Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

una cresta dopo cui c’è soltanto cielo. Quelle

io ci arrivai, non c’era nessuno. I prati

mi voltai: intorno non c’era niente se non

e dell’osservazione ¶ Case ¶ C’è una specie di

sotto, dove una volta c’era la stalla, ora

pietra e l’altra c’era un grosso chiodo

mansarda in cui dormivo, c’erano incisi due nomi

cercano larve d’insetto”, c’era scritto, “nella terra

sono come gli odori, c’è bisogno di tempo

mano che scoprivo cosa c’era intorno. Procedevo per

corrispondenza di ogni baita, c’era una piccola costruzione

mi piaceva molto. Fuori c’erano due recinti sbilenchi

che avevo nel prato. C’era un’unica impronta

Per la neve che c’era fuori, non potevo

la scorta di legna c’era un altro lavoro

rastrellai la terra che c’era sotto. Tolsi pietre

mi sembrarono tumuli sepolcrali. C’era la mia libertà

innevato. In giro non c’era nessuno: le nuvole

lì dentro senza cura. C’era un odore opprimente

di quella invernale, eppure c’era un’allegria evidente

valletta in cui abitavo, c’era l’alpeggio che

freno a mano, lui c’era finito sotto mentre

lontanissimo da chiunque. Non c’era niente che riuscisse

che lo rilassava molto. C’è chi munge con

parola, mi disse. Adesso c’era Lupo a fargli

chi ha le mucche c’è un’altra parola

gelida e niente detersivo c’era parecchio da grattare

luglio, e ora non c’erano più le larve

gli uomini in generale. ¶ C’era un colle davanti

ben conservato. Nel rullo c’era un foglio, e

mi spiazzò: che cosa c’entrava quel montanaro con

insieme ai fucili. ¶ Ma c’era un’altra eredità

da muretti a secco. C’era un nome per

scambiano gli uomini quando c’è un territorio o

conoscevo, scoprire che cosa c’era a due o

speranza di trovare riparo. C’era una baita meno

la lamiera. Dentro non c’erano finestre, ma una

altro. Per fortuna non c’era abbastanza luce da

ma oltre a quella c’era un bianco nuovo

svegliassi presto, in rifugio, c’era sempre qualcuno che

tonno, acciughe e olive. C’erano sacchi di cipolle

l’energia elettrica. Non c’era abbastanza sole per

Al lago che non c’è, mi dissero. ¶ Perché

un amico che non c’era più, sotto una

il pesce che non c’era, pensai. Da principiante

mezzo a quel cerchio c’era l’ombra di

pericoli del fondovalle non c’era bisogno di dirlo

il pesce, i limoni. C’era di mezzo una

che ci sarebbe riuscito. ¶ C’era una vetta, lì

prendemmo il solito sentiero. C’è a chi piace

il lago che non c’era, intestardendomi a stare

su quale pietra saltare. C’era un ultimo intaglio

addio in un’avventura. C’era un villaggio, a

nei prati tutt’intorno. C’era un grande paiolo

in cerca d’insalata. C’erano ancora le sue

a lui, lassù non c’era traccia di faggi

un uccello che cosa c’è dall’altra parte

era buio e fuori c’era il sole e

scogliera. Sull’altra riva c’era un pendio colonizzato

questa mattina per terra c’erano un bicchiere vuoto

dentro mio padre non c’era già più. ¶ Più

allegria. Giù da Gabriele c’era una catenella che

crescono bene dove non c’è più nessuno, segnano

domenica, santificare le feste. ¶ C’era un vecchio cacciatore

neve e il cielo. C’è una solennità in

che quel giorno non c’era mi guardava e

di andare dove non c’è il sentiero, e