Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

sue attese. La notte c’era luce sotto la

e gratuita pietra non c’è che il suo

permise questo. Egli non c’era neppure l’indomani

di mia madre. Che c’era da dire sul

per esemplari che siano, c’è sempre qualche fosco

padrone. ¶ «Donna Concetta, che c’è?» disse comunque il

con benevolo distacco; ma c’erano sempre dei giorni

Per carità, signor conte, c’è il ragazzo» balbettò

i miei studi, non c’era da cavarne altro

in quello stesso anno. C’era la guerra, benché

poi si pente, o c’è solo una ruota

credito, finite le avemarie, c’è sempre qualche goccia

di olio nella bottiglia, c’è sempre qualche pezzo

olio, un capello ma c’era: poi bisognava che

anche fuori di casa, c’è da ridere pensando

più era fatto, non c’era che da sciogliere

piattello si dileguavano disgustati. ¶ C’era ancora la guerra

lo stile... Ah non c’è dubbio che egli

a crescere. Per esempio c’erano le corse fra

gridavano mettendoci al mondo, c’è sempre qualche altra

vestito a lutto»; e c’è religione tuttora, se

finire l’astruso gioiello: c’era o non c

c’era o non c’era nella “pizza”? Si

con esagerata lentezza. ¶ «Qui c’è scritto che vi

aziendale. ¶ «Eppure qui non c’è» geme; e non

malinconica via Foria, dove c’è una altissima palma

fatti del mio paese c’è sempre la coda

sostanza votiva. ¶ O meglio c’è ormai dignità in

e geme: «Accomodatevi non c’è fretta... un’ora

Resta fatto?». Invece non c’è stato consenso: il

Brigida? Poco fa non c’era, lo ha portato

di un commissario governativo? C’è poi il giuoco

di una simile guerra. C’è un bambino interiormente

dalla buonanima; per te c’è l’orfanotrofio, disse

momenti. «E per te c’è Poggioreale, attento» gridò

quasi un voto.» ¶ Non c’era irritazione nella sua

di attraversarlo ridendo. ¶ Non c’è altro. Questo non

vedevano carte. Bottega? Non c’era merce. Numerosi quadretti

che al pianterreno non c’è più nessuno». Soggiunse

nessuno». Soggiunse: «Chi morì c’era abituato e va

breve la loro stagione: c’è da meravigliarsi se

stile. Tanto peggio se c’è di mezzo una

santi delle vicine catacombe. C’è un lunghissimo cortile

che se piove mentre c’è il sole le

affiorano non sono suoi. C’è stata un’infame

spero) commovendoli un poco. C’è un nobile palazzo

persone qualsiasi disgrazia; non c’era nessun Fra’ Cristoforo

trovare altro lavoro non c’è. Sono sulla paglia

fa un gomito e c’è una fontanella pubblica

quel nome. «Manfredini Leopoldo» c’era scritto, e don

il numero vincente, qui c’è stata regolare aggiudicazione

stanno le cose... così c’è scritto e così

larghe gocce precipitarono, e c’era nell’aria pungente

devozione popolare. Altro non c’è da scorgere nell

colpevole. Ma stanotte assolutamente c’è stato miracolo, eccellenza

nuovi. In un angolo c’era sempre don Bernardo

fioriscono i veri miracoli. ¶ C’è mestiere e mestiere

spogliato i vivi? Ma c’è mestiere e mestiere

acre don Luigino. «Non c’è di che» rispose

Da lui appresi che c’è sberleffo e sberleffo

alle cinque in punto, c’è il discorso politico

egli dichiarò che non c’era fretta e chiese

si alzò. Nel vicolo c’era una luna abbagliante

nuovo in bottega, oppure c’è qualcuno? Il passo

ne parlerà a lungo. C’è anche una vaschetta

cuore. Anime del Purgatorio... c’è dunque la carne

carne per le feste; c’è il supremo brodo

sul davanzale diventerà gelatina; c’è il grasso balsamico

la pace; e infine c’è un cappone da

sul balconcino, un pollaio; c’è inoltre il problema

a don Antonio: «Carraturo, c’è in voi qualcosa

insieme sulla luna. «Carraturo, c’è in voi qualcosa

la zuppiera: e là c’è il ragù. ¶ Può

da Capodimonte a Posillipo c’erano più spaghetti che

vendevano spaghetti anche cotti, c’erano giganteschi fornelli all

San Biagio dei Librai «C’è qualcosa che non

Ma sul pianerottolo non c’era che la solita

Nella Chiesa del Carmine c’è una prodigiosa Madonna