posto per tutti
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con un giardino, dove c’erano cameriere che portavano
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Consiglio, sotto gli alberi. ¶ C’era una confusione di
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ombra dei platani, dove c’erano le stanghe per
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corsa, dov’è?», ma c’era tempo, e allora
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oltre Mango, dove non c’erano che strade da
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I Seraudi ballavano già. C’erano anche le loro
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accompagnarle a piedi. Ma c’erano le altre signorine
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vendemmia sotto il sole. C’erano in cielo delle
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verderame sopra le finestre. C’era la corsa dei
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in festa a Bubbio. C’è stato un anno
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oppure, se fanno sorgente, c’è nell’ombra, sull
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come l’hanno ammazzata. C’ero anch’io. ¶ Si
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calabrone mi piombava addosso. ¶ C’era stato un tempo
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era sempre un azzardo. C’erano le pattuglie, i
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Santa, – tu mi credi. C’è della gente cattiva
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venisse a Canelli perché c’era pericolo, e infatti
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conca riparata da gaggíe. C’era una casa diroccata
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nessuno si muoveva, non c’erano lumi, sai come
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dargli una notizia, brutta. C’erano le prove che
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di pigliarla a Canelli. C’era già l’ordine
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era sepolta lí. ¶ – Non c’è caso che un
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cenere. L’altr’anno c’era ancora il segno