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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Tassoni, L'Oceano, 1622

concordanze di «ch»

nautoretestoannoconcordanza
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non posso giudicare quello ch’egli sia per essere
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né fine ma, poi ch’ella me ne mostra
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gustare di cosa seria ch’abbia fondamento di falsità
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oltre l’esser chiaro ch’ei non condusse se
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a lei per quello ch’ella disegna di fare
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eroe di gloria degno ¶ ch’un nuovo mondo al
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da morte ¶ privilegialo sì ch’ei viva eterno, ¶ ché
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venticel da terra usciva ¶ ch’invigorando il cor de
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l’aurora. ¶ Questa via ch’altri mai non ha
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o distornato almen sì ch’a quei regni ¶ non
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ire e gli sdegni ¶ ch’io serbo a le
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terror de’ venti, ¶ mostrò ch’a lui del suo
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ai naviganti ¶ che quel ch’uscìa dai folgori tonanti
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onde a tant’altezza ch’elle ¶ perdon la forma
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Ciò che saggio nocchier, ch’antiveduto ¶ potea fare o
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dove non pose mai, ch’io creda, il piede
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Inferno il seme rio ¶ ch’in cielo, in terra
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di lor securo stassi ¶ ch’entra nel lido e
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lor né più gioconda ¶ ch’un vezzoso drappel di
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oro. ¶ Parve Clizia costei, ch’a vendicarse ¶ del temerario
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inchinarsi a fare inviti ¶ ch’altri cogliesse i lor
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abbracciarle; e correa invano, ¶ ch’elle si nascondeano immantinente
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ne l’aspetto gentil ch’ei più bramava. ¶ A
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tra lor sì dolcemente ¶ ch’avrebbon fatto un cor
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puro fonte estinse, ¶ fuor ch’in questa del mondo
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suo corso il piede, ¶ ch’a tempo volgeran le
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sazio è il desio, ¶ ch’un freddo verno amor
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poi la vostra arsura, ¶ ch’in noi nato il
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fiori; ¶ ma il capitan, ch’a dipartir n’invita
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dipartir n’invita, ¶ sa ch’hanno come gli altri
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mancarne mai. Venite, andiamo; ¶ ch’in così poco ciel
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e fiori ¶ e, quel ch’importa più, gioie e
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fianco e diede segno ¶ ch’a l’isola tornar
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piede; ¶ ma il vento, ch’ottener non può la
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or vento e fa ch’io ritrovi il core
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a rischio di morire, ¶ ch’eran le navi ancor
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disse: ¶ «Quel dì, signor, ch’in alto mar spiegando
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ninfe a noi parea ¶ ch’uscissero giganti e mostri
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fummo agitati in fin ch’uscì l’aurora. ¶ Quand
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perigli noti ¶ nel girar ch’ei fe’ il mondo