Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

preso il suo letto c’era un orologio a

sai?» ¶ «Il film non c’entra. E non c

c’entra. E non c’entrano neppure le case

autunno». Sotto il titolo c’era un disegno della

divano del corridoio dove c’era il maledetto orologio

mento, dentro il neo c’era un pelo. «Mamma

a quel tempo, e c’era la guerra. I

rideva: «Non è straordinario? C’è un idillio tra

bengala!». Il babbo non c’era, la mamma spiegava

Richard!» ma Richard non c’era e nemmeno Joseph

dei cavoli. Richard non c’era. Era fuggito con

di là dell’oblò c’era solo una nebbia

al funerale del nonno. C’era il funerale del

braccio: portandola fuori. Fuori c’era un odore di

casa la mamma non c’era. Il babbo aveva

le orribili cose che c’erano da fare, presto

mamma diceva stai zitta c’è chi non ha

fondo a ogni strada c’è uno strappo di

timori per me. Non c’è niente, non c

c’è niente, non c’è nessuno che possa

svanì in buonumore. Se c’era al mondo una

e la sera stessa c’è il patatrac.» ¶ Si

un’altra stanza dove c’era un vaso da

Gomez…» ¶ «Niente ma. Qui c’è il frigorifero: se

far questo mestiere, non c’è il minimo dubbio

da fare. Ma non c’era nessuna correzione da

al salone e non c’era più. ¶ «Baby, cerchi

senza sapere nemmeno perché c’è il cocktail. Ma

cocktail senza sapere perché c’è il cocktail, e

l’elenco telefonico. Non c’era. Uscì dalla cabina

Ecco la lettera B. ¶ C’erano sette pagine di

una e che non c’era. Non c’era

non c’era. Non c’era nessun Baline con

con la e finale. C’era solo quel Balin

una voce irritata. «Non c’è nessun Richard, qui

di ciò che volevano. C’era un numero per

chiamate interurbane. Ma non c’era un numero per

e in casa non c’era il termosifone, uno

cocktail di Hultz.» ¶ «Sì, c’ero. Qualcuno mi trascinò

fondo alla sala non c’eri più. E ho

diminutivo.» ¶ «Anch’io, no?» ¶ C’era un vento leggero

K. Andiamo a sparare.» ¶ C’erano anche i tirassegni

di là della porta c’era un corridoio, poi

lato destro del soggiorno c’erano due porte: quella

bagno. Sul lato sinistro c’era un’anta scorrevole

Ai piedi del letto c’era un televisore. Il

sopra i suoi occhi c’erano quelli di Richard

Richard. Non piangere. Non c’è nulla da piangere

casa. Faceva freddo e c’era un poco di

dove per ogni bambino c’era un poliziotto finché

di arruolarmi, mammy.» «Ma c’è la guerra, figliolo

mammy. Lì però non c’erano risate di mammy

erano risate di mammy. C’erano urla, e lamenti

invocare pietà. Pietà? Non c’era scampo, o pietà

il campo di ulivi c’era un campo di

le monete d’oro c’era solo quel morto

quando, non so.» ¶ * * * ¶ Non c’era nemmeno una cancellatura

che nella lettera non c’era ma avrebbe desiderato

sentito ieri sera rivedendoci. C’è spesso, nella vita

sotto il sapone. Non c’è niente di meglio

DDT. Accanto alla soglia c’era un impianto di

al secondo piano dove c’erano la camera sua

spolverando, Martine.» ¶ «Christian Dior! C’è la cameriera per

da Peter. Martine non c’è. Sta viaggiando verso

inesorabile, Giò, e non c’è altra medicina per

per vivere noi. Non c’è posto, tra noi

di Bill: «Dunque stasera c’è il match. Ecco

gli occhi. «Strano, no? C’è sempre buio nei

psicanalista morì e non c’ero andato abbastanza perché

qua.» ¶ «Sì, Martine. Cosa c’è?» ¶ Martine spense la

amo New York. Perché c’è il mondo intero

Pietroburgo, Tokio, Beirut, Shanghai. C’è tutto: perfino il

Andiamo.» ¶ «Subito?… Impossibile… Non c’è nessuno a quest

sarebbe corretto.» ¶ «Che male c’è a stare soli

a casa, Richard. Lì c’è silenzio.» ¶ «Andiamo, andiamo

poche settimane trascorse, non c’era motivo di pigliarsela

richiamasse: «La signorina non c’è. Non posso prender

cameriera disse quel che c’era da dire, Martine

stentorea di Richard. «Non c’è chiave.» ¶ Cautamente Giovanna

la maniglia, aprì. ¶ «Accomodati, c’è il whisky sul

ferro e il cemento, c’è almeno il cadavere

sotto i tuoi piedi c’è almeno il cadavere

e sulla tua testa c’è un soffitto di

fondo, mischiato alla melma, c’è il cadavere di

senza scomporsi che vicino c’è una Mortuary Home

si appannano perché vicino c’è un crematorio. Non

un momento»? Martine non c’era. Aveva lasciato un

yogurt»; sotto il biglietto c’era una lettera di

aveva lasciato Giovanna perplessa. ¶ C’era uno stand per

il gruppo delle donne c’era un palco con

dinanzi alle panche. Non c’erano immagini religiose né

spigoli netti a coltello, c’era tutto quello che

di un bambolotto schiacciato, c’era anche il padrone

con la Quinta Avenue c’era invece un americano

dunque cambiata. No, non c’è niente da perdonare

se potessi spiegarti…» ¶ «Non c’è nulla da spiegare

poco lo ammazzo. Dico: c’è niente di più

un edificio dove non c’era nessuno, di nuovo

un ascensore dove non c’era nessuno, furono in

Chi? Prima del tunnel c’erano gli spogliatoi per

una strada dove non c’è proprio nessuno. Nessuno

togli la faccia non c’è più il vento

uguale Dio. E non c’è via di scampo

per dimostrarti che non c’è salvezza per me

bravo bambino”. Che differenza c’è fra coglierle e

di là del prato c’era un cottage e

Purtroppo mia moglie non c’è: temo che oggi

l’articolo in neretto c’era il disegno di

faville. «Ascoltami tu! Non c’è nulla di travolgente

parlar dello sputnik? Fuori c’è il sole e

sono russi, in America?» ¶ «C’è tutto, in America

orgoglio. E poi non c’è ragione per essere

Sputnik!» Tra gli altri c’era un uomo coi

Chérie, la perfezione non c’entra. E non c

c’entra. E non c’entra neppure che Richard

mamma e… Lasciamo perdere. C’entra il fatto che

di fronte alla clinica c’era una chiesa con

polsi. Sopra di me c’era una lampada: accecante

bicchiere. Dentro il bicchiere c’era l’alcool e

e dentro l’alcool c’era una noce di

vedere il bicchiere, dove c’era una noce di

averne mai più. E c’era gente che aveva

stomaco. Dinanzi a lei c’era Bill con una

voltava le spalle: non c’era quindi pericolo che

livido gonfio. ¶ «Non so. C’era una tal confusione

Fulton Sheen, dal televisore, c’è riuscito in due

che il signore non c’era, evidentemente non aveva

la subway dove non c’è mai un posto

terra, e ricordi che c’è anche la terra

concludeva Giovanna. No, non c’era proprio nulla da

mai odiato: al contrario. C’erano giorni in cui

a Bill: ma non c’era proprio ragione di

ossessione era dunque reciproca. «C’erano giorni in cui

tariffa, ragazza?» ¶ Come no? C’era una tariffa anche

chiedeva pietà: e certo c’era già un fucile

di marciapiede. Ma non c’era proprio ragione di

la testolina, nella testolina c’erano gli occhi e

del muro chissà cosa c’era, c’era la

chissà cosa c’era, c’era la guerra ma

rumore dei passi non c’era. Florence, evidentemente riscattata

andare a una smorfia. C’era puzzo di medicina

dinanzi all’automobile rossa, c’era salito. Non sapeva

Ti mando a Hollywood. C’è il sole, laggiù

Guarda, in valigia non c’entra.» ¶ «Non c’entra

non c’entra.» ¶ «Non c’entra neppure questo pezzettino

a Times Square. ¶ «Non c’entra» rispose Giovanna. E

mi riguarda, Giovanna. Non c’era nessun obbligo o

sorrise con amarezza. «Vedi, c’è perfino un articolo