Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

i passi verso la casa che fu dei suoi

col pensiero su questa casa. Tutto era cambiato, fuor

malvagi lo accompagnarono a casa tenendolo sotto l’ascelle

dava convegno in una casa smantellata dal martellamento dei

acceso. ¶ Quella sera in casa della signora Dina ci

il Tarmito. ¶ — Esci di casa nostra, demonio d’averno

era allogata in una casa sotto il Casone che

lo tenevano ravvolto in casa in un telo d

Casone c’era una Casa; le parole che si

te, trogolo: nella su’ Casa non ci mangerei nemmeno

della famiglia entravano nella Casa di soppiatto per il

prima passione. Avvicinandosi alla Casa batteva il tacco, si

mogli inferme andavano alla Casa di notte, tanto prestamente

far del giorno, nella Casa e con la padrona

Era la padrona della Casa che scendeva a divagarsi

diceva la padrona della Casa. ¶ — Certo te li guadagni

riaccese e avvampò la casa. ¶ — Abbondanza, dodici. ¶ — Eccoti, godi

passa le cervella. In casa aveva fiutato odor di

voi chi possiede una casa, un campo, una proda

avvallamento si eleva una Casa che suda gelo dalle

sembrava d’aver la casa sulle spalle e mi

egro sulle pareti della Casa, come gli uccelli nelle

Dopo mezzanotte rientrò in casa il Tarmito. Nel silenzio

partenza. Le acque, in casa, erano calate come nelle

permanenza del Tarmito, nella casa, si assisero al tavolo

piedi come quando, a casa, aspettavano di sull’aia

Il Tarmito contemplò la casa in ombra, perplesso, lungamente

bollita nelle caldaie di casa, agli stropoli, alla stoppa

fogliame, gli uccelli, la casa, i pesci d’argento

sù. Dalle finestre della casa si scorgevano delle ragazze

i franchi ora. ¶ Nella casa dirimpetto c’era lo

furono ruzzolate da una casa e dall’altra, le

di carnagione, allogata nella casa del Verdone: ¶ Io vi

trepida una voce della casa dirimpetto. ¶ — Siete sempre voi

qui sei come in casa! ¶ — Salutatemi il mare — disse

faville. ¶ — Ci ritornereste a casa vostra? ¶ — Se il mare

se dovessi riportare a casa mia soltanto l’ossa

senti che bella parola: Casa mia! Come riempie la

Come riempie la bocca: Casa mia! — Gli altri si

i due parlavano nella casa del libraio dove il

ne hai empito la casa in ogni dove. Perchè

Cesare andarono verso la casa dell’impiccato per rilevare

pigiava la fiancata. La casa era lontana lontana in

fumate, c’era la casa dell’impiccato. Il Tarmito

suoi discorsi come una casa di carta sull’acqua

rombava sul tetto di casa sua. Sotto al calcio

vociferava che egli nella casa nascondesse un tesoro entro

ho fatto alzare la casa a tre piani, a

tritandole il temporale. ¶ La casa di Niccolao, tappezzata di

il figlio uscirono di casa, tempestava sempre. Le selve

Quand’ella rientrò in casa parlava a urli di

quelli che bruciarono la casa per vendere la cenere

zampando sulle giovenche. ¶ La casa d’Isaia era là

Entri! — s’urlò di casa. ¶ Isaia ravvolto nel poncho

destava nella cameretta di casa sua, vedeva i cimelli

si avviò verso la casa, i portatori del cofano

coltri, il tetto della casa con le travature pesanti

Felice Orsini nella squallida casa genovese entro la povera

il tetto di quella casa v’era tutto il

è l’uomo niuna casa che accada riuscirà grave

allegria, ma forestiera: in casa nostra è il dolore

appeso sulla parete di casa sua. Isaia balenò chiuso

radici sulle piane davanti casa mia. ¶ — Si metteranno uno

ognuno sul ciglio davanti casa sua. L’acque croccolavano

è il momento, ¶ a casa si va. ¶ Quando si

correva precipitosamente verso la casa. Soltanto la donna che

due entrarono circospetti nella casa. ¶ Le ragazze eran vestite