Pietro Metastasio, Giustino, 1713

non mi sprezzi ¶ Tal ch'or si prende il

che sì eletta gente, ¶ Ch'era raccolta per andare

poter di chi governa, ¶ Ch'è sforzato a fondar

Non su l'amor, ch'è più tenace nodo

È tempo ormai, Teodora; ¶ Ch'ambo portiamo il piede

lunghi affari ¶ Non permetton ch'io passi ¶ L'ore

Tu fosti la cagion ch'egli n'andasse ¶ Contro

a morte; ¶ Ed io, ch'era rimasta ¶ Vedova e

Narrerò brievemente, giacché vuoi ¶ Ch'io rinnovi la piaga

partire, oh Dio! ¶ Io, ch'era fin allor stata

via non si trova ¶ Ch'egli ritorni tosto, ¶ La

Rasciuga pur le luci, ¶ Ch'io spero, se non

ho, cara sorella, ¶ Premio ch'eguagliar possa il tuo

Sofia. Ma resta, intanto ¶ Ch'io vado l'opra

suo male, e fa ch'io sappia ¶ Che deggio

E dirle ancor potrai ¶ Ch'io porrò in opra

Dubbio non v'è ch'io non potrò dipoi

popolo governa, ¶ Teme color ch'hanno di lui timore

ciò che vi piace, ¶ Ch'io, volgendomi intorno a

piante. ¶ L'attenderò fin ch'ella a me ne

Giustino! ¶ Quanto sentì dolor ch'egli partisse, ¶ Di sua

fine ¶ Da Giustiniano ottien ch'egli ritorni, ¶ Questi pochi

nocchier. ¶ Così l'alma, ch'è avvezza all'affanno

l'ottenuto; ¶ So ben ch'io cangio doglia, ¶ Ma

io godrò sentir ciò ch'ei predica, ¶ Benché non

e dette. ¶ AST. Ecco ch'io reco il buon

tal saper l'aspetto, ¶ Ch'è troppo debil forza

core, ¶ Che perder ciò ch'egli tenea più caro

SCENA QUINTA ¶ cleone solo. ¶ Ch'io scacci il mio

novella speme ¶ Mi lusinga ch'io possa ¶ Senza questo

occhi miei ¶ Di quel ch'ora giungete, e mai

Imperio nostro? ¶ CLE. Aimè, ch'io veggio fra diversi

esso il chiaro lume, ¶ Ch'egli pigro si rende

mia sciagura è tale ¶ Ch'ogni alimento allo sperar

so che nell'onde, ¶ Ch'or s'innalza, or

fosse ¶ Su questa nave! Ch'egli ancora involto ¶ Fra

m'aiti?' ¶ Deh lasciate ch'io vada, invidi flutti

il suo colore. ¶ Ah ch'egli è desso, oh

Cleone acciò qui venga, ¶ Ch'io sosterrò sopra le

iniqua sorte ¶ Non negherà ch'io possa ¶ Con sì

pena. Asteria, ormai ¶ Concedimi ch'io possa a mio

sorella, il modo istesso ¶ Ch'usi per consolarmi è

irate stelle; ¶ Voi volete ch'io rompa ogni dimora

Il desiato foglio ¶ Tosto ch'io lessi, impaziente corsi