Dante Alighieri, Vita nova, 1294?

imaginare in questo modo: che ne lo incominciamento de

incominciamento de lo errare che fece la mia fantasia

visi di donne scapigliate, che mi diceano: «Tu pur

lo sole oscurare, sì che le stelle si mostravano

elle mi faceano giudicare che piangessero; e pareami che

che piangessero; e pareami che li uccelli volando per

aria cadessero morti, e che fossero grandissimi tremuoti. E

assai, imaginai alcuno amico che mi venisse a dire

bianchissima. A me parea che questi angeli cantassero gloriosamente

canto mi parea udire che fossero queste: "Osanna in

udire. Allora mi parea che lo cuore, ove era

mi dicesse: «Vero è che morta giace la nostra

forte la erronea fantasia, che mi mostrò questa donna

donna morta: e pareami che donne la covrissero, cioè

bianco velo; e pareami che la sua faccia avesse

tanto aspetto d'umilitade, che parea che dicesse: «Io

d'umilitade, che parea che dicesse: «Io sono a

umilitade per vedere lei, che io chiamava la Morte

m'essere villana, però che tu dei essere gentile

Or vieni a me, che molto ti disidero; e

e tu lo vedi, ché io porto già lo

tutti li dolorosi mestieri che a le corpora de

era la mia imaginazione, che piangendo incominciai a dire

come è beato colui che ti vede!». E dicendo

e chiamando la Morte che venisse a me, una

lo mio letto, credendo che lo mio piangere e

piangere. Onde altre donne che per la camera erano

s'accorsero di me, che io piangea, per lo

piangea, per lo pianto che vedeano fare a questa

me per isvegliarmi, credendo che io sognasse, e diceanmi

li occhi, e vidi che io era ingannato. E

ingannato. E con tutto che io chiamasse questo nome

dal singulto del piangere, che queste donne non mi

mio parere; e avvegna che io vergognasse molto, tuttavia

talora mi domandavano di che io avesse avuto paura

fine, dissi loro quello che veduto avea, tacendo lo

dire parole di questo che m'era addivenuto, però

m'era addivenuto, però che mi parea che fosse

però che mi parea che fosse amorosa cosa da

forte. ¶ E altre donne, che si fuoro accorte ¶ di

di me per quella che meco piangia, ¶ fecer lei

a veder mio colore, ¶ che facea ragionar di morte

umilemente; ¶ e dicevan sovente: ¶ «Che vedestù, che tu non

dicevan sovente: ¶ «Che vedestù, che tu non hai valore

core, ove dimora; ¶ per che l'anima mia fu

mia fu sì smarrita, ¶ che sospirando dicea nel pensero

nel pensero: ¶ — Ben converrà che la mia donna mora

smagati ¶ li spirti miei, che ciascun giva errando; ¶ e

si divide in tre; che ne la prima parte

fae gentile tutto ciò che vede, e questo è

la terza dico quello che poi virtuosamente adopera ne

parlare, chiamando le donne che m'aiutino onorare costei

dolcezza", dico quello medesimo che detto è ne la

suo mirabile riso; salvo che non dico di questo

li cuori altrui, però che la memoria non puote

morte a sé, colui che era stato genitore di

con ciò sia cosa che cotale partire sia doloroso

sia doloroso a coloro che rimangono e sono stati

stati amici di colui che se ne va; e

alto grado; manifesto è che questa donna fue amarissimamente

con ciò sia cosa che, secondo l'usanza de

le quali parole udio che diceano: «Certo ella piange

Certo ella piange sì, che quale la mirasse doverebbe

rimasi in tanta tristizia, che alcuna lagrima talora bagnava

parte di quelle donne che da lei si partiano

mi sarei nascoso incontanente che le lagrime m'aveano

essere lieta di noi, che avemo udita parlare questa

costoro passaro altre donne, che veniano dicendo: «Questi ch

di me: «Vedi questi che non pare esso, tal

me in questo modo che detto è. Onde io

di dire parole, acciò che degnamente avea cagione di

io conchiudesse tutto ciò che inteso avea da queste

queste donne; e però che volentieri l'averei domandate

E feci due sonetti; che nel primo domando, in

domando, in quello modo che voglia mi giunse di

comincia lo primo: "Voi che portate la sembianza umile

hai trattato sovente". ¶ Voi che portate la sembianza umile

mostrando dolore, ¶ onde venite che 'l vostro colore ¶ par

pianto Amore? ¶ Ditelmi, donne, che 'l mi dice il

meco alquanto, ¶ e qual che sia di lei, nol

veggiovi tornar sì sfigurate, ¶ che 'l cor mi triema

da lei, dicendo loro che io lo credo, però

io lo credo, però che tornano quasi ingentilite; ne

la seconda le prego che mi dicano di lei

piangi tu sì coralmente, ¶ che fai di te pietà

altrui? ¶ Vedestù pianger lei, che tu non pui ¶ punto

chi mai ne conforta), ¶ che nel suo pianto l

la pietà sì scorta, ¶ che qual l'avesse voluta

ha quattro parti, secondo che quattro modi di parlare

cui rispondo; e però che sono di sopra assai

per pochi dì avvenne che in alcuna parte de

condusse a tanta debolezza, che me convenia stare come

possono muovere. Io dico che ne lo nono giorno

lo suo durare, ancora che sana fosse, sì cominciai

medesimo: «Di necessitade convene che la gentilissima Beatrice alcuna

uno sì forte smarrimento, che chiusi li occhi e

quei prova sua vertute, ¶ ché li avvien, ciò che

ché li avvien, ciò che li dona, in salute

per maggior grazia dato ¶ che non pò mal finir

fra se stesso giura ¶ che Dio ne 'ntenda di

spirti d'amore inflammati, ¶ che feron li occhi a

li occhi a qual che allor la guati, ¶ e

guati, ¶ e passan sì che 'l cor ciascun retrova

fiso. ¶ Canzone, io so che tu girai parlando ¶ a

Amor giovane e piana, ¶ che là 've giugni tu

o con omo cortese, ¶ che ti merranno là per

dei. ¶ Questa canzone, acciò che sia meglio intesa, la

la dividerò più artificiosamente che l'altre cose di

quivi: "Canzone, io so che". La prima parte si

dico la cagione per che dico a loro. La

ne la prima dico che di lei si comprende

ne la seconda dico che di lei si comprende

si divide in due: che ne la prima dico

le sue vertudi effettive che de la sua anima

si divide in due; che ne la prima dico

dico d'alquante bellezze che sono secondo tutta la

dico d'alquante bellezze che sono secondo diterminata parte

si divide in due; che ne l'una dico

d'amore. E acciò che quinci si lievi ogni

ricordisi chi ci legge, che di sopra è scritto

di sopra è scritto che lo saluto di questa

dico: "Canzone, io so che tu", aggiungo una stanza

la quale dico quello che di questa mia canzone

canzone desidero; e però che questa ultima parte è

più divisioni. Dico bene che, a più aprire lo

è di tanto ingegno che per queste che sono

ingegno che per queste che sono fatte la possa

la mi lascia stare, ché certo io temo d

pur per queste divisioni che fatte sono, s'elli

sono, s'elli avvenisse che molti le potessero audire

potessero audire. ¶ XX. ¶ Appresso che questa canzone fue alquanto

con ciò fosse cosa che alcuno amico l'udisse

mosse a pregare me che io li dovesse dire

io li dovesse dire che è Amore, avendo forse

speranza di me oltre che degna. Onde io, pensando

degna. Onde io, pensando che appresso di cotale trattato

d'Amore, e pensando che l'amico era da

in saggia donna pui, ¶ che piace a gli occhi

a gli occhi sì, che dentro al core ¶ nasce

dura talora in costui, ¶ che fa svegliar lo spirito

la prima dico in che suggetto sia questa potenzia

in donna". ¶ XXI. ¶ Poscia che trattai d'Amore ne

mia donna Amore, ¶ per che si fa gentil ciò

tremar lo core, ¶ sì che, bassando il viso, tutto

molto leggiadro parlare; sì che quand'io fui giunto

loro, e vidi bene che la mia gentilissima donna

le salutai, e domandai che piacesse loro. Le donne

quali n'avea certe che si rideano tra loro

loro; altre v'erano che mi guardavano aspettando che

che mi guardavano aspettando che io dovessi dire; altre

dire; altre v'erano che parlavano tra loro. De

disse queste parole: «A che fine ami tu questa

questa tua donna, poi che tu non puoi sostenere

la sua presenza? Dilloci, ché certo lo fine di

di cotale amore conviene che sia novissimo». E poi

sia novissimo». E poi che m'ebbe dette queste

quello dimorava la beatitudine, ché era fine di tutti

miei desiderii. Ma poi che le piacque di negarlo

mia beatitudine in quello che non mi puote venire

di sospiri. E poi che alquanto ebbero parlato tra

mi disse questa donna che m'avea prima parlato

parole: «Noi ti preghiamo che tu ne dichi ove

cotanto: «In quelle parole che lodano la donna mia

Allora mi rispuose questa che mi parlava: «Se tu

dicessi vero, quelle parole che tu n'hai dette

fra me medesimo: «Poi che è tanta beatitudine in

beatitudine in quelle parole che lodano la mia donna

parlare sempre mai quello che fosse loda di questa

quanto a me, sì che non ardia di cominciare

cominciare. ¶ XIX. ¶ Avvenne poi che passando per uno cammino

tanta volontade di dire, che io cominciai a pensare

io tenesse; e pensai che parlare di lei non

lei non si convenia che io facesse, se io

ma solamente a coloro che sono gentili e che

che sono gentili e che non sono pure femmine

pure femmine. Allora dico che la mia lingua parlò

cominciamento, ordinata nel modo che si vedrà di sotto

la mente. ¶ Io dico che pensando il suo valore

mi si fa sentire, ¶ che s'io allora non

donzelle amorose, con vui, ¶ ché non è cosa da

maraviglia ne l'atto che procede ¶ d'un'anima

procede ¶ d'un'anima che 'nfin qua su risplende

su risplende». ¶ Lo cielo, che non have altro difetto

non have altro difetto ¶ che d'aver lei, al

Pietà nostra parte difende, ¶ ché parla Dio, che di

difende, ¶ ché parla Dio, che di madonna intende: ¶ «Diletti

or sofferite in pace ¶ che vostra spene sia quanto

là 'v' è alcun che perder lei s'attende

lei s'attende, ¶ e che dirà ne lo inferno

parere ¶ vada con lei, che quando va per via

Amore un gelo, ¶ per che onne lor pensero agghiaccia

E quando trova alcun che degno sia ¶ di veder

fossi domandato da lei: che avrestù da rispondere, ponendo

avrestù da rispondere, ponendo che tu avessi libera ciascuna

e fossi libero tanto che io le potessi rispondere

rispondere, io le direi che sì tosto com'io

è di tanta vertude, che uccide e distrugge ne

la mia memoria ciò che contra lui si potesse

ponesse anche di quello che mi diviene presso di

lo quale comincia: "Ciò che m'incontra". ¶ Ciò che

che m'incontra". ¶ Ciò che m'incontra, ne la

presso, i' sento Amore ¶ che dice: «Fuggi, se 'l

lo color del core, ¶ che, tramortendo, ovunque pò s

tremore ¶ le pietre par che gridin: Moia, moia. ¶ Peccato

non conforta, ¶ sol dimostrando che di me li doglia

doglia, ¶ per la pietà, che 'l vostro gabbo ancide

dico la cagione per che non mi tengo di

la seconda dico quello che mi diviene per andare

secondo cinque diverse narrazioni: che ne la prima dico

la prima dico quello che Amore, consigliato da la

ne la quarta dico che pecca quelli che non

dico che pecca quelli che non mostra pietà di

pietà di me, acciò che mi sarebbe alcuno conforto

per la pietosa vista che ne li occhi mi

sua simile operazione coloro che forse vederebbono questa pietà

pietà". ¶ XVI. ¶ Appresso ciò che io dissi questo sonetto

quali non mi parea che fossero manifestate ancora per

le quali si è che molte volte io mi

La seconda si è che Amore spesse volte di

m'assalia sì forte, che 'n me non rimanea

se non un pensero che parlava di questa donna

La terza si è che quando questa battaglia d

vedere questa donna, credendo che mi difendesse la sua

questa battaglia, dimenticando quello che per appropinquare a tanta

e venmene pietà, sì che sovente ¶ io dico: «Lasso

m'assale subitanamente, ¶ sì che la vita quasi m

ragiona. ¶ Poscia mi sforzo, ché mi voglio atare; ¶ e

si comincia uno tremoto, ¶ che fa de' polsi l

in quattro parti, secondo che quattro cose sono in

esso narrate; e però che sono di sopra ragionate

loro cominciamenti: onde dico che la seconda parte comincia

io levo". ¶ XVII. ¶ Poi che dissi questi tre sonetti

a questa donna però che fuoro narratori di tutto

non dire più però che mi parea di me

assai avere manifestato, avvegna che sempre poi tacesse di

nuova e più nobile che la passata. E però

la passata. E però che la cagione de la

Con ciò sia cosa che per la vista mia

lo mio cuore, però che ciascuna di loro era

gentili donne. La donna che m'avea chiamato era

come l'altre donne, che leggeramente si muova del

ciascuno mi combattea tanto, che mi facea stare quasi

stare quasi come colui che non sa per qual

lo suo cammino, e che vuole andare e non

pietate, ¶ tremando di paura che è nel core. ¶ Ond

nemica, ¶ madonna la Pietà, che mi difenda. ¶ Questo sonetto

prima dico e soppongo che tutti li miei pensieri

ne la seconda dico che sono diversi, e narro

la terza dico in che tutti pare che s

in che tutti pare che s'accordino; ne la

ne la quarta dico che volendo dire d'Amore

pigliare da tutti, convene che io chiami la mia

li diversi pensieri avvenne che questa gentilissima venne in

quasi non sappiendo a che io fossi menato, e

E lo vero è che adunate quivi erano a

d'una gentile donna che disposata era lo giorno

la sopradetta cittade, convenia che le facessero compagnia nel

sedere a la mensa che facea ne la magione

suo novello sposo. Sì che io, credendomi fare piacere

mio corpo. Allora dico che io poggiai la mia

spiriti per la forza che Amore prese veggendosi in

a la gentilissima donna, che non ne rimasero in

rimasero in vita più che li spiriti del viso

li loro istrumenti, però che Amore volea stare nel

mirabile donna. E avvegna che io fossi altro che

che io fossi altro che prima, molto mi dolea

dolea di questi spiritelli, che si lamentavano forte e

nostri pari». Io dico che molte di queste donne

donne, sì mi domandò che io avesse. Allora io

condizione, io non credo che così gabbasse la mia

mia persona, anzi credo che molta pietade le ne

mio trasfiguramento, e dicesse che io so bene ch

non è saputa, e che se fosse saputa, io

fosse saputa, io credo che pietà ne giugnerebbe altrui

propuosile di dire desiderando che venissero per avventura ne

me l'usata prova, ¶ ché Amor, quando sì presso

baldanza e tanta securtate, ¶ che fere tra' miei spiriti

pinge di fore, ¶ sì che solo remane a veder

divido in parti, però che la divisione non si

con ciò sia cosa che per la sua ragionata

di divisione. Vero è che tra le parole dove

parole, cioè quando dico che Amore uccide tutti li

rimangono in vita, salvo che fuori de li strumenti

Amore; e a coloro che vi sono è manifesto

sono è manifesto ciò che solverebbe le dubitose parole

dichiarare cotale dubitazione, acciò che lo mio parlare dichiarando

cotale ragionamento meco: «Poscia che tu pervieni a così

di vedere lei? Ecco che tu fossi domandato da

persone di te ragionando, che la donna la quale

con ciò sia cosa che veracemente sia conosciuto per

per lunga consuetudine, voglio che tu dichi certe parole

tu comprendi la forza che io tegno sopra te

ciò chiama testimonio colui che lo sa, e come

come tu prieghi lui che li le dica; ed

le dica; ed io, che son quelli, volentieri le

ingannati. Queste parole fa che siano quasi un mezzo

quasi un mezzo, sì che tu non parli a

parli a lei immediatamente, che non è degno; e

sarò tutte le volte che farà mestiere». E dette

Onde io ricordandomi, trovai che questa visione m'era

quale io seguitasse ciò che lo mio segnore m

feci poi questa ballata, che comincia: "Ballata, i' voi

voi". ¶ Ballata, i' voi che tu ritrovi Amore, ¶ e

a madonna davante, ¶ sì che la scusa mia, la

vai, ballata, sì cortesemente, ¶ che sanza compagnia ¶ dovresti avere

retrova l'Amor pria, ¶ ché forse non è bon

sanza lui gire; ¶ però che quella che ti dee

gire; ¶ però che quella che ti dee audire, ¶ sì

comincia este parole, ¶ appresso che averai chesta pietate: ¶ «Madonna

chesta pietate: ¶ «Madonna, quelli che mi manda a vui

sed elli ha scusa, che la m'intendiate. ¶ Amore

intendiate. ¶ Amore è qui, che per vostra bieltate ¶ lo

guardare ¶ pensatel voi, da che non mutò 'l core

con sì fermata fede, ¶ che 'n voi servir l

non ti crede, ¶ dì che domandi Amor, che sa

dì che domandi Amor, che sa lo vero: ¶ ed

le fosse a noia, ¶ che mi comandi per messo

ogni pietà chiave, ¶ avante che sdonnei, ¶ che le saprà

chiave, ¶ avante che sdonnei, ¶ che le saprà contar mia

del tuo servo ciò che vuoi ragiona; ¶ e s

prego li perdona, ¶ fa che li annunzi un bel

movi in quel punto che tu n'aggie onore

vada, e confortola però che vada più sicura, e

la seconda dico quello che lei si pertiene di

contra me e dicere che non sapesse a cui

in seconda persona, però che la ballata non è

ballata non è altro che queste parole ched io

parlo: e però dico che questo dubbio io lo

già dette le parole che Amore m'avea imposte

pensamenti quattro mi parea che ingombrassero più lo riposo

signoria d'Amore, però che trae lo intendimento del

signoria d'Amore, però che quanto lo suo fedele

sì dolce a udire, che impossibile mi pare che

che impossibile mi pare che la sua propria operazione

le più cose altro che dolce, con ciò sia

con ciò sia cosa che li nomi seguitino le

li quali non sapeano che si chiamare. Ella era

vita già stata tanto, che ne lo suo tempo

d'un grado, sì che quasi dal principio del

ornata a la guisa che a la sua giovanissima

quello punto dico veracemente che lo spirito de la

a tremare sì fortemente, che apparia ne li menimi

andare mi dispiacea sì, che quasi li sospiri non

poteano disfogare l'angoscia che lo cuore sentia, però

guardava la terra, salvo che talora li suoi occhi

suoi occhi mi parea che si volgessero ad uno

era. A me parve che Amore mi chiamasse, e

lunga difesa, e so che lo suo rivenire non

e però quello cuore che io ti facea avere

nominollami per nome, sì che io la conobbi bene

dicessi, dille nel modo che per loro non si

discernesse lo simulato amore che tu hai mostrato a

mostrato a questa e che ti converrà mostrare ad

per la grandissima parte che mi parve che Amore

parte che mi parve che Amore mi desse di

pensoso de l'andar che mi sgradia, ¶ trovai Amore

elli mi disse, avvegna che non compiutamente per tema

cercare di questa donna che lo mio segnore m

li sospiri; e acciò che lo mio parlare sia

sia più brieve, dico che in poco tempo la

feci mia difesa tanto, che troppa gente ne ragionava

di questa soverchievole voce che parea che m'infamasse

soverchievole voce che parea che m'infamasse viziosamente, quella

dare a intendere quello che lo suo salutare in

vertuosamente operava. ¶ XI. ¶ Dico che quando ella apparia da

gentilissima salute salutava, non che Amore fosse tal mezzo

Amore fosse tal mezzo che potesse obumbrare a me

di dolcezza divenia tale, che lo mio corpo, lo

cosa grave inanimata. Sì che appare manifestamente che ne

Sì che appare manifestamente che ne le sue salute

tornando al proposito, dico che poi che la mia

proposito, dico che poi che la mia beatitudine mi

mi giunse tanto dolore, che, partito me da le

amarissime lagrime. E poi che alquanto mi fue sollenato

de lo mio dormire che me parve vedere ne

avea guardato alquanto, pareami che sospirando mi chiamasse, e

nostra». Allora mi parea che io lo conoscesse, però

io lo conoscesse, però che mi chiamava così come

chiamato: e riguardandolo, parvemi che piangesse pietosamente, e parea

piangesse pietosamente, e parea che attendesse da me alcuna

sue parole, mi parea che m'avesse parlato molto

e diceali queste parole: «Che è ciò, segnore, che

Che è ciò, segnore, che mi parli con tanta

volgari: «Non dimandare più che utile ti sia». E

D'allora innanzi dico che Amore segnoreggiò la mia

signoria per la vertù che li dava la mia

dava la mia imaginazione, che me convenia fare tutti

mi comandava molte volte che io cercasse per vedere

nobili e laudabili portamenti, che certo di lei si

di deo». E avvegna che la sua imagine, la

di sì nobilissima vertù, che nulla volta sofferse che

che nulla volta sofferse che Amore mi reggesse sanza

a udire. E però che soprastare a le passioni

paragrafi. ¶ III. ¶ [II] Poi che furono passati tanti die

furono passati tanti die, che appunto erano compiuti li

di questi die avvenne che questa mirabile donna apparve

salutoe molto virtuosamente, tanto che me parve allora vedere

la beatitudine. L'ora che lo suo dolcissimo salutare

quello giorno; e però che quella fu la prima

fu la prima volta che le sue parole si

orecchi, presi tanta dolcezza, che come inebriato mi partio

apparve una maravigliosa visione: che me parea vedere ne

letizia, quanto a sé, che mirabile cosa era; e

gentili a me pregando che io mandasse loro di

loro con esse, acciò che più onorevolemente adempiesse li

e con un altro che comincia: "Venite a intender

la terza dico quello che vide, cioè una donna

allora 'spirito peregrino', acciò che spiritualmente va là suso

cioè in tale qualitade, che io non lo posso

intendere, cioè a dire che lo mio pensero sale

di costei in grado che lo mio intelletto no

con ciò sia cosa che lo nostro intelletto s

Ne la quinta dico che, avvegna che io non

quinta dico che, avvegna che io non possa intendere

almeno intendo questo, cioè che tutto è lo cotale

a dare ad intendere che sono donne coloro a

quinta quivi: "So io che parla". Potrebbesi più sottilmente

dividerlo. ¶ Oltre la spera che più larga gira ¶ passa

mio core: ¶ intelligenza nova, che l'Amore ¶ piangendo mette

disira, ¶ vede una donna, che riceve onore, ¶ e luce

onore, ¶ e luce sì, che per lo suo splendore

la mira. ¶ Vedela tal, che quando 'l mi ridice

sottile ¶ al cor dolente, che lo fa parlare. ¶ So

fa parlare. ¶ So io che parla di quella gentile

di quella gentile, ¶ però che spesso ricorda Beatrice, ¶ sì

quale io vidi cose che mi fecero proporre di

benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente

ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di

tutte le cose vivono, che la mia vita duri

dicer di lei quello che mai non fue detto

poi piaccia a colui che è sire de la

sire de la cortesia, che la mia anima se

cor: «Chi è costui, ¶ che vene a consolar la

spiritel novo d'amore, ¶ che reca innanzi me li

occhi di quella pietosa ¶ che si turbava de' nostri

forte imaginazione in me, che mi parve vedere questa

gentilissima Beatrice. E dico che d'allora innanzi cominciai

tutto lo vergognoso cuore, che li sospiri manifestavano ciò

ciò molte volte; però che tutti quasi diceano nel

nel loro uscire quello che nel cuore si ragionava

E molte volte avvenia che tanto dolore avea in

sollenato lagrimare in guisa che li miei occhi pareano

occhi pareano due cose che disiderassero pur di piangere

piangere; e spesso avvenia che per lo lungo continuare

apparire per alcuno martirio che altri riceva. Onde appare

altri riceva. Onde appare che de la loro vanitade

fuoro degnamente guiderdonati; sì che d'allora innanzi non

non potero mirare persona che li guardasse sì che

che li guardasse sì che loro potesse trarre a

intendimento. Onde io, volendo che cotale desiderio malvagio e

tentazione paresse distrutto, sì che alcuno dubbio non potessero

mi vergognava di ciò, che li miei occhi aveano

sonetto non divido, però che assai lo manifesta la

forza di molti sospiri, ¶ che nascon de' penser che

che nascon de' penser che son nel core, ¶ li

valore ¶ di riguardar persona che li miri. ¶ E fatti

miri. ¶ E fatti son che paion due disiri ¶ di

avvenne, in quello tempo che molta gente va per

la mia donna gloriosamente, che alquanti peregrini passavano per

quali peregrini andavano, secondo che mi parve, molto pensosi

parte, e non credo che anche udissero parlare di

sono d'altre cose che di queste qui, ché

che di queste qui, ché forse pensano de li

me medesimo: «Io so che s'elli fossero di

di questa cittade, però che io direi parole le

quale io manifestasse ciò che io avea detto fra

me medesimo; e acciò che più paresse pietoso, propuosi

quale comincia: "Deh peregrini che pensosi andate". E dissi

larga significazione del vocabulo; ché peregrini si possono intendere

però è da sapere che in tre modi si

chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de

casa di Galizia, però che la sepultura di sa

de la sua patria che d'alcuno altro apostolo

sonetto non divido, però che assai lo manifesta la

sua ragione. ¶ Deh peregrini che pensosi andate, ¶ forse di

andate, ¶ forse di cosa che non v'è presente

vista voi ne dimostrate, ¶ che non piangete quando voi

dolente, ¶ come quelle persone che neente ¶ par che 'ntendesser

persone che neente ¶ par che 'ntendesser la sua gravitate

de' sospiri mi dice ¶ che lagrimando n'uscireste pui

fiate. ¶ Allor m'accorsi che voi pensavate ¶ la qualità

mia vita oscura, ¶ sì che mi giunse ne lo

dinanzi a voi, sentendo ¶ che si movean le lagrime

XXXVI. ¶ [XXXVII] Avvenne poi che là ovunque questa donna

la mia nobilissima donna, che di simile colore si

donna, la quale parea che tirasse le lagrime fuori

mia labbia dolente; ¶ sì che per voi mi ven

tener li occhi distrutti ¶ che non reguardin voi spesse

crescete sì lor volontate, ¶ che de la voglia si

vista di questa donna, che li miei occhi si

condizione, e ora pare che vogliate dimenticarlo per questa

dimenticarlo per questa donna che vi mira; che non

donna che vi mira; che non mira voi, se

ma quanto potete fate, ché io la vi pur

molto spesso, maladetti occhi, ché mai, se non dopo

e angosciosi. E acciò che questa battaglia che io

acciò che questa battaglia che io avea meco non

saputa pur dal misero che la sentia, propuosi di

dubitazione, manifestando chi è che così parla; e comincia

ma sariano indarno, però che è manifesto per la