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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittoria Colonna, [Rime], 1538

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1538
D'un schermo tal, che minor luce sdegna, ¶ E
2
1538
la cagion può tanto, ¶ Che m'è nèttare il
3
1538
te tormento e doglie; ¶ Chè se il favor del
4
1538
benigni avere i fati: ¶ Chè tanti sacrifici e voti
5
1538
Non era tempio alcun che de' miei pianti ¶ Non
6
1538
madefatto, e non figura ¶ Che non avesse de' miei
7
1538
mio lacrimar, cotanti voti; ¶ Chè spiace a Dio l
8
1538
mio volin tant'alto, ¶ Che mai di fama e
9
1538
pugna orrenda e dispietata ¶ Che m' ha fatto la
10
1538
d'un Achille. Ma che fia ¶ Questo per me
11
1538
me vedeva mesta, giudicava ¶ Che m'offendesse assenza e
12
1538
l'anima audace, ¶ Con che s'accorda mal fortuna
13
1538
a noi, dogliose afflitte, che aspettando ¶ Semo da dubbio
14
1538
non ripensando ¶ Ad altro che ad onor, contro al
15
1538
posa ¶ Il corpo mio (chè già lo spirto è
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1538
Sia converso il dolor: chè padre e sposo ¶ Salvi
17
1538
usanza ¶ Dicendo: Nel pensar, chè un caso strano ¶ Sarebbe
18
1538
tutto il mal successo, ¶ Che la memoria il petto
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1538
more, mora. ¶ A quel che arrisca l'un, l
20
1538
in morte; ¶ E ciò che avviene a lui, a
21
1538
Mitridate, e tua consorte, ¶ Che faceste egualmente di fortuna
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1538
non hai doglia alcuna; ¶ Chè pensando di fama il
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1538
sua ruina ¶ Proscrive; poscia che tra noi destina ¶ Spirto
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1538
l'inchiostro l'oro, ¶ Chè 'l ver costringe lor
25
1538
daria sì fida aita, ¶ Che non l'impediria l
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1538
L'alma, d'allor che i suoi pensieri accolse
27
1538
chiusa riserba. ¶ Per colui che si fe morendo vivo
28
1538
me fa viver morta, che dal cielo ¶ Fuor di
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1538
L'alta piaga immortal, che m'assicura ¶ Di nuovo
30
1538
anni ¶ S'allarga sì, che miei gravosi affanni ¶ Col
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1538
Godo tanto in veder che il mondo intende ¶ Quel
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1538
ciò è in terra, che fia dunque poi ¶ Che
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1538
che fia dunque poi ¶ Che sarà tolto il grave
34
1538
grave mortal velo, ¶ Sì che tanto splendor non mi
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1538
mi contenda? ¶ Temo sol che sì lieta i raggi
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1538
gli ha dato, ¶ Poscia che vive in ciel quel
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1538
sentiero. ¶ Dal foco bel, che il terzo cerchio accende
38
1538
nel quarto poi ¶ Vede che 'l lume suo lieto
39
1538
morta già, se non che 'l core ¶ Si sforza
40
1538
vada o miri. ¶ Altro che lacrimar gli occhi non
41
1538
ponno, ¶ Nè d'altro che d'ardor l'alma
42
1538
pasce: ¶ Colui sel sa che del mio male è
43
1538
è donno. ¶ Fortunati color che avvolti in fasce ¶ Chiusero
44
1538
in sempiterno sonno, ¶ Poi che sol per languir qua
45
1538
solo, ¶ Quasi dolente augel che 'l verde ramo ¶ E
46
1538
Perchè espedito al sol che adoro e colo ¶ Vada
47
1538
E 'n quel punto che giunge lieto e ardente
48
1538
nel vostro saggio petto; ¶ Chè l'albergo fea lor
49
1538
m'apporta largo onore; ¶ Chè per virtù del bel
50
1538
mio debole e frale, ¶ Che 'l vigor perde, ove
51
1538
aspiri al gran disegno; ¶ Chè da radice è svelta
52
1538
penne, ¶ D'altro conteste che di fragil cera, ¶ Colui
53
1538
tal mai non sostenne, ¶ Che di fama e virtù
54
1538
con sì fallaci larve, ¶ Che lieta e inerme all
55
1538
lume un raggio tale, ¶ Che di ricca speranza ognor
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1538
non contempla un sol che sempre aggiorna? ¶ Chi non
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1538
ritien l'alma omai che non sia sgombra ¶ Dal
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1538
sgombra ¶ Dal carcer tetro che l'annoda e stringe
59
1538
E se l'immagin, che 'l pensiero adombra, ¶ Anzi
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1538
l'acerba piaga finge, ¶ Che fia di là se
61
1538
il mio tormento interno; ¶ Chè ben può nulla chi
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1538
ho impresse nel cor! chè mille amanti ¶ Accenderei di
63
1538
Giulia moglie di Pompeo, che, credendo ucciso il marito
64
1538
vinse ¶ L'animo vostro, che di quello escluse ¶ Desio
65
1538
suo ghiaccio diffuse ¶ Allor che maggior male amor dipinse
66
1538
e vere ¶ Quell'una che vi diede in un
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1538
piume leggiere! ¶ Ma io, che maggior danno or provo
68
1538
sol voglie sì altiere, ¶ Che, mio malgrado, il cor
69
1538
contento più m'aggrada, ¶ Che quando corse l'onorata
70
1538
ogni contrada ¶ Splendeva tal, che dovunque altri vada ¶ La
71
1538
intorno cinge ¶ Irato vento, che nè le sue foglie
72
1538
animo mio, donna, dipinge, ¶ Che fortuna combatte e non
73
1538
me ancora ¶ Ragion vuol che nel mal cresca la
74
1538
comparte ¶ Il ciel, allor che con benigni aspetti ¶ Suoi
75
1538
far sì degni effetti, ¶ Che 'l poter suo divin
76
1538
io. Voi, spirti eletti, ¶ Che formate sì bei rari
77
1538
soggetto ai sacri inchiostri; ¶ Chè dal lume divin più
78
1538
bei famosi studi vostri. ¶ Che se poca mortal luce
79
1538
luce ogni desio. ¶ Or che quel sol, che solo
80
1538
Or che quel sol, che solo in voi risplende
81
1538
là su contende; ¶ Odo che 'l vostro core, avendo
82
1538
onor dell'altro avrai: chè quella al cielo ¶ Trasse
83
1538
oblio. ¶ SONETTO CXV. ¶ Sperai che 'l tempo i caldi
84
1538
il cor vinto sì che 'l settim'anno ¶ Non
85
1538
men gravoso 'l danno; ¶ Che 'l mio duol spregia
86
1538
SONETTO CXVI. ¶ Or veggio che 'l gran sol vivo
87
1538
ciel mandato, ¶ Quasi favilla, che si mostra in segno
88
1538
si mostra in segno ¶ Che ne vien dopo lei
89
1538
Sia il core almen; chè omai sdegna il beato
90
1538
sdegna il beato ¶ Spirto che mortal lingua a tanto
91
1538
Priva del suo nocchier che vive in cielo, ¶ Fugge
92
1538
l peso di color, che dall'orgoglio ¶ Di fortuna
93
1538
Tanto al suo danno, che sovente insieme ¶ Piansi l
94
1538
Forse sdegna quel sol che la sostiene; ¶ Chè quante
95
1538
sol che la sostiene; ¶ Chè quante io leggo indegne
96
1538
corte. ¶ VI. ¶ Onde a che volger più l'antiche
97
1538
Tal son io, poi che non ho più presente
98
1538
di quel vivo raggio ¶ Che morte mi nasconde: e
99
1538
leggera, all'alta meta ¶ Che mi scuopre il mio
100
1538
cara tua serbata fronde ¶ Che a' rari antichi, Apollo
101
1538
ampia corona ¶ Donasti, allor che all'almo tuo Elicona
102
1538
e più profonde; ¶ Or che 'l gran Giovio dall
103
1538
le voci d'onor, che si ragiona ¶ Le prime
104
1538
man la fronte altiera: ¶ Chè la sua dotta musa
105
1538
oggi è sol quella ¶ Che rende il secol nostro
106
1538
son, queste n'appare ¶ Che sian più grate, il
107
1538
In lui rifulser sì, che tutti voi ¶ Che lo
108
1538
sì, che tutti voi ¶ Che lo miraste, or pur
109
1538
avria condotto in parte ¶ Che saria là beata, e
110
1538
L'ultima forza sì, che inteser quanto ¶ Circonda il
111
1538
E gli altri poi, che con la mente pura
112
1538
sue grand'opre inteso ¶ Che reggeva il bel corpo
113
1538
onori e pregi altieri; ¶ Chè l'alte sue virtù
114
1538
la stella ¶ Sì parca, che s'oppon bene il
115
1538
e gli occhi miei, ¶ Che ritien con la vista
116
1538
E 'l tristo canto, che col tempo crebbe, ¶ Più
117
1538
me stessa conforto ¶ Temo che porga; e al ver
118
1538
ver tanto vien corto, ¶ Che per lo suo miglior
119
1538
quel mio lume santo: ¶ Chè al suo valor ed
120
1538
fuor rasciughi il pianto, ¶ Che sol d'intorno al
121
1538
l limitar le porte; ¶ Che in far le nostre
122
1538
Il morir tosto a che ti vale, ¶ Se forse
123
1538
suole ¶ Un caldo ardir che pon d'intorno l
124
1538
ella può da quel che 'l mondo vuole. ¶ Così
125
1538
sente 'l lume suo che ognor lo chiama, ¶ E
126
1538
volto, ovunque mira, impresso, ¶ Che gli misura i passi
127
1538
porgete ¶ Di me pietosi che con umil fronte ¶ Cerco
128
1538
son chiare e conte, ¶ Che mi guidino al ben
129
1538
corpo insieme, ¶ Ma acciò che innanzi a lui non
130
1538
Mentre sfogo il dolor che 'l cor mi preme
131
1538
falde ¶ Del monte altier che 'l gran Tifeo nasconde
132
1538
Per le tue glorie, che fien chiare e salde
133
1538
ben dispesi io trovo, ¶ Che nel gran merto i
134
1538
volo ai bei pensieri. ¶ Chè poggiando ognor più sua
135
1538
E quel cieco voler, che non intende ¶ L'altiera
136
1538
varie tempre; ¶ È degno che 'l passato duol contempre
137
1538
contempre ¶ Il presente gioir; chè Tifeo nacque ¶ Per alte
138
1538
lunga e chiara istoria, ¶ Che compensi il piacer l
139
1538
Non cede il carco, che felice il preme ¶ (Se
140
1538
vera gloria), ¶ A quel che 'l vecchio Atlante ancor
141
1538
a mio malgrado varco, ¶ Che lo stil cangi, o
142
1538
lo stil cangi, o che men grave incarco ¶ Provi
143
1538
noioso velo. ¶ Beata lei che con un fuoco estinse
144
1538
speranze un giusto freno, ¶ Che indietro volge il già
145
1538
solco e senza spene: ¶ Chè il fido porto mio
146
1538
chiari ¶ Di nebbia impressi, che in timore e spene
147
1538
per l'imperfetto bene, ¶ Che si godeva già negli
148
1538
pronto, all'util parco, ¶ Che i dì ne fa
149
1538
appar di fuore, ¶ Voi che giungete al periglioso varco
150
1538
volta: ¶ L'anima mia, che tal lo vede, e
151
1538
affligge e dole, ¶ Non che quell'altra sia dal
152
1538
nodo sciolta. ¶ Non piange che 'l valor, l'alta
153
1538
il frutto coglie; ¶ Ma che tardi a venir la
154
1538
salute, ¶ Per seguir quella che lassù l'invita; ¶ E
155
1538
memoria 'l sento ¶ Passar, che questo amaro ancor mi
156
1538
farà degna ¶ L'alma, che là su goda o
157
1538
voi sacro fec'io, ¶ Che mille piaghe ha già
158
1538
e caldo del desio: ¶ Chè la sua verde speme
159
1538
si nodrisce in modo, ¶ Che senza incenerirsi arde ad
160
1538
io pur mi godo; ¶ Chè con quanto più può
161
1538
SONETTO LXXVIII. ¶ Onde avvien, che di lagrime distilla ¶ Senza
162
1538
amor sì larga aprilla, ¶ Che non la fa maggior
163
1538
amico mio pensiero ¶ Rispose, che si compie oggi il
164
1538
oggi il quart'anno ¶ Che ti coperse un doloroso
165
1538
doloroso manto? ¶ Conobbi allor che la passion il vero
166
1538
La cagion immortal vuol che, obliando ¶ Ogn'altra cura
167
1538
ragion la colpa toglie, ¶ Che fa viva la fede
168
1538
Saran sole nel cor, che furon prime, ¶ Sfogando il
169
1538
odor mi diè già, che 'l dolce seme ¶ Fa
170
1538
infin all'ore estreme: ¶ Chè se l'un mal
171
1538
Fede al mio petto; che non men sincero ¶ Del
172
1538
cagion far degna stima ¶ Che vive in cielo, e
173
1538
ancor la prima ¶ Luce che 'l secol nostro orni
174
1538
Prendo consiglio da color che 'n cima ¶ D'alto
175
1538
muove ¶ L'instabil dea che, per vie lunghe o
176
1538
non trovando alfin ragion che giove ¶ All'alma nel
177
1538
duol sempre proterva, ¶ Prego che 'l pianto mio finisca
178
1538
lume appar nell'oriente, ¶ Che 'l negro manto della
179
1538
desiar la morte. ¶ Quel che gli altri occhi appanna
180
1538
Occhi, l'usanza par che vi sospinga ¶ Al pianger
181
1538
Non la mirando voi, che vi lusinga? ¶ A noi
182
1538
noi scorger ne par che non la finga, ¶ Ma
183
1538
insieme. ¶ SONETTO LXXXIV. ¶ Voi che miraste in terra il
184
1538
lo vide intera fede, ¶ Chè come al suo valor
185
1538
e dice: ¶ Odi miracol! che 'l tuo grave danno
186
1538
stil così onorato festi, ¶ Che non fu ugual in
187
1538
te ha fatto quel, che per lo divo ¶ Cesar
188
1538
in carte il più che umano ¶ Del roman nostro
189
1538
e piano ¶ Stile agguagliar, che sol d'un casto
190
1538
casto ardore ¶ Ragionar sa, che tutti i giorni e
191
1538
forza ¶ Spinge il voler che la ragion non cura
192
1538
orma del noto viaggio, ¶ Che dal piè avvezzo e
193
1538
mio sole ¶ Il ciel, che di virtù l'animo
194
1538
Nacque il nobil desio che l'alma vinse, ¶ Mirando
195
1538
Gli altri semplici sensi, che non fanno ¶ Concordia, onde
196
1538
quel vero ¶ Divino amor che gentile alma accende, ¶ Non
197
1538
di gioja o affanno: ¶ Chè 'l chiaro foco mio
198
1538
e sì nobil terreno, ¶ Che 'l frutto promettea dolce
199
1538
ben priva. ¶ Quel colpo che troncò lo stame degno
200
1538
troncò lo stame degno ¶ Che attorcea insieme l'una
201
1538
piè fornita, ¶ Forse (o che spero) il mio tardar
202
1538
Poichè mesto è colui che tutto intese, ¶ Che sol
203
1538
colui che tutto intese, ¶ Che sol ne mostrò il
204
1538
sol, quanto si addita ¶ Che del poter divin ne
205
1538
Morì il rimedio allor che nacque il danno. ¶ E
206
1538
danno. ¶ E s'avvien che 'l martir non mi
207
1538
labirinto, ¶ E mosse quel che gli altri ferma e
208
1538
ciel col mortal velo, ¶ Che indur con umíl forma
209
1538
letto d'oro ¶ Veggio che corre latte il bel
210
1538
tal lavoro ¶ Rende immortal! chè all'alme eterne fronde
211
1538
vostro ardir seconda, ¶ Tal che tosto si spera in
212
1538
e viver più sereno. ¶ Chè non solo il paese
213
1538
vostro degno alto viaggio; ¶ Chè 'l ver pastor Clemente
214
1538
il mio bel sol che per aprir il volo
215
1538
E prega il ciel che stenda in ciascun polo
216
1538
polo ¶ L'ali, e che tanto abbia le stelle
217
1538
quel bel lume ardente, ¶ Che nè morte nè tempo
218
1538
e veggio ognor presente, ¶ Chè non me 'l vieta
219
1538
sia grave, ¶ Spirto beato, chè qui in terra sono
220
1538
move tardo ¶ Il sol che seco in ciel mi
221
1538
saldo il punge, ¶ Ora che col pensier fido da
222
1538
il guardo. ¶ Gli occhi, che morte mi nasconde e
223
1538
mio. ¶ Or quel raggio che 'l ciel non mi
224
1538
il sentiero, ¶ Ritorna poi, chè il mio bel sole
225
1538
D'un foco sol, che ne fu dato in
226
1538
forte, ¶ Porgi la man che morte mi contese. ¶ SONETTO
227
1538
sole. ¶ Potea il valor che qui s'onora e
228
1538
più pregiata sede. ¶ Fin che l'immagin viva all
229
1538
opre chiare immortal fede. ¶ Chè nè invidia qua giù
230
1538
amor nel mostra aperto: ¶ Chè 'l tuo vivo splender
231
1538
dei raggi suoi, ¶ Pria che tornasse al ciel mill
232
1538
nel mio l'ingegno! ¶ Chè avrei forse al gran
233
1538
Tal forza 'l duol, che 'l cor non sempre
234
1538
ver vola il desio! ¶ Che pur qui va cercando
235
1538
nè ragion l'appaga, ¶ Che li dimostra più lucenti
236
1538
SONETTO LXXI. ¶ Anima eletta, che sì tosto spinta ¶ Dal
237
1538
mostrasti; ¶ E degli esempi che quaggiù lasciasti ¶ Non vedrà
238
1538
prende ¶ Il suo cammin! Chè sì lodata cura, ¶ Sebben
239
1538
questo sol s'intende, ¶ Che sì bell'opre non
240
1538
navigare ancor queste onde, ¶ Che tanto tempo solco e
241
1538
qui sempre più caro, ¶ Chè 'l bel morir più
242
1538
ella mi fugge or che sperar mi lice? ¶ SONETTO
243
1538
genitori di Francesco Molza, ¶ che morirono nel giorno istesso
244
1538
ardente e forte ¶ Nodo, che l'ultime ore a
245
1538
di morte ¶ Fe dolci che son sempre agli altri
246
1538
più quel lume santo ¶ Che sì bel nodo indissolubil
247
1538
nome santo ¶ Di quei, che diero a voi vita
248
1538
Del vostro altero suon, che nostra etade ¶ Già dell
249
1538
breve pace! ¶ Non vuol che libertà mai più si
250
1538
Nel suo voler, ma che l'ardente face ¶ S
251
1538
face ¶ S'intepidisca sì che 'l viver giove. ¶ SONETTO
252
1538
vi fu 'l ciel che 'l tempo avaro ¶ Quanto
253
1538
sempre più chiaro ¶ Quei che agguagliarsi a voi speran
254
1538
o ingegno d'altri, che raccende ¶ Nei saggi petti
255
1538
intende. ¶ SONETTO XLI. ¶ Parmi che 'l sol non porga
256
1538
propria cura. ¶ Di poi che 'l mio bel sol
257
1538
solingo e raro ¶ Pensier, che sovra 'l corso uman
258
1538
spinge, ¶ Vidi il volto, che amor nel cor dipinge
259
1538
e frena il dolor che ti sospingo, ¶ E fa
260
1538
gloria: onde mi duole, ¶ Che giunse e sparve in
261
1538
arder rinnova la mercede: ¶ Chè se fuggì il piacere
262
1538
gioire, ¶ Come all'or che la vide chiara in
263
1538
l'altre chiare stelle, ¶ Che 'l natio nido mio
264
1538
almo paese ¶ Adornan sì, che dell'antiche imprese ¶ Le
265
1538
XLVI. ¶ Questo nodo gentil che l'alma stringe, ¶ Poichè
266
1538
cor tutto quel male ¶ Che gli amanti a furor
267
1538
anni la mia mente, ¶ Che la ritiene ancor viva
268
1538
del gran tesor mendica: ¶ Chè vivo di sue glorie
269
1538
mente il raggio bel che pria l'accese, ¶ E
270
1538
SONETTO XLVIII. ¶ Già desiai che fusse il mio bel
271
1538
vive in parte pur, che sa, non crede, ¶ L
272
1538
e le parole. ¶ Vede, che quanto ei volle, or
273
1538
e vole ¶ L'alma che 'l sente ognor, gli
274
1538
e il vede: ¶ Sa che non mai nella memoria
275
1538
Vede le glorie sue, che gli altrui onori ¶ Vincon
276
1538
altrui onori ¶ Vincon sì, che nè nuove nè seconde
277
1538
darmi giammai cotanto ardire, ¶ Che a sì dubbia speranza
278
1538
tutti ed annodarne altrui. ¶ Che saria rivederlo sopr'umano
279
1538
Produce quel gran sol che sempre aggiorna ¶ Dentro 'l
280
1538
per quell'alma luce ¶ Che li crea, li nodrisce
281
1538
effetti il tuo maggiore: ¶ Chè s'ei rotando dà
282
1538
SONETTO LIII. ¶ Quel giorno che l'amata immagin corse
283
1538
caro albergo, tal parea, ¶ Che l'umano e 'l
284
1538
volto adorno. ¶ Ahi con che affetto amore e 'l
285
1538
e 'l ciel pregai ¶ Che fosse eterno sì dolce
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1538
anni, ¶ Allora er'io, che in tenebre ed affanni
287
1538
i' sotto l'ali, ¶ Che allor spiegavi, avrei ben
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1538
vaghezze, misera s'accorge ¶ Che 'l bel di fuor
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1538
luce glorïosa ed alma. ¶ Chè come fui felice qui
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1538
mio sol tutta coverta. ¶ Che temev'io con la
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1538
io ritorno ¶ Al mio che 'l ciel di maggior
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1538
fiamma amor mi cinse, ¶ Che poco apprezza il trapassar
293
1538
giogo m'avvinse, ¶ Tal che disdegna umil catena il
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1538
pungente all'arco tese ¶ Che fe la piaga, ch
295
1538
XIX. ¶ Amor, tu sai che mai non torsi il
296
1538
Fa omai da te che 'l nodo si rallente
297
1538
l nodo si rallente: ¶ Chè a me di libertà
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1538
più ognor l'alma, che attende ¶ Solo a seguirlo
299
1538
affanno. ¶ E la ragion che prima il duol raffrena
300
1538
lei sì poco preme, ¶ Che se durasse, io sarei
301
1538
la mia miser'alma, ¶ Che 'l viver lungo e
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1538
si presta ¶ Fu già, che d'ogni affanno chiara
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1538
mesta. ¶ Tempo ben fora, che dal martír vinta, ¶ O
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1538
disciolse il caro nodo ¶ Che il cielo avvinse la
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1538
mi pregio e lodo, ¶ Che mi trae fuor d
306
1538
fur, l'alme feconde, ¶ Chè il suo valor lasciò
307
1538
lasciò raggio sì chiaro, ¶ Che sarà lume ancor del
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1538
o d'adamante ¶ Sarà, che degnamente serbi e ammante
309
1538
io spargo vedi; poi che le tue sante ¶ Membra
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1538
e i nobili intelletti ¶ Che seguiranno i tuoi lodati
311
1538
più non m'assicuro: ¶ Chè 'l sentier intricato e
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1538
Spento è il vigor che pria sostenne l'ale
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1538
ale; ¶ Onde al desio che la speranza atterga, ¶ Convien
314
1538
la speranza atterga, ¶ Convien che senza guida indarno s
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1538
in me quel sol che d'ogn' intorno ¶ Sgombrò
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1538
questo suo breve soggiorno; ¶ Chè al parlar saggio ed
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1538
lieti quei benigni aspetti, ¶ Che instillan le virtù nei
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1538
mi tolse. ¶ Ella fu che ne' bei lacci m
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1538
sensi semplici e leggieri; ¶ Chè non sarebber or quei
320
1538
or quei nodi intieri ¶ Che a lor simíl giammai
321
1538
giorni amari. ¶ Ma or che vede come io mi
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1538
non è pur passato, ¶ Che 'l desir freni e
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1538
calma. ¶ Or come avvien che questa grave salma ¶ Lei
324
1538
viva morte? ¶ Com'è che 'l minor nostro il
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1538
tempre? ¶ SONETTO XXXI. ¶ A che sempre chiamar la sorda
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1538
forte? ¶ Meglio assai fora che alle chiuse porte ¶ Chieder
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1538
fama il tuo vigore, ¶ Che ne fia per più
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1538
meta ¶ Leggier volasti sì, che nulla cura ¶ Ti strinse
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1538
duol ristringe e fa che lieta ¶ Io chiami il
330
1538
infiammaro e invaghir sì, che la vostra ¶ Or sento
331
1538
beata l'alma nostra, ¶ Che ne mostrò la via
332
1538
ne mostrò la via che al ciel conduce. ¶ SONETTO
333
1538
il mio core impero; ¶ Chè vincerlo col lungo tempo
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1538
Il chiaro suo valor, che 'l mondo alluma ¶ Di
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1538
il duol sì amico, ¶ Che assai mi giova più
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1538
assai mi giova più che non m'offende. ¶ SONETTO
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1538
l'interna doglia, ¶ Di che si pasce il cor
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1538
al mio bel sole, ¶ Che lasciò in terra sì
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1538
appo ciascun, grave cotanto ¶ Che nè ragion nè tempo
340
1538
sì riede alla mente, ¶ Che gli occhi il vider
341
1538
suo gioir parte contemplo, ¶ Chè mi par d'ascoltar
342
1538
celeste. ¶ Or se colui, che qui non ebbe esemplo
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1538
lungi avanza il sole, ¶ Che fia; vederlo fuor d
344
1538
insegna e quell'ardire, ¶ Che per la tua vittorïosa
345
1538
valore invitto e più che umano, ¶ Chè le cittadi
346
1538
e più che umano, ¶ Chè le cittadi, e i
347
1538
ed esca, ¶ Ond'è che, quella spenta, l'ardor
348
1538
seme? ¶ Quel foco forse che 'l mio petto accende
349
1538
pura face tolse amore, ¶ Che l'immortal principio eterno
350
1538
Nè il nutrir manca, che dall'alma prende ¶ Il
351
1538
in sì brev'ore, ¶ Che 'l modo all'alte
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1538
accrebbe onore ¶ Non men che l'opre al tuo
353
1538
cinte. ¶ SONETTO VI. ¶ Oh che tranquillo mar, oh che
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1538
che tranquillo mar, oh che chiare onde ¶ Solcava già
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1538
temer chi lieto varca! ¶ Chè non sempre al principio
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1538
può troncar quel laccio che m'avvinse, ¶ Se ragion
357
1538
Chi 'l fuoco spegnerà che l'alma cinse, ¶ Che
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1538
che l'alma cinse, ¶ Che non pur mai di
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1538
grande onor sì tolse, ¶ Che nè sospir nè lagrimar
360
1538
mio bel sol, poi che dalla sua spoglia ¶ Volò
361
1538
e in cotal modo, ¶ Che accampando fortuna, forza e
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1538
infiammato corno ¶ Mandi virtù, che con novei colori ¶ Orni
363
1538
sgombra ¶ Della cura mortal che sempre il preme: ¶ Sì
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1538
son tenaci e sole ¶ Chè quanta gioja lieti amanti
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1538
mia vita adduce ¶ Amor, che oscuro il chiaro sol
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1538
luce! ¶ Tutto il bel che natura a noi produce
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1538
natura a noi produce, ¶ Che tanto aggrada a chi
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1538
speranza trema l'alma ¶ Chè rinverde il pensier del
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1538
del suo bel frutto ¶ Che morte svelse. A lui
370
1538
con lor danno inteso, ¶ Che 'l proprio error non
371
1538
E il tempo avaro che i bei nomi asconde
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1538
alta meta ¶ Sarebbe giunta: chè superba e lieta ¶ Doppiava
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ardente spera. ¶ Ma or che il lume suo mirar
374
1538
suo mirar non spera ¶ (Che nube spessa ne lo
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1538
il desio primo acqueta; ¶ Chè 'l volo audace suo
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1538
Fan la notte fuggir che gli altri adombra, ¶ Più
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1538
ma lei tanto offese, ¶ Che, spiega l'ali ben
378
1538
triste sen mi bagna, ¶ Che forma un fonte il
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1538
lagrime ristagna ¶ Quel piacer, che dall'altro mi scompagna
380
1538
SONETTO XV. ¶ Cara unïon, che in sì mirabil modo
381
1538
dal Signor del Cielo, ¶ Che lo spirto divino e
382
1538
o gelo ¶ Serbarti, poi che qui di te non
383
1538
di te non godo: ¶ Chè l'alma, chiusa in
384
1538
giorno! allor contenta fia; ¶ Chè sol nel viver suo
385
1538
caldi ¶ Del vivo ardor che non consuma, avranno ¶ Modo
386
1538
l'antiche opre leggiadre, ¶ Che nacquer sol di caritade
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1538
in pace gode ¶ Sì, che la guerra sprezzi e
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1538
Pietro, la rete tua, che se qualche onda ¶ Di
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1538
volger d'anni ¶ Quel che il divin giudicio ha
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1538
più il supplicio eterno: ¶ Chè tal vita tal pregio
391
1538
Sono in parte talor, che se in me torno
392
1538
torno ¶ Dal natural amor, che fa soggiorno ¶ Dentr'al
393
1538
l largo mio Signor, che avaro ¶ Di fuor si
394
1538
Prego il Padre divin, che tanta fiamma ¶ Mandi del
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1538
core, ¶ Padre nostro terren, che dell'ardore ¶ Dell'ira
396
1538
grembo, caldo della face ¶ Che 'l gran lume del
397
1538
guarda in croce lui che 'l ciel ne aperse
398
1538
albergo. ¶ Allor luce verrà che non consente, ¶ A cui
399
1538
allor, ma a te, che sovra il legno ¶ Per
400
1538
mio vero prezïoso pegno, ¶ Che volgi in speme e
401
1538
Del quale ardesti sì, che consumasti ¶ Te stesso in
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1538
un vil grave dolore, ¶ Che ne perturba ogni amorosa
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1538
Fanno simile a lor, che sono un'ombra ¶ Che
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1538
che sono un'ombra ¶ Che per varia cagion varia
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1538
in modo il petto, ¶ Che dubbio, tema e duol
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1538
immagin false, perchè impara ¶ Che 'l suo stesso veder
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1538
aurora ¶ Discopre il sol che la tien seco unita
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1538
fia quell'ultim'ora, ¶ Che sarà prima all'altra
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1538
punto ardita ¶ In altri, che in colui che 'l
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1538
altri, che in colui che 'l ciel onora; ¶ La
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1538
ombra ed al timor, che dentro ha pace ¶ Un
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1538
Voler di quel Signor, che sol non erra, ¶ E
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1538
CXLVIII. ¶ Io non sento che in ciel, dove è
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1538
piace ¶ Un amoroso cor che somma altezza ¶ Trovi nell
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1538
mondo oggi fulgente ¶ Lampa, che sol per noi sè
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1538
offende, ¶ Con due fochi che a tôr ciascuno attende
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1538
virtù parve spenta, allor che cinse ¶ L'altri raggi
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1538
chiari il mondo intorno. ¶ Chè quando agli occhi umani
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1538
CL. ¶ Stelle del ciel che scintillando intorno ¶ Al vero
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1538
voi ragiona, ¶ Com'uom che vive lieto in quel
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1538
il suo bel raggio, ¶ Che se a voi in
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1538
ascose. ¶ SONETTO CLI. ¶ Par che voli talor l'alma
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1538
non sì nuda ancor, che spesso involta ¶ Non sia
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1538
sia fra immagin varie che conduce ¶ Seco dal mondo
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1538
duce ¶ Gli è quel che la fa andar leggiera
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1538
nebbie e l'ombre che le van d'intorno
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1538
quei lumi ¶ Sì chiari, che riporta arra secura ¶ Di
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1538
SONETTO CLII. ¶ Il sol che i raggi suoi fra
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1538
con non men pia che giusta voglia, ¶ Ne veste
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1538
non per nostra arte. ¶ Che giova il volger di
431
1538
cotante carte? ¶ Preghiamo lui che d'ogni error ne
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1538
ogni error ne scioglia, ¶ Chè quanto l'alma in
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1538
Ebbe lo scudo allor, che l'empie e fere
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1538
cor, questo almo giorno, ¶ Che nacque a noi colei
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1538
Signor, prega tu lei che preghi in modo, ¶ Ch
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1538
anzi spezzando il nodo ¶ Che qui mi lega, questa
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1538
adopre ¶ Contra di te, che sei virtù sì rara
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1538
la gloria ¶ Del signor che concede il campo e
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1538
la man si disarmi; ¶ Chè vive entro 'l tuo
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1538
abbracciò tanto e distrinse, ¶ Che scolpìo dentro sì, ch
441
1538
onora; ¶ Per la prima che venne, e poi per
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1538
per l'ora ¶ Ultima che partì, l'adora e
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1538
ardente e pura ¶ Virtù, che m'arde insieme ed
444
1538
arde insieme ed assecura, ¶ Che mentre strugge fuor dentro
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1538
dentro nutrica; ¶ Invisibil vigor che non s'intrica ¶ Con
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1538
o fatica; ¶ Foco immortal che dalla viva pietra ¶ Sfavilla
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1538
e quel superbo ingrato ¶ Che gli contrasta lo raffredda
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1538
esser sepolto ¶ Nel sonno; chè ogni vero ardente zelo
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1538
onore ¶ Del cielo, or che 'n te stesso il
450
1538
Spirto d'altrui più che 'l mio mal m
451
1538
promesse insieme ¶ La bontà, che le dona il cor
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1538
e sì possente obietto, ¶ Che 'l mortal manto allor
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1538
Al raggio dell'ardor che la governa. ¶ SONETTO CXXVII
454
1538
lontana ¶ Dallo spirto divin, che sempre sale. ¶ Non han
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1538
è un'ombra vana ¶ Che con quel lume il
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1538
o mio fido conforto, ¶ Che non sia destro il
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1538
certo dell'interno ardore, ¶ Che cotant'anni dentro acceso
458
1538
M'avveggio or ben che 'l mondo, e sterpi
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1538
condusse il valor più che umano; ¶ Grand'opra fa
460
1538
amor sì ben contesto, ¶ Che l'una porge all
461
1538
lume puro, ¶ Senza ombra che vi formi il chiaro
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1538
splendor del sol celeste ¶ Che le adorna, incolora, ordina
463
1538
figuro. ¶ E quella poi che in velo uman per
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1538
pensiero ¶ Ombrar poteo, non che ritrar memoria ¶ In carte
465
1538
cole, ¶ Scorge ella più che mai lucente e chiaro
466
1538
vivo raggio ardendo, imparo ¶ Che non quel dolce, che
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1538
Che non quel dolce, che qui il senso vole
468
1538
per noi, ma quel che suole ¶ Essere al gusto
469
1538
sempre rubella voglia altera ¶ Che sol sè stessa e
470
1538
Perch'ella teme quel che l'altra spera. ¶ E
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1538
d'un nembo oscuro, ¶ Che cinge l'aere intorno
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1538
lieto e securo: ¶ Pria che dalle radici in tutto
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1538
povera pianta; ¶ Perchè più che mai lieta rinnovelli ¶ Germi
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1538
cospersi di rugiada santa, ¶ Che sian di frutti e
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1538
e a ciascun giova ¶ Che la guerra cominci, e
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1538
intorno grida, ¶ E lor, che della gola e delle
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1538
a quel gran lume ¶ Che dentro al cor penètra
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1538
costume. ¶ SONETTO CXXXV. ¶ Spero che mandi omai quel saggio
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1538
del gran colpo quei che non ben saldi ¶ Su
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1538
oscuro; ¶ E gli altri che vi son già fermi
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1538
sole. ¶ E se non che alla Vergin le parole
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1538
intorno ardente foco; ¶ Credo che i vostri spirti andâr
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1538
al vostro core ¶ Quei che v'eran più cari
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1538
concesse al doloroso gioco, ¶ Chè la morte gli chiuse
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il partorío, ¶ Certo è che infine alla sua sepoltura
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1538
già comprese. ¶ Le parole, che pria l'orecchia intese
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ciel prende ¶ Di madre, che con l'uom qui
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ragion ripresi o vinti; ¶ Chè infin dal primo giorno
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l'antico mondo, ¶ Allor che nel gran pelago profondo
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Quel secol forse men che questo immondo; ¶ Con giusta
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1538
pur d'acque; ¶ Prega che 'n quel furor umile
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1538
del suo onor carca, ¶ Che non si volga a
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1538
gran secreti suoi. ¶ Ma che fra tanto numero sol
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mostrasse, è un dono ¶ Che d'invidia e d
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1538
sdegno discoperse ¶ Al mondo, che nell'ira sua si
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dentro in modo ardea, ¶ Che le fiamme mortai, ch
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Non era oscura, però che 'l gran sole ¶ L
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1538
con le parole ¶ Mostrò che possedea l'almo e
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lui quasi saetta ¶ Parea, che 'l ciel più largamente
500
1538
a lui quella pietra, ¶ Che più dritto gli giunse