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Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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1926
pare, per non tollerare che seguitiate a parlarmene! Sono
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1926
so. E so anche che cosa vi vuol dire
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Ne verrà una, adesso, che vale cento volte di
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E anche quelle altre che ha scartate, valevano tutte
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1926
statua ¶ per capire ciò che voi, del resto, capite
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1926
di non capire - ¶ Sara: - che non può più fare
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meno di lei? - ¶ Giuncano: - che ormai non può più
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Se è vero ciò che ha sempre detto... ¶ Giuncano
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1926
se n'accorge adesso che sente mancarsi tra il
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1926
tutt'altro! - ¶ Giuncano: - ma che estro! il dono che
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1926
che estro! il dono che lei faceva di sé
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1926
agli occhi di lui che, senz'intenderlo, se la
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1926
in quella creta. - Vorrebbe che io ora la inducessi
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1926
sia? ¶ Sara: Sirio contava che voi lo sapeste. ¶ Giuncano
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Ma forse non aspetta che d'essere richiamata. Ha
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signora... ¶ Giuncano: Mi pare che abbia dimostrato che non
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pare che abbia dimostrato che non sapeva che farsene
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1926
dimostrato che non sapeva che farsene! ¶ Sara: Sì; ma
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1926
ritornare... Dovreste ammettere almeno che questo sorpassa, veramente, ogni
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1926
dove arriva il male che ho potuto fare da
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siete di quegli sciagurati che, per parere esperti della
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più avvezzi alla bontà, che volete? Fare i cinici
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1926
di più seccante. Bisognerebbe che la vita fosse invece
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1926
piano): Le donne: basta che dicano una menzogna con
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1926
voce di pianto; e che menzogna più? Un pianto
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più? Un pianto vero, che più vero di così
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1926
la vostra figliuola... ¶ Sara: Che ne sapete voi, se
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può dar di peggio che avvertire che si comincia
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di peggio che avvertire che si comincia a essere
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proprio... Guardate: vi assicuro che questa mosca da un
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marito a questa moglie che non poteva dir nulla
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gratitudine per la donna che, sacrificando un po' del
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non può soffrire poi che questa donna faccia dispetto
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1926
a un'altra donna che dimostri di avere per
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1926
dispetti e il male che avete voluto! ¶ Sara: Perché
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piacerebbe, adesso, lo so, che lavorasse e la finisse
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1926
mai creduto a ciò che dice. Non approfittate adesso
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1926
Sara: Parlate del male che ho fatto - ¶ Giuncano: - con
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un poco i sentimenti che ho avuto la franchezza
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1926
avvilimento, (perché v'assicuro che è un vero avvilimento
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1926
avvilimento! - (e vi confesso che forse l'irritazione provata
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la intendete così! Prima che mia, la colpa è
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voi non potete. Lasciate che ragioni io, allora. S
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o no, al dispetto che Dossi volle farmi puerilmente
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Nossignori. Mi dimostra invece che si risente lei, lei
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risente lei, lei - di che cosa? ch'io séguiti
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1926
divertimento d'uno spettacolo che davvero io non mi
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Giuncano: Io vorrei sapere che gusto avete provato - se
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richiamano in te, senza che tu sappia come; e
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1926
questo corpo, io, ora - che odio - ¶ Tuda (quasi sgomenta
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lei? - ¶ Giuncano: - no - quello che vedono gli altri - un
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è venuto da uno che sentii sempre estraneo a
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questo estraneo - d'uno che non sono io - che
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che non sono io - che tante volte mi pare
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1926
tu, sì - non voglio che batta alla porta di
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1926
porta di nessuno; meno che mai alla tua: vecchia
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1926
Tuda: Oh Dio, no, che dice? ¶ Giuncano: Me lo
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1926
questo, allora. Il timore che potesse essere per lei
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1926
statue! - Perché ti figuri che le abbia spezzate, fracassate
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1926
muove più! - ¶ Giuncano: - fa' che si muova - corpo, vita
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statua e di me che mi sono sciupata... ¶ Giuncano
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vero. Ma allora fin che si può... ¶ Giuncano: Muoversi
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1926
con gli occhi aperti che non vorrebbero più sapere
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vorrebbero più sapere quello che vedono: le cose come
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1926
le cose come sono, che portano tutta la pena
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1926
dovrei essere - neppure quello che fui, quando le donne
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s'interrompe. ¶ Se sapessi che specie di ribrezzo provo
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1926
di ribrezzo provo, ora che vedo in me mio
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1926
mia madre! - Si vede che - questo corpo - quest'aspetto
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dire! So, so ora, che non ero io - e
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non ero io - e che anche tutte quelle che
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che anche tutte quelle che amai dovettero a un
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1926
diverso. - È più, più che ribrezzo; è odio, proprio
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1926
sul braccio. Vede Tuda che gli volta le spalle
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1926
in giro per accertarsi che nello studio non c
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1926
testa! È vero, di', che ti vogliono comprare quella
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sudiceria di quadro? ¶ Caravani: Che quadro? ¶ Tuda: La "Diana
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Tuda: La "Diana". Quello che facevi con me. È
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1926
ti prego di credere che non è niente affatto
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a me! ¶ Caravani: Ma che vorresti farmi da modella
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modella! Ma a patto che sia brutto, più brutto
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1926
Ma, scusa; hai pensato... - che ne dirà lui? ¶ Tuda
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ne dirà lui? ¶ Tuda: Che t'importa sapere ciò
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t'importa sapere ciò che lui ne dirà? ¶ Caravani
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Ho capito, sai? ¶ Tuda: Che hai capito? ¶ Caravani: Perché
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fai, e perché vuoi che sia brutto! ¶ Tuda: Ti
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dice a Nono Giuncano che sta seduto e mostra
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da chi? Di quello che faccio, non debbo dar
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meno poi di quello che sento. Sanno tutti quel
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sento. Sanno tutti quel che c'è tra me
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con altro tono: ¶ Badate che se volete fingere di
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1926
Voi? ¶ Sara: Ecco: vedete che già me lo prestate
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vostra età - col rispetto che tutti vi debbono portare
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1926
freddezza: ¶ Solo nel caso che fosse vero ciò che
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che fosse vero ciò che qualche volta ho sentito
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1926
vedo! ¶ Sara: Sanno tutti che, morta la madre, abbandonato
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1926
io gli ho detto che non ci sarebbe stato
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male, almeno fin tanto che non farà nulla per
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a Caravani:.. ¶ Tuda: Ora che ci ho preso un
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c'è sempre qualcuno che li compra. Pare che
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che li compra. Pare che un signore cileno gli
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comprare quello: peccato, dice, che non è finito. ¶ Tuda
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andate su a dirgli che io farò finire a
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Sara (a Giuncano). Impedite che commetta altre pazzie. ¶ Tuda
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1926
glielo consigliate voi? ¶ Giuncano: Che pazzie? ¶ Sara: Basta, di
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a chiamare Dossi, visto che ancora non discende. ¶ Via
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tutto! via tutto! ¶ Giuncano: Che dici? ¶ Tuda: Vedo che
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Che dici? ¶ Tuda: Vedo che mi guarda! No, sa
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Tuda: Vuole impedire davvero che la faccia, quest'altra
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Tuda: Non ha sentito che ha avuto l'impudenza
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solo può: a patto che sia per lei, sì
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per lei, sì! ¶ Giuncano: Che cosa, per me? ¶ Tuda
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quel giorno - ¶ Tuda: - sì, che lui mi fece la
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la proposta: poco dopo che lei se n'andò
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di me - ¶ Tuda: - sì; che m'ero accorta che
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che m'ero accorta che soffriva - ¶ Giuncano: - mi mettesti
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No no: le giuro che non mi sarei mai
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come ti dico adesso, che per me tu non
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non hai, altro obbligo che d'essere cattiva - ¶ Tuda
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dice? - ¶ Giuncano: - tutti quelli che credono che - ¶ Tuda: - io
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tutti quelli che credono che - ¶ Tuda: - io? a far
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Tuda: - io? a far che? - ¶ Giuncano: - a farmi impazzire
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Sì, m'ero accorta che lei era sempre dov
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mai nulla! ¶ Giuncano: Volevi che io ti dicessi? - ¶ Tuda
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sempre a tempo. ¶ Giuncano: Che sai? ¶ Tuda: Che lei
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Giuncano: Che sai? ¶ Tuda: Che lei soffre tanto ancora
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poi? ¶ Tuda: Le dico che posso tornare come prima
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è altro in me che rabbia, rabbia, mi creda
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mi creda, nient'altro che rabbia per questa donna
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rabbia per questa donna che viene qua a pestarmi
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per vendicarmi - ¶ Giuncano: - di che? - ¶ Tuda: - di quello che
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che? - ¶ Tuda: - di quello che mi stanno facendo soffrire
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intendo... - ¶ Tuda: - non importa che intenda! - Mi vuol fare
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con sé! ¶ Giuncano: Io? che dici? ¶ Tuda: Potrei, potrei
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potrei per tutto quello che ha sofferto - ¶ Giuncano: - un
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potessi, per tutto quello che ha sofferto - ¶ Giuncano: - ma
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potrei ancora! ¶ Giuncano: Ma che per me! Per nessuno
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stessa, viva! ¶ Tuda: E che vale? ¶ Giuncano: Per questo
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Giuncano: Per questo niente che ti credi! Fuori, tutta
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tutta, sempre, in ciò che fai: senza vederti - come
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saperlo - con tutto ciò che ti passa per la
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mente - ¶ Tuda: - se sapesse che cose... - ¶ Giuncano: - non quelle
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cose... - ¶ Giuncano: - non quelle che pensi! dico le cose
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cose più lontane, quelle che si richiamano in te
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reciso, intendendo): Lo so, che è fatto apposta. ¶ Tuda
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Riflettici bene, e riconoscerai che a te giova. ¶ Sirio
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a te giova. ¶ Sirio: Che cosa mi giova? ¶ Tuda
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Provocare. ¶ Sirio: Mi pare che provochi tu! ¶ Tuda: No
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indica la Sarta ¶ sai, che sono un po' stanca
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te, credi! Sai bene che, tante volte, io vorrei
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invece. - Non ti pare che mi stia bene questo
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di «jais». - ¶ Risata. ¶ Altro che bazar qua! Il museo
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mica pazzo lui solo che m'ha sposata: mi
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Sì sì! ¶ Alla Giovane che ride ¶ Buffissima! - Bisogna metterle
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Ne prenda altri! - Ah, che maraviglia! Guardate! ¶ Alla Giovane
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maraviglia! Guardate! ¶ Alla Giovane che ritorna coi pizzi e
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in capo alla statua che ha vestito con l
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non fosse peggio quello che lui sta facendo a
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Tuda: Il guajo è che esse - sì, paiono più
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Sarta: ¶ Bisognerà sceglierne uno che vada, come colore. Guardi
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vada, come colore. Guardi che bellezza, questi pizzi! ¶ La
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Eh sì, mi pare che... sì sì, va benissimo
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serratura della porta destra, che si apre. Entra Sara
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apre. Entra Sara Mendel che ritira la chiave dalla
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è male. Mi par che debba andar bene. ¶ Poi
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rivolgendosi appena verso Sara: ¶ Che spettacolo, eh? ¶ Sara: Davvero
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Sara senza guardarla. ¶ Credo che sia andato su. ¶ Sara
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su. ¶ Sara: Eppure sa che vengo a prenderlo sempre
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Già. Ma sa anche che ora avete la chiave
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entrare quando volete, e che, se vi piace, potete
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salito su, credo, pensando che questo potesse fare un
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gran piacere questa follia che m'ha preso, d
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di pellicce, di cappelli, che gli fa pagar cara
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E vedrete il cappello che ho fatto fare apposta
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le potrebbe stare. Altro che le statue, un corpo
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Perfetto. Non c'è che dire. E di ottimo
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bizzarro, ma mi pare che s'accordi - ¶ Sara: - ah
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Per il prezzo bisognerà che lei si metta sul
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scatola. ¶ A Tuda: ¶ Contavo che ne volesse scegliere qualche
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finire): - era il meno che potessi pretendere da lui
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siete entrata, tanto vale che veniate anche di là
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Dell'altra non so che farmene. ¶ Tuda: Non avreste
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Neanche. Perché vorrei vedere che direbbe lui se io
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qua padrona? Badate, signora, che se voi mi sfidate
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Non è assolutamente imprescindibile che la finisca con voi
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Non poté specialmente soffrire che serviste a ¶ Caravani per
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per un'altra Diana che voi gli avevate suggerito
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di scatto a guardarla. ¶ Che intendete dire? ¶ Sara: Nulla
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accordo di toni, dice, che aveva trovato. ¶ Tuda: Seguitate
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No. Perché? ¶ Tuda: Saprete che ho invitato Caravani a
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ha detto...? E a che proposito? ¶ Sara: Oh Dio
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studio per il ritratto che mi sta facendo. S
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farci prendere il caldo che resta nella stufa. ¶ Rosa
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vedere. ¶ Giuncano (a Rosa che s'avvia dietro la
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Rosa (cupa e scontrosa): Che vuoi tu? ¶ Giuncano: Vieni
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A Tuda: ¶ Tu dici che non sono vecchio? ¶ Prende
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me, con me, sì! Che ci hai da ridire
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detto niente, io. ¶ Giuncano: Che specchio, eh? che specchio
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Giuncano: Che specchio, eh? che specchio! ¶ Rosa: Hai il
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di questo, per ciò che mi volevi dire. ¶ E
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direte voi, appena torna, che l'ho aspettato e
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non voglio. ¶ Sirio: Ma che dispetto! ¶ Tuda: Hai litigato
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Chi t'ha detto che ho litigato? ¶ Tuda: Eh
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anzi parlarne. ¶ Sirio: Intendo che tu, appena ogni giorno
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Sirio: - di fare quello che ti parrà e piacerà
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ne importerà nulla? ¶ Sirio: Che vuoi che me ne
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nulla? ¶ Sirio: Che vuoi che me ne debba importare
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Sirio: Ma no, cara, che moglie! ¶ Tuda: Eh, se
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sposi! Sapranno tutti - ¶ Sirio: - che cosa? - ¶ Tuda: Oh bella
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Anzi, quanto più lascerò che t'avvalga della tua
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tuo corpo, per quel che mi deve servire. ¶ Tuda
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nulla. Avrai tutto quello che vorrai. ¶ Tuda: E - che
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che vorrai. ¶ Tuda: E - che ne dirà lei? ¶ Sirio
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Tuda: Vorrei essere sicura che non è un dispetto
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stessa... No no. Dato che l'atto per me
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di sfida): Bada oh, che io sono viva! ¶ Sirio
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Tuda: E non pensi che - ¶ s'interrompe. ¶ Sirio (dopo
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aver atteso un po'): - che? ¶ Tuda: - niente: per fare
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poi abbassando gli occhi): Che ne sai tu? ¶ Sirio
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Sirio (per troncare): Bisogna che tu ti levi codeste
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idee dal capo. ¶ Capirai che se, prima, per un
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1926
a pensare a quello che ha detto, e con
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nessuno! ¶ Tuda: No, penso che... ¶ S'interrompe; guarda nel
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1926
io! Non avete sentito che mi sposa? ¶ Giuditta: Eh
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specchio sorretto dalla Giovane che accompagna la Sarta. Questa
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la tenda, in attesa che la prova abbia fine
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sta benissimo, signora! ¶ Tuda: Che benissimo! Non è venuto
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seguito in tutto quello che lei m'ha detto
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non le ho detto che volevo tutto questo... come
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si potrà rimediare! ¶ Tuda: Che vuol rimediare! No. Non
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signora... modella (sanno tutti che sono signora per questo
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scoppia a ridere pensando che è stata sposata per
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più d'un abito che lo possa far notare
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non si sentono più che bene. ¶ La Modista: Va
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1926
allora ¶ mostra l'abito che ha ancora sul braccio
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Tuda: Vediamole, vediamole. - Ma che colori! ¶ La Sarta: Quelli
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1926
Eccolo qua. Questo. Vede che c'è? Combiniamolo subito
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tanti. ¶ Rivolgendosi alla Giovane che accompagna la Sarta ¶ Per
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e scegliere tutto quello che ti pare, senza farmi
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Vai su, vai su, ché sarà meglio anche per
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1926
Sara: Che vedi? ¶ Sirio: Che sei vestita, come per
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1926
come per il ritratto che ti vuol fare. ¶ Sara
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1926
sapere, a mia volta, che lei ha suggerito a
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1926
detto lui, Caravani. Segno che anche voi due parlate
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1926
la corte. ¶ Sirio: Bisogna che la smetta, sai! ¶ Sara
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tuo ritratto; faccia quello che vuole; ma mi lasci
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Sara: ¶ A proposito di che? ¶ Sara: Della modella che
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che? ¶ Sara: Della modella che vi serve. ¶ Caravani: È
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passeggiata a cavallo - dice che vuol lavorare. - Se voi
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Sara: A patto però che voi lasciate a lui
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Sara: Se vi dico che acconsente! ¶ Poi, rivolta verso
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la tenda: ¶ Maestro, so che siete costì: trattenetegliela! - ¶ A
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col cappello in capo): Che cos'è? ¶ Giuncano: S
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Ma non ha visto che, appena ha sentito bussare
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1926
bussare, ha subito riconosciuto che era lei? ¶ Giuncano: Saprà
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La prova, scusi, è che è corso a raggiungerla
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gridando tra i denti: "Che schifo!" ¶ Tuda: Perché s
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Perché s'è accorto che ha voluto fargli un
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1926
al lavoro e sospetta che possa essere - non per
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1926
di me - ¶ Tuda (supponendo che parli di Sara). Che
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1926
che parli di Sara). Che ha detto? non ho
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1926
con una tenera pietà che le fa socchiudere gli
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1926
sulle labbra): Ma sì che capisco. ¶ Giuncano: No. (La
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1926
tra scontroso e minaccioso.) Che cosa? - ¶ Tuda (gli s
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1926
gli s'accosta amorevole): - che lei soffre - ma non
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1926
ma non di quello che dice. ¶ Giuncano: Io? ¶ Tuda
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non sia vero quello che dice. Ma perché il
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1926
altro. ¶ Giuncano (come sopra). Che altro? ¶ Tuda: Un altro
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Tuda: - sì: una cosa che - per chi come me
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capo un pochino, senza che me ne faccia accorgere
271
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guai a far vedere che sia io, la modella
272
1926
ne sono così sicuri che me lo dicono: «Oh
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Oh, sai? sto pensando che... codesta mossa...» oppure: «Zitta
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1926
di...» E io, seria: «Che mossa?» oppure: «Che ho
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seria: «Che mossa?» oppure: «Che ho detto?» - Bisogna pur
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1926
sì, sa bene ciò che vuole, questo. ¶ Tuda: E
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1926
E lei crede veramente che farà? ¶ Giuncano: Sì. Una
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e dura. ¶ Tuda: Dicono che il padre lo abbandonò
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È quell'unico gesso che lei salvò dalla distruzione
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qualche luogo; nelle parole che sento, in ciò che
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che sento, in ciò che vedo, nel silenzio delle
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ho sempre un sospetto che ci possa essere qualcosa
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sto con l'ansia che, se ci potessi entrare
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si chiude... ¶ Tuda: Crede che farà veramente ciò che
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che farà veramente ciò che dice? ¶ Giuncano: Capacissimo di
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quella signora... ¶ Giuncano: Credo che conti ben poco per
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Benché, se può dire che, finita la statua... ¶ Giuncano
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Rosa (a Giuditta): Vedi che hanno smesso da un
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tua statua... ¶ Sirio: Tu che non sei volgare, potresti
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resto! - Non puoi negare che il nudo lo fa
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anche la tua amica che vuol fatto da lui
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ti vergogni? ¶ Tuda: Di che? Non faccio mica la
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mica la spia. Vedrai che te lo dirà lei
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ma per vendicarmi, sa che ho suggerito a Caravani
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Appunto per l'obbrobrio che sarà! Bada che non
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obbrobrio che sarà! Bada che non lo tollero sul
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sul serio! ¶ Tuda: Sai che diventi insopportabile? Si figuri
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appoggia a una mano ¶ - che se ne sta a
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tutta per sé, sai che fa? la sposa, caro
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così. E con certune che non valevano neanche un
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clienti là..." Ti dico che farà il ritratto anche
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la smetta! Ti dico che non posso tollerarlo! ¶ Tuda
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dica di quell'esperimento che vuol fare. ¶ Sirio: Più
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ancora la pasta. ¶ Tuda: Che pasta? ¶ Giuncano: Ardente, ardente
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finiamola! Non fai altro che muoverti! Vèstiti e vattene
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Abbi pazienza. Ho immaginato che faccia farebbero le statue
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un luogo di delizia che su la terra non
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loro vita divina. ¶ Tuda (che è già balzata giù
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poteva venire in mente che a lei! Glielo do
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La tua bocca... ¶ Tuda: Che ha la mia bocca
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gesto in cui consista, che è? ¶ Nulla. ¶ Tuda: Come
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Giuncano: Vita! vita! ¶ Sirio: - che passa - ¶ Giuncano: - appunto! - ¶ Sirio
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Una - e per sempre - che non si muova più
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forte): - e della morte: che farà anche di te
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senti: calda! ¶ Sirio: Ma che c'entri tu, come
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provi sgomento? ¶ Sirio: Di che? ¶ Giuncano: Di quello che
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che? ¶ Giuncano: Di quello che fai! Quando te la
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a poco a poco, che comincia ad assumere corpo
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altra, altra dall'immagine che tu ne avevi concepita
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ne avevi concepita - tanto che, per non lasciartene vincere
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tua immagine, la vita che moveva le tue dita
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provi lo stesso sgomento che si prova davanti alla
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morte, davanti a uno che poc'anzi era vivo
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e ora è lì, che non si muove più
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sgomento, pensando a ciò che tra poco ne avverrà
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è bella? - ¶ Sirio: - viva - che non muore più! - ¶ Giuncano
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muore più! - ¶ Giuncano: - ma che viva, se vivere vuol
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come traduco tutto questo che hai detto? In un
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detto? In un pianto che tu fai, d'esser
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potrei anch'io... ¶ Sirio: Che cosa? ¶ Sara: Vederti lavorare
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Difatti t'ho detto che sta per andarsene. ¶ Sara
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andarsene. ¶ Sara: Lo sai che sta con Caravani? ¶ Sirio
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sta con Caravani? ¶ Sirio: Che vuoi che m'importi
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Caravani? ¶ Sirio: Che vuoi che m'importi con chi
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chi sta? ¶ Sara: E che Caravani da una settimana
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Sirio: Lo vedo. ¶ Sara: Che vedi? ¶ Sirio: Che sei
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La Modista. ¶ La Giovane, che accompagna la Sarta. ¶ La
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la Sarta. ¶ La Giovane, che accompagna la Modista. ¶ A
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su uno sgabello, aspettando che la "posa" di là
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così, con te qua che la istighi a ribellarsi
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T'è nata adesso che non lavori più tutta
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me? ¶ Giuncano: Perché vorrei che tu almeno - ¶ Sirio: - ah
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faccia? al contrario! - Vorrei che ne profittassi - ¶ Sirio: - per
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agli altri: a coloro che fanno le statue per
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la gioja - ¶ Sirio (stonato): - che dici? - ¶ Giuncano: - non la
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Perché ora vedo! Da che sono impazzito, come tu
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dici. Sapessi quante cose che prima non vedevo. ¶ Tuda
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Ah papà Giuncano, peccato che sono così ¶ sottintende: nuda
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subito una grazia luminosa, che sembra rischiari e avvivi
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Ti prometto e giuro che codesta Diana che ti
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giuro che codesta Diana che ti dà il martirio
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tentare l'esperimento. ¶ Tuda: Che esperimento? Mi dica. ¶ Giuncano
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Giuncano: Ah, uno, cara, che se riesce, farà passare
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lasci così, e vorresti che ti ringraziassi per giunta
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almeno fino al giorno che avrei potuto impegnarmi con
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per tutto il tempo che gli bisognava; dato che
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che gli bisognava; dato che gli s'è proprio
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lo scultore. ¶ Sirio: Ma che scultore! finiscila! Ho schifo
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a Giuncano): È vero che l'idea gli nacque
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sì, circola, circola! - ¶ Tuda: - che eseguiva la copia d
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farti dispetto, ti dirò che sei stato tu - ¶ Giuncano
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tuo studio lo scempio che avevi fatto di tutti
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qua ad ascoltare. Bisogna che scappi. M'aspettano. ¶ Sirio
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Ride. ¶ Anche all'estero! - Che ridere, Maestro! È stato
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Francia! Non c'è che Tuda: Tanti quadri, tante
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certi specchi impazziti! Dio, che smorfie! Io non so
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e poi basta. ¶ Sirio: Che vuoi che me ne
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basta. ¶ Sirio: Che vuoi che me ne faccia di
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prepotenza simile. ¶ Sirio: Bisogna che lo finisca a qualunque
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perché è già quello che dev'essere. Perdio, non
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essere. Perdio, non vedi che ho la febbre addosso
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ladruncoli di strada lui, che si contentano di portar
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per questo! Perché so che la statua, tu, la
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seppe farlo. Stai sicuro che io lo saprò fare
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saprò fare. ¶ Tuda: Ma che dice? Parla sul serio
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nemmeno a guardarti. Penso che prima, se seguito a
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Giuncano: ¶ Ma stia tranquillo che non s'uccide per
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statua. E chi sa che questa non sia anzi
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tutte le cose - ciò che lui chiama "vivere" ¶ a
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a Giuncano, con foga: ¶ che cosa? viaggiare, come fa
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le bestie - ¶ Giuncano: - ma che come le bestie! le
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afa, ¶ voltandosi a Tuda ¶ che potrei temere piuttosto il
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di contentarmi di ciò che ho fatto là ¶ indica
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la statua ¶ e dire che è finita, pur di
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a farne lo strazio che ne avete fatto, comprendendo
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avete fatto, comprendendo anche che ha agito naturalmente. ¶ Sara
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caro Maestro! Ho contato che Sirio, scoprendo questo buffo
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fatta dare la chiave. Che volete! Mi venne spontaneo
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le dita di Sirio che non voleva credere a
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voleva credere a quello che avevo veduto io, coi
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là nell'unico tradimento che lei potesse realmente fargli
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nuda, in posa. Ah che scena! Corse a nascondersi
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Giuncano: ¶ Vedete? Maravigliosa: voi che volete far muovere le
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Cori. ¶ Si guarda attorno. ¶ Che sciccheria qua! ¶ Sara (dopo
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tra sé): Non sapere che possa essere la vita
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me? ¶ Giuncano: E io che non previdi una tale
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e l'altro): E che è, qua ognuno parla
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Sara: Quando uno, ciò che pensa, non se lo
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Jonella. Dov'è quello che mi vuole? ¶ Indica Giuncano
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non lo so ciò che può avvenirmi di fare
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Sara: Mi piace intanto che prima predicate la pazzia
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si riconosce più. Dice che le hanno volute uccidere
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volute uccidere... non so che chiacchiere... che si sono
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non so che chiacchiere... che si sono sbattuti a
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duello per lei... So che pare una pazza, e
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pare una pazza, e che qua - dice - non vuole
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Sirio: Aspetta! ¶ Jonella: Diceva che non voleva più ritornare
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ti prego! Lascia prima che me ne vada via
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Non t'ho detto che non voglia. T'ho
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voglia. T'ho detto che vuole prima parlare con
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starò mica ad aspettare che ella lo ponga come
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io - a tutti - io che sono il solo che
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che sono il solo che voglia fare e abbia
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su, vai! Non so che voglia dirti. Dice che
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che voglia dirti. Dice che può dirlo soltanto a
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chi sa quanto prima che si rimetta. ¶ Sara: Tanto
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Sara: Tanto più edificante che sii andato a cercarla
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cercarla, se non sai che fartene! ¶ Sirio: Non lo
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E la prova è che l'hai condotta qua
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Ecco: hai qua lei che ti può servire meglio
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Ma no! ¶ Jonella (contemporaneamente): Che c'entra! Io... ¶ Tuda
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mi tenevo nascosta, sapendo che mi cercavi; dille che
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che mi cercavi; dille che mi fece la spia
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hai promesso - ¶ Tuda: - sì - che tornerò - ¶ Sirio: - no - che
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che tornerò - ¶ Sirio: - no - che saresti rimasta qua, m
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voglia levarti il pane, ché l'ho schifato io
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sì, e il nome che m'ha dato, e
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e su, la casa... (che vuoi che abbia piacere
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la casa... (che vuoi che abbia piacere, io, a
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non avrei fatto quello che ho fatto, se avevo
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questo piacere!) - Ma voglio che te ne persuada! Vieni
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e Sara. ¶ - Ti pare che ci sia amore in
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odio, per il supplizio che m'hanno dato loro
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E quella mano là che tocca il fianco - la
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Non è più quella che lui voleva fare! - Sono
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e se ne va ¶ - che il diritto di fare
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diritto di fare quello che ho fatto, sapete chi
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voi, sì - di voi che l'avete fatto apposta
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lui l'ha capito che lo facevate apposta - e
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ostentare davanti a tutti che seguitava la sua relazione
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me, perché nessuno credesse che aveva sposato voi sul
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per gelosia? ¶ Sara: Ma che gelosia, per voi! ¶ Tuda
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sì? Ma mi dite che potevate esser voi da
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Una così mirabile cosa, che per non far credere
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per non far credere che gli appartenesse, ha preferito
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sua statua! ¶ Scorgendo Sirio che, sorridendo, fa cenno di
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Sirio: Ma va' là, che cimentare! Rido perché mi
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perché mi piace moltissimo che lei l'abbia capita
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Piace anche a me che rida, e che confessi
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me che rida, e che confessi così lui stesso
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confessi così lui stesso che s'è approfittato! Lo
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A Sirio: ¶ Perché tu che in me t'eri
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e non di me che soffrivo, per farla diventare
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lo sa, Maestro, quello che ho fatto? ¶ Giuncano: Lo
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su quella stessa guancia che tu gli hai tagliata
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perché non voleva capire che andavo da lui soltanto
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Tuda: ¶ Ma lo vedi che hai fatto della vita
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basta ormai! Vi assicuro che di me non riderà
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no! Vorreste, dopo quello che m'avete fatto soffrire
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m'avete fatto soffrire, che egli non finisca ora
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venire qua! ¶ Sara: No, che! Basta! basta! ¶ Tuda: Ma
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com'è ora, bisogna che abbia questi occhi! E
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maceri così? Non capisci che avere codesti occhi importa
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avere codesti occhi importa che poi ti riduci così
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sangue, con gli occhi che vedevano ciò che egli
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occhi che vedevano ciò che egli faceva di me
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egli faceva di me, che mi prendeva, mi prendeva
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non si fosse accorto che soffrivo! Ma se n
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carne, io! di carne che mi s'è macerata
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statua, con la luce che cola dal lucernario, appare
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appare distinta. I quattro che vi stanno sono come
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età? ¶ Giuncano: L'età - che è il tempo quando
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di carne: questa poverina che non è più come
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dopo avere sofferto quello che voi - tu e quell
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Al contrario di quello che sta facendo ora lui
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il coraggio di dire che io non la rispetto
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la rispetto, perché voglio che serva a qualche cosa
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serva a qualche cosa che stia sopra e oltre
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e oltre a quello che possiamo soffrire - tu - lei
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Sirio: Hai tu coscienza che questa mia statua sia
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bella, veramente bella? E che vuoi che m'importi
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bella? E che vuoi che m'importi d'altro
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mi levo? Non senti che sto morendo per te
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prendimi, prendi la vita che mi resta, e chiudimi
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pazza? ¶ Tuda: Sì, sì! Che vi muoja dentro! Se
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legno sotto al cavalletto che sorregge la statua. ¶ E
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si china a guardare. ¶ Che ha fatto? che ha
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guardare. ¶ Che ha fatto? che ha fatto? L'ha
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per me, per me che ho la colpa di
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sopra): Cecità... ¶ Tuda: Io che ora sono così: niente