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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Magari domani resto, 2017

concordanze di «c»

nautoretestoannoconcordanza
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avvocato matrimonialista, praticamente non c’è stata coppia negli
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No, sto mentendo, non c’era nessuno yogurt, questo
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se con molta fatica, c’era la mia perenne
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ho tuttora poche frequentazioni) c’era nascosta una parte
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voltare d’istinto: non c’era nessuno in giro
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solo il piccolo muso, c’era un cucciolo di
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madre che ora non c’è più, al quale
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di sole in faccia. ¶ “C’è un parcheggio da
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fai a dirlo? Che c’hai, i superpoteri? Luce
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che quasi sempre non c’entra niente. Il fatto
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l’ora di pranzo, c’era solo Sasà dietro
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poco bevuto il caffè, c’erano buone probabilità, insomma
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nell’orecchio: “Guarda chi c’è!”. ¶ A quel punto
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lontano per sempre. Perciò c’è il rischio che
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fare il geloso, non c’è cosa peggiore che
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voglio proprio questo, cosa c’è di male?” ¶ Lei
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appena mi vede, “che c’è, vuoi farti ricrescere
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accordo... Io una pensione c’ho, però se a
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da lei, perché non c’è più quello che
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e che sarà mai, c’è bisogno anche di
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potremmo apprezzare la luce. C’è un detto africano
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africano che dice: dove c’è troppo sole, c
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c’è troppo sole, c’è deserto...”. ¶ Gli dedico
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solo di no. ¶ Che c’entra tutto questo con
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con il mio lavoro? C’entra, perché ultimamente mi
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a bocca aperta. ¶ “Che c’è?” ¶ “Da quando in
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Lui mi chiama. ¶ “Che c’è?” chiedo, una volta
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che al mio posto c’è la mamma. Gli
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inutili pensieri. “Luce?” ¶ “Che c’è?” ¶ “A quest’ora
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Digito la risposta: “Che c’è, Manuel, ti serve
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che nun saccio cchiù c’aggia fa.” ¶ Non rispondo
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prosegue l’interrogatorio: “Che c’è, Luce, anche nella
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nella mia vita non c’è nessun uomo, ma
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Sei spari e non c’era un’anima affacciata
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particolare che nell’appartamento c’è una femmina e
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anche ora che non c’era più. Mi chiedevo
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con lui, che non c’era mai e tornava
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Giovanna a fermarmi. ¶ “Non c’è,” dice, senza nemmeno
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Domani?” ¶ Silenzio. Dannazione. ¶ “Manuel c’è?” ¶ Alla parola “Manuel
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caso l’avvocato non c’è e tu hai
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e io rimugino. ¶ “Che c’è, Di Notte? Cos
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sicurezza è insopportabile. “Embè, c’hai qualche secondo fine
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a modo, ché se c’è una cosa che
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sera e nel vicolo c’è solo un gatto
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in faccia.” ¶ “E mica c’ha tutti i torti
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è buona!” ¶ “E poi c’è anche un altro
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Sposare?” ¶ “Eh, perché, che c’è di male?” ¶ “Niente
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di male?” ¶ “Niente, non c’è niente di male
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qui.” ¶ “E io che c’entro nella scelta?” ¶ “C
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c’entro nella scelta?” ¶ “C’entri, picceré, tu con
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con la mia vita c’entri sempre, soprattutto quando
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perché a dieci metri c’è un palazzo un
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eppure uguale. E poi c’è la casa, che
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in cucina, che non c’è mai stato, o
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per esaurirsi. ¶ “Luce, che c’è, come mai qui
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sbircio: in un angolo c’è una confezione da
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soprammobile inutile che niente c’entra e poi caccia
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insegna la vita, mà, c’è poco da fare
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ha chiamato Antonio.” ¶ “Che c’entra Pino Daniele?” fa
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appunto, a tal proposito c’è un piccolo intoppo
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senso di colpa. ¶ “Non c’è niente da piangere
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io, se in lui c’è qualcosa di me
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e tutto quello che c’è dentro, alle spalle
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ragione. ¶ Comme ven’, accussì c’ha pigliammo, avrebbe detto
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terra. Ai miei piedi c’era una macchia nera
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a un fianco, “evidentemente c’hai una grande energia
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non glielo dico. ¶ “Non c’è fuga per quelli
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Meno male,” dichiaro divertita, “c’è una salvezza anche
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felici?” ¶ “Macché,” rispondo, “io c’ho sempre una specie
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uomo irresponsabile che non c’era mai e che
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aggiusti di sartoria. Non c’è giorno, nella mia
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d’inverno, alle pareti c’era un parato giallo
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se aggrappato alla plastica c’è lo stesso odore
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pochi passi da me c’era mia madre. E
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avendo capito che non c’è nulla su cui
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non si sa che c’entri con la mia
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ho anche spiegato che c’è poco da fare
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cani. ¶ Il meglio che c’è in giro. ¶ Persechella
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Persechella ¶ Nel mio frigo c’è solo una vaschetta
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noncuranza, e ora invece c’è un ragazzino che
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aprendo la finestra. Non c’è bisogno di andarsene
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il display del telefonino. C’erano tre sms non
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dirla tutta...” ¶ “E che c’era nell’elenco? Sentiamo
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precisione. Di sicuro, dicevo, c’era il cane. E
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rimpianti, e con questi c’è poco da scherzare
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ha aperto gli occhi. C’era qualcuno sul ballatoio
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futuro assicurato! Kevìn non c’entra niente con il
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e che per questo c’era il rischio che
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tocca trovarlo, perché se c’è un solo elemento
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a un figlio perché c’hai mille progetti in
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rispose risoluta: “Nenné, se c’è stato un giorno
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in questo lavoro. ¶ “Che c’è, Pasquà,” dico a
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E quando chiama lui, c’è poco da fare
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è vero?”. ¶ “E che c’entra?” ¶ “C’entra, c
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E che c’entra?” ¶ “C’entra, c’entra, perché
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c’entra?” ¶ “C’entra, c’entra, perché si vede
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avanti per giorni. Non c’è il sole, ma
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né brutto.” ¶ “E che c’appizza mò, Luce, famme
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chi piace. Qualche fortunato c’è. ¶ “Ma mi faccia
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cess’!” ¶ “Va be’, però c’ha due belle te
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Aspè,” grida lui. ¶ “Cosa c’è ancora?” ¶ “Vuoi che
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del posto. Siccome non c’è più nessuno scontro
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ha messo a posto, c’è anche gente come
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il momento, e poi c’era Kevin fra noi
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con invidia e stupore. C’era una ragazza di
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riguarda il seno, be’, c’è poco da raccontare
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vedere?” ¶ “Sì, ma che c’entra. Perché hai detto
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campare”. ¶ “E tu che c’hai detto?” ¶ “E che
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la pelle. E poi c’è il profumo del
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con le sartorie non c’entra niente fino a
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ferma. ¶ E poi non c’è nemmeno il rumore
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sue proposte. Soprattutto perché c’eravate voi e, non
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è così semplice.” ¶ “Cosa c’è di difficile, sentiamo
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almeno ora che non c’è più.” ¶ Lei mi
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l’hai perdonato?”. ¶ “Che c’entra?” ¶ “Rispondi.” ¶ “Certo, molto
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qualunque modo mi vestissi, c’era sempre qualcosa di
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di un dolore. ¶ “Che c’è?” chiesi preoccupata. ¶ Lei
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corta, e ogni giorno c’è qualcuno che si
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mi serve a nulla. C’è stato poco e
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sul lungomare, dove già c’erano altre bancarelle. Era
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libera e speciale che c’è al mondo, e
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dissi invece io. ¶ “Già, c’hai ragione,” rispose e
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certo punto disse: “Che c’è, picceré, sì stanca
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terminata e papà non c’era. Mi sedetti sulla
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giusto così, che non c’era bisogno di aggiungere
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siamo belle stasera. Che c’è, incontro galante?”. ¶ Dal
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fuori, dove ad attendermi c’è il meraviglioso Thomàs
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può darsi, perché, cosa c’è di male ad
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detto che da quando c’è il figlio non
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pensa sempre: “Va be’, c’è tempo, che ci
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bambino dell’altro giorno... c’est ton fils?” ¶ Lo
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Peccato...” replica. ¶ “Peccato?” ¶ “Oui, c’est un beau bébé
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non sempre è così. C’è qualcuno con te
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carnose e rispondo: “Non c’è nessuno”. ¶ Mi sembra
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a qualche metro. ¶ “Che c’è?” domanda. ¶ “Vicino al
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uguale. Dentro di me c’è una strana energia
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sarà pur vero che c’è qualcosa di irreale
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in mezzo a noi c’era un bambino curioso
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con Kevin. E poi c’era proprio lui, il
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famiglia in quella cucina c’era ben poco, ma
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vedere, accanto a noi c’era sempre qualcuno che
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la nostra ristretta famiglia c’entra poco o niente
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ancora?” ¶ “Un minuto...” ¶ “Che c’è,” incalzo, “in Thailandia
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allora ho capito che c’era poco da costruire
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che di favola non c’era niente, anzi era
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un uomo fortunato, non c’è che dire, perché
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casa di Carmen, dove c’è Kevin, appoggiato al
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Invece quando mamma non c’è, è simpatico, anche
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ed è vero, ma c’è una cosa che
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piacevano le famiglie?” ¶ “Che c’entra, la nostra sarebbe
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Be’, su questo non c’è dubbio.” ¶ Kevin mi
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finire! ¶ Davanti a me c’è Carmen. Le sorrido
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avrei perdonata, davvero. Tanto c’è chi mi ha
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pure loro passano. Se c’è una cosa che
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un certo punto, ma c’è una parte che
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leccarmi la mano. ¶ “Che c’è?” ho chiesto allora
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anni, dove un tempo c’era un meccanico, e
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mi sono avvicinata. Non c’era scritto nulla, solo
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si chiamava Geppo. Poi c’erano la moglie e
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Però i figli non c’erano quasi mai in
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un’idea e non c’era modo di convincerlo
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sua famiglia, forse non c’è stato un momento
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genere, che però non c’era quasi mai, anche
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possesso: la fantasia. Non c’era nessuno gnomo con
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una solo quando non c’era l’altra. ¶ Il
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Lui, però, già non c’era più da qualche
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cassetto della credenza, dove c’erano i suoi ferri
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una nonna?” ¶ “Ma che c’entra adesso?” ¶ “Mi piacerebbe
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ha confessato anche che c’è un uomo nella
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detto?” ¶ “No.” ¶ “Perché?” ¶ “Non c’eri mai, eri sempre
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una decina di metri c’era Kevin, con le
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al legno. Sulla cappa c’è anche Primavera, che
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bello quando piove e c’è il sole,” prosegue
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pensieri, “peggio ancora quando c’è il sole. Mi
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che quando piove e c’è il sole, quasi
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genere Alleria. ¶ “Mbe’, che c’è? Anche io ho
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dirmi di voltare quando c’è da voltare, di
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una sigaretta. ¶ “Ma non c’è una spiaggia da
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appena pescata. E poi c’erano gli scugnizzi che
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Bagnoli? Lì la spiaggia c’è ancora...”. ¶ “Sì, lì
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sulla sabbia, lì dove c’è stato il mare
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accendere la pipa, ma c’è troppo vento. “Le
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dicemmo tutto quello che c’era da dire, ci
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il padre che non c’era, e io le
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era finita, che non c’era futuro in quella
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essere ridicola”. ¶ “Ridicola? Cosa c’è di ridicolo in
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bocca: davanti a me c’è Carmen Bonavita in
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con le palle che c’hai tu, una che
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un risolino che non c’azzecca proprio niente, e
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scrivania. Seduto lì dietro c’è un ragazzo sui
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Acanfora mi richiama. “Che c’è?” chiedo. ¶ “Alla fine
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della scrivania. “Allora che c’è, nun me dicere
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le scapole. ¶ “No, che c’azzecca. Tieni un’espressione
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due che si scannano c’è un bambino? Se
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ingiustizie, dolori e tragedie, c’amma fa, mica possiamo
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un po’ che non c’è poi mica tanto
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bene. Qui dentro non c’è futuro. Tu sei
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di don Vittorio; non c’è dubbio che la
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mio vicino, e non c’è dubbio che si
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dietro l’angolo. Invece c’è la solita stanza
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mano. ¶ Ora mamma non c’è, però c’è
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non c’è, però c’è don Vittorio che
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mi guarda entrare, e c’è Cane Superiore che
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del mondo, ma se c’è di mezzo il
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per riderci su, non c’è nulla da fare
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tavola. Sotto ai piedi c’è Cane Superiore che
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annunciare qualcosa che non c’entra niente o che
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Cana Superiore” Greta, che c’è stata quando doveva