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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Traiano Boccalini, Ragguagli di Parnaso, 1612

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1612
quali fecero stretta instanza che qualche utile rimedio si
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1612
loro; e allora fu che conobbero verissimo quello che
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1612
che conobbero verissimo quello che hanno scritto molti, che
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1612
che hanno scritto molti, che le prammatiche solo allora
5
1612
essere pubblicate a' popoli, che essi stessi instantemente le
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1612
producon frutto buono, mercé che la prodigalità non prima
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1612
prima spaventa i scialacquatori, che essi in faccia non
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1612
fine, i prencipi comandarono che alli diciotto del corrente
9
1612
fosse pubblicata; ma accadette che la sera delli dicessette
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1612
loro, a' quali dissero che quando avessero fatta pubblicar
11
1612
fatta pubblicar la prammatica che intendevano essere stata compilata
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1612
difalco alle gravi imposte che pagavano: percioché le maggiori
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1612
cavandosi tutte dalle sete che venivano di Napoli, dagli
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1612
di Napoli, dagli orifilati che erano portati da Firenze
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1612
Firenze, da' drappi pomposissimi che erano fabbricati in Milano
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1612
al viver degli uomini, che da paesi lontani erano
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1612
avviso rimasero i prencipi, che la mattina vegnente, allora
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1612
la mattina vegnente, allora che i deputati delle nazioni
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1612
per ricever l'editto che dovea esser pubblicato, risposero
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1612
esser pubblicato, risposero loro che, avendo essi uditi i
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1612
per riformar le altrui: che vedessero d'inventar qualche
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1612
d'inventar qualche prammatica che non toccasse gl'interessi
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1612
toccasse gl'interessi loro, che per la sviscerata carità
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1612
ogni possibil soddisfazione: ma che il voler votare la
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1612
quella ben ordinata carità, che stima azion crudele spolpar
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1612
genti; e confessarono tutte che il sanar i disordini
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1612
disordini de' popoli, allora che la medicina qualche poco
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1612
non volle Sua Maestà che senza esemplar castigo passasse
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1612
passasse la scelerata opinione che si scoprì che nella
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1612
opinione che si scoprì che nella sua Republica avea
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1612
libertà della coscienza. Opinione, che da Sua Maestà e
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1612
riputata non meno empia che falsa, come quella che
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1612
che falsa, come quella che fa conoscere i seguaci
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1612
tosto per ingegni sediziosi, che per uomini intendenti delle
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1612
trovandosi in un principato, che levargli l'unità. Severo
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1612
a Sua Maestà, dicendo che falsissima confessava la sua
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1612
la sua opinione e che come empia l'abiurava
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1612
empia l'abiurava: ma che dall'Imperio ottomano, che
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1612
che dall'Imperio ottomano, che con somma pace del
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1612
stato ingannato, supplicava tutti che con esso lui si
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1612
isdegno grande gli dissero che tanto maggiormente meritava severo
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1612
quanto sceleratissima cosa era che un uomo cristiano, e
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1612
pigliati da quei turchi, che, vivendo in una sceleratissima
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1612
nelle cose profane, non che nelle sacre, devono essere
45
1612
Con tutto ciò, prima che più oltre procedere nella
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1612
con animo, per quello che si è inteso poi
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1612
giudici se era vero che ella nel suo stato
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1612
avesse rilasciata la briglia, che ad ognuno quello fosse
49
1612
dicacità del Berni; e che non si dava proporzione
50
1612
dura catena della rima, che da lei i poeti
51
1612
ne rendeva il Mauro, che nella pericolosissima questione ch
52
1612
un suo nemico, allora che volle tirargli una mortale
53
1612
ho il medesimo cuore che sempre, né temo l
54
1612
Vostra Maestà a ricordarsi che l'eccellenza di tutta
55
1612
questa risposta, e dichiarò che, se ben Giovenale cagliava
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1612
usata da alcuni governatori che per lo passato vi
57
1612
si portò di modo, che da una somma sedizione
58
1612
quello stato. Ed occorse che, chiedendo egli ad alcuni
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1612
liberamente gli fu risposto che il rigore che avea
60
1612
risposto che il rigore che avea usato contro molti
61
1612
avea spaventato l'universale, che tutti l'odiavano. Per
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1612
prima, è stato dichiarato che qualsivoglia prencipe, per legittimo
63
1612
ch'egli si sia, che avesse ardito dir parole
64
1612
un abbominevolissimo tiranno, e che gli officiali che, anco
65
1612
e che gli officiali che, anco per inavvertenza, le
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1612
signori della quarantia dichiarato che ne' prencipi che hanno
67
1612
dichiarato che ne' prencipi che hanno il miele della
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1612
bocca di un officiale che non altro ha in
69
1612
ha in poter suo, che il solo odioso aculeo
70
1612
prencipe veramente essendo mirabile che da' suoi popoli sa
71
1612
riverire: quell'officiale sufficientissimo, che ha genio da farsi
72
1612
il famoso filosofo Crate, che la rifiuta. ¶ Diogene cinico
73
1612
rifiuta. ¶ Diogene cinico, quegli che per tanti anni con
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1612
abbracciar la setta stoica, che in Parnaso è stata
75
1612
nobil carico, liberamente dicendo che, per la promozion di
76
1612
e semplicità di cuore, che ricercava il bisogno di
77
1612
ottener la medesima dignità che avea conseguita il suo
78
1612
conseguita il suo antecessore, che dall'animo suo, ancorché
79
1612
avrebbe cacciata quella semplicità, che ai concionatori fa ragionar
80
1612
con la bocca: e che la necessità dell'ambizione
81
1612
da quell'onorato zelo, che anco i più mortificati
82
1612
aveva trovati quei meriti, che aveva conosciuti in Diogene
83
1612
Diogene. Di maniera tale che, con l'animo tanto
84
1612
mondane; non essendo possibile che si trovi uomo alcuno
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1612
di così efficace eloquenza, che sia sufficiente a persuader
86
1612
quella sorte di vita, che gli ascoltanti conoscono essere
87
1612
popoli soggetti ai prencipi che risiedono in Parnaso, essendo
88
1612
essendo venuti in cognizione che i lussi e le
89
1612
moderno talmente sono cresciute, che non si trova patrimonio
90
1612
ch'egli si sia, che la vanità delle donne
91
1612
perdizione, e chiaramente conoscendo che i disordini delle pompe
92
1612
già salite tant'oltre, che l'intiera dote, ancorché
93
1612
gioie per una giovane che si marita, sono la
94
1612
ed essendosi anco notato che le delizie della gola
95
1612
bruttamente si sono avanzate, che la moderna crapula diserta
96
1612
crapula diserta quelle famiglie che l'antica parsimonia fece
97
1612
cose che leggono: e che sopra tutto gratissimo li
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1612
quale aveva udito dire che straordinario onore faceva a
99
1612
onore faceva a quelli che la possedevano. A costui
100
1612
A costui rispose Apollo che dagli uomini innamorati delle
101
1612
lezione de' libri, e che la memoria locale era
102
1612
da quei letterati dozzinali che si pascono d'ostentazione
103
1612
boria di parer quelli che non sono: non da
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1612
d'un autore, ancor che elleno non faccino a
105
1612
trasecola. Replicò quel letterato che, poiché così era, egli
106
1612
A questo rispose Apollo che non sapeva che con
107
1612
Apollo che non sapeva che con altro più prestante
108
1612
potesse ridurre a perfezione, che col perpetuo studio: col
109
1612
col quale l'assicurava che averebbe conseguito tutto l
110
1612
egli si era chiarito che nemmeno lo studio assiduo
111
1612
Virgilio, dell'infinite bellezze che vi aveva notate, tutte
112
1612
Chiaramente mostrò Sua Maestà che quella nuova instanza l
113
1612
disse a quel letterato che di nuovo tornasse a
114
1612
tornasse a studiare Virgilio, ché nella seconda lezione molte
115
1612
rimase nella sua memoria, che nella prima. Poi si
116
1612
i circonstanti, e disse che odiosissima gli era l
117
1612
l'impertinenza di alcuni, che, per essersi un solo
118
1612
come sono quei molinari che notte e giorno vi
119
1612
a Lodovico Ariosti parendo che i poeti latini, di
120
1612
la poesia italiana, disse che gl'italiani cedevano al
121
1612
con gli spondei: ma che nella poesia lirica era
122
1612
lirica era d'opinione che più tosto si desse
123
1612
tosto si desse uguaglianza che superiorità; ma che nella
124
1612
uguaglianza che superiorità; ma che nella satira gl'italiani
125
1612
tanto si erano avanzati, che ne' sali delle cose
126
1612
in difesa loro dissero che non sapeano vedere con
127
1612
tra essi soggetto alcuno che meritamente potesse paragonarsi a
128
1612
paragonarsi a Giovenale, e che gli desse il cuore
129
1612
avea date ferite tali, che nella faccia, nel petto
130
1612
a que' poeti latini che rispetto a lui Giovenale
131
1612
era un ignorante; e che quella verità che diceva
132
1612
e che quella verità che diceva, avrebbe sostentata in
133
1612
virtuoso poeta satirico, ancor che avesse avuto il vantaggio
134
1612
può dirsi il sdegno che le parole del Berni
135
1612
tant'offeso, poco mancò che non facessero superchiaria contro
136
1612
Ma Orazio venosino, volendo che quella questione alla cavalleresca
137
1612
e disse al Berni che di tutto quello ch
138
1612
di Giovenale, mentiva, e che malamente avea sparlato di
139
1612
temperar le penne, e che a nome di Giovenale
140
1612
Giovenale accettava la disfida: che però il primo giorno
141
1612
quale raccontò tutto quello che tra lui e l
142
1612
Giovenale, e li disse che volesse ricordarsi ch'egli
143
1612
de' poeti satirici, e che un suo pari, che
144
1612
che un suo pari, che avea meritata la somma
145
1612
e pur si vedeva che senza alcun rispetto di
146
1612
fu trovato Bartolomeo Cavalcanti, che, adulando, un prencipe inetto
147
1612
il prencipe adulato, trovò che, ancor che notoriamente fosse
148
1612
adulato, trovò che, ancor che notoriamente fosse tale quale
149
1612
è detto, pretendeva nondimeno che il Cavalcanti di lui
150
1612
detto il vero, ma che nelle lodi, che di
151
1612
ma che nelle lodi, che di buona ragione diceva
152
1612
scarso. Di maniera tale che, dimandato se contro il
153
1612
detto il vero, e che non stimava ingiuria quelle
154
1612
ingiuria quelle vere lodi, che da lui meritavano di
155
1612
esser rimunerate: e soggiunse che di quel nuovo tribunale
156
1612
di quel nuovo tribunale, che più parea inventato per
157
1612
vituperare gli uomini onorati, che per castigar i furbi
158
1612
libertà maggiore di quello che gli si conveniva, gli
159
1612
si conveniva, gli disse che notoriamente essendo egli stupido
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1612
di verità potea pretendere che il Cavalcanti, nel lodare
161
1612
avesse mentito? Con rabbia che non si può dir
162
1612
ufficiali di quel tribunale, che si gettarono addosso a
163
1612
condurlo prigione: ma egli, che più era bravo di
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1612
era bravo di mano che valente d'ingegno, non
165
1612
il povero Ludovico Ariosti, che, come vide attaccata quella
166
1612
e per lo danno che vi aveano ricevuto quei
167
1612
condotti a tanta cecità, che l'ingiurie perniciosissime degli
168
1612
È stata cosa ammiranda che il Tasso in quella
169
1612
conoscere degno dell'onore che gli aveva fatto Sua
170
1612
non come fanno molti, che, dal capriccio della fortuna
171
1612
delle supreme dignitadi, credono che basti loro vestir la
172
1612
eroiche e reali virtudi che a titolato poeta si
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1612
le professioni furono pasciuti, che letterato alcuno non si
174
1612
è trovato in Parnaso, che anco sopra la forza
175
1612
abbia crapulati cibi virtuosissimi, che non si sia inebriato
176
1612
ogni scienza più esquisita, che Sua Maestà e le
177
1612
divisero tra essi: ingiuria, che tanto trafisse l'anima
178
1612
l'anima del Tasso, che gl'inamarì tutte le
179
1612
tutta gente vilissima, e che, essendosi data al giuoco
180
1612
altro mestiere più attendono, che a rubare i concetti
181
1612
fece sapere al pretore che, sebbene quei ladroni meritavano
182
1612
meritavano l'ultimo supplizio, che però con pene straordinarie
183
1612
punisse tutti, perché allora che nelle forche si vedevano
184
1612
nome di onorati ufficiali, che si facevano conoscere oculati
185
1612
per le poche lettere che si trovava avere, non
186
1612
ne' pubblici ginnasi, e che la sua debolezza nelle
187
1612
scienze nasceva dalla meno che mediocre memoria che gli
188
1612
meno che mediocre memoria che gli aveva dato la
189
1612
ch'egli studiava: e che, ardendo di una inestinguibil
190
1612
profonda e tenace memoria, che hanno quei gran letterati
191
1612
hanno quei gran letterati che si ricordano di tutte
192
1612
di tutte le cose che leggono: e che sopra
193
1612
fonti di perpetuo vino, che si pubblicasse per quaranta
194
1612
nella sua casa, e che in giostre e tornei
195
1612
dunque, signor mio, questo, che è nato, non è
196
1612
moglie dodici mesi dopo che faceste le nozze con
197
1612
replicò allora il prencipe — che gli uomini privati non
198
1612
Ma per farti chiaro che con molto giudicio pur
199
1612
ho detto quello di che molto ti sei maravigliato
200
1612
disse allora il prencipe — che questo, che mi è
201
1612
il prencipe — che questo, che mi è nato, mi
202
1612
dall'età; e sappi che quei saranno miei dilettissimi
203
1612
saranno miei dilettissimi figliuoli, che mi nasceranno allora che
204
1612
che mi nasceranno allora che io avrò cinquant'anni
205
1612
di questi mi contento che si faccino allegrezze straordinarie
206
1612
le campane a morto, che le trombe per allegrezza
207
1612
trombe per allegrezza: mercé che il prencipe, che piglia
208
1612
mercé che il prencipe, che piglia moglie nella sua
209
1612
quella moltitudine di figliuoli, che è la vera pietra
210
1612
stato: cosa tanto vera, che chi regna sopra la
211
1612
può ricevere dal cielo, che un solo figliuolo maschio
212
1612
deve aver l'ambizione, che tanto è unita alla
213
1612
abbandonar la dominazione. Mercé che, così come i padri
214
1612
così i figliuoli, allora che arrivano ad una certa
215
1612
pazienza di poter aspettare che il frutto della loro
216
1612
figliuoli dei re grandi, che accecati dalla gola di
217
1612
l'agresta il giugno, che aspettare che l'uva
218
1612
il giugno, che aspettare che l'uva si maturi
219
1612
quella condizione de' prencipi, che noi privati tanto invidiamo
220
1612
soggiunse allora il prencipe — che quando il figliuolo che
221
1612
che quando il figliuolo che mi è nato ora
222
1612
di venti anni, e che non li darò in
223
1612
più avrò errato io che egli. Ed è chiara
224
1612
una lauta mensa, allora che lo vedessi star sopra
225
1612
onorata e virtuosa vita che i letterati menano in
226
1612
virtuosi, al buon genio che per l'ordinario hanno
227
1612
mostrato a Sua Maestà che i pochi negozi commessi
228
1612
sono spediti, ove quelli che ne hanno cumulo grande
229
1612
terminarli. Né Apollo prima che sei mesi sono si
230
1612
avveduto del disordine gravissimo che regna in questo stato
231
1612
pena; di maniera tale, che non per altra cagione
232
1612
pareva a Sua Maestà che questo morbo tanto si
233
1612
né speziale. Apollo dunque, che sempre invigila all'estirpazione
234
1612
tanto scelerato. Di modo che sei mesi sono per
235
1612
con pene tanto severe, che volle che quei che
236
1612
tanto severe, che volle che quei che di così
237
1612
che volle che quei che di così vergognoso delitto
238
1612
legati alla catena infame che si vede nel fòro
239
1612
i più capitali nemici che abbino gli adulatori: e
240
1612
sei mesi passarono senza che contro gli adulatori comparisse
241
1612
ogni più onorato splendore, che dalla penna di scrittore
242
1612
oscurata. Si dice ancora che dai signori censori fosse
243
1612
senato di Milano: e che gli dicessero s'egli
244
1612
Apostolica, non dubitò dire che la grandezza di lei
245
1612
Goselini da tanta vergogna che li fu fatta volea
246
1612
liberamente gli fu detto che andasse a compor sonetti
247
1612
inventati per le adulazioni, ché le istorie servivano per
248
1612
quelle Istorie di Portogallo, che Girolamo Conestaggio, gentiluomo genovese
249
1612
della biblioteca, essendosi chiariti che non, com'egli aveva
250
1612
dar soddisfazione ad alcuni che meritamente da lui erano
251
1612
tosto le aveva difformate che corrette, gli fu protestato
252
1612
corrette, gli fu protestato che, se nel termine di
253
1612
primo volume delle Istorie che levò da essa, la
254
1612
stata cagionata da quelli che ebbono cura d'instruire
255
1612
era cosa sommamente necessaria che dall'infelice fine di
256
1612
venissero in chiara cognizione, che i dotti maestri, che
257
1612
che i dotti maestri, che devono aver cura della
258
1612
provedere ai molti danni che nelle riviere di Corinto
259
1612
al quale strettamente comandò che per simil bisogno assoldasse
260
1612
assoldasse fanti, contentandosi ancora che seco potesse menar molti
261
1612
con rigor grande ordinò che, sotto pena di esser
262
1612
sue galee dovesse molestare, che vaselli armati di corsari
263
1612
in luogo del zelo, che Sua Maestà voleva mostrare
264
1612
di tutte le cose che da remotissime province erano
265
1612
e la gloria nobilissima che con estirpar dal mondo
266
1612
egli voleva acquistarsi, allora che di nuovi e più
267
1612
Disse poi Sua Maestà che cosa troppo vergognosa sarebbe
268
1612
troppo vergognosa sarebbe stata, che l'impresa di rubar
269
1612
acciò ognuno rimanesse chiaro che in così importante negozio
270
1612
non altro interesse aveva che il pubblico beneficio, strettissimamente
271
1612
strettissimamente comandò al Cappello che, in quell'ora medesima
272
1612
casi seguìti essendosi provato che quei corsari, che prima
273
1612
provato che quei corsari, che prima erano stati prigioni
274
1612
erano stati prigioni e che poi si avevano ricomperata
275
1612
ultimo e principalissimo ordine che Sua Maestà diede al
276
1612
diede al Cappello, fu che, il carico di lui
277
1612
quale incorrevano quegli sciocchi che, la notte abbandonando il
278
1612
tanto se ne attrista, che vieta che di quell
279
1612
ne attrista, che vieta che di quell'acquisto si
280
1612
stato. ¶ L'ultime lettere che si sono avute dall
281
1612
quel prencipe: e dicono che per esser quello il
282
1612
solo sentirono contento straordinario che si fosse assicurata la
283
1612
del signor loro, ma che ed essi e molti
284
1612
talmente fu veduto mesto, che al suo maestro di
285
1612
suo maestro di casa, che andò per pigliar l
286
1612
l'ordine della spesa che doveva farsi per onorar
287
1612
feste l'acquisto grande che si era fatto di
288
1612
alcuna: e li disse che come prima li fosse
289
1612
corti. Requisito tanto necessario, che nella nostra biblioteca delfica
290
1612
tanto salate e fruttuose, che chiaramente hanno fatto conoscere
291
1612
posteri non le cose che hanno udite raccontar nelle
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verità istorica, a' biasimi che l'una nazione dà
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sua nemica, abbiamo ordinato che si dia il calo
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a noi chiaramente consta che la perdita lacrimevole che
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che la perdita lacrimevole che hanno fatta le buone
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Lucio Floro, espressamente comandiamo che per l'avvenire ad
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la plenitudine della potestà che noi abbiamo sopra le
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alcuno hanno fatto molti, che dal principio del mondo
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cavar quell'abbondantissimo frutto che si gusta dall'istorie
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ricordiamo ai venerandi sacerdoti, che attendino alla lezione e
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scrivere le istorie profane, che merito di verità, non
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o d'un privato che ha operate cose vergognose
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va secreta, il menante, che non avvisa se non
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per nuova molto sicura, — che nella congregazione abbino ricevuta
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classe. Perché si dice che al serenissimo Giulio Cesare
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Giulio Cesare fu comandato che, nel termine di venti
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com'ella passò, e che in essi facesse menzione
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menzione degli altri particolari, che, per essere più che
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che, per essere più che mediocremente stomacosi, per non
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stati taciuti da lui. Che Svetonio Tranquillo acerbamente fu
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Tranquillo acerbamente fu ripreso, che negli scritti suoi più
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libidini fino dei fanciulli che lattavano. Sporcizia, che in
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fanciulli che lattavano. Sporcizia, che in tutti i modi
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per vere quelle sceleratezze che in materia di libidine
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cose vere devono tacersi, che per la molta disonestà
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tosto devono esser sepolte che pubblicate; essendo il fine
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vizi. Ben si dice che più benignamente fu detto
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fu detto a Dione, che la scrittura istorica, che
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che la scrittura istorica, che tutta deve essere sostanza
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colmati gli scritti suoi, che stufavano quelli che li
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suoi, che stufavano quelli che li leggevano: cosa tanto
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Apollo si era riso che egli avesse scritte molte
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dell'aere vapori tali, che poi si fossero potuti
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le sassate. Si dice che di questa riprensione fatta
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poco: forse perché sapeva che del medesimo difetto egli
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si afferma da ognuno che da quei signori con
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istorie, e liberamente detto che ne' pubblici chiassi andasse
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lascivie. Corre anco voce che al Macchiavelli rimproverassero la
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gli altri suoi scritti, che apertamente aveva mostrato di
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era precipitato. Dicono appresso che la congregazion tutta riprese
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Francesco Guicciardini di quello che malamente avesse sparlato della
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ferma opinione di molti che il Guicciardini alla presenza
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l'error suo: scusandosi che l'invidia di vedere
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l'invidia di vedere che, mentre i fiorentini per
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avea fatto prevaricare; ma che la fama della riputazione
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dell'ottimo consiglio, con che ella con raro e
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quella strada della verità, che con tanta pubblica utilità
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e altri molti: affine che le etadi future, che
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che le etadi future, che tanto avidamente si pascono
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notizia di tutti quelli che intraprendono il nobilissimo carico
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azioni degli uomini segnalati, che perpetuamente debbino avere stampato
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dipinto avanti gli occhi, che scrivendo eglino, non a
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di quella verità istorica che appresso le etadi future
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de' sinceri scrittori; e che come lo stabbio devono
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le minacce di quelli, che per le poco virtuose
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pazzia più essendo lacrimevole, che perpetuamente sudar con la
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gloria alcuna a quei che vengono adulati. Dichiarando che
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che vengono adulati. Dichiarando che il pubblicar al mondo
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alla strada i virtuosi che le leggono; epperò vogliamo
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le leggono; epperò vogliamo che quei che incorrono in
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epperò vogliamo che quei che incorrono in così enorme
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perché chiaramente ne consta che i prencipi anco sopra
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sono arrogati tanta autorità, che non permettono che di
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autorità, che non permettono che di essi si pubblichi
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pubblichi cosa, ancorché vera, che non sia di loro
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loro intiera soddisfazione: pretensione che dagli scritti altrui talmente
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sbandita la verità istorica, che, per le obscene adulazioni
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alla memoria dei prencipi, che, con la vita loro
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la morte loro impedire che per lo mezzo degli
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alla notizia di quelli che verranno. E per più
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medesimi prencipi facciamo sapere che l'imperio troppo violente
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l'imperio troppo violente che vogliono esercitare in negozio
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vogliono esercitare in negozio che ha bisogno di somma
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di somma libertà, cagiona che i nostri fidelissimi istorici
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contro essi scrivono invettive che istorie, come con sommo
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dell'ignoranza di quelli, che in questi tempi moderni
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vogliamo ed espressamente comandiamo che per lo tempo avvenire
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provincia grande: tutto affine che la preziosa gioia del
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la medesima cagione comandiano che ad alcuno scrittore non
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di tutte le fraudi che dagli uomini ambiziosi si
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potessero far giammai, dichiariamo che quei soggetti, de' quali
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abbino i requisiti medesimi che chiaramente si scorgono in
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mondo certa arrogante ambizione, che sappiamo regnare in molti
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in molti, somigliantemente comandiamo che di famiglia alcuna non
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molta copia di soggetti che abbino recate a fine
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importanti, imprese onorate: volendo che, in questo particolare, altrui
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un furioso, espressamente comandiamo che ad alcuno non sia
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dichiarato soggetto tanto eminente, che i suoi fatti per
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molto inclinati, espressamente comandiamo che a scrittore alcuno non
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di qualsivoglia eroe, ancor che prefulgesse d'imperatoria e
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e real dignità, prima che egli sia morto; contentandoci
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egli sia morto; contentandoci che degli uomini vivi solo
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fuggir le infinite inezie che giornalmente si veggono nell
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vogliamo ed espressamente comandiamo che a nessun nostro virtuoso
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Inferno. Perché fu cosa che superò tutte le più
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più lacrimevoli miserie, e che agli uomini anco più
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de' beni di fortuna, che nella casa loro paterna
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oppressi da' cavalli, altri che per le strade andavano
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tanta rimunerazione di danari, che fosse stata sufficiente per
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a quelle case loro, che con tanta infelice balordaggine
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abbandonate. E fu cosa che mosse le lacrime ad
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un veretton di balestra, che gli aveva trafitto un
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Guido Bonatti, astrologo famosissimo, che conobbe che, se quell
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astrologo famosissimo, che conobbe che, se quell'infelice era
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bestemmie crudelissime contro quelli che primi introdussero la guerra
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qual dissero essergli noto che tra le miserie della
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sfortunati erano i cortigiani; che però, poiché lo spettacolo
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aveva posta la milizia, che da ognuno veniva abborrita
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sarebbe stato al mondo, che, allora che quei soggetti
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al mondo, che, allora che quei soggetti, che nelle
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allora che quei soggetti, che nelle corti da basso
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da quei miserabili cortigiani, che, afflitti e strapazzati dall
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ributtato da Apollo, dicendo che anzi faceva bisogno di
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a porsi nelle corti, che spaventarli: percioché, tutto che
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che spaventarli: percioché, tutto che pochi fossero quelli che
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che pochi fossero quelli che vi conseguivano le dignitadi
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e gli onori desiderati, che però tutti vi arricchivano
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con l'acquisto preziosissimo che vi facevano d'infinite
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vera, ch'egli stimava che non meritasse il nome
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di uomo compìto colui che per molti anni nel
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LIII ¶ La rissa pericolosissima, che per causa molto leggiera
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al rumore, e trovarono che i pedanti, gli epistolari
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attaccato così brutta baruffa, che più che molto si
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brutta baruffa, che più che molto si pensò a
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a spartirla. La quistione che nacque tra essi, fu
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ma perché Paolo Manuzio, che si crede che in
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Manuzio, che si crede che in quel rumore avesse
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nel volto al Lambino, che ostinatamente teneva la parte
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eccesso talmente si alterò, che al pretore urbano comandò
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al pretore urbano comandò che pur allora alla bruttissima
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letterati di questa corte, che intercederono per quella gente
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lasciò placare, dicendo quelli, che non potevano gareggiare per
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materie gravi que' pedanti, che non altro sapevano che
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che non altro sapevano che le cose leggiere. ¶ Ragguaglio
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rimediare ai molti disordini che si veggono nelle istorie
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di tutti gl'istorici, che dagli eccellentissimi censori delle
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per gli ordini eccellentissimi che in essa sono stati
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fama di quelle cose che virtuosamente vengono operate dagli
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allontanati da quelle leggi che santamente promisero osservar allora
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santamente promisero osservar allora che nelle mani di Sua
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sotto lo stesso editto, che ier mattina a nome
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pervenuto alla notizia nostra che molti scrittori dell'istorie
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altrui mostrava quell'adultèro, che tanto eccellentemente occultavano i
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tutta parve l'intelletto che dalla signora donna Vittoria
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mal pelo". Onde dato che fu fine a quella
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e dissero i letterati che, la maggior parte dell
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stando posta ne' beni che altri possedeva, non sapevano
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e con la mercede che co' propri sudori si
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ciò unanimemente fu concluso che ne' tempi passati la
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nome di verissima; ma che ne' giorni presenti, ne
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nelle occasioni di delitti che vengono opposti agli uomini
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quell'ingresso in Parnaso, che molto tempo gli aveva
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conte Francesco Sforza, quegli che con lo straordinario valor
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rese la famiglia Sforza, che di riputazione l'agguagliò
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prencipi più famosi; ancor che di già sieno passati
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passati centoquarant'anni da che, sommamente bramato dagli uomini
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in Parnaso. E tutto che i maggiori prencipi di
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prencipi di questa corte, che sempre hanno ammirata l
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infiniti dello Sforza, ma che per degni rispetti non
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questa risposta fu udito che quel re, che tanto
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udito che quel re, che tanto seppe e che
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che tanto seppe e che tanto conobbe, animosamente replicò
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tanto conobbe, animosamente replicò che per lo straordinario valor
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mirabile, per la fede che in lui sempre fu
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tanto soggetto, anzi pareva che in Parnaso si ammettesse
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infinito prode nella guerra, che cosa scandalosa. A questa
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infiniti del duca, ma che di già felicissimamente cominciando
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balordi: e tanto maggiormente, che lo sciocco genere umano
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per una sola nave che felicemente giungeva in porto
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felicemente giungeva in porto, che non si spaventava per
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si spaventava per mille che si abissavano in mare
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mare. E soggiunse Apollo che, della brama che aveva
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Apollo che, della brama che aveva il duca di
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maggiore essendo il desiderio che aveva egli di ammettervelo
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riferisse in suo nome che di buonissimo animo l
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aver in sua compagnia, che que' soldati che, al
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compagnia, che que' soldati che, al soldo della milizia
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parve al duca quella che da lui richiedeva Apollo
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lo spaventava il sapere che, la milizia fiorendo bene
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il desiderio della gloria, che in quell'eroe fu
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animo accettava il partito che a nome di Sua
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giorno del suo ingresso, che fu il decimonono del
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la quale apertamente conoscevano che alla milizia tutta era
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gravissimo. Ma il duca, che sempre tenacemente stette fermo
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stanza di Parnaso, e che al mestier della guerra
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fosse avvenuto il male che poteva: perché non ingrato
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era riputato quel pescatore che, per li grossi guadagni
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1612
confidenti: a' quali comandò che raunassero tutti quei soldati
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raunassero tutti quei soldati che nella milizia sforzesca erano
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miserabile e disperata gente che possa vedersi nel lacrimoso
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della dieta fu risoluto che nei tempi andati con
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praticata per vera, ma che ora per lo soverchio
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ardire degli uomini simulati, che a carte scoperte si
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avevano aperti gli occhi, che solo a quello dando
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a quello dando fede che di mezzogiorno vedevano oculatamente
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perché gli uomini saggi, che si erano avveduti degli
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di notte, a ciò che le tenebre ricoprissero la
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disputata, la dieta inclinò che fosse error grave dubitar
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poiché apertamente si vedeva che gli uomini virtuosi, i
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accarezzati e abbracciati, e che nella sua patria niun
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il giusto suo peso: che quei solo quella doveano
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loro dove erano nati, che per la loro inezia
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ciò vinse la parte che teneva la contraria opinione
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falsa, fu rivocata. Mercé che da' virtuosi della dieta
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pur avendo egli voluto che così dal genere umano
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sviscerato amore della patria, che di modo offusca il
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e l'intelletto altrui, che all'uomo, creatura di
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nato. Amor tanto necessario, che, quando di lui fosse
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e dell'Asia. E che di questa verità chiaro
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erano nati, e ancor che avessero la velocità delle