Pino Cacucci, Nahui, 2005

nella scollatura generosa, i capelli costretti a furia di

il collo, tocca i capelli come se volesse affondarvi

tenerezza, le accarezzò i capelli e la sollevò tirandola

dell’Archivio Casasola: i capelli bagnati di sudore, il

fuori dalle orbite, i capelli proiettati verso il soffitto

mise le mani nei capelli. “Non pronunciare simili oscenità

saliva si disperse sui capelli di lui, che aveva

spaventata. Le accarezzò i capelli, le prese le mani

Gerardo le accarezzò i capelli. La baciò sulle labbra

Donne che portavano i capelli corti, non tanto per

forbici iconoclaste e i capelli lunghi divennero un disprezzato

successivi lasciò crescere quei capelli d’oro lucente in

uscita dalla doccia, i capelli umidi, ancora imbronciata per

per lei inusuale, i capelli dritti e spettinati, così

della vetrata, accarezzandogli i capelli perché andassero a esaltarne

posava la modella dai capelli nerissimi. Come nero era

goffamente le mani sui capelli, sulla fronte, sulle guance

La Notte dai lunghi capelli neri, che si era

e, tenendola per i capelli, cominciò ad affannarsi per

la mano tra i capelli sudati, mormorò con sarcasmo

o una tirata di capelli, quei pochi rimasti e

pubblico prima scompigliò i capelli a Villa e poi

indecisa. Intanto ammirò i capelli corvini pettinati all’indietro

perversamente lucidi, accarezzandogli i capelli corvini, ondulati, passando le

figura patetica: trasandata, i capelli scompigliati dalle folate di

occhi la donna dai capelli biondi stopposi, i vestiti

era ormai anziana, i capelli tinti di un assurdo