Mario Soldati, Le due città, 1964

luce tersa e calda, che Rousset e altri gli

olandesi, azzurre e bianche, che era tra la camera

aprivano sul cortiletto interno, che era chiuso, da tutti

al Rolex d'oro che aveva comprato a Losanna

nel bagno. Intanto pensava che cosa avrebbe potuto fare

la camera da letto, che era in penombra, salvo

lame sottili d'oro, che filtravano dalle persiane su

questi e fra quelli che aveva a via Ruggero

era un romanzo inglese, che stava leggendo. Ma, accanto

parecchie ore. Così sgradevole, che soltanto dopo qualche secondo

riflessione si ricordò di che cosa si trattava. La

telefonato all'ufficio, dicendogli che aveva bisogno di parlargli

bisogno di parlargli: e che, per un motivo che

che, per un motivo che gli avrebbe spiegato a

sera: era domenica, possibile che non trovasse mezz'ora

distrattamente, gli aveva detto che non era sicuro, con

andare da lui, ma che, in ogni caso, gli

in tanto, col pensiero che ogni minuto, trascorrendo, lo

suoi strani occhi marron che sapevano cambiare così rapidamente

alla malattia di Piero che durante gli ultimi anni

gonfiori, pustole, piaghe, croste, che localmente variavano di continuo

localmente variavano di continuo; che talvolta, anche per settimane

virulenza di prima; e che soprattutto, gli davano un

prurito, l'unico rimedio che recasse qualche sollievo consisteva

con sé la vecchia, che era tornata in campagna

aveva ottenuto da Golzio che la Victoria liquidasse a

X, nelle quali sembrava che si dovesse riporre tanta

la ragazza sembrava proprio che, almeno per il momento

glielo aveva restituito dicendo che "non era giusto", aveva

in giro, e scamiciati che si contentavano di saltare

felicità. Ma Piero: Piero, che ovviamente aveva desiderato la

Liberazione, la stessa gioia che avevano provato Emilio e

ultimo, a odiarlo. Diceva che gli altri, quelli intorno

portato alla rovina: ma che lui era buono, e

la malattia. ¶ E adesso, che cosa aveva da dirgli

da confidargli? ¶ Bisognava assolutamente che Piero guarisse, pensò Emilio

Ecco: l'unica cosa che non andava nella sua

una sollecita demolizione, ma che resistono perché anche le

palle ornamentali di cemento che si alternavano con le

era allora qualche cosa che contava infinitamente di più

infinitamente di più e che bastava a cancellarla e

dei pochi fascisti sinceri che fossero esistiti, certo il

esistiti, certo il solo che Emilio avesse conosciuto. Ecco

altre volte. È vero che era stata una giornata

Ma era anche vero che non era più venuto

polsi, e da quelle che s'indovinavano sotto la

sole parti del corpo che fino allora la malattia

di una smorfia dolorosa, che Emilio, durante le sue

più per la mente, che avrebbe anche potuto rinunciare

alle ragazze: e pensava che, al ritorno dall'Africa

primissimo indizio di primavera, che veniva dalla campagna, dagli

dalla campagna, dagli orti che stavano costeggiando nella strada

tramontando. Nella direzione opposta, che era proprio quella verso

il film dell'Africa, che si faceva, e Roberti

scritto a matita, diceva che le rincresceva tanto, ma

Emilio si disse subito che era giusto: che così

subito che era giusto: che così doveva essere: Dea

agio e il lusso che aveva sempre desiderato: in

una notte con Grazia. ¶ Che l'amore e gli

funzione, quasi un rito che si ripeteva, ogni volta

o per una notte che nel viverle. I romantici

e dell'egoista. Ma che cosa c'è di

dalla loro, la facoltà, che a me è concessa

schiavo appena mi accorgo che il piacere è rinnovabile

amore e il pensiero, che lo stesso Piero gli

Piero gli aveva suggerito, che questo amore fosse necessario

freddezza e il realismo che gli erano propri, Golzio

della guerra in modo che avvenimenti disastrosi per la

nessun affare sarebbe migliore che investire ora tutto il

gran parte delle somme che aveva accumulate via via

per Golzio, un azionista che non avrebbe mai tentato

alla primavera del '43, più che produttore cinematografico, Emilio fu

le direttive di Golzio, che non si muoveva da

Amiata, in un castello che aveva comperato e fatto

facevano ménage separato. Luigino, che aveva ormai diciassette anni

merito con i secondi, che riforniva regolarmente di viveri

prigionieri inglesi, ospitò persone che scendevano dal Nord inviate

Comitato di Liberazione e che intendevano raggiungere Roma o

tornavano buoni, tanto più che Golzio, nella sua privata

signore, tutta l'élite che nel '44 era rimasta a

di quel benessere economico che insieme avevano sempre vagheggiato

insieme avevano sempre vagheggiato, che avevano raggiunto negli ultimi

primi di guerra, ma che soltanto adesso potevano godere

la prima autentica dimostrazione che, cinema o non cinema

anche negli anni peggiori, che erano poi stati i

mondo, nonostante tutto ciò che aveva fatto per l

universale di barba Sanfront, che era suo zio, e

ottenendo un decreto reale che gli dava il diritto

i Ceroni, anche prima che si chiamassero Sanfront, e

Viotti. Emilio aveva promesso che se ne sarebbe occupato

lustro e del divertimento che gli procurava continuare, frattanto

cinematografica; delle due proprietà che aveva a Roma: la

una vecchia aristocratica torinese, che intendeva anche lei ritirarsi

traslocare in nuovi appartamenti, che dopo la guerra, Golzio

settembre. ¶ Ora, la felicità, che aveva raggiunto, e anche

quella conciliazione con Roma, che non gli era mai

in campo, Emilio pensò che, proprio per questo, assomigliava

l'affetto, la fiducia che aveva in Piero, e

Piero, e l'attaccamento che aveva per il popolo

Piero o l'amore che aveva provato, un tempo

oggi, nell'ultimo giorno che aveva a disposizione per

gli aveva telefonato dicendogli che durante la notte il

ottenere l'emme. Ma che di domenica il direttore

detto il direttore generale, che la risposta fosse favorevole

per così dire viscerale, che la Juventus vincesse. Gridava

dell'altro atleta: volti che gli parevano bestiali e

oggetto, ripetendosi senza tregua che era odio giusto, e

e quasi una disperazione, che era odio per se

e ora, ogni volta che Emilio gridava "forza Juve

calmi: nun lo vede che la Juve oggi nun

a placarsi: "Povera Juve, che strazio. È finita, povera

Juventus, per eccessivo desiderio che la Juventus vincesse, e

fosse la qualità principale che tutti riconoscevano alla squadra

in lui così forte, che vedeva sempre la partita

era per vederli giocare che Emilio veniva al campo

giudicarli. L'importante era che dallo scontro o dall

non l'avversario: o che il pallone fosse calciato

vita magica e fatale, che si sottraeva a qualunque

due goal. Man mano che cresceva la probabilità della

colore giallorosso e acefala, che rappresentava il Male; e

uno dall'altro, meglio che nelle partite vittoriose, quando

Roma, con uno scatto che, ogni volta, per un

in gioco il pallone che era uscito dalla linea

al portiere, gridò fortissimo, che lo udì mezzo campo

mezzo campo: ¶ "Dài, dài che è finita: dop, i

giochiamo noi!". Voleva dire che, nel secondo tempo, invertendosi

Caligaris con tale serietà, che nessuno rise: neanche l

erre moscio. ¶ Capitò ciò che nessuno avrebbe potuto prevedere

speranza. Non c'era che da pensare ad altro

della Juventus, della vittoria che sarebbe stata dura ma

sarebbe stata dura ma che non poteva mancare, e

maglietta: Emilio si stupì che avesse ancora lo stesso

nell'urlìo della folla che cantava tutta in coro

una mezza vittoria. Ma che cosa serve pensare a

serve pensare a quello che poteva essere e non

Non è il caso che te la prenda tanto

tanto, Miliu. In fondo che cos'è? Una partita

quando Roberti gli disse che era cosa fatta, aveva

combinato, sembrò a Emilio che la sconfitta della Juventus

avvenimento tristissimo. Meno male che c'era, all'orizzonte

immaginazione, gli apparvero donne che aveva desiderato e che

che aveva desiderato e che non aveva potuto avere

potuto avere, o donne che aveva avuto ma non

ma non abbastanza: decise che, quando sarebbe andato in

riprese, essendosi reso garante che la lavorazione non avrebbe

seria, rivestivano un abbigliamento che, per contrasto, poteva parere

agitandolo amichevolmente (tanto più che la Victoria aveva compensato

in tempo a vedere che il suo urlo e

in tempo a vedere che i "gentlemen", e anche

professor Terilli, o quello che lui aveva preso per

professor Terilli? ¶ Raggiunse Piero che, continuando a pedalare veloce

ridicolo ciclista in knickerbockers che aveva avuto l'impudenza

non poteva certo pensare che si trattasse di qualcuno

si trattasse di qualcuno che lo aveva scambiato per

e come senza occhi, che si era voltata verso

sottile foglio di carta, che non scompare mai. La

Possibile, pensava ora Emilio, che un'azione importante della

voce, mormorò: ¶ "Beh, sai che te dico? L'emme

direttore generale "... e vedrai che l'emme ce sarà

utili in modo, però, che nel bilancio del film

proprio guadagno, le somme che il direttore generale avrebbe

fascista, su un film che esaltava una guerra fascista

c'era una volta che Emilio non poteva pretendere

Viotti, sia bene inteso che lei è libero di

rinunciare a un guadagno che, proprio per la sua

Opera. Emilio attendeva Elena che era stata a pranzo

pranzo dai Golzio, e che sarebbe venuta in macchina

dal portico, in attesa che le macchine precedenti scaricassero

Emilio si slanciò, convinto che fosse Golzio, e si

trovò davanti a Mussolini che, dietro il cristallo battuto

Egli si aspettava, evidentemente, che l'individuo, il cittadino

il cittadino, l'italiano che era lì, a un

e per uno schifo, che lo paralizzavano dal capo

capo ai piedi, e che gli impedivano non tanto

Riflettendo, poi, si disse che nella giornata del dittatore

medesimo tutto l'orrore che quell'immagine gli procurava

era sfiorato dal dubbio che parte dell'orrore fosse

informe e così inarticolato, che trovava facile, ogni volta

doveva fare una telefonata. ¶ "Che è," rise Roberti indovinando

devi telefonare alla Lubini? Che t'ha dato l

l'ora? Hai paura che te scappi?" ¶ Erano le

per esperienza, Emilio sapeva che era il momento giusto

gli venne in mente che con ogni probabilità l

chiamandola. Si vergognò, accorgendosi che, frattanto, il portiere era

due righe per dirle che le avrebbe telefonato l

vicinanze, quasi isolate: segno che il pubblico, lì intorno

in una riscossa; e che il predominio della squadra

il loro grido isolato, che sembrava roco per la

di enormi nuvole cupe che lo scirocco spingeva velocissime

gola e il respiro che gli mancava; e, dimenticando

della Juventus: la vittoria che era santa e benedetta

santa e benedetta e che da sola bastava a

maledeto bisogno de creder che tute le mule che

che tute le mule che te càpita le sia

Tuonava lontano, e pareva che stesse per piovere un

doveva esserci qualche scherzo, che tutti conoscevano, e lei

era la prima volta che veniva lì. ¶ "Non ghe

Risposero tutti in coro: ¶ "Che male?! Bene, in caso

grandi ali di ottone che nascondevano la parte centrale

applausi, la propria forma, che era di un enorme

alla scena: ogni volta che si era trovato alla

ma anzi, l'immoralità, che rischiava di perdere ogni

sufficiente sincerità, gustarla: chissà che non sapesse, in qualche

Lubini e già sapendo che quella sera stessa l

a parte, naturalmente, quella che si vinca questa guerra

Guardò verso la Lubini, che fu pronta, con l

per un attimo, senza che gli altri intorno se

Voleva dire, senza dubbio, che aveva capito di essergli

di essergli simpatica, e che contraccambiava. La discrezione, scelta

periculo improvviso". Vieni, andiamo! Che cosa scommetti?" ¶ Non piovve

delle rosse mura aureliane che apparivano attraverso le cupe

dei sempreverdi, faceva sì che una partita di bocce

Tuttavia, pareva a Emilio che l'eccitazione e l

era uscita dalle labbra che se ne pentì, se

Riflettendo brevemente, si disse che quello scherzo volgare era

il ricordo di Veve, che le gambe muscolose e

più. Curti diceva sempre che voleva fare installare la

via della spesa. Pretendeva che gli ospiti scommettessero, prima

lui ogni partita, e che la vincita della scommessa

condizzione? Me vòi spiegà che d'è?" disse a

della tettoia a Curti, che stava asciugandosi le mani

far capire a Curti che, ormai, la risposta, doveva

adagio, a un tavolo che era al centro della

voltandosi anche verso Emilio, che frattanto si era avvicinato

affare è fatto. Semplicissimo". ¶ "Che frego?" disse Roberti, che

Che frego?" disse Roberti, che già aveva capito, ma

già aveva capito, ma che voleva una promessa formale

pausa: come per stabilire che le due ultime battute

Grazie" e, sbirciando, vide che il libro era in

pagina: un'Odissea. Sospettò che Curti reggesse ben alto

controllare un successivo sospetto: che la lettura, semplicemente, fosse

seduto accanto a Roberti, che guidava la sua Augusta

la mattina, mentre attendeva che Golzio finisse di leggere

pensò un'altra volta che si sarebbe consolato del

come un sogno ossessivo, che torna nel sonno, e

torna nel sonno, e che è ripensato anche nella

altra da mezza corsa, che gli imprestava. Ogni volta

la sua figura magra che si rialzava e che

che si rialzava e che, tenendosi al manubrio con

altri mai: la tenuta che in quel momento, senza

quel margine di guadagno che lui e Roberti avrebbero

di quanto aveva creduto che sarebbe stato il proprio

lui, adesso, una guerra che aveva sempre disapprovato. Doveva

sviato forse dalle riserve che Emilio aveva premesso dandogli

Viotti, sia bene inteso che lei è libero di

libero di fare quello che vuole. Io, privatamente, non

precisare: "... no, non creda che io pensi, neppure per

ci sarà un film che resterà fuori, questo dell

dell'A.O. Penso che l'avvocato Campolonghi sarà

di subentrarle: tanto più che le sue idee...". ¶ "Sono

interloquire. ¶ "Appunto. Dunque?" ¶ "Lei, che cosa mi consiglia, ingegnere

Piuttosto, non è necessario che lei decida subito. La

termine lei. Vuol dire che al momento di firmare

la sua decisione. Immagino che Roberti vorrà firmare dopodomani

pensarci. E si ricordi che io sono, per lei

ondulazioni, sparse di pinete, che si affacciavano ai deserti

dimora di un banchiere che aveva fatto e faceva

intelligente tra tutti coloro che avevano raggiunto posizioni importanti

Italia, industriali del Nord che si trovavano a Roma

di cibarie o bottiglie che venivano consumate subito. Roberti

siciliano. La principale caratteristica che Curti stesso desiderava gli

una libertà di costumi, che altri, gerarchi e funzionari

sotto una rustica tettoia, che riparava l'ingresso. Vicino

raccolta in una vaschetta, che poi era un antico

bancaria datassero dal giorno che aveva lasciato Milano per

di più: uno scherzo che poteva essere sufficiente ad

sufficiente ad addolcire, senza che lui se ne rendesse

poco di sincera amarezza che provava a vivere lontano

da parte gli scrupoli che gli avrebbero potuto impedire

fino dalla prima volta che Roberti lo aveva condotto

contro il romano Roberti, che li aveva presentati l

uno all'altro e che conosceva Curti dal suo

ruffiano erotomane paranoico: guarda che bella figona, questa è

Questa è una figa che ti incendia il sangue

tuttavia, anche a Emilio, che si trattava di un

di un qualche conto che gli erano presentate; il

suo istinto gli diceva che da tutte, un giorno

cavare un utile. Quelli che lo frequentavano di più

discussioni su qualsiasi argomento che si prestasse a discutere

solo divertimento, la vita che gli piaceva: era, anche

mattina in Banca, e che Curti era riuscito a

poco a poco coloro che avevano da proporgli una

e per Emilio. Roberti, che aveva con Curti maggiore

Curti. "E voi volete che io metta dei soldi

leggere!" urlò Curti. "Certo che c'è la parte

per te: a condizione che tu vada a letto

lei, cominciando a capire che tanto valeva mostrarsi disinvolta

so una cossa sola: che ti, ti gà un

non senta l'entusiasmo che in questo momento sentono

o quell'altro là che sta a Parigi, dite

Parigi, dite pure quello che volete. Il nostro Duce

proprio non ti capisco: che cosa vuoi di più

di più?" ¶ Tutt'altro che convinto, ma affascinato, Emilio

amico. L'arguzia affettuosa che brillava nei suoi occhi

tutto. Vero, non era che l'affetto di un

Emilio, in quell'attimo, che seguendo i consigli di

innaturalmente, con una luce che abbagliava, con un calore

quanto bastava per constatare che Emilio era solo, entrò

è d'accordo, vedrai che combiniamo." ¶ "Ti ho detto

ho detto la somma che lui..." a Emilio bastò

garantito sulla distribuzione, vedrai che Curti tira fuori i

tira fuori i quattrini che ci servono per girare

andrebbe benissimo? È questo che vuoi dire? Ormai me

entusiasta di Mussolini, fiducioso che il suo "genio" in

lo stellone d'Italia": che Mussolini fosse, nonostante la

d'altra parte capiva che le opinioni antifasciste di

di Emilio erano velleitarie: che erano teoria e non

frega niente, di quello che tu pensi e desideri

per il momento, basta che tu voglia fare il

scatta il giorno dopo che abbiamo vinto la guerra

altro, tutti i milioni che servono, e anche di

di più, è inutile che te lo ripeta. I

minimo garantito. Morale: bisogna che Golzio creda nel soggetto

creda nel soggetto. E che tu, naturalmente, non glielo

aspetta. L'importante è che la propaganda non sia

a decidere; e sapeva che, se la decisione fosse

guadagno com'era quello che il film sulla guerra

prometteva: tuttavia, sapeva anche che non avrebbe mai osato

insabbiato in Etiopia e che fa il commercio delle

di liberi costumi. Càpita che il figlio del renegado

per costruzioni stradali; e che una formazione etiope, scortando

proprio quel cantiere; e che il figlio ci vada

Va beh, va'. Basta che tu non glielo dica

senza dirgli niente. Golzio, che era già informato della

tra le mani adunche, che si appoggiavano al bordo

attendeva, e affannosamente pensava che risposta dargli nel caso

risposta dargli nel caso che, come usava in simili

presto, riflettendo, si convinse che, se Golzio vedeva l

sincera: ripeté, ridendo, ciò che aveva detto a Roberti

tra sé: vuol dire che sarò un po' più

è minimo. Bisognerebbe proprio che l'Italia non vincesse

facesse il film: eventualità che mi sembra da escludere

rischio, nel caso improbabile che la guerra si trascini

Dica pure a Roberti che la cosa si può

c'è proprio niente che mi entusiasmi. Vediamo, dunque

violenza di due considerazioni che sembravano tirare e quasi

come accade ai bambini che crescono più in fretta

era costretto a riconoscere che Luigino assomigliava proprio a

la pedivella, in modo che la bicicletta stesse diritta

vedevano la foto, dicevano che Luigino era similissimo: nell

occhi, il suo volto che, al di sopra della

qualche istante sull'uscio che si aspettava di veder

defraudato di qualche cosa che gli spettava. Senonché, a

a meno di fantasticare che, se avesse sposato Veve

l'automobile, non pensò che Emilio fosse sopra, anche

evocatrice di alcuni nomi che incominciavano ormai a invecchiare

vittoriosi nelle tempeste, entusiasmi che Piero ed Emilio non

alla palazzina della direzione. ¶ "Che le posso offrì n

screpolata costruzione in gesso che era servita, parecchi anni

sì. Ma ho pensato che ti faceva piacere. Vuoi

piacere. Vuoi venire? Basta che mi prometti che non

Basta che mi prometti che non gridi troppo. Al

a Giraudo, aveva capito che si stava parlando della

della partita dell'indomani. ¶ "Che ddici?!" intervenne mellifluo Giulio

del ristorante. "Forza Juve, che diamine! Forza Juve, avvocà

stabilimento, si era saputo che Emilio era per la

sportivo soltanto in apparenza, che aveva incominciato a provare

discussioni amichevoli con Piero, che invece teneva per le

in compagnia del papà, che era socio e aveva

o addirittura senza sapere che, in Inghilterra, il gioco

forse, durante gli anni che era rimasto a Torino

vista il suo nome, che appariva nei titoli iniziali

della sua vita, quasi che, precedentemente, speciali circostanze umilianti

immarcescibile borghesia torinese, quello che suo padre aveva sempre

seria della vita, visto che alla politica non si

più pensare, e pareva che non ci fosse speranza

non ci fosse speranza che il fascismo finisse. C

o romano. Senza contare che, sul campo, a poco

giocatore romanista o laziale, che lasciava a terra dolorante

disperata del terzino Caligaris, che riusciva a raggiungere l

cui Emilio udiva Piero, che era vicino a lui

vicino a lui e che fino allora era stato

casalese, e Rosetta, vercellese, che parevano simboleggiare la forza

l'altro i giocatori che gli si precipitavano contro

aristocrazia industriale o industrializzata, che continuava a collaborare col

fascista. Bastava l'idea che la squadra venisse da

particolare luce negli occhi, che non sfuggiva agli altri

era l'unico grido che in quel tempo fosse

fosse concesso agli italiani che non volevano gridare "viva

a tutti quegli antifascisti che si mascheravano da juventini

certi momenti. Emilio pensava che Piero fosse il solo

di Mussolini e convinti che il fascismo fosse un

Tornando indietro, si accorse che Emilio era soprappensiero: "... Cos

Ma io mi meraviglio che un uomo intelligente e

di tracce visibili, e che lui, in dieci anni

se non mi dici che è vero," singhiozzava ormai

se non mi dici che c'è stata una

lui "... ma lo vedi che è vero? Ormai l

per dargli la prova che aveva ragione, che toccava

prova che aveva ragione, che toccava a lei sapere

lei sapere per prima, che non poteva essere se

esco, vado da Corinna che mi aspetta." ¶ "No, no

vuoi sapere... è questo che vuoi sapere?" ¶ "Sì. E

le ciocche dei capelli che le cadevano intorno e

gli occhi (lo scintillio che Emilio, in quel momento

ora: le sette. Già che era sveglio, tanto valeva

Suonò per il caffè. ¶ Che tuonasse di gennaio, non

liberatore. Ma qui no! Che delusione, qui, uscire nell

vento, sotto l'acqua che veniva di traverso. ¶ "Cosa

Piove dentro." ¶ Emilio disse che non importava, avrebbe poi

il sesto inverno consecutivo che passava a Roma. Tutte

sollievo: per l'aria che era entrata, e per

e per il domestico che era uscito. Anche il

sugli utili: una percentuale che colmava le sue speranze

stesso, Emilio si diceva che questa era stata la

risultato finale dei dubbi che lo avevano tormentato durante

durante l'estate: altro che piantare tutto! E quasi

gusto: tanto vale, allora, che ne ricavi il massimo

di quel benessere crescente, che finalmente gustava, e che

che finalmente gustava, e che aveva vagheggiato e corteggiato

di domestici in livrea che potevano permettersi. Non c

sembravano una pagliacciata; quasi che, i veri domestici, i

le altre vecchie case che li avevano sempre avuti

per non disturbarla, visto che lei dormiva almeno fino

la stessa ragione, visto che Elena, la notte, amava

luce accesa disturbava lui, che invece era stanco e

trasformare il suo studio, che era attiguo al salone

la camera di Luigino, che era attigua alla camera

dormire separatamente, ogni volta che volevano. ¶ Ma anche a

soltanto adesso; di negare che la cena da Scarpone

di fingere di ignorare che fosse stata detta, tra

desiderio, esiste una volontà che siano irreparabili. A Emilio

A Emilio conveniva pensare che niente fosse mutato con

mutato con Elena, e che le loro nuove abitudini

adattando, quanto l'illusione che questa rinuncia o non

sentivano benissimo, nel profondo, che la verità qualche volta

soltanto nei fatti, e che la menzogna, a volte

proveniente da alcune parolette che dicevano la verità. ¶ Avanzò

fronte. Un rito, certo, che aiutava a sopire la

sopire la coscienza, ma che era attraversato, e forse

amare, e per Elena, che ormai non lo amava

l'altro. Il bene, che voleva al bambino, anche

guardava naturalmente al cielo, che appariva tra le povere

le piante non lontane che limitavano il campo. Ma

se si fosse accorta che lui era diverso da

era diverso da quello che lei aveva sempre creduto

sempre creduto; diverso, e che quindi poteva e doveva

aveva baciato così. Preoccupato che non si accorgesse di

ci aveva fatto caso. Che cos'era, il modo

intellettuale e lo sportivo, che frequentavano Villa Golzio a

yacht non c'erano che donne, e i marinai

solo, vago, inquietante, morbidissimo, che gli era venuto la

essere piacevole. A meno che anche questa scoperta, una

niente, come tutto ciò che ispirava Elena. ¶ A un

riconoscere, in un'occhiata che includeva al fondo del

attimo seguente, Emilio capì che il volto dello zingaro

rispose Emilio avviandosi. Ora che non ne vedeva più

bisogno di rievocare Corinna che di compensare Elena per

filo di voce. "Credi che io non capisca? Anzi

credette di poter notare che la sua espressione era

quella parola strana, e che le sue labbra sottili

Emilio; ma tacque, sospettando che si trattasse di un

era una signora, quella che è stata qui con

protesti? Non ti accorgi che..." seguirono alcune parole, ma

ma pronunciate così sottovoce che Emilio riuscì a cogliere

specchio, non era ridicolo che parlassero così, attraverso un

sussurro. Con una cadenza che, sorprendendolo per primo, parve

Non mi accorgo di che cosa, Elena?" ¶ Sapere finalmente

Elena?" ¶ Sapere finalmente ciò che Elena voleva dirgli e

quasi angosciato: ¶ "Elena, dici che non mi accorgo, ma

mi accorgo, ma di che cosa?" ¶ "Non ti accorgi

parola per parola fu: ¶ "... che non sono arrabbiata." ¶ Attraversò

di Emilio il sospetto che Elena, per persuaderlo a

arrabbiata, non posso dirti che qui la notte scorsa

tesoro. E so anche che non è una signora

è una signora." ¶ "Da che cosa te lo saresti

è più semplice concludere che non hai sentito nessun

lo stesso tono tranquillo, che pareva escludere il tranello

sono le sole donne che non si profumano mai

da letto. Era convinto che Elena fosse a mezza

lo dici!" ¶ Quel corpo, che conosceva così bene, e

conosceva così bene, e che stringeva tra le braccia

maternità e l'età, che avrebbe, ancora, potuto cingerla

e potenti; quel volto che ora, dopo qualche istante

riuscito a immaginarseli concretamente. Che Elena fosse stata l

e di Renée e che continuasse ad andare a

simili ad artigli giallastri: che avesse avuto dei contatti

infarinato? Quegli occhi pesti? Che cosa poteva accadere, tra

di confessare una verità che invece riguardava lui, ciò

invece riguardava lui, ciò che era accaduto a lui

e naturale, qualche cosa che poteva anche essere momentaneo

perfino a una donna che cerchi di prostituirsi. Incontrò

momento, Emilio si accorgeva che quasi tutto, di Elena

era segno, pensò Emilio, che anche lei aveva raggiunto

gli uomini. ¶ Per chiedergli che le versasse altro vino

la tavola, la mano che reggeva il bicchiere. Emilio

una conferma alla rivelazione che credeva avere di Elena

labbra della signora Calandra. Che cosa volevano dire, labbra

così sottili? Emilio immaginò che si fossero affinate atavicamente

non vide il bicchiere che gli veniva sporto né

sporto né la mano che avanzava verso di lui

un ginocchio di Elena che sfiorava le sue ginocchia

sue ginocchia, una gamba che si introduceva tra le

sua vita. Gli pareva che le parti fossero invertite

le parti fossero invertite: che Elena provasse ora per

ora per lui ciò che lui aveva provato per

Corinna. E ciò, forse, che Corinna aveva provato per

con Elena. Una sensazione che lui conosceva perfettamente. Senonché

nuovo? Sì, eccome: quello che aveva intuito di lei

intuito di lei, e che adesso, tra poco, approfittando