Federigo Tozzi, Gli egoisti, 1923

Piazza della Pigna non c’era nessuno, ed egli

ormai, a certe illusioni c’era avvezzo! Scosse la

perfino inverosimile. ¶ — E perchè? ¶ — C’è bisogno che te

per capire che cosa c’è dentro. ¶ La voleva

Dentro il salone Margherita c’era soltanto un barlume

quasi tutti gli usci, c’erano altre ragazze. Una

spigolo di una casa, c’era una Madonna entro

che schizzano in bocca. C’era, dentro un bicchiere

come un brivido continuo. ¶ C’era una grande serenità

spianata, fino all’orizzonte, c’erano soltanto le cupole

era ingiallita. Di verde c’era rimasto soltanto un

mani; nei suoi occhi c’era una ilarità beffarda

in fondo alla vallata, c’era la cupola di

la scalinata tutta grigia, c’era parecchia gente sdraiata

Anguillara, dove essi scesero, c’erano soltanto due cani

e a gomiti aguzzi, c’era un cavallo morto

basso; tondeggiante e turchino. ¶ C’era da per tutto

argento. Sul canapè rosso, c’era un mucchio di

troppo fitta; e, quando c’era una carrozza, temeva

tutto smarrito: ¶ — Ma non c’è una strada dove

Altrimenti, a essere italiani, c’è da vergognarsi. Ma

con una svolta brusca, c’è un ponte. Il

dalla parte di Roma, c’era una selvetta di

e le cose ora c’era Albertina e ch

convincersi che, oramai, non c’era più rimedio. Avrebbe

la fermarono. Fuori, non c’era nessuno; e la

aveva una luminosità abbagliante. C’era poca gente; e

settembre; e, nella campagna, c’erano soltanto i fiori

Colli Albani. Nel cielo c’era una solitudine turchina

un raccapriccio spaventoso. Non c’era, per lui, nessuna

Perchè, dunque, doveva ucciderla? C’era come una forza

la fila dei pini, c’erano barbagli di sole

dell’Augusteo. La domenica c’era troppa gente nelle

affondato dentro; e, dietro c’erano cinque carrozze piene