Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

la firma su la cambiale e disse: ¶ — Bada anche

favore di firmare qualche cambiale non indovinava ancora niente

incerto a esaminare la cambiale aperta su lo scrittoio

tasca dov'era la cambiale, perché aveva paura che

sugante, disse: ¶ — Con la cambiale d'oggi, sono cinquemila

se gli dicessimo della cambiale falsa? Io scommetto che

dico che pagherebbe la cambiale! Dammi retta, almeno una

scadenza di un'altra cambiale, piuttosto grossa, anch'egli

seriamente: ¶ — Facciamoci firmare una cambiale dal signor Riccardo Valentini

son ghiribizzi! ¶ — O alla cambiale non ci pensi più

la scadenza d'una cambiale. S'allontanava agevolmente dalla

decisivo, come quello della cambiale, che farà doventare debole

Oh, a presentare la cambiale, c'è ormai due

vuole per comprare la cambiale: ci vado io. ¶ Enrico

bramosia di comprare la cambiale. Egli ci teneva a

lui a comprare la cambiale da qualche tabaccaio, purché

e, quando venne la cambiale, la stese subito su

e, tenendo ferma la cambiale con la sinistra, cominciò

firma, bisognava portare la cambiale. E la titubanza cominciava

io devo prendere la cambiale e portarla alla banca

sedere! ¶ Egli prese la cambiale ed obbedì. Ma, per

dietro o strappare la cambiale? Egli ci pensò, un

fretta; e consegnò la cambiale all'impiegato, con un

Benissimo! ¶ E buttò la cambiale, insieme con le altre

ai fratelli che la cambiale era stata presa; e

Domani sapremo se la cambiale sarà accettata dalla banca

di no, che la cambiale sarà presa! Andrà a

il giorno; così, la cambiale doventerà viva come se

i Gambi un'altra cambiale; e pensò di dirglielo

Gambi sapevano che la cambiale era stata non solo

imbecille, dovrebbe pagare la cambiale; e anche lui eviterebbe

le pergamene! Altro che cambiale! ¶ Ma quando si trattò

idiota, quasi inconsapevole della cambiale. Pareva che soltanto a

pena la metà della cambiale firmata da vero. ¶ Enrico

XV ¶ Enrico, come della cambiale, seppe alla bettola che