parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il disprezzo, 1954

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1954
no, dirò a Battista che ti trattenga l’ultima
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1954
del lavoro... credo però, che sia ora che me
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1954
però, che sia ora che me ne vada». ¶ Egli
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1954
al successo del film... che diamine... non te ne
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1954
di là, allora... credo che mia moglie sarà contenta
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1954
corridoio nudo e bianco, che odorava forte di cucina
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1954
ma scialbi e inespressivi, che si animavano soltanto quando
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1954
signora Pasetti, «lo sai che non bevo». ¶ «Berremo noi
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1954
o contabile. Non potevo che guardare, perché la signora
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1954
mobile composito, una radio che conteneva un bar, piegarsi
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1954
davanti il camino. Notai che le bottiglie erano ambedue
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1954
e sigillate: non sembrava che Pasetti si permettesse spesso
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1954
permettesse spesso la bevanda che si accingeva a preparare
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1954
tutto nuovo. Egli annunziò che andava a prendere il
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1954
ha detto». ¶ «Sono sicuro che sarà un bel film
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1954
i due, chi è che comanda?». ¶ «Gino, naturalmente». ¶ Notai
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1954
comanda?». ¶ «Gino, naturalmente». ¶ Notai che ella si era ingegnata
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1954
di Gino ogni volta che aveva aperto bocca. Io
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1954
la voce di Emilia che mi diceva: «Scusami, ma
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1954
di annunziare ad Emilia che la sceneggiatura era finita
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1954
sapendo, come ho detto, che quello che facevo ormai
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1954
ho detto, che quello che facevo ormai non l
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1954
gesti piuttosto di farmacista che regoli il dosaggio di
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1954
dosaggio di una medicina che di bevitore, versava in
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1954
nel terzo non mise che un poco di cocktail
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1954
a vedere in cucina che cosa fa la cuoca
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1954
quattro bicchierini non servirono che ad accrescere il mio
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1954
infelice?»; e ricordai allora che la prima stilettata di
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1954
Pasetti si affacciò, avvertendo che potevamo passare nella sala
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1954
in questa stanzetta minuscola che la tavola ingombrava quasi
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1954
quasi per intero così che la cameriera, girandoci attorno
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1954
conversazione, mossi non so che domanda a Pasetti sui
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1954
riuscire a trovare nulla che li trattenesse, si fermarono
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1954
della moglie di Pasetti, che ascoltava anche lei, il
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1954
anche perché il sentimento che vi traspariva era per
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1954
vistosamente privo di qualità che potessero piacere ad una
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1954
attenzione. Poi mi dissi che ogni uomo finisce sempre
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1954
per trovare la donna che lo apprezza e lo
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1954
e lo ama, e che giudicare dei sentimenti degli
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1954
Ebbi a questo pensiero, che ridestava in me un
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1954
di urto fisico; tanto che feci una smorfia con
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1954
per caso, la carne che stavo mangiando fosse dura
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1954
fingendo di ascoltare Pasetti che continuava a parlare dei
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1954
così oscura. Allora capii che durante l’ultimo mese
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1954
una situazione intollerabile ma che, in realtà, non ci
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1954
questo modo, tra Emilia che non mi amava e
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1954
amava e il lavoro che, per colpa del disamore
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1954
queste cose, mi accorsi che non riuscivo che a
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1954
forti o più volonterosi che tiravano e altri che
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1954
che tiravano e altri che fingevano di tirare, mentre
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1954
ero sempre il cavallo che tirava; gli altri due
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1954
fronte a qualche difficoltà, che io mi facessi avanti
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1954
pochi denari qualche cosa che non aveva prezzo e
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1954
ripugnanza e di scadimento che destava nel mio animo
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1954
Emilia. E compresi finalmente che il lavoro mi ripugnava
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1954
non amarmi più. E che io avevo affrontato con
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1954
amore di Emilia. Ora che non ne ero più
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1954
mi sembrava nient’altro che servitù, spreco d’ingegno
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1954
vivere come un uomo che porta dentro di sé
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1954
sul mio lavoro. Sapevo che un giorno avrei dovuto
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1954
perché mi rendevo conto che essa era inevitabile, cercavo
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1954
cercavo di ritardarla più che fosse possibile: quel poco
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1954
fosse possibile: quel poco che avevo già sospettato me
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1954
con Emilia quei rapporti che a tutta prima, mi
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1954
erano sembrati intollerabili e che, adesso, temendo il peggio
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1954
senza riuscirci del tutto, che fossero normali: durante il
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1954
mi convinsi in seguito, che ogni vita si era
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1954
e forse mi illudevo che il tempo si sarebbe
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1954
ma non nel senso che io avrei desiderato. Così
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1954
desiderato. Così, tra Emilia che mi rifiutava se stessa
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1954
giorni passavano. ¶ La sceneggiatura che facevo per Battista, intanto
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1954
al quale egli desiderava che io partecipassi. Battista era
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1954
me». Io sapevo, dunque, che dopo quella prima sceneggiatura
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1954
un’altra più importante, che, naturalmente, mi sarebbe stata
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1954
molto di più. Confesso che, nonostante la mia crescente
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1954
casa e il denaro che dovevo ancora pagare, e
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1954
perché avevo ormai capito che il mio lavoro non
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1954
unite da un nesso che avvertivo oscuramente: non ero
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1954
lavoro appunto perché sentivo che Emilia non mi amava
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1954
quella di Battista. Sapevo che era l’ultima volta
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1954
era l’ultima volta che ci andavo perché mancavano
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1954
di quel film. Sapevo che ben presto mi sarei
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1954
le superstiti difficoltà, così che, appena dopo un paio
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1954
d’ore, ci accorgemmo che la sceneggiatura era davvero
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1954
finire qui». Il regista che passeggiava in su e
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1954
meticoloso geometra o contabile che di un artista. Egli
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1954
goffa amenità: «Bisogna dire che tu, Riccardo, sei come
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1954
sei come i cavalli che sentono la stalla... io
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1954
stalla... io ero sicuro che avremmo dovuto lavorare almeno
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1954
afflosci, dirò a Battista che ti tenga in sospeso
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1954
e io ti prometto che sarò a tua disposizione
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1954
qualsiasi ritocco». ¶ «Ma a che ti servono tutti questi
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1954
molto?». ¶ «Quasi tutto». ¶ «Scommetto che è tua moglie che
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1954
che è tua moglie che ti tormenta affinché tu
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1954
parlare di sua moglie, che gli rassomigliava molto e
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1954
gli rassomigliava molto e che, tuttavia, come mi sembrava
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1954
animo, avevo forse temuto che ella non mi volesse
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1954
se continuavo ad illudermi che Emilia mi amasse come
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1954
Finché ero stato sicuro che Emilia mi amasse, il
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1954
un tratto, mi parve che vi si insinuasse come
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1954
amore di Emilia. Adesso che quest’amore veniva a
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1954
meglio intendere il sentimento che provavo in quel tempo
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1954
lo sceneggiatore è colui che scrive, per lo più
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1954
sceneggiatore è un artista che, pur dando il meglio
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1954
la consolazione di sapere che avrà espresso se stesso
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1954
egli non può essere che un fornitore di trovate
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1954
dunque, è l’uomo che rimane sempre nell’ombra
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1954
rimane sempre nell’ombra; che si svena del suo
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1954
successo di altri; e che, sebbene la fortuna del
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1954
dirlo soltanto il regista che, in effetti, è il
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1954
lavorare per il denaro che riceve, il quale, lo
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1954
allo sceneggiatore non rimane che godersi la vita, se
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1954
capace, con quel denaro che è il solo risultato
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1954
po’ come certe governanti che passano da un bambino
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1954
ad affezionarsi a uno che già debbono lasciarlo e
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1954
va tutto alla madre, che sola ha il diritto
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1954
sceneggiatore ne ha altri che, per variare secondo la
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1954
Al contrario del regista, che gode di fronte al
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1954
lo sceneggiatore non può che accettare o rifiutare la
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1954
o rifiutare la sceneggiatura che gli viene proposta; ma
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1954
non sceglie. Avviene così che, secondo le simpatie, la
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1954
a lavorare con persone che gli sono antipatiche, che
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1954
che gli sono antipatiche, che gli sono inferiori per
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1954
per cultura e civiltà, che lo irritano con tratti
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1954
di carattere e maniere che non sono di suo
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1954
due o tre mesi che dura la sceneggiatura, una
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1954
fittizia e artificiosa intimità che ha per solo scopo
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1954
stancante, snervante e sazievole che si possa immaginare, perché
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1954
essere quello di scienziati che si dedichino insieme a
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1954
prime ore del mattino, ché così vuole la brevità
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1954
gli sceneggiatori non fanno che parlare, per lo più
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1954
sceneggiatura, e gli sceneggiatori che vi erano entrati al
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1954
sudati e scarmigliati peggio che se avessero dovuto sforzare
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1954
volontà e dall’interesse che da una qualsivoglia ispirazione
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1954
Naturalmente può anche avvenire che il film sia di
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1954
sia di qualità superiore, che il regista e i
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1954
stima e amicizia e che, insomma, il lavoro si
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1954
in quelle condizioni ideali che possono verificarsi in qualsiasi
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1954
con un altro produttore, che improvvisamente il coraggio e
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1954
miei collaboratori via via che si scriveva il copione
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1954
trovata o risoluzione, lodi che mi sapevano di amaro
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1954
stesso per qualche cosa che in fondo non mi
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1954
a meno, ogni volta che, il regista, con il
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1954
linguaggio demagogico e popolaresco che è proprio a molti
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1954
dal rumore dell’acqua che scorreva dai rubinetti. Provavo
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1954
impulso irriflessivo, impetuoso, ispirato, che sinora mi era sembrato
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1954
prima volta, mi accorgevo che questo impulso dipendeva e
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1954
spontaneità, naturalezza. Temevo, insomma, che a quella comunione mirabile
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1954
suo atteggiamento, ma intuivo che se da parte mia
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1954
non poteva non esserci che una passività impartecipe, se
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1954
da me: «Parlare? di che vuoi parlarmi?». ¶ Non so
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1954
dai nostri rapporti e che più d’ogni altra
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1954
te; ho l’impressione che tra di noi qualche
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1954
di più... ti rincresceva che ti lasciassi sola quando
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1954
ella esclamò, ma notai che il suo tono non
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1954
così sicuro, «lo sapevo che avresti pensato una cosa
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1954
torbida e spiegazzata camicia che pareva lasciar trasparire soltanto
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1954
e mi pareva strano che ella non se ne
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1954
gesto del capo, così che le mie labbra finirono
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1954
Dissi, lasciandola: «Non vuoi che ti baci?». ¶ «Non è
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1954
indolenza, «se non fosse che un bacio, te lo
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1954
toccata, e ricordavo invece che, al tempo del nostro
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1954
sporgendomi verso di lei che si tirava indietro, «non
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1954
è questo il bacio che io volevo da te
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1954
alcun pudore: «Se vuoi che facciamo l’amore, facciamolo
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1954
di estraneità. Udii lei che diceva: «Va bene», e
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1954
spalle. Ella non aveva che da togliersi la camicia
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1954
pensai, e mi ricordai che in passato io avevo
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1954
volli guardare, perché compresi che l’avrei guardata con
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1954
nuova: «Allora, su, vieni... che aspetti?». ¶ Non mi voltai
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1954
docilità meccanica, fredda, impartecipe che traspariva dal tono della
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1954
come fosse avvenuto e che cosa avessi fatto tra
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1954
un tratto, la sensazione che ormai si delineava sempre
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1954
di fronte alla moglie che amavo e che mi
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1954
moglie che amavo e che mi amava, bensì di
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1954
po’ impaziente e inesperta, che si apprestava a sottomettersi
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1954
mio amplesso sperando soltanto che fosse breve e poco
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1954
apparizione, e poi sentii che, per così dire, mi
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1954
questa camicia, le pantofole che ella aveva posato in
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1954
terra e la vestaglia che aveva disposto in una
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1954
stava ancora nell’atteggiamento che aveva preso distendendosi e
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1954
ebbi certamente il presentimento che per me cominciasse un
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1954
di Emilia le conseguenze che ci si aspetterebbe. Senza
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1954
disamorata, tanto è vero che avevo preferito rinunziare all
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1954
rinunziare all’amore piuttosto che ottenerlo in quel modo
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1954
incidente della sera avanti che, in seguito, doveva apparirmi
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1954
si dimentica facilmente quel che non si vuol ricordare
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1954
d’altra parte penso che a tale dimenticanza contribuisse
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1954
mio amore. È vero che anche questa volta ella
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1954
modo freddo e passivo che aveva già suscitato la
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1954
ma, come avviene, ciò che mi era sembrato intollerabile
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1954
caldo amore. Avevo pensato che Emilia, quella prima sera
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1954
questo proposito, l’accoglienza che Emilia fece alla notizia
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1954
coraggio di dirle quello che pensavo e cioè che
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1954
che pensavo e cioè che, con ogni probabilità non
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1954
e, per una coincidenza che mi parve provvidenziale, il
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1954
da un pezzo: pensavo che avrei fatto quattro o
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1954
tornato, intanto, più forte che mai, l’amore per
199
1954
in principio, non fu che una nuvola piccolissima, seppure
200
1954
lussuoso: non c’erano che due stanze: una vasta
201
1954
di soggiorno, più lunga che larga, e una camera
202
1954
si poteva quasi illudere che quel parco di cui
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1954
passeggiarci tutte le volte che l’avessimo desiderato. ¶ Entrammo
204
1954
con chi; ricordo soltanto che verso la mezzanotte stavo
205
1954
soggiorno. Domandai sorpreso: «Ma che fai?». ¶ Avevo parlato senza
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1954
non ti offendi?... penso che sia proprio meglio che
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1954
che sia proprio meglio che noi dormiamo separati». ¶ Io
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1954
tutta prima non provai che un’oscura irritazione per
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1954
eri mai lagnata... credevo che ti fossi abituata». ¶ Ella
210
1954
contenta, come mi parve, che riportassi il discorso sul
211
1954
Mi accorsi, mentre parlavo, che questa proposta non era
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1954
stesso hai sempre detto che con le finestre chiuse
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1954
senti soffocare... è meglio che dormiamo separati». ¶ «Ti assicuro
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1954
dormiamo separati». ¶ «Ti assicuro che per me sarà un
215
1954
se io ti dicessi che questo mi dispiace e
216
1954
questo mi dispiace e che voglio che tu dorma
217
1954
dispiace e che voglio che tu dorma con me
218
1954
Poi, col tono bonario che le era solito: «Riccardo
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1954
a tutti i costi... che ti fa?... Tanti dormono
220
1954
più». ¶ «Ma se dici che ti svegliavi sempre al
221
1954
solo, sedetti sul letto che, sguarnito di uno dei
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1954
alla prima. Sentivo, però, che se avessi accettato la
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1954
guanciale, due lenzuola piegate che trasse dall’armadio, una
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1954
me, per il sentimento che provavo per lei, sembrava
225
1954
maestosa di qualsiasi donna che avessi mai conosciuto. Non
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1954
sguardi rapiti, ricordo soltanto che la prima notte dopo
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1954
mi meravigliai oscuramente accorgendomi che la sua fronte mi
228
1954
sommo del petto e che io la sopravanzavo con
229
1954
ampio, possente, sebbene sapessi che, in realtà, ella non
230
1954
il più bel collo che io abbia mai visto
231
1954
snellezza flessuosa della vita che faceva risaltare il disegno
232
1954
maestà placida, involontaria, spontanea che può venire solo dalla
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1954
solo dalla natura e che, per questo, appare tanto
234
1954
gli occhi, non sapendo che dire, insieme dispiaciuto e
235
1954
viso sereno al corpo che, attraverso il velo della
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1954
e improvvisamente, quel sospetto che ella non mi amasse
237
1954
suo. Era una sensazione che non avevo mai provato
238
1954
invisibile, mi rendevo conto che poteva non esserci più
239
1954
nausea dolorosa al pensiero che la nostra intimità fosse
240
1954
sentimento sconvolgente, mentre Emilia, che era andata nel bagno
241
1954
ne avessi i mezzi, che tuttora mi mancavano, bensì
242
1954
mancavano, bensì perché capivo che ella soffriva e che
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1954
che ella soffriva e che questa sofferenza, forse, un
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1954
questa somma altro denaro, che mi procurai in prestito
245
1954
lieti sentimenti dell’uomo che allestisce la casa per
246
1954
anzi, ero così disperato che quasi provavo del rancore
247
1954
loro qualità e intensità che ella diede a vedere
248
1954
a vedere il giorno che entrammo la prima volta
249
1954
mia angoscia. Ho detto che l’amore per la
250
1954
di una passione; aggiungerò che quel giorno quella passione
251
1954
e mostrarle la vista che se ne godeva, ella
252
1954
violenti e più abbandonati che mai ci scambiammo, sentii
253
1954
mai ci scambiammo, sentii che ella si avvinceva ancor
254
1954
almeno così mi parve, che la prendessi; e intanto
255
1954
davanzale di quella finestra che avevo voluto aprire. Tuttavia
256
1954
non soltanto l’amore che ella provava in quel
257
1954
passione per la casa che, in lei, si esprimeva
258
1954
profonde viscere qualche cosa che nessuna mia carezza sinora
259
1954
di Emilia, perché sapevo che questo le faceva piacere
260
1954
radunammo quei pochi mobili che i miei mezzi molto
261
1954
a meno di pensare che ella non si preoccupava
262
1954
irritazione contro di lei che, adesso, tutta affaccendata e
263
1954
e giuliva, non pensava che a girare per i
264
1954
domandavo come mai, lei che mi amava tanto, non
265
1954
indovinasse le crudeli preoccupazioni che mi angustiavano; ma mi
266
1954
ma mi rendevo conto che, probabilmente, ella pensava che
267
1954
che, probabilmente, ella pensava che se avevo comprato l
268
1954
insensibilità. ¶ Ero tanto preoccupato, che in quel tempo, dentro
269
1954
perfino modificata l’immagine che sinora mi ero fatto
270
1954
e non vedeva più che il denaro. Era un
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1954
l’odiavo perché pensavo che con gli anni, lentamente
272
1954
avevo sposato una donna che condividesse e comprendesse le
273
1954
una sbarra di ferro che una fiamma persistente ammollisca
274
1954
e pieghi, sentivo allora che il metallo del mio
275
1954
e piegato dalle angustie che l’opprimevano. Mio malgrado
276
1954
provare invidia per coloro che non soffrivano di queste
277
1954
mio malgrado, mi accorgevo che si accompagnava il rancore
278
1954
quei giorni difficili, sentivo che la mia irritazione e
279
1954
e non soltanto quella che colpiva la mia persona
280
1954
piega dei miei pensieri, che prendevano sempre e irresistibilmente
281
1954
attraverso i miei discorsi, che, senza che lo volessi
282
1954
miei discorsi, che, senza che lo volessi, battevano sempre
283
1954
per quei partiti politici che proclamavano di lottare contro
284
1954
riferimento a me stesso, che lasciava languire i suoi
285
1954
una convinzione di pensiero, che, tuttavia, mi era sinora
286
1954
alla fine, un giorno che mi sentivo più disperato
287
1954
convincere da un amico che da un pezzo mi
288
1954
comunista. Subito dopo, pensai che, una volta di più
289
1954
decisione. Ella mi rispondeva che non le dispiaceva, in
290
1954
sereno. Cominciai a pensare che ella mi amasse meno
291
1954
ella mi amasse meno che in passato perché mi
292
1954
passato perché mi accorsi che non era più così
293
1954
rattristato pur nella rassegnazione, che la mia assenza le
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assenza le dispiaceva. Tanto che, spesso, o rinunziavo ad
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era così forte, allora, che un giorno, accompagnandomi alla
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gli occhi dal libro che stava leggendo: «Va bene
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ella sembrava addirittura desiderare che la mia assenza durasse
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osservai in tono leggero che ella sembrava quasi preferire
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ella sembrava quasi preferire che io non ci fossi
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si limitò a dire che, essendo io occupato, in
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il giorno, tanto valeva che non ci vedessimo che
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che non ci vedessimo che all’ora dei pasti
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Questo non era vero che in parte: il mio
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la mattina. ¶ Nel tempo che Emilia dava a vedere
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Emilia dava a vedere che le mie assenze le
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più del grande amore che ella nutriva per me
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Ma appena mi accorsi che non soltanto ella non
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spesso senz’altro scopo che di saggiare la nuovissima
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di questa freddezza, arguendo che, dopo due anni di
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tra coniugi. Ma sentivo che questo non era vero
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vero: lo sentivo piuttosto che non lo pensassi, giacché
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sentimento. Io sentivo, insomma, che Emilia aveva cessato di
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o nient’affatto. E che, appunto, qualche cosa doveva
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CAPITOLO TERZO ¶ Al tempo che incontrai per la prima
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pagamento, né sapessi in che modo avrei potuto procurarmelo
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affittacamere. Un’altra donna che Emilia, forse, non avrebbe
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caso di Emilia, penso che accettandola ella mi avesse
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maggior prova di amore che una moglie devota può
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Emilia era, infatti, quello che si chiama una donna
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casa c’era più che l’inclinazione naturale comune
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passione, quasi una fame, che oltrepassava la sua persona
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per la casa penso che si esprimessero inconsapevolmente le
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nostro matrimonio; ma ricordo che una delle poche volte
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una delle poche volte che la vidi piangere fu
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poco dopo il fidanzamento, che non ero ancora in
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neppure d’affitto, e che, nei primi tempi, avremmo
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subito represso, mi parve che si esprimesse non soltanto
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una ragione di vita che un sogno. ¶ Così vivemmo
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il tempo! Si capiva che, per quanto era possibile
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una casa sua; e che, in mancanza di suppellettili
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pulizia personale, in modo che tutto ciò che poteva
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modo che tutto ciò che poteva brillare e rispecchiare
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cura cupida e assorta che facevano la spia ad
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ammobiliata; e l’illusione che ella cercava di procurare
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Io mi rendevo conto che, pur nell’espressione così
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mi tormentava il pensiero che presto o tardi avrei
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affermarlo, perfetti. Voglio dire che in quei due anni
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quel silenzio della mente che in simili circostanze sospende
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difetti e così ritengo che apparissi io a lei
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non mi resi conto che ero felice. Mi sembrava
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sembrava di fare cosa che tutti fanno: amare la
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proprio come l’aria che si respira e ce
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tempi, mi avesse detto che ero felice, mi sarei
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risposto, con ogni probabilità, che non ero felice perché
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mia prima sceneggiatura, lavoro che, allora, considerai provvisorio, soprattutto
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alte ambizioni letterarie, e che, invece, era destinato a
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confuso di un incidente che allora mi parve irrilevante
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due soli posti. Battista, che è già seduto al
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ma non c’è che un posto; lei, Molteni
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conto suo... a meno che non preferisca aspettarmi qui
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seta nera, il solo che abbia, scollato e sbracciato
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non so perché, avverto che nella sua bellezza, di
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lentamente: «Non sarebbe meglio che Battista ci precedesse e
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scherzosamente: «Brava, lei vuole che io vada solo». Emilia
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io, improvvisamente, mi accorgo che il suo bel viso
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macchina. Ma, nuova sensazione che soltanto adesso, scrivendone, mi
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quel tempo. Rispondo leggermente che ho avuto un incidente
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singolare: «Un incidente... e che incidente?»; io allora, stupito
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così esuberante e allegro che quasi non mi accorgo
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quasi non mi accorgo che Emilia non lo è
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un poco il fatto che ella non partecipi alla
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in piedi e dire che è stanca e che
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che è stanca e che vorrebbe andare a casa
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non essere tagliato, e che, invece, mi rivelò, nel
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di poi; tanto più che Emilia non diede a
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di certo nel mese che seguì la serata, ma
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il tracollo definitivo né che cosa provocò questo tracollo
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casa sua; episodi, dico, che allora non si distinsero
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della mia vita, ma che, in seguito, acquistarono tutti
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Emilia, tutte le volte che Battista ci invitava, il
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Battista ci invitava, il che avveniva ormai assai spesso
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ella adduceva qualche pretesto che non riguardava Battista, per
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le dimostravo con facilità che il pretesto non reggeva
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una punta di perplessità, che Battista non le era
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le era affatto antipatico, che lei non aveva nulla
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nulla da rimproverargli e che, soltanto, non desiderava uscire
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e tornavo ad insinuare che qualche cosa doveva pur
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Battista, sia pure senza che Battista se ne rendesse
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più cercavo di dimostrarle che non aveva simpatia per
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ad illustrarle le ragioni che militavano a favore del
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sua raccomandazione, ogni volta che ci invitava: «S’intende
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sua presenza, era preferibile che lei sopportasse la stanchezza
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contemplativa: si sarebbe detto che, piuttosto che le ragioni
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sarebbe detto che, piuttosto che le ragioni, l’interessassero
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casa. Tutti salvo Ulisse, che sta ancora lontano dalla
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non c’era dubbio che Battista non avrebbe voluto
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sarebbero parsi nient’altro che inconcludenti chiacchieroni, indaffarati a
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indaffarati a decidere cose che potevano essere benissimo decise
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scrivere e mi dicevo che dovevo riprendere il lavoro
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vuoto. In realtà, più che meditare, rimescolavo dentro di
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e tutti sgradevoli sentimenti che mi agitavano; ma stordito
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scaffale, tra gli altri che mi sono serviti per
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profondo per il mestiere che mi toccava fare. E
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acuto dolore, mi accorsi che questo disgusto nasceva dalla
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disgusto nasceva dalla certezza che Emilia non mi amava
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di soggiorno e capii che Emilia era rientrata. Ma
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la voce di Emilia che domandava: «Sei qui? Che
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che domandava: «Sei qui? Che fai? Lavori?». Allora mi
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subito, con una spontaneità che mi stupì, dopo tanti
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è un buon soggetto». ¶ «Che soggetto è?». ¶ La guardai
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e indifferente, si vedeva che parlava per dovere. «È
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o non aveva capito che era il poema famoso
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Odissea non è quella che si studia a scuola
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ad un tratto capii che era giunto il momento
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le stringevo il braccio che per il tono della
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il tono della voce: «Che ti succede... sei matto
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ricordi?, io ti dissi che non avevo voglia di
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perché non ero sicuro che tu mi amassi... e
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amassi... e tu rispondesti che mi amavi e che
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che mi amavi e che la facessi pure... non
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con risolutezza, «io credo che tu mi abbia mentito
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aspramente ¶ «L’interesse», spiegai, «che puoi avere di restare
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restare in questa casa che ti piace». ¶ Ella ebbe
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Ella ebbe una reazione che mi colpì per la
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camera ammobiliata... si vede che non mi conosci... non
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Ma ieri hai detto che ci tenevi a restare
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farti piacere... perché pensavo che fossi tu a tenerci
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me: dunque ero io, che avevo sacrificato le mie
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mie aspirazioni teatrali, io, che non avevo davvero mai
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tenere alla casa. Capii che ella era ormai, per
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ormai, per qualche motivo che ignoravo, sulla strada della
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malafede e mi dissi che non serviva a nulla
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ella avesse desiderato ciò che adesso ostentava di disprezzare
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la casa non era che un particolare, quel che
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che un particolare, quel che importava era ben altro
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non è della casa che volevo parlare, ma del
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so per quale motivo, che mi amavi... mi hai
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ed è per questo che io non ho più
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Ma chi ti dice che io ti abbia mentito
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desidero ricominciare... sono cose che non si spiegano, si
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si sentono... io sento che tu non mi ami
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Allora», incalzai, «tu riconosci che io possa aver ragione
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nello specchio i suoi che mi fissavano. Alla fine
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fissavano. Alla fine quello che ella desiderava che avvenisse
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quello che ella desiderava che avvenisse avvenne: un giorno
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avvenisse avvenne: un giorno che, al solito, mi chinavo
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bacio. La prima cosa che ella disse, dopo il
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cominciavo proprio a credere che non ti saresti mai
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in pugno, così sicura che, subito dopo il bacio
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ma ero anche sicuro che non l’amavo e
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non l’amavo e che, in fondo, quel bacio
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gli occhi bassi, più che mai graziosa con la
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Quanto poi avvenne credo che non sia neppure necessario
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e alla fine osservò che se io amavo veramente
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la dattilografa, non avevo che dirlo e lei avrebbe
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addirittura atterrito dal pensiero che Emilia mi lasciasse), ella
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telefonai alla dattilografa informandola che non avevo più bisogno
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fulminea: quella di Emilia che apriva la porta nel
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la porta nel momento che baciavo la dattilografa. E
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e così quel bacio, che per me non era
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me non era stato che una debolezza passeggera, aveva
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trauma, ossia una ferita che il tempo, invece di
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specie di densa nebbia che mi avvolgeva, la voce
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la voce di Rheingold che domandava allarmato: «Ma lei
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distratto... pensavo a quello che mi aveva detto Rheingold
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detto Rheingold: un uomo che ama sua moglie e
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ma... ma...»; non sapendo che dire mossi l’obbiezione
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dire mossi l’obbiezione che mi era venuta in
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non sappiamo fino a che punto lo ami... e
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rimorso. Indubbiamente, sì: Emilia che mi avesse tradito e
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dimostrato a me stesso che Emilia non mi tradiva
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Emilia non mi tradiva; che ero stato io anzi
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la voce di Battista che diceva: «Insomma, Molteni, siamo
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alzai anch’io. Capivo che avrei dovuto parlare del
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e dell’anticipo e che, se non l’avessi
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lei, Molteni, non ha che da passare in segreteria
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tre nella sala attigua, che era quella dell’amministrazione
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Grazie, Battista... lei sa che ho bisogno». ¶ Mi morsi
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era del tutto vero che io avessi bisogno, almeno
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intendere; e poi sentii che non avrei dovuto dire
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l’anticipo». ¶ Il segretario, che si era levato in
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veduto accennare non sapevo che ammiccamento d’intesa. ¶ Rheingold
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psicologico, soltanto psicologico». Notai che pronunziava la parola «psicologico
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alla voce del segretario che mi diceva: «Allora, signor
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CAPITOLO NONO ¶ Non erano che le sette e, come
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della dattilografa; ero sicuro che quel bacio fosse all
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Capri. Mi si opporrà che la mia spiegazione non
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spiegazione non era rimandata che di un paio d
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scrivere il riassunto. Pensavo che il lavoro avrebbe calmato
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Tutti gli eroi greci che vi hanno partecipato sono
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mai trovato nei soggetti che lei, Molteni, mi ha
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ultimi tempi... qualche cosa che, insomma, lo sentivo senza
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e Rheingold... io so che la poesia c’è
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può tirarne fuori quel che si vuole... bisogna vedere
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passeggiando egli riprese: «Quello che mi ha colpito soprattutto
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soprattutto nell’Odissea è che la poesia di Omero
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dico, spettacolo, dico ciò che infallibilmente piace al pubblico
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fanciulle vestite di nulla che sguazzano nell’acqua sotto
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nulla. Mi rendevo conto che poesia per Battista voleva
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molto diverso da quello che intendevo io; e che
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che intendevo io; e che, secondo questa sua concezione
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mi diceva: «Allora Molteni, che ne dice?». ¶ Chiunque conosce
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mondo del cinema sa che ci sono film di
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si può essere sicuri che verranno portati a termine
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ce ne sono altri che, anche dopo aver firmato
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subito, mentre Battista parlava, che questa Odissea era appunto
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si parla molto ma che alla fine non si
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a Rheingold, io sentivo che il film avrebbe avuto
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d’altra parte, sapevo che Battista, in questo non
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rifiutare. Mi dissi, perciò, che in tutti i casi