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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, L'attenzione, 1965

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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1965
a proibirmi un rapporto che mi faceva orrore. Quel
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1965
fatto niente?” ¶ “Ero convinto che Baba non fosse in
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1965
non fosse in fondo che una delle tante ragazze
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1965
insignificante e di normale. Che cos’è infatti la
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1965
insensata normalità? Io credevo che Baba facesse parte di
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1965
parte di questa normalità che è la corruzione; ma
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1965
mi sono accorto, invece, che l’amavo davvero e
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1965
l’amavo davvero e che quest’amore non mi
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1965
amore non mi consentiva che un solo rapporto con
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1965
adesso, anche se quello che ti dirò ti sembrerà
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1965
uomo con la donna che ama, perché io sapevo
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1965
ama, perché io sapevo che questo rapporto tra di
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1965
così reale come quello che passa tra un romanziere
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1965
amo di un amore che adesso, mentre ti parlo
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1965
un oggetto di metallo che abbia raggiunto il suo
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1965
meno reale di quello che mi permetterà di rappresentarti
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1965
questo perché l’amore che io provo per te
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1965
azione, mentre l’amore che mi permetterà di rappresentarti
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1965
essere grati a qualcuno che ci ha ispirato un
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1965
voltato e ho visto che il letto era vuoto
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1965
letto era vuoto. Senza che me ne accorgessi, Baba
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1965
almeno provvisoria, tanto più che questa volta il diario
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1965
la conclusione per motivi che appariranno evidenti a chi
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1965
qui, prima di partire, che anche quest’ultima scena
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1965
Strano come via via che ho proceduto nel diario
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1965
fondo è la prova che a forza di concentrare
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1965
non ha molta importanza che io non ho mai
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1965
della vita le cose che ho confessato a Baba
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1965
la confessione stessa, né che la lettera anonima mi
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1965
prima di tutto, quale che ne fosse il motivo
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1965
invece curarmi di lei che era mia figlia e
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1965
lo ammetto, sono certo che non potrò mai scrivere
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1965
perché ammettendole, ammettevo pure che, in fondo, la vergogna
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1965
in fondo, la vergogna che mi ispirava il passato
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1965
volevo far credere, quella che ispira un’illusione alla
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1965
è soggiaciuti; bensì quella che può provocare una colpa
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1965
Ma era anche vero che accettando l’offerta di
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1965
Cominciando dalla seconda, quella che conferma la realtà della
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1965
ben fatta. È vero che questa macchina è, per
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1965
piuttosto di sviluppi psicologici che di eventi reali; ma
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1965
ma è anche vero che la lettera anonima mostrata
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1965
Baba dieci anni dopo che l’avevo ricevuta; la
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1965
è anche vero, dico, che tutto questo sa molto
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1965
psicologico. Tuttavia bisogna riconoscere che nella vita succede questo
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1965
questo e altro. E che se si scrivono romanzi
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1965
vuol dire, in fondo, che anche nella realtà vissuta
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1965
stessi. Infine, bisogna notare che la confessione a Baba
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1965
dire: non esistono disattenzioni che durano dieci anni senza
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1965
che la prima volta che Baba è stata portata
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1965
non ho mai saputo che l’uomo che quel
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1965
saputo che l’uomo che quel giorno doveva venire
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1965
Eppure ho le prove che tu l’hai saputo
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1965
le spalle alla porta, che era aperta, leggeva una
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1965
un momento. Quello però che non hai detto, non
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1965
so perché, è stato che nel momento che mi
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1965
stato che nel momento che mi sono affacciato alla
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1965
Baba in faccia, Baba, che fino allora aveva tenuto
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1965
lei nello specchio così che i nostri occhi si
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1965
aspettando di vedere quello che avrei fatto. Quello che
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1965
che avrei fatto. Quello che ho fatto, lo sai
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1965
come avrei potuto saperlo? che Baba si trovava per
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1965
quella casa; ho pensato che ci fosse già stata
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1965
volte; mi sono detto che Cora, d’accordo con
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1965
legarmi a lei. Ossia che tentava di fare di
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1965
mezzo di Baba, quello che aveva già fatto anni
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1965
Era questa la cosa che non avevi il coraggio
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1965
coraggio di dirmelo, visto che eri convinto che Baba
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1965
visto che eri convinto che Baba ti aveva riconosciuto
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1965
riconosciuto?” ¶ “Perché nel momento che ho visto Baba seduta
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1965
mio dovere.” ¶ “Intervenire in che modo?” ¶ “Provocare una spiegazione
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1965
nesso tra il fatto che ti sei innamorato di
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1965
e l’altro fatto che sei scappato invece di
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1965
suo favore. Logicamente, visto che l’amavi, avresti dovuto
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1965
maniera irreparabile. Non dimenticare che ero convinto che Baba
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1965
dimenticare che ero convinto che Baba fosse abituata a
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1965
pensato dunque a Baba che consideravo irrecuperabile, ma soltanto
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1965
convinto al tempo stesso che Baba amava me.” ¶ “Baba
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1965
come lo sono tuttora, che nel momento in cui
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1965
eccomi qua, ti amo’. Che ragioni poteva avere Baba
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1965
non averti visto?” ¶ “Suppongo che aveva le mie stesse
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1965
parlato tante volte: voleva che fossi un padre per
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1965
lentamente: “Adesso dovrei dirti che Baba non può perdonarti
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1965
stesso sentimento in fondò che prova per Cora.” ¶ “E
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1965
essere grata a Cora che l’aveva messa in
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1965
vendita e a me che mi ero lasciato tentare
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1965
gratitudine.” ¶ “Ma gratitudine per che cosa?” ¶ “Baba vi è
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1965
morta nel momento stesso che ti ha visto nello
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1965
in tutti quegli anni che ti aveva veduto nello
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1965
aveva riconosciuto: la Baba che ti aveva veduto nello
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1965
morta; e la Baba che adesso provava riconoscenza verso
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1965
hai detto benissimo, voleva che Cora fosse sua madre
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1965
avvenire anche senza quella che tu chiami la morte
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1965
della sua età, salvo che in una cosa: i
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1965
non molto, soltanto quello che ho detto.” ¶ Siamo stati
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1965
di fare allora ciò che sei anni prima non
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1965
e non avevo fatto che pensare a lei ma
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1965
dirle a me invece che a te stesso. Qualche
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1965
confessarle ad un altro che a se stessi.” ¶ “Tu
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1965
nuovo. Allora ho sentito che sebbene le cose che
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1965
che sebbene le cose che non avevo il coraggio
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1965
l’amavo e sapevo che soltanto l’amore consentiva
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1965
un amore come quello che provavo per lei, del
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1965
a te le cose che non ho il coraggio
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1965
di noi, la sera che ho bussato alla tua
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1965
io ti ho detto che era vero.” ¶ “Giusto. Ma
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1965
hai osservato la data che portava quella lettera?” ¶ “No
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1965
allora non era vero che la lettera era arrivata
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1965
cosa vuol dire questo?” ¶ “Che cosa?” ¶ “Semplicemente che io
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1965
questo?” ¶ “Che cosa?” ¶ “Semplicemente che io sapevo già da
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1965
tu mi hai detto che non l’avevi mai
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1965
è proprio la cosa che non ho avuto sinora
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1965
coraggio di dire e che adesso, se hai pazienza
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1965
Ho tutta la pazienza che vuoi.” ¶ “Quando ho ricevuto
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1965
Cora. Ma indiretto sì.” ¶ “Che cosa vuoi dire?” ¶ “Voglio
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1965
vuoi dire?” ¶ “Voglio dire che dieci anni or sono
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1965
certo numero di prostitute che si dicevano amiche l
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1965
spiegare perché ho accettato che quelle ragazze mi venissero
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1965
in casa. Diciamo dunque che ero molto depresso e
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1965
ero molto depresso e che le ragazze sono venute
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1965
tanti motivi. Ma quello che mi importa dire adesso
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1965
Quale verità?” ¶ “Non soltanto che Cora faceva quel mestiere
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1965
ma anche qualche cosa che nella lettera non c
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1965
le ragazze era Cora che me le mandava. Attraverso
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1965
dimostrare a se stessa che io, come dire? non
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1965
non contraddicevo all’idea che lei si faceva del
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1965
stata una delle prime.” ¶ “Che cosa vuoi dire?” ¶ “Voglio
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1965
vuoi dire?” ¶ “Voglio dire che ho finto di non
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1965
Era questa la cosa che non avevi il coraggio
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1965
suoi servizi. Dal momento che li avevo accettati, non
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1965
Così mi è sembrato che la sola cosa da
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1965
a fare la vita che sai: otto mesi dell
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1965
Era questa la cosa che non avevi il coraggio
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1965
erano ormai quattro anni che durava questa vita quando
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1965
fatto nuovo è stato che qualcuno mi ha telefonato
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1965
mi ha telefonato dicendomi che al tale indirizzo, alla
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1965
Cora. Non ha detto che era Cora, beninteso. Ma
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1965
altro, oppure di dirle che avevo capito che era
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1965
dirle che avevo capito che era lei, ho finto
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1965
sono andato.” ¶ “E poi che cosa è successo?” ¶ “È
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1965
è successo?” ¶ “È successo che quando ho visto la
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1965
ho visto la cosa che mi era destinata, sono
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1965
era destinata, sono scappato.” ¶ “Che era questa cosa?” ¶ “Perché
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1965
sempre saputo.” ¶ “Ma infine che era questa cosa?” ¶ “Lo
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1965
e ho sempre saputo che la prima volta che
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1965
la realtà, sia quelle che servivano invece a nasconderla
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1965
ma per motivi extraletterari che, come sentivo, mi era
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1965
sogni veri e propri che mi erano sembrati più
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1965
anche eventi e personaggi che sapevo inventati ma che
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1965
che sapevo inventati ma che, come i sogni notturni
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1965
erano serviti al momento che li avevo inventati, a
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1965
uomo comune non ha che i sogni, sia quelli
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1965
i sogni, sia quelli che fa dormendo che quelli
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1965
quelli che fa dormendo che quelli che fa ad
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1965
fa dormendo che quelli che fa ad occhi aperti
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1965
invenzioni non sono quello che sembrano; e significano altro
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1965
significano altro da quello che pretendono significare. Ora ci
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1965
specie di romanzieri: quelli che credono alle proprie invenzioni
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1965
proprie invenzioni e quelli che non ci credono. Ai
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1965
la chiave di quello che scrivono e per questo
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1965
di rendere manifesto ciò che è nascosto. Io appartenevo
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1965
vi riporta un avvenimento che lo ha avuto come
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1965
non è più colui che ne scrive; ha vissuto
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1965
l’avvenimento bensì colui che ne scrive; e colui
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1965
ne scrive; e colui che lo ha vissuto è
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1965
E mentre è vero che tra il diarista e
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1965
immedesimazione, è anche vero che proprio questa immedesimazione sta
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1965
o menzogna o reticenza che modifichi, amputi o dissimuli
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1965
nel carattere del personaggio che nel momento stesso che
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1965
che nel momento stesso che lo specchio riflette l
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1965
critica. Allora salterà fuori che esso è il risultato
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1965
travestimenti. ¶ Nel mio caso che rivelava l’operazione critica
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1965
l’operazione critica? Rivelava che il personaggio del diario
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1965
parte della realtà; e che il suo vero carattere
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1965
il curioso era questo: che una volta giunto alla
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1965
il romanzo, dovevo ammettere che non era stato soltanto
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1965
tavolo e ha domandato: “Che stai facendo?” ¶ Ho risposto
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1965
mio diario.” ¶ Bisogna sapere che avevo parlato più volte
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1965
domandato: “Sei soddisfatto?” ¶ “In che senso?” ¶ “Nel senso che
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1965
che senso?” ¶ “Nel senso che mi hai sempre detto
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1965
hai sempre detto: pensi che potrà servirti domani per
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1965
quali no?” ¶ “Tu sai che ho fatto varie aggiunte
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1965
varie aggiunte via via che scrivevo il diario, aggiunte
183
1965
scrivevo il diario, aggiunte che pensavo potessero essere utili
184
1965
teoria sì. Ma...” ¶ “Ma, che cosa?” ¶ “Ma questa verità
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1965
cui mi vergogno.” ¶ “Ma che sarà mai di così
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1965
allora vi sono cose che è facile dire e
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1965
in cui andavano dette.” ¶ “Che cosa vuol dire?” ¶ “Vuol
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1965
vuol dire?” ¶ “Vuol dire che sono difficili a dirsi
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1965
vedere, in questo caso, che cosa succederebbe del romanzo
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1965
cosa succederebbe del romanzo.” ¶ “Che vuoi dire?” ¶ “Voglio dire
191
1965
vuoi dire?” ¶ “Voglio dire che se tacerò quelle cose
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1965
romanzo.” ¶ “Ma insomma di che si tratta?” ¶ Non ho
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1965
orologio e aver veduto che era mezzanotte passata, mi
194
1965
sul comodino, ho visto che segnava l’una e
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1965
tempo stesso ho capito che ciò che mi aveva
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1965
ho capito che ciò che mi aveva svegliato erano
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1965
mi voltava la schiena, che si chinava su Cora
198
1965
non avrei mai pensato che Baba di solito così
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1965
ho bisogno. Mi basta che mi aiuti a spogliarmi
200
1965
in modo così rumoroso che Cora ha detto di
201
1965
volta di piangere, sciocca. Che ti prende? Si può
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1965
prende? Si può sapere che ti prende?” ¶ “Scusami mi
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1965
chinata su di lei che si lasciava fare, la
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1965
dimagrita dall’ultima volta che l’avevo vista. Cora
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1965
adesso non era più che un marchio scuro e
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1965
specchio. Ho domandato: “Ma che cosa è successo? Perché
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1965
commissario e non so che cosa è avvenuto, forse
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1965
voluto dire. So soltanto che alla fine Cora s
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1965
e qui ho aspettato che si riavesse e così
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1965
la porta. Non facevi che piangere. Perché piangevi dal
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1965
Perché piangevi dal momento che, in fondo, tutto si
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1965
paura.” ¶ “Ma paura di che?” ¶ “Al commissariato, quando ho
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1965
ho avuto il presentimento che sta per morire.” ¶ “Perché
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1965
dovrebbe morire?” ¶ “Io spero che non sia niente. Ma
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1965
Ma ho tanta paura che muoia.” ¶ Non ho detto
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1965
sono avvicinato a lei che stava tuttora davanti allo
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1965
di fronte allo specchio che ci rifletteva e confermava
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1965
a meno di pensare che tutto si sviluppava secondo
219
1965
letto, per qualche malattia che poteva venire a tutti
220
1965
libro sugli Stati Uniti che avevo comprato quel giorno
221
1965
dicembre ¶ Oggi ho capito che non mi resta che
222
1965
che non mi resta che partire. La conclusione del
223
1965
avvereranno come è probabile che si avverino, non potrà
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1965
da fuori, ha telefonato che non sarebbe venuta a
225
1965
a colazione. È probabile che a questo suo indaffaramento
226
1965
stessa e a noi che sta bene, che non
227
1965
noi che sta bene, che non è malata, che
228
1965
che non è malata, che non ha bisogno di
229
1965
accorto, con qualche soddisfazione, che mi lasciava completamente indifferente
230
1965
di specie punitiva, però, che oltre Cora avrebbe colpito
231
1965
inizio, in cui avvertivo che mi riserbavo il diritto
232
1965
fatti, inventati questi ultimi, che avrebbero servito come materiale
233
1965
materiale per il romanzo che intendevo scrivere più tardi
234
1965
potere dire certe cose che nella vita reale non
235
1965
a me stesso altre che invece c’erano? ¶ In
236
1965
soltanto accettare tutto ciò che avevo aggiunto nel diario
237
1965
ma anche toglierne ciò che avevo sovrapposto come una
238
1965
stessa realtà, ogni volta che essa mi era sembrata
239
1965
si annunziava tutt’altro che facile: sia le aggiunte
240
1965
facile: sia le aggiunte che servivano ad approfondire e
241
1965
un banchetto. A misura che ci si avvicina, le
242
1965
sono uscito dall’albergo che sta a poca distanza
243
1965
silenzio; e ho pensato che la meditazione sulla caducità
244
1965
e sulla multiforme corruzione che aveva preceduto e provocato
245
1965
tasca un giornale italiano che avevo trovato a Teheran
246
1965
attenzione l’intera facciata che era stata dedicata alla
247
1965
mattina da una lavorante che si era presentata in
248
1965
a dirla in breve, che la ragazza aveva trovato
249
1965
marito di una donna che aveva frequentato la casa
250
1965
Baba allo stesso modo che i clienti di Cora
251
1965
aveva ucciso tanto Baba che Cora. Ma veniamo alla
252
1965
nuda ma non sembrava che fosse stata violentata; a
253
1965
adagiato sul grande tavolo che serviva per disegnare e
254
1965
punto, arrischiava l’ipotesi che, disponendo in quel modo
255
1965
sfregio, quasi a significare che Cora non valeva più
256
1965
strangolarla? Il giornale spiegava che nel bagno della sartoria
257
1965
del cesso, di modo che la testa ne sporgeva
258
1965
tradito contro la ruffiana che gli aveva corrotto la
259
1965
ma si faceva notare che Cora ed io eravamo
260
1965
da molti anni e che al momento del delitto
261
1965
ho riletto lentamente quello che avevo scritto; e mi
262
1965
sua origine nel fatto che la mia immaginazione era
263
1965
tragedia piena di significato che dalla insensata normalità del
264
1965
mi rassegnavo all’idea che non succedeva mai niente
265
1965
perché mai avevo immaginato che mi trovavo a Persepoli
266
1965
volta e ho ricordato che li avevo scritti un
267
1965
confessione di qualche cosa che da un pezzo ingombra
268
1965
detto, ne venivo, strano che avessi immaginato di esservi
269
1965
Stati Uniti, dove sapevo che mi sarei recato tra
270
1965
Strano, d’altra parte, che io avessi immaginato che
271
1965
che io avessi immaginato che mi trovavo in Iran
272
1965
adesso, nel momento stesso che ne scrivevo la descrizione
273
1965
si spiegava col fatto che era l’ultimo paese
274
1965
un viaggiatore senza meta che sedeva sulle rovine di
275
1965
Restava tuttavia il fatto che avevo immaginato in maniera
276
1965
un romanzo. Ero io che odiavo Cora; ero io
277
1965
odiavo Cora; ero io che amavo Baba; nessun altro
278
1965
amavo Baba; nessun altro che io. E in fondo
279
1965
per punizione così Cora che l’aveva favorito, come
280
1965
aveva favorito, come Baba che l’aveva subito. Altro
281
1965
l’aveva subito. Altro che marito vendicatore del proprio
282
1965
di più l’inautenticità che era propria dell’azione
283
1965
ed invece ero io che le uccidevo. Attribuivo il
284
1965
di fronte all’inautentico che infatti non poteva non
285
1965
affermare con assoluta sicurezza che il delitto che avevo
286
1965
sicurezza che il delitto che avevo immaginato non fosse
287
1965
avevo immaginato non fosse che menzogna e irrealtà. Esso
288
1965
parte di me stesso che si esprimeva, appunto, attraverso
289
1965
evitare. Ma ho capito che c’era un altro
290
1965
vieta, nell’inautentico, insomma, che era non già in
291
1965
gli elementi di quello che si chiama di solito
292
1965
tinte”. Gli elementi cioè che fanno esclamare: “sono cose
293
1965
contrario giusto di quello che, a quanto pareva, accadeva
294
1965
da una vita reale che aveva i caratteri ineffabili
295
1965
era capace, qualche cosa che fosse invece poeticamente autentico
296
1965
avevano abbattuto la casa che originariamente vi sorgeva. ¶ Ora
297
1965
di finestre, ho visto che erano stati appiccati due
298
1965
stato ritoccato in modo che non apparisse troppo straniero
299
1965
dovuto alla stessa mano che aveva dipinto il cartellone
300
1965
ho pensato; ed era che quei due cartelloni erano
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veritiere di una realtà che era, essa, all’origine
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della civiltà industriale. Ora che cosa può esservi di
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Cora, in quella stanza che mi ripugna, ho preso
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cosa insolita è stata che ho trovato l’uscio
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avessero avuto un significato che era mio dovere decifrare
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attraverso la porta socchiusa, che la cucina era illuminata
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i segni della cena che le due donne vi
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stato rotto il tuorlo che si era sparso per
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il pezzo di pane che stava per esservi intinto
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di borsa. Non ignoravo che Baba era solita lasciare
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stanza; tuttavia quella voce che borbottava nel vuoto, mi
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Pensavo di aspettare lì che Baba e Cora tornassero
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assenza. Mi sono detto che intanto avrei potuto passare
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Isfahan, e una sera che non avevo niente da
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avevo allora letto uno che mi aveva fatto un
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Celeste era un trealberi che nel giugno di un
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calmissimo di completa bonaccia, che se ne andava alla
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correnti oceaniche. La nave che l’aveva avvistata, si
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meraviglia, era stato scoperto che era completamente deserto: ufficiali
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state respinte quel tanto che bastava per alzarsi da
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e senza vento, aspettando che la soluzione del mistero
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addirittura ovvia, di quelle che stanno per così dire
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sfuggono all’attenzione. Ricordavo che dopo aver letto l
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come un enigma dimenticato che la realtà improvvisamente riconferma
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persona o delle persone che avevano provocato l’interruzione
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Ho pensato alla fine che mi conveniva aspettare la
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mancavano ancora tre ore, che fare? Mi è venuto
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è venuto in mente che il mio soggiorno romano
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romano stava per finire; che tra pochi giorni sarei
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per un lungo viaggio; che perciò finiva anche il
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finiva anche il diario che avevo deciso di tenere
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implicitamente, pure il romanzo che avevo intenzione di ricavare
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o meglio la spiegazione che avrei potuto darne, da
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mettere per iscritto quello che l’immaginazione mi avrebbe
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battere sui tasti. Ecco che cosa ho scritto: ¶ Il
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Dario dopo l’incendio che vi aveva appiccato Alessandro
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possibile vivere per altro che per i vestiti. Dirò
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cose si potrebbe affermare che per te il vestire
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te è fuori dubbio che si vedrebbe soltanto quella
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e ti rendi conto che tu non sei solo
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e dissimulata. Tu sai che questa religione c’è
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questa religione c’è, che non c’è nessuno
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non c’è nessuno che non sacrifichi sui suoi
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sacrifichi sui suoi altari, che essa è più potente
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cose e perciò pensi che assolvi una funzione non
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la cosa più importante che ci sia nella vita
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al solito, laconicamente: credeva che parlassi davvero della sartoria
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momento, si è accorta che parlavo del suo secondo
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dilatazione irritata delle pupille che era turbata o per
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sincerità: “Non so di che cosa parli. Dici delle
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ne parlo perché voglio che tu sappia che io
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voglio che tu sappia che io mi rendo conto
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rendo conto dell’importanza che il tuo mestiere ha
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nella tua vita. E che, ciononostante, io sono venuto
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venuto qui per dirti che devi abbandonarlo.” ¶ Avevo parlato
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tratto dilatato gli occhi: “Che diavolo vai dicendo?” ¶ “Questo
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verità: tu non fai che tossire, hai continuamente la
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sapessi moribonda, farei quello che dici.” ¶ Improvvisamente, prima ancora
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dici.” ¶ Improvvisamente, prima ancora che mi rendessi conto di
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rendessi conto di quello che facevo, eccomi in piedi
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piedi, curvo sul letto, che la scuotevo per le
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chincaglieria. Allora ho capito che le mie parole di
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detto sommessamente, in modo che lei non mi udisse
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lei non mi udisse: “Che hai fatto di Baba
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gran fracasso di roba che cascava sul pavimento e
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ci tieni tanto a che io vada a curarmi
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restare solo con Baba. Che cosa credi?” ¶ “Ma che
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Che cosa credi?” ¶ “Ma che dici?” ¶ “Che non me
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credi?” ¶ “Ma che dici?” ¶ “Che non me ne sono
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me ne sono accorta che tu per Baba te
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vero ti dico subito che non devi preoccuparti per
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per causa mia. Quello che fa Baba non mi
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padrona di fare quello che vuole.” ¶ Parlava con pacatezza
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con pacatezza professionale, quasi che Baba non fosse sua
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non c’è bisogno che cercate un pretesto per
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e allora ho capito che una volta di più
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di sempre, la Cora che aveva preso per mano
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sua casa, la Cora che il giorno prima avevo
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ragionevole, della spregevole ragionevolezza che è propria, appunto, del
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era fra di noi che un sottilissimo diaframma e
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della corruzione, con Cora che avrebbe approvato il mio
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illuminarsi in volto: “ Senti.” ¶ “Che cosa?” ¶ “Un’idea? Perché
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rinunziava ad essere quello che era, cioè a proporsi
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il complice, due cose che desideravo egualmente di evitare
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era in fondo niente che potesse distinguere quelle vite
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un altro di quello che io non potevo fare
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di chiamare corruzione e che non era invece che
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che non era invece che il moto impercettibile, incessante
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un momento del pomeriggio che Baba non era in
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vestaglia rossa. Ho notato che non faceva niente, né
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comodino, poteva anche suggerire che continuava a sbrigare, dal
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mestiere, ma non era che una supposizione. In realtà
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cosa fuori di sé che non si lasciava né
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è Maurilia?” ¶ “Una ragazza che mi fa da fattorina
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sviluppata. Ma non è che apparenza. La vedessi nuda
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ricrederesti. Ha un petto che già le casca giù
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È una ragazza onesta?” ¶ “Che vuol dire onesta?” ¶ “Non
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cosa vuol dire onesta?” ¶ “Che te ne importa di
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secondo mestiere. Volevo vedere che effetto mi avrebbe fatto
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invece sei una donna che lavora. Ti dispiace se
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Allora non ti dispiace che te ne parlo?” ¶ “No
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denaro.” ¶ “Eppure avrei creduto che per un lavoro come
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si capisce.” ¶ “Ma dove?” ¶ “Che domanda. In un quaderno
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Descrivimi questo quaderno.” ¶ “Ma che sei matto?” ¶ “Non sono
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gli indirizzi. Mi pare che abbia la costa nera
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color marmo.” ¶ “Marmo di che colore?” ¶ “Ma non lo
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della clientela, no?” ¶ “Certo.” ¶ “Che nomi?” ¶ “Ma non so
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venire a provarlo?” ¶ “Sì.” ¶ “Che le dici?” ¶ “Ma le
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no.” ¶ “Ah, fanno impazzire, che vogliono?” ¶ “Vogliono... non lo
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sanno neppure loro quello che vogliono.” ¶ “Aspetta. Vogliono un
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non se lo spiegano, che quel dato vestito conviene
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loro, appunto, il godimento che procura infallibilmente il vestito
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procura infallibilmente il vestito che piace e che conviene
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vestito che piace e che conviene. Non è così
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procurare loro il vestito che gli piacerà e gli
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resto, loro non desiderano che di essere convinte, non
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tu riprendi un vestito che loro non hanno osservato
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non hanno osservato o che hanno osservato soltanto superficialmente
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questi gusti.” ¶ “Chiaro.” ¶ “Immagino che ci sono delle clienti
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ci sono delle clienti che vogliono dei vestiti che
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che vogliono dei vestiti che le ringiovaniscano. E che
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che le ringiovaniscano. E che queste clienti, come regola
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così?” ¶ “Sì” ¶ “E quelle che invece tirano al serio
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corretto, sono le giovani, che non hanno bisogno di
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sono poi le clienti che vogliono delle eccentricità, delle
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di una cosa.” ¶ “Quale?” ¶ “Che tu non lo fai
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è così?” ¶ “Diciamo pure che è così.” ¶ “Tu guadagni
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dimmi se mi sbaglio, che se anche non ci
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vendere vestiti, del sapere che quei vestiti piacciono, sono
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un poco dal vuoto che essa stessa ha finito
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vita, come tutto ciò che è esclusivamente e appassionatamente
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vestiti e ti sembra che non sia possibile vivere
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non si poteva agire che in maniera inautentica, come
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non si potevano scrivere che dei romanzi inautentici, dal
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romanzi inautentici, dal momento che un romanzo senza azione
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c’era questa differenza; che nella realtà l’azione
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tutto questo non è che una tempesta in un
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più probante di quello che stai affermando.” Ho acceso
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livello della storia, anzi che è la storia stessa
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la storia, resta quello che è e non può
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non essere. Ecco ciò che ha cambiato la faccia
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E allora ho ricordato che Baba stessa aveva paragonato
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aveva paragonato l’esperienza che, quattordicenne, Cora le aveva
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e mi aveva detto che certe cose sono così
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cose sono così enormi che non si possono ricuperare
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l’inautentico era ciò che funzionava, ciò che si
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ciò che funzionava, ciò che si faceva, ciò che
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che si faceva, ciò che si agiva; ma esso
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di Hitler a Berlino che il ruzzolare di una
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è tornato a Baba che era stata la causa
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aver fatto qualche cosa che non voleva fare, cioè
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più per il danno che ne verrà al romanzo
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a raccontare il bacio, che perché ha fatto qualche
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ha fatto qualche cosa che la propria coscienza gli
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far piacere a Baba che insiste affinché io parli
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intenzione era di aspettare che Cora avesse finito il
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una di quelle ragazzine che fanno un po’ di
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guardato le due donne che, intanto, si erano fermate
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e aspettavano per attraversare che si interrompesse il flusso
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della ragazzina; una mano che mi è sembrata insieme
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come quella del beccaio che tiene per il collo
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il collo la pecora che si accinge a macellare
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più dei quattordici anni che mostrava. Era nera di
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nero compatto e lucido che l’insegna al neon
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faceva brillare; un momento che si è voltata per
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gonnella stretta e corta che si gonfiava sotto l
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fronte, ad una macchina che ho riconosciuto per quella
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Ho pensato mentre camminavo, che quello che avevo visto
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mentre camminavo, che quello che avevo visto era qualche
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tempo stesso io sapevo che non era così, o
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era così, o meglio che poteva anche non essere
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non essere così e che quello che avevo veduto
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così e che quello che avevo veduto, poteva anche
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ma non ero sicuro che fosse, tutt’altro) una
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scena di lenocinio: Cora che prelevava dalla sartoria la
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un’improvvisa illuminazione. Quello che avevo visto era veramente
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normale, anche nella realtà che si nascondeva dietro le
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era infatti nient’alrtro che un particolare minimo del
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ragionevolmente le stesse cose che sapevo che si potevano
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stesse cose che sapevo che si potevano supporre di
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detto: “Ferma un momento che scendo.” Appena mi sono
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salutandomi con un sorriso che per un momento ha
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di numerosi oggetti domestici che servono alla casa ancora
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chiesto ad un tratto: “Che hai contro Santoro?” ¶ Ho
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secco: “Nulla.” ¶ “Eppure.” ¶ “Eppure che cosa?” ¶ “Eppure si direbbe
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cosa?” ¶ “Eppure si direbbe che non hai simpatia per
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Del resto è giusto.” ¶ “Che cosa è giusto? ¶ “Un
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è giusto? ¶ “Un padre che vuole bene a sua
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vedere di buon occhio che essa si sposi e
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sei piani oppure vuoi che lasciamo i pacchi dal
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imbarazzata dal grande pacco che portava sul braccio; anch
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simile. Mi sono accorto che guardavo con attenzione eccessiva
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attenzione eccessiva o meglio che vedevo con precisione insolita
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i particolari della scala che stavamo salendo: il corrimano
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penombra. Poi ho pensato che guardavo ogni cosa con
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originariamente destinato a Baba che saliva dinanzi a me
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più su il braccio che appoggiava la mano sulla
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su ancora la faccia che si voltava un poco
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stesso presentimento di quello che stava per accadere. Ho
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accadere. Ho pensato allora che avevo sempre temuto e