Luigi Alamanni, Della coltivazione, 1546

veggia come ¶ Il temprato calor, la lieta stanza, ¶ Il

ch'il freddo, il calor, come il granato, ¶ Come

bando, ¶ (Benché vinca il calor) non manca a quelle

Che le nevi, il calor, la notte e 'l

E nel più gran calor perdoni all'opre. ¶ Quanto

chiaro, ¶ Senza fumo e calor che il fresco e

asciughi alquanto, ¶ E 'l calor fanciullesco infermo e frale

egli è posto al calor, diviso l'hanno, ¶ E

sete, ¶ O che infermo calor che febbre adduce, ¶ Vuol

le parti interne, ¶ Del calor natural la vite spoglia

onda reca, ¶ Col temprato calor risolve e scalda; ¶ L

Che del luglio il calor; prendasi adunque ¶ Cipresso e

suoi: ¶ Così avrà nel calor più fresca l'ombra

schermo ¶ Contro al secco calor del Sirio ardente. ¶ Chi

l'ali ¶ All'estivo calor se l'Euro e

onde ammorza ¶ L'assetato calor; quando il Sol libra

giorno ¶ Lor ristore il calor; poi nell'aurora ¶ I

ciascun mese, ¶ Medicando al calor colle fresche acque, ¶ Al

conforto estremo ¶ Dell'interno calor di febbre ardente. ¶ Questi

ricchezze, ¶ Poiché il lungo calor già tempra il vespro

molle ¶ Quanto cuoce il calor, o inaspra il gielo

amico. ¶ Già trapassa il calor, già viene il tempo

avemo, ¶ Come contro al calor fu l'ombra e

tempi, ¶ Umor reca e calor; pur nebbia e nevi

tempre ¶ Più soave il calor, meno aspro il gielo

Austro ¶ Non sia sommo calor: poi la Corona ¶ Della